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Alterazioni dell’emostasi Aumento Riduzione Trombosi Emorragia

Cosa è l’emostasi? Serie di reazioni biochimiche e cellulari, sequenziali e sinergiche, che hanno lo scopo di impedire la perdita di sangue dai vasi. E’ un meccanismo di difesa, finalizzato al mantenimento dell’integrità dei vasi sanguigni e della fluidità del sangue. Alterazioni dell’emostasi

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Alterazioni dell’emostasi Aumento Riduzione Trombosi Emorragia

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Presentation Transcript


  1. Cosa è l’emostasi?Serie di reazioni biochimiche e cellulari, sequenziali e sinergiche, che hanno lo scopo di impedire la perdita di sangue dai vasi.E’ un meccanismo di difesa, finalizzato al mantenimento dell’integrità dei vasi sanguigni e della fluidità del sangue Alterazioni dell’emostasi Aumento Riduzione Trombosi Emorragia

  2. Fasi del processo emostatico 1- Vascolare contrazione Riduzione lume muscolatura vasale vascolare 2- Piastrinica - adesione - risposta biochimica Formazione - shape change tappo - degranulazionepiastrinico - aggregazione 3- Coagulativa attivazione di Formazione proteasi plasmatichecoagulo fibrina 4- fibrinolitica attivazione sistema Dissoluzione fibrinolitico coagulo RIPARAZIONE LESIONE VASCOLARE

  3. FASE VASCOLARE Primo evento del processo emostatico Contrazione cellule tunica media Stimolazione nerva vasorum Rilascio endotelina (endotelio) Rilascio serotonina piastrinica VASOCOSTRIZIONE UTILE A RIDURRE MOMENTANEAMENTE LA PERDITA DI SANGUE

  4. CONTENUTO DEI GRANULI PIASTRINICI LISOSOMI enzimi lisosomiali CORPI DENSI (granuli delta) agonisti della aggregazione: ADP, ATP, Ca, Serotonina GRANULI ALFA: PROTEINE ADESIVE: Fibrinogeno, fibronectina, fattore di von Willebrand, trombospondina, vitronectina MODULATORI DI CRESCITA: PDGF, TGF-beta, Fattore piastrinico 4, trombospondina FATTORI DELLA COAGULAZIONE: Fattore V, HMWK, C1-inibitore, Fibrinogeno, fattore XI, proteina S, PAI-1

  5. LE PROTEINE DELLA SUPERFICIE PIASTRINICA CON FUNZIONE ADESIVA FUNZIONE classif. elettroforetica classif. Integrinica _________________________________________________ Rec. Collageno GpIa/IIa a2/b1 Rec. Fibronectina GpIc/Iia a5/b1 Rec. Vitronectinaav/b3 Rec. Fibrinogeno GpIIb/IIIa aIIb/b3 Rec. Laminina GpIc/IIa a6/b1 Rec. vWF GpIb/IX/V non integrina Rec. Collageno o trombospondina GpIV non integrina

  6. ADESIONE PIASTRINICA • L’endotelio integro e la superficie piastrinica si respingono in virtù delle loro cariche negative • La perdita dell’endotelio espone il collageno sottoendoteliale, che lega la GpIa. La GpIb si lega al vWF, a sua volta adeso al collageno Membrana basale lesione Piastrina endotelio Piastrina GpIa GpIb = fattore di Von Willebrand (multimero) = collageno

  7. ATTIVAZIONE PIASTRINICA cambiamento di forma degranulazione In seguito all’adesione le piastrine attivano meccanismi di trasduzione che determinano il cambiamento di forma e la reazione di degranulazione

  8. AGGREGAZIONE PIASTRINICA L’aggregazione piastrinica si verifica perché il fibrinogeno si pone a ponte tra il GpIIb-IIIa di una piastrina e quello di altre piastrine. Il fibrinogeno è quindi il “collante” dell’aggregazione. Il cross-linking della trombospondina stabilizza il legame Fibrinogeno GpIIb-IIIa GpIIb-IIIa

  9. AGGREGAZIONE DA ADP E COLLAGENO STUDIATE CON L’AGGREGOMETRO

  10. AGONISTI E ANTAGONISTI DELLA AGGREGAZIONE PIASTRINICA AGONISTI ANTAGONISTI Collageno ++++ Prostaciclina Trombossano A2 ++++ Ossido Nitrico PAF * +++ Prostaglandina D2 ADP ++ Adenosina Trombina ++ Adrenalina (rec.beta) Adrenalina (rec. Alfa) ++ Complessi immuni ++ Vasopressina ++ Serotonina ++ Prostaglandina H2 +++ __________________________________________________ * PAF = Platelet Activating Factor

  11. 1- RISPOSTA BIOCHIMICA TRASDUZIONI La piastrina adesa “si attiva”, cambia di forma e degranula Questi fenomeni dipendono dall’innesco di meccanismi di trasduzione ADP Recettore per il collageno Schema 9 DAG PKC G-protein PIP2 GpIIb/IIIa ADP PLC Membrana piastrina Plekstrina Plekstrina-P IP3 Attivazione MLCK Ca++ Granulo delta ADP Miosina-P ADP degranulazione

  12. 2- RISPOSTA BIOCHIMICA TRASDUZIONI L’ ADP interagisce per autocrinia e paracrinia su recettori specifici GpIIb-IIIa GpIIIa GpIIb ADP ADP PL-AA GP PLC PLA2 PKC PLC Schema 8 AA >[Ca++] TXA2 Replica “potenziata” delle trasduzioni dello schema 8 IP3 (vedi schema 8)

  13. RECETTORI DI TIPO AGONISTA TROMBINA PARs:Protease-Activated Receptors

  14. Guanine nucleotide exchange agonist   GTP  GDP    GTP hydrolisis inactive active

  15. AGONISTI E ANTAGONISTI DELLA AGGREGAZIONE PIASTRINICA Quanto riportato negli schemi 8, 9 e 11 si riferisce alla sequenza di reazioni che si verificano con l’interazione tra piastrine e collageno e che culminano nella aggregazione piastrinica. Tutte le sostanze, ancorate ad una matrice o rilasciata in fase liquida, che possiedono recettori sulle piastrine in grado di trasdurre con i meccanismi riportati negli schemi citati, sono capaci di indurre aggregazione piastrinica e vengono definiti AGONISTI della aggregazione. Le sostanze che si oppongono o inibiscono l’aggregazione piastrinica si definiscono ANTAGONISTI della aggregazione piastrinica. Tutti gli antagonisti possiedono recettori piastrinici associati a proteine G con funzione stimolatrice (Gs) sulla attività della adenilato/guanilato ciclasi di membrana: l’ aumento di nucleotide ciclico inibisce l’aggregazione Recettore antagonista Gs Adenilato/guanilato-ciclasi ATP GPT cAMP cGMP Inibizione

  16. COMPONENTI DEL SISTEMA DELLA COAGULAZIONE I fattori della coagulazione sono serino-proteasi presenti nel sangue in forma di zimogeni, i quali vengono attivati “a cascata”, fino alla formazione della maglia di fibrina. Fanno eccezione il fattore V ed il fattore VIII (cofattori), ed il fibrinogeno, che non sono serino proteasi. Anche se non si tratta di fattori propriamente detti, intervengono in modo critico nel processo coagulativo gli ioni Ca, ed i fosfolipidi delle superfici cellulari: in particolare, i fosfolipidi della superficie delle piastrine che vanno sotto il nome di fattore piastrinico 3 (PF3). Come tutti i grandi sistemi multi-proteasici dell’organismo (sistema del complemento, sistema fibrinolitico), anche il sistema della coagulazione si “organizza” spazialmente e funzionalmente su “fasi solide” rappresentate dalle superfici cellulari, dove gli ioni Ca hanno la funzione di favorire l’interazione tra enzima, eventuale cofattore e fosfolipidi.

  17. Struttura delle serino-proteasi Le serino-protesai sono formate dalla giustapposizione di moduli “elementari”, altamente conservati dal punto di vista evolutivo, la cui miscelazione caratterizza la catena A degli enzimi. Tale variabilità controllata serve per adattare l’enzima a “recettori” di varia natura e per adattarli al substrato dell’attività enzimatica. La catena B è sovrapponibile ad un “modulo” elementare, è molto conservata in tutte le serino-proteasi e contiene il sito catalitico dell’enzima.

  18. LA CASCATA DELLA COAGULAZIONE VIA INTRINSECA VIA ESTRINSECA Superficie negativa Tromboplastina Tessutale (Fattore tessutale) SPAC * XII XIIa HMWK PK Crossover XI Ca XIa VII VIIa Ca IX IXa Ca VIIIa fosfolipidi X X Xa Ca/Va/fosfolipidi II VIA COMUNE IIa (trombina) *= sistema plasmatico attivabile da contatto Fibrinogeno FIBRINA

  19. IL SISTEMA PLASMATICO ATTIVABILE DA CONTATTO COMPONENTI PESO MOLECOLARE CATEGORIA Fattore di Hageman (Fattore XII, HF) 80000 serino-proteasi Precallicreina (Fattore di Fletcher, PK) 88000 serino-proteasi Fattore XI 160000 serino-proteasi Chininogeno ad alto Peso molecolare (HMWK, Fattore 110000 proteina plasmatica Di Fotzgerald) non enzimatica

  20. STRUTTURA MOLECOLARE E ATTIVAZIONE DEL FATTORE DI HAGEMAN HFf (ßHFa) SS NH2 COOH Regione catalitica K 2 1 F GF F GF Peptide di connessione CATENA B (leggera) CATENA A (pesante) TAGLIO IN POSIZIONE 1 alfa-HFa (composto da due catene) TAGLIO IN POSIZIONE 2 HFf (precedentemente ßHFa)

  21. STRUTTURA MOLECOLARE E ATTIVAZIONE DEL CHININOGENO AD ALTO PESO MOLECOLARE (HMWK) Catena pesante Catena leggera SS +++++++++++ 1 2 Bradichinina Regione ricca di istidina

  22. SUPERFICI RESPONSABILI DELLA ATTIVAZIONE DEL SISTEMA PLASMATICO ATTIVABILE DA CONTATTO _______________________________________________ SOSTANZE ORGANICHE SOSTANZE INORGANICHE _______________________________________________ Cristalli di urato monosodico diossido di silicio Lipopolisaccaride batterico vetro Acido ellagico* caolino Carragenani** asbesto Collageno cristalli di pirofosfato di calcio Membrana basale vascolare Cartilagine articolare Eparina Glicosaminoglicani e glicoproteine Destran solfato Pelle ___________________________________________________________ * Sostanza vegetale simile al tannino ** Polisaccaride costituente della parete di alcune cellule vegetali, appartenenti alle Rhodophyceae

  23. SEQUENZA DELLA ATTIVAZIONE DELLO SPAC 2 4 XIIa K XIa PK XI 1 3 HMWK HMWK HMWK XII +++++ ++++++ +++++ ---------------------------------------- Superficie carica negativamente 1= attivazione spontanea del XII a XIIa 2= attivazione della PK a K da parte del XIIa 3= attivazione del XII a XIIa da parte di K (amplificazione attivazione XII) 4= attivazione del fattore XI a XIa da parte del XIIa

  24. REGOLAZIONE DEL SISTEMA PLASMATICO ATTIVABILE DA CONTATTO FATTORE INIBITORE ______________________________________ HF attivato……………………………………………… C1-inibitore (oltre il 90%) ……………………………………………… Antitrombina III Callicreina………………………………………………… C1-inibitore (circa il 50%) …………………………………………………. Alfa-2-Macroglobulina (circa il 50%) Fattore XIa……………………………………………. Alfa-1-antitripsina (circa il 70%) ……………………………………………… Antitrombina III ___________________________________________________

  25. ATTIVAZIONE DEL FATTORE X MEDIANTE LA VIA ESTRINSECA VII TF IX VIIa IXa Ca VIIIa fosfolipidi Complesso tenasico Xa X Il fattore VII si attiva dopo interazione col TF. Il F-VIIa attiva direttamente il F-X a F-Xa. Inoltre, il VIIa attiva il IX (crossover con la via intrinseca). Il VIIa ed il Xa possono attivare ulteriore fattore VII legato al TF.

  26. LA VIA COMUNE DELLA COAGULAZIONE Xa trombina V protrombina FIBRINOGENO Xa TROMBINA FIBRINA Va Ca++ Ca++ Superficie fosfolipidica Complesso Pro-trombinasico Il fattore V viene attivato da piccole quantità di trombina a fattore Va, il quale “adatta” sui fosfolipidi di membrana il fattore Xa, accelerando la reazione. Il Xa viene “ancorato” ai fosfolipidi dagli ioni Ca. Xa+Va+Ca+fosfolipidi = complesso pro-trombinasico, che attiva la protrombina a trombina. La trombina attiva il fibrinogeno a monomero di fibrina, mattone di costruzione del polimero finale.

  27. FORMAZIONE DELLA FIBRINA - 1 TROMBINA FPA FPB B-beta FIBRINOGENO A-alfa gamma Conversione del fibrinogeno a monomero di fibrina. Il fibrinogeno è composto da tre catene, arrangiate come eterodimero, A-alfa2- B-beta2-gamma2. La conversione del fibrinogeno a monomero di fibrina (alfa2-beta2-gamma2), richiede il taglio del legame peptidico che rilascia il fibrinopeptide A (FPA), ed il B (FPB)

  28. FORMAZIONE DELLA FIBRINA - 2 a) Organizzazione in “domini” del fibrinogeno e monomero di fibrina: Dominio E: punto di distacco di FPA e FPB Dominio D D E D Dominio D b) Formazione della fibrina: Fibrinogeno trombina FPA/FPB D E D Monomero di fibrina D E D D E D D E D 1- POLIMERO DI FIBRINA “INSTABILE” Con interazioni latero-laterali e termino-terminali non covalenti tra monomeri di fibrina 2- POLIMERO DI FIBRINA “STABILE” Fattore XIII XIIIa (catalizza il legame covalente tra monomeri di fibrina)

  29. REGOLAZIONE DELLA COAGULAZIONE I meccanismi di controllo della coagulazione sono indispensabili per evitare che il sangue coaguli spontaneamente e per impedire eccessi coagulativi sproporzionati rispetto alla lesione vascolare. 1 ml di sangue è potenzialmente capace di indurre in 15 secondi la coagulazione di tutto il sangue MECCANISMI PRINCIPALI: 1- Flusso sanguigno 2- Inattivazione delle proteasi e dei cofattori da parte di inibitori fisiologici: - Antitrombina III (AT-III) - Proteina C/Proteina S - Tissue Factor Pathway Inhibitor (TFPI) - C1-inattivatore - alfa2-macroglobulina - alfa1-anti-tripsina 3- Demolizione dei prodotti della coagulazione: -Attivazione del sistema fibrinolitico

  30. MECCANISMO DI AZIONE DELLA ANTITROMBINA III FUNZIONE DELL’EPARINA ATIII SITO CATALITICO CENTRO REATTIVO DELL’INIBITORE TROMBINA Siti lisinici + EPARINA L’ eparina velocizza la reazione di oltre 3 ordini di grandezza, quindi si stacca e catalizza l’interazione di altre due molecole EPARINA

  31. IL SISTEMA PROTEINA C/PROTEINA S Proteina S Proteina C Trombina Ca++ Proteina C attivata Va VIIIa Superficie piastrina Superficie cellula endoteliale Degradazione proteolitica estensiva del Va e del VIIIa, primariamente sulla superficie piastrinica, ma anche su quella endoteliale e leucocitaria Trombomodulina

  32. TISSUE FACTOR PATHWAY INHIBITOR (TFPI) VIIa TF IX IXa VIIIa TFPI X Xa Xa Via comune Il TFPI, dopo aver reagito con il fattore Xa, neutralizza il fattore VIIa, inattivando la via estrinseca della coagulazione TFPI + Xa

  33. IL SISTEMA FIBRINOLITICO t-PA u-PA PAI-1 PAI-2 Plasmina Alfa-2-antiplasmina Alfa-2-macroglobulina Plasminogeno FIBRINA Prodotti di degradazione della fibrina (FDP) tPA = Tissue Plasminogen Activator uPA = Urokinase Plasminogen Activator PAI = Plasminogen Activator Inhibitor

  34. ATTIVATORIDEL PLASMINOGENO • Attivatore di tipo • Urochinasico (uPA) • -Prodotto da tutte • le cellule nucleate • -PM 54 kDa • -Non ha recettori • sulla fibrina • -Ha recettori sulla • superficie cellulare Attivatore di tipo Tessutale (tPA) -Prodotto dalle cellule endoteliali -PM 70 kDa -Ha recettori sulla fibrina -Si lega alla annessina II sulla superficie endoteliale Gly-Arg (560)-Val (561)-Val plasmina plasminogeno

  35. FIBRINOLISI DA ATTIVATORE TESSUTALE Plasminogeno (PLG) tPA 1 Kd = 65µM 3 Kd = 0.16 µM Kd = 4 µM 2 Kd = 0.14 µM fibrina 1 = costante di dissociazione tPA/PLG in fase liquida 2 = costante di dissociazione tPA/fibrina 3 = costante di dissociazione (tPA:fibrina)/PLG 4 = costante di dissociazione PLG/fibrina

  36. ATTIVAZIONE DELLA FIBRINOLISI “DA CONTATTO” ATTIVAZIONE DEL SISTEMA PLASMATICO ATTIVABILE DA CONTATTO Pro-urochinasi plasminogeno XIIa XIIf XIa callicreina urochinasi FIBRINOLISI PLASMINA

  37. FRAMMENTI DI DEGRADAZIONE DEL FIBRINOGENO/ FIBRINA QUALI INDICI DI FIBRINOLISI • Il fibrinogeno, il monomero di fibrina ed il polimero di • fibrina instabile vengono scissi dalla plasmina in modo • esaustivo, fino alla formazione di singole regioni globulari • D ed E: FDP, fibrinogen degradation products • Nel polimero di fibrina stabile (tenuto assieme da legami • covalenti) (schema 28), le interazioni termino-terminali • fra regioni globulari D e quelle latero-laterali fra regioni • globulari E, determinano raggruppamenti DD/E, i quali • non sono scindibili dalla plasmina e si ritrovano come • prodotti finali della fibrinolisi: • FDP: fibrin degradation products • il loro aumento nel siero è indice di fibrinolisi • N.B.: l’aumento nel siero dei fibrinopeptidi A e B (FPA e FPB), ottenuti per • azione della trombina sul fibrinogeno, sono indice di attività coagulativa, • mentre l’aumento degli FDP (monomeri E e D e dimeri DD/E), sono induce di • fibrinolisi

  38. INIBITORI DELLA FIBRINOLISI A) INIBITORI DEGLI ATTIVATORI DEL PLASMINOGENO (PAI) - appartengono alla famiglia delle “serpins” (serine-protease- inhibitors) - si trovano nel plasma (50 ng/ml) - forma complessi covalenti con t-PA e u-PA B) INIBITORI DELLA PLASMINA - alfa2-antiplasmina, proncipale inibitore della plasmina - glicoproteina di 70 kDa - appartiene alla famiglia delle “serpins” - concentrazione plasmatica, circa 70 µg/ml - forma un complesso stechiometrico 1:1 con la plasmina - inibisce anche XIIa, XIa, trombina, Xa - la sua carenza è associata con grave diatesi emorragica - alfa2-macroglobulina - glicoproteina tetramerica di 750 kDa - non appartiene alla famiglia delle “serpins” - concentrazione plasmatica: 2.5 mg/ml - interviene solo dopo la completa saturazione della alfa2-anti- plasmina

  39. BILANCIA EMOSTATICA ENDOTELIALE Attività protrombotiche Attività antitrombotiche Attività pro-aggreganti: PAF, vWF Attività anti-aggreganti: PGI2, ecto-ADPasi Ossido Nitrico (NO) Attività pro-coagulanti: TF, legame di Fatt V, IXa, Xa Attività anti-coagulanti: Trombomodulina Eparan solfato Attività anti-fibrinolitiche: PAI Attività fibrinolitiche: tPA, uPA

  40. CID (COAUGULAZIONE INTRAVASCOLARE DISSEMINATA) Coagulopatia secondaria ad altra patologia, caratterizzata da presenza sia di fenomeni trombotici che di fenomeni emorragici. È dovuta ad una abnorme attivazione della coagulazione del sangue con formazione di trombi diffusi in tutto il microcircolo. Come conseguenza delle manifestazioni trombotiche vi è consumo di fattori della coagulazione, fibrina e piastrine (piastrinopenia secondaria) ed attivazione secondaria dei meccanismi della fibrinolisi che causano le manifestazioni emorragiche.

  41. EVENTO SCATENANTE ECCESSIVA IMMISSIONE IN CIRCOLO DI FATTORE TISSUTALE O ALTRE SOSTANZE AD AZIONE TROMBOPLASTINICA, IN GRADO DI ATTIVARE LA COAUGULAZIONE. L’ INGRESSO NELLA VIA DELLA COAGULAZIONE PUO’ AVVENIRE ANCHE A LIVELLI DIVERSI

  42. PRINCIPALI CONDIZIONI ASSOCIATE A CID • ESTESO DANNO TISSUTALE • traumatico • ustioni • estesi interventi chirurgici • MISCELLANEA • Emolisi acuta intravascolare, morso di serpente Emangioma gigante, shock, colpo di calore, vasculite Aneurisma aortico, malattie epatiche. • COMPLICANZE OSTETRICHE • abruptio placentae • feto morto ritenuto • aborto settico • Embolia di liquoido amniotico • tossiemia • INFEZIONI • sepsi da gram-negativi • meningococcemia • febbre maculosa delle Montagne Rocciose • istoplasmosi • aspergillosi • malaria • NEOPLASIE • Carcinoma del pancreas, della prostata, del polmonee dello stomaco • leucemmia acuta promielocitica

  43. COAUGULAZIONE INTRAVASCOLARE DISSEMINATA STIMOLO SCATENANTE COAUGULAZIONE INTRAVASCOLARE DISSEMINATA CONSUMO DI FATTORI COAUGULATIVI E DI PIASTRINE DEPOSIZIONE DI FIBRINA NELLA MICROCIRCOLAZIONE FIBRINOLISI SECONDARIA SANGUINAMENTO DANNO ISCHEMICO AGLI ORGANI ANEMIA EMOLITICA MMICROANGIOPATICA

  44. SEPSI MASSIVA DISTRUZIONE TISSUTALE DANNO ENDOTELIALE RILASCIO DI FATTORE TISSUTALE AGGREGAZIONE PIASTRINICA DIFFUSE TROMBOSI NEL MICROCIRCOLO Attivazione di plasmina Occlusione vascolare CONSUMO DI FATTORI DELLA COAUGULAZIONE E DI PIASTRINE FIBRINOLISI Anemia emolitica Micro-angiopatica DANNO TISSUTALE ISCHEMICO Prodotti di degradazione della fibrina Proteolisi dei fattori della coaugulazione Inibizione di trombina Aggregazione piastrinica e Polimerizzazione della fibrina sanguinamento

  45. EFFETTO DI STIMOLI PERTURBANTI SULLE PROPRIETA’ EMOSTATICHE ENDOTELIALI Stimolo TF TFPI PC Fibrinolysis Citochine IL-1 TNF Stimoli aterogeni Omocisteina LDL ossidate Endotossina Microrganismi Stimoli vari Trombina Complessi imm. Fibrina NO Shear

  46. TROMBOSI Processo patologico che dà luogo alla formazione di una massa semisolida, chiamata TROMBO, formata dai costituenti del sangue, all’interno del sistema vascolare. Tale massa aderisce alla parete del vaso almeno in un punto e si forma quando l’individuo è ancora in vita. Rappresenta l’estensione patologica del normale processo emostatico PATOGENESI DEI TROMBI Triade di Virchow (1856) 1- Fattori meccanici legati ad alterazioni del flusso sanguigno 2- Alterazioni dell’endotelio della parete vascolare 3- Alterazioni dei componenti ematici dell’emostasi

  47. LA TROMBOGENESI a b 4 3 1 2 Le cellule endoteliali (1) vengono danneggiate, con esposizione delle fibre collagene sottoendoteliali (2), cui aderiscono le piastrine (3). Le piastrine aderiscono l’una con l’altra sul punto di lesione formando un aggregato (4). d c 5 9 9 7 6 10 8 Il coagulo (7) , ormai retratto e in parte digerito dal sistema fibrinolitico, va incontro a un processo di organizzazione per proliferazione dei fibroblasti (8), infiltrazione di granulociti neutrofili e di macrofagi (9), con possibile ricanalizzazione parziale da parte dei capillari neoformati (10). La contemporanea attivazione del sistema emocoaugulativo porta alla formazione del reticolo di fibrina (5). Le cellule endoteliali vengono così stimolate a liberare l’attivatore tissutale del plasminogeno (6).

  48. Trombo piastrinico (tappo emostatico primario) o Trombo bianco Trombo venoso con propagazione del coagulo secondario Trombo variegato con linee di Zahn

  49. Platelets adhere to the endothelium and to each other, forming a Projecting mass The liberation of tromboplastin initiates a “chemical cascade) Leading to coagulation Release of tromboplastin Trombin formation + Fibrinogen Fibrin strands If the rate of flow is slow, as in a vein, red cells are entangled so that the lumen is occludel Platelet mass In front and behind the platelet mass,the blood stagnates. Futher formation of fibrin takes place, resulting in a large solid coagulum. The trombus extends in either With a slow flow in the joinig vessel More fibrin is formed by the platelets at the tip of the thrombus, thus occluding the joinig vessel direction to th enearest junction. At this point more platelets are deposited on the end of the mass This gives the head of the thrombus a pale tip Blood stagnates in the joining vessel and thrombosis extends forward to the next joining vessel. There may be a succesionof thrombotic episodes - a propagating thrombus

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