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Personalizzazione delle cure come strumento di sostenibilità del Sistema Sanitario: l'Unità Valutativa Multidimensionale e i Piani Assistenziali Individuali Viterbo 3 dicembre 2013 Antonella Proietti. Valutazione e sostenibilità del SSN La complessità del sistema territorio
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Personalizzazione delle cure come strumento di sostenibilità del Sistema Sanitario: l'Unità Valutativa Multidimensionale e i Piani Assistenziali Individuali Viterbo 3 dicembre 2013 Antonella Proietti
Valutazione e sostenibilità del SSN • La complessità del sistema territorio • Evoluzione dei modelli assistenziali basati su continuità delle cure e integrazione professionale
Valutazione e sostenibilità del SSN 1 Rapporto tra bisogni, domanda esplicita e risorse da allocare: • non tutti i bisogni rilevanti si trasformano in domanda esplicita, mentre quote di domanda esplicita non dovrebbero rientrare tra le priorità del sistema
Valutazione e sostenibilità del SSN 2 • Problema della limitatezza delle risorse dei servizi territoriali che dispongono di fattori produttivi largamente inferiori al quadro epidemiologico che si trovano a fronteggiare
Valutazione e sostenibilità del SSN 3 • Nei percorsi territoriali esiste una componente socio-sanitaria integrata in cui non sempre è possibile enucleare la prestazione sanitaria da quella sociale
Valutazione e sostenibilità del SSN 4 • Le prestazioni socio-sanitarie territoriali sono molto più limitrofe alla spesa “out of pocket “ dei pz e dei loro familiari • Vanno governate in modo integrato risorse pubbliche e private per evitare ridondanze e iniquità nel sistema delle cure
Valutazione e sostenibilità 5 • Necessità di adottare logiche più esplicite e razionali di selezione dei pz per la scelta delle più idonee soluzioni assistenziali • necessità di un rigoroso sistema di valutazione per l’elegibilità
La complessità del sistema territorio 1 • Integrazione tra tante categorie di professionisti • Linguaggi e mappe cognitive non sempre condivisi in un contesto ad alta frammentazione professionale
La complessità del sistema territorio 2 • Non completo superamento della logica prestazionale con il rischio di valutare solo ciò che è misurabile e non necessariamente ciò che è rilevante • Scarsa congruenza tra i tradizionali indicatori di performance e le peculiarità del territorio
La complessità del sistema territorio 3 • Pazienti che richiedono risposte multispecialistiche e multiprofessionali • Necessità di coordinamento tra : - diversi ambiti assistenziali( Assistenza ospedaliera, Cure primarie, Cure intermedie, Assistenza sociale ) - diversi soggetti erogatori ( Distretto, Ospedale, Privato accreditato, Ente Locale, Volontariato, Rete assistenziale informale)
La complessità del sistema territorio 4 • Approccio ancora troppo semplicistico alla complessità del percorso assistenziale • Scarsa attenzione agli outcome del pz • Incompleto governo dei percorsi assistenziali del pz • Integrazione socio-sanitaria –rapporto con gli EE.LL
Evoluzione dei modelli assistenziali basati su continuità delle cure e integrazione professionale
Da una cultura di “servizi territoriali” alla “presa in carico” del paziente al “governo dell’intero percorso assistenziale”
Gli ostacoli all’implementazione del modello 1 • L’ “identità territoriale” in antitesi con l’ “identità ospedaliera” genera autoreferenzialità all’interno dei servizi e ostacola l’integrazione professionale • Alcuni servizi sono ancora “trincerati “e difficilmente coinvolgibili in un contesto di integrazione professionale, presupposto per la continuità assistenziale
Gli ostacoli all’implementazione del modello 2 • L’ Integrazione professionale tra medici , psicologi, infermieri , terapisti, assistenti sociali ……. è uno degli l’elementi di maggiore criticità riscontrato all’interno dei team multiprofessionali • L’integrazione riguarda la valutazione, la condivisione di un intervento terapeutico-assistenziale o lo scambio di informazioni sul singolo caso
Strumenti strategici per la promozione della continuità delle cure e dell’integrazione professionale • Unità Valutativa Multidimensionale • Piano Assistenziale Individualizzato
Unità Valutativa Multidimensionale Distrettuale UVMD • L’UVMD è rappresentata da un equipe multiprofessionale e multidisciplinare di tipo funzionale la cui responsabilità è in capo al Direttore del Distretto (DCA 431/2012). • Ciascun Distretto della ASL di Viterbo si avvale di una propria UVMD costituita da personale sanitario afferente al Distretto ed operante presso le UU.OO. territoriali. • La UVMD si articola in : “UVMD core” composta da : medico di Distretto/geriatra ADI , infermiere professionale, fisioterapista , assistente sociale “UVMD Integrata” in cui la componente “core” viene integrata da altre figure professionali ritenute utili alla valutazione e alla definizione del PAI (MMG/PLS, medici specialisti, psicologi, fisioterapisti, terapisti occupazionali, assistenti sociali del comune di residenza dell’assistito ), provenienti dai vari servizi territoriali ed ospedalieri , anche accreditati.
alcune riflessioni…. • La UVMD è solo uno strumento o anche una strategia ? • L’approccio è concettuale o meramente procedurale?
se la UVM è solo uno strumento…. • viene posta maggiore attenzione agli aspetti formali rispetto a quelli sostanziali • può essere interpretato come strumento di potere • la UVM rischia di trasformarsi in “commissione” secondo una mera logica procedurale che accerta i requisiti ma che non si fa carico del percorso assistenziale
La UVM distrettuale come strategia per… … superare alcune criticità della rete territoriale • molteplicità della presa in carico / duplicazione degli interventi • difficoltà nell’effettuare un effettivo collegamento tra i diversi soggetti erogatori dell’assistenza • disequità nell’accedere e nel fruire dei servizi socio-sanitari da parte dei soggetti fragili
La UVMD come strumento di governance territoriale • appropriatezza erogativa • PAI integrati socio-sanitari • bilanciamento nell’utilizzo delle diverse tipologie di risorse (residenziale /domiciliare, pubblico/privato accreditato) • prevenzione degli accessi inappropriati di istituzionalizzazione • supporto alla funzione di committenza
I Piani Assistenziali Individualizzati (PAI) 1 Contenuti • Dati anagrafici • Diagnosi codificata • Definizione dei problemi della persona • Definizione degli obiettivi da raggiungere • Definizione degli indicatori per verificare il raggiungimento degli obiettivi • Pianificazione di attività di tipo sanitario e socio-assistenziale • Revisione e verifica • Firma dell’UVM • Firma dell’utente/familiare
I Piani Assistenziali Individualizzati 2 • I PAI sono strumenti per il governo dell’intero percorso assistenziale • Devono consentire di integrare tipologie di attività e servizi erogati in contesti fisici diversi (ospedale, domicilio, strutture residenziali) in momenti differenti, lungo un arco longitudinale di tempo, e con finalità differenti ( servizi sanitari e servizi di carattere socio-assistenziale)
I Piani Assistenziali Individualizzati 3 • Il PAI come strumento che orienta i vari operatori, anche provenienti da diverse UUOO, alla condivisione degli obiettivi sul pz e al coordinamento delle attività • governa la frammentazione delle attività inserendole all’interno di un unico progetto personalizzato a favore del pz
I Piani Assistenziali Individualizzati 4 • Si devono caratterizzare per la ricerca di un crescente livello di empowerment dell’individuo/famiglia e di coinvolgimento della comunità (modello del Chronic Care Model )
Punti di forza delle attuali esperienze • Punto di forza è il collegamento tra il PUA e la Unità Valutativa Multidimensionale Distrettuale • Positiva esperienza dell’UVMD integrata interservizi modulata sul bisogno del paziente • Flessibilità organizzativa • Maggiore attenzione agli aspetti sostanziali relativi alla presa in carico e alla definizione dei PAI piuttosto che agli aspetti formali
Alcune riflessioni per concludere… • L’integrazione tra professionisti, peraltro spesso provenienti da servizi diversi, non può essere lasciata ad attitudini spontanee o comportamenti informali , ma deve essere gestita, progettata e valutata • E’ necessario porre particolare attenzione alle competenze relazionali ed organizzative degli operatori, le più critiche e decisive per l’introduzione di nuovi modelli organizzativi e assistenziali
Alcune riflessioni per concludere… • Necessità di presidiare con autorevolezza le Unità Valutative • Necessità di monitorare e valutare il funzionamento e le attività dell’UVM attraverso indicatori di out- come, utilizzando anche strumenti partecipativi dei cittadini