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Organizzazione e miglioramento delle prestazioni del magazzino

Organizzazione e miglioramento delle prestazioni del magazzino. Dott. Marco Tregua 04/11/2012. Agenda. La funzione del magazzino Il magazzino oggi La gestione delle scorte Il ruolo del magazzino in azienda Il layout Le infrastrutture Le attrezzature Le performance

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Organizzazione e miglioramento delle prestazioni del magazzino

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Presentation Transcript


  1. Organizzazione e miglioramento delle prestazioni del magazzino Dott. Marco Tregua 04/11/2012

  2. Agenda • La funzione del magazzino • Il magazzino oggi • La gestione delle scorte • Il ruolo del magazzino in azienda • Il layout • Le infrastrutture • Le attrezzature • Le performance • La sostenibilità • La terziarizzazione 1

  3. La funzione del magazzino • L’attività di organizzazione e gestione del magazzino è stata storicamente orientata alle seguenti finalità: • supporto alla produzione (a garanzia di continuità) • realizzazione di economie di scala (riduzione costi unitari) • tutela contro oscillazioni dei prezzi (in mercati fortemente altalenanti) • garanzia standard di servizio elevati ai clienti (evitare la rottura di stock, migliorare i tempi di risposta agli ordini) 2

  4. La funzionalità del magazzino si scontra con la scelta della quantità e della tempistica degli acquisti. Obiettivo di una corretta gestione è garantire il giusto equilibrio tra funzionamento del magazzino a supporto dell’impresa e impatti economico-funzionali del magazzino stesso. 3

  5. Due ulteriori limiti si pongono alla gestione del magazzino: • senescenza: invecchiamento fisico del prodotto, che, per talune categorie, raggiunge l’estremo nella deperibilità; • obsolescenza: invecchiamento tecnologico del prodotto, dovuto ai progressi intervenuti successivamente. 4

  6. In passato la gestione del magazzino non era considerata centrale, tant’è che nei modelli di management più diffusi era “nascosta” nelle attività di logistica. 5

  7. Il magazzino oggi Con il passare del tempo l’attività di gestione del magazzino ha assunto maggior centralità, essendone stata riconosciuta l’importanza strategica. Inoltre per effetto della focalizzazione sulle misurazioni di performance aziendali, si è spostata l’attenzione sull’impatto economico del magazzino. Infine le nuove tecnologie hanno spinto verso una rivisitazione del ruolo del magazzino, visti i miglioramenti realizzabili. 6

  8. In conseguenza di quanto detto: la gestione del magazzino è diventata un’attività dotata di piena autonomia, connotandosi come una vera e propria occasione di business. Il magazzino diventa, così, il centro di governo dei flussi fisici (e, in taluni casi, anche immateriali) interni all’azienda, in un quadro in cui la logistica integrata assume sempre più peso. 7

  9. Il caso “Valvorobica industriale S.p.A.” L’impresa ha fatto della gestione del magazzino il proprio business. La Valvorobica nasce negli anni ‘80 per la fornitura di componenti idraulici per impiantistica. La rete di partner ha consentito di portare avanti l’attività aziendale e, parimenti, di sviluppare un’ampia conoscenza delle esigenze dei propri clienti. Grazie alle informazioni acquisite l’impresa ha modificato la propria offerta alla clientela, impostando una partnership con la “InforobicaConsulting”. 8

  10. Per effetto di quest’accordo l’attività si è trasformata, ed è stata impostata nel modo che segue: • - garantire ai propri clienti vantaggi, con: • magazzino collocato vicino alla linea di produzione • materiale sempre disponibile a consegna immediata • abbattimento dei costi di gestione • miglioramento dei flussi finanziari • - migliorare il margine di contribuzione tramite: • la riduzione dei costi di magazzinaggio • la riduzione dei costi di spedizione • la riduzione dei costi logistici • la riduzione dei costi di gestione ordini • - fidelizzare il cliente offrendo un servizio completo 9

  11. Ulteriori fattori di sviluppo dell’attività della Valvorobica sono esemplificati in due estratti della presentazione aziendale: 10

  12. Alla modifica delle funzioni svolte ha fatto seguito la modifica delle strutture fisiche. • In dettaglio, si può parlare di un magazzino ad elevato contenuto tecnologico, gestito ed organizzato mediante: • piattaforme e applicativi di Information technology • piattaforme e applicativi di Information & Communication 11

  13. Le finalità raggiungibili mediante le nuove strumentazioni tecnologiche disponibili si riferiscono a: • pianificazione e controllo del magazzino e delle scorte • sincronizzazione con le aree di gestione correlate • localizzazione dei prodotti (tracciabilità interna) • supporto al commercio elettronico • miglioramento della sicurezza • disponibilità di feedback utili ad altre aree aziendali (tra cui budgeting, contabilità, area acquisti, area vendite) • analisi dei dati (queryinge reporting) 12

  14. Emblemi di questa svolta tecnologica sono i software di Enterpriseresource planning. Essi consentono di pianificare e controllare la gestione e di garantire interazioni interne all’azienda funzionali alla logica del Total Quality Management. L’ottica di monitoraggio si estende anche all’esterno, comprendendo i rapporti con fornitori e clienti. Relativamente a questi ultimi facilitano, infine, lo sviluppo di servizi di CustomerRelationship Management. 13

  15. In particolare, per i clienti, si riesce a garantire un’offerta basata sul concetto della quickresponse. La velocità di risposta è un fattore decisivo, in linea con l’orientamento al timeto market ed al timetocustomer. Nell’operatività aziendale, si riflette sulla realizzazione di attività con una logica detta “assembletoorder”, che velocizza il completamento degli ordini. 14

  16. Per effetto di quanto detto cambiano ruolo e attività del responsabile di magazzino. Non si tratta più di un’unità operativa a supporto delle altre aree ma di un soggetto a diretto contatto con gli altri responsabili delle aree aziendali e con il management. Inoltre, le competenze richieste al responsabile di magazzino sono maggiori che in passato, per favorire l’implementazione e l’utilizzo delle nuove strumentazioni. 15

  17. Vista la centralità assunta dal magazzino, il responsabile sarà il soggetto a capo di un centro di costi e ricavi e, pertanto, verrà richiesto un suo intervento anche in termini propositivi (finanche proattivi) per favorire interventi correttivi e migliorativi alla funzionalità del magazzino. 16

  18. La gestione delle scorte • La gestione delle scorte può riguardare materie prime, materiali di consumo, semilavorati, merci e prodotti finiti, facendo sì che il magazzino entri in diretto contatto con diverse aree aziendali e nei diversi momenti in cui si articolano le attività aziendali. • Storicamente la gestione delle scorte è stata incentrata sulla seguente classificazione: • fattore “quanto” • fattore “quando” 17

  19. La programmazione delle scorte avviene, di conseguenza, sulla base dell’andamento della domanda (flow control) oppure secondo le quantità presenti in magazzino (stock control). • Guardando all’andamento della domanda, l’impresa può utilizzare le seguenti tecniche di gestione: • Just in time • Material requirement planning (pianificazione dei fabbisogni, valida soprattutto per contesti altamente variabili nel periodo considerato) 18

  20. Guardando alle quantità presenti in magazzino, invece, l’impresa può utilizzare le seguenti tecniche di gestione: • Scorte separate (Two-binsystem): a tempo variabile, ma a quantità fissa, il riordino parte al di sotto di una soglia minima di disponibilità; • Ciclo di ordinazione (Orderingcycle system): a quantità variabile, ma a tempo fisso, il riordino parte in determinati momenti del periodo considerato. 19

  21. Fondamentale nella determinazione del livello di riordino è il leadtime, un indicatore temporale, composto da: • tempo per la realizzazione dell’ordine • tempo per la ricezione dell’ordine • tempo per la messa a disposizione dei beni ordinati 20

  22. Il ruolo del magazzino in azienda ACQUISTI PRODUZIONE Materie prime, merci Semilavorati, prodotti finiti FINANZA CRM MAGAZZINO Dati Risorse Documenti Prodotti finiti CONTABILITÀ DISTRIBUZIONE 21

  23. Il layout Il layout è la disposizione fisica delle strutture tecnico-produttive che compongono lo stabilimento. Tale disposizione deve essere strumentale all’ottimizzazione delle attività aziendali, soprattutto per quelle connesse alle movimentazioni fisiche e, nel contempo, puntare alla minimizzazione dei costi. Le scelte di layout incidono sulla collocazione del personale, delle attrezzature e sull’organizzazione degli spazi per la movimentazione dall’esterno, all’interno e verso l’esterno. 22

  24. Le infrastrutture Le infrastrutture rappresentano l’insieme di piattaforme e strutture esterne che favoriscono la movimentazione di flussi fisici dall’impresa verso l’esterno e viceversa. Le infrastrutture hanno subito evoluzioni nel tempo e, negli ultimi anni, c’è sempre un maggior orientamento alla definizione delle attività logistiche. L’infrastruttura è, in sintesi, la rete che consente di rispondere ai bisogni di trasporto di merci (e persone). 23

  25. Le reti vengono solitamente rappresentate da grafi (composti da archi) e l’orientamento delle istituzioni pubbliche e dei privati tende a favorire l’eliminazione degli ostacoli che si frappongono all’utilizzazione di una rete. Tra gli indici di maggior importanza per la misurazione della funzionalità di una rete c’è il “livello di connessione”, dato da: numero di archi necessari ad uno spostamento numero di archi totali 24

  26. Tra le infrastrutture che favoriscono la connettività e di più recente introduzione è possibile trovare: • interporti • autoporti • cargo city • transitpoint • city logisticareas • distripark 25

  27. Gli interporti sono definiti dalla legge 240/1990 che li ha istituiti come “un complesso organico di strutture e servizi integrati e finalizzati allo scambio di merci tra le diverse modalità di trasporto, comunque comprendente uno scalo ferroviario idoneo a formare o ricevere treni completi e in collegamento con porti, aeroporti e viabilità di grande comunicazione”. Concetto centrale in questa definizione è sicuramente la multimodalità. 26

  28. GLI INTERPORTI IN ITALIA Novara, Orbassano, Trento, Mortara, Verona, Padova, Parma, Rivalta, Vado, Bologna, Rovigo, Venezia, Cervignano, Jesi, Portogruaro, Livorno, Prato, Pescara, Orte, Frosinone, Marcianise, Nola, Bari, Catania 27

  29. Gli autoporti sono centri di servizio alle imprese, per favorire il deposito delle merci, la preparazione dei carichi con un centro di raccolta e lo smistamento su diversi vettori. • Sempre più imprese decidono di insediarsi all’interno degli autoporti, soprattutto in presenza di obiettivi di conquista di mercati esteri. • Tra gli autoporti più sviluppati in Italia ci sono: • Val d’Aosta • Gorizia • Brennero • Voghera • Ventimiglia • Siracusa 28

  30. Le cargo city sono infrastrutture complesse, impostate sul criterio della multimodalità e solitamente connessi al binomio trasporto ferroviario – trasporto aereo. • Alle modalità di trasporto si affiancano le attività di spedizionieri • In Italia le cargo city sono: • - Malpensa (in fase di ampliamento nel 2011-2014) • Fiumicino • Nel panorama europeo un modello di successo è rappresentato dalla piattaforma Swedavia, presso l’aeroporto Arlanda di Stoccolma. 29

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