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Il catetere peritoneale

Il catetere peritoneale. IP Carla Bordone e Dssa Antonella Vallero Dialisi Peritoneale - G Bosco -. Definizione . E’ il tramite, la chiave d’accesso tra la cavità peritoneale e l’esterno, indispensabile per l’attuazione della metodica dialitica. Il catetere peritoneale.

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Il catetere peritoneale

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Presentation Transcript


  1. Il catetere peritoneale IP Carla Bordone e Dssa Antonella Vallero Dialisi Peritoneale - G Bosco -

  2. Definizione • E’ il tramite, la chiave d’accesso tra la cavità peritoneale e l’esterno, indispensabile per l’attuazione della metodica dialitica

  3. Il catetere peritoneale Il catere peritoneale è il dispositivo meccanico permanente per mezzo del quale è possibile accedere alla cavità peritoneale ed eseguire gli scambi dialitici peritoneali.

  4. Si distinguono 4 porzioni: • Segmento intraperitoneale: all’interno dell’addome • Segmento transparietale: attraversa la parete muscolare e perfora il peritoneo. Cuffia di dacron: fissaggio + barriera. • Segmento sottocutaneo: porzione compresa tra cute e fascia muscolare. Cuffia di dacron: a 2 cm dall’ostio cutaneo: fissaggio + barriera. • Segmento extraaddominale: fuoriesce dalla cute, collegato al set di connessione della sacca (8-12 cm).

  5. Il catetere peritoneale . • Se ne possono distinguere 4 segmenti: • Segmento intraperitoneale: all'interno della cavità peritoneale. • Segmento transparietale: attraversa la parete muscolare e perfora il peritoneo. Qui una cuffia in dacron, che resta nel tessuto fibroso, ha funzioni di fissaggio e di barriera • Segmento sottocutaneo: compreso tra la cute e la linea alba o la fascia muscolare. Un secondo anello di dacron a circa due centimetri dall'ostio cutaneo fissa saldamente il catetere al tessuto sottocutaneo e "chiude" il tunnel a circa 0.5-1 cm dall'ostio cutaneo. • Segmento extraaddominale: porzione di catetere che fuoriesce dalla cute ed è collegata al set di connessione della sacca (8-12 cm).

  6. Cenni storici 1923, Ganter: Primi tentativi nell'uomo (tubo metallico) Rosenak, Engel: cannule di vetro Reid: catetere di foley 1948, Fine e Frank: tubo di gomma inserito su un tubo di acciaio per l'ingresso ed un drenaggio d'acciaio per l'uscita del liquido 1948, Rosenak: spirale di metallo collegata a tubi di gomma 1962, Weston e Roberts: cateteri a stiletto di nylon 1964, Palmer e Quinton: primo catetere a permanenza in silicone a spirale 1966, Gutch e Stevens: impianto di forellini laterali di 1 mm di diametro 1968, Tenckhoff: aggiunta delle cuffie in dacron

  7. Tipi dicatetere peritoneale

  8. Tenckhoff diritto • Silicone • 1 o 2 cuffie • segmento intraperitoneale: 6.5-19.5 cm • segmento sottocutaneo: 10 cm • segmento extraaddominale: 10 cm

  9. Tenckhoff curvo • Porzione intraperitoneale: più lunga a spirale • Riduzione dislocazioni e dolore con riempimento addominale

  10. Toronto Western Hospital • Due dischi piani al termine della porzione intraddominale • Disco dacron + palloncino silastic sotto cuffia preperitoneale

  11. Swan Neck • Due cuffie • Curvatura del tratto fra le 2 cuffie

  12. Cruz • Poliuretano • Due cuffie • Diametro interno più largo • Piegatura fissa tra segmento transparietale e sottocutaneo • angolo retto del segmento transparietale con intraperitoneale

  13. Vicenza - Cath • Variante del catetere di Tenckhoff • tratto intraperitoneale corto (8 cm) • posizionato in sede sovrapubica (5 cm) • Esente da dislocazione nei quadranti superiori dell'addome.

  14. Il posizionamento delcatetere peritoneale

  15. Preparazione all'intervento • Valutazione generale del paziente • pregressi interventi chirurgici sull'addome • obesità • ernie ombelicali ed inguinali • condizioni psichiche • Informazione del paziente • tipo di intervento scelto • eventuali rischi connessi • necessità di collaborazione attiva • Uso di locali idonei • per sterilità, fonti luminose e attrezzatura chirurgica • Disponibilità di un chirurgo in caso di eventuali complicanze

  16. Nelle procedure di gestione si distinguono quattro fasi: • Preoperatoria • Postoperatoria precoce • Break-in • Fase di gestione a lungo termine

  17. Fase preoperatoria in anestesia locale • Compiti infermieristici

  18. Il giorno precedente • Controllare la presenza degli esami ematochimici e strumentali (visita anestesiologica se in narcosi) • Consenso informato • Clistere di pulizia solo se nelle ultime 24 ore il pz non ha evacuato

  19. Il giorno precedente II • Tricotomia xilo-pubica • Impacco disinfettante con betadine in soluzione acquosa nella zona ombelico-pubica • Cena leggera

  20. Il giorno stesso • Pz a digiuno • Copertura antibiotica con Cefazolina 1 gr IM ed eventuale blanda sedazione • Svuotamento della vescica • Eliminare eventuali protesi, monili

  21. Posizionamento del catetere • Tecnica chirurgica • dissezione di tutti gli strati della parte addominale fino a raggiungere la cavità peritoneo • Tecnica semichirurgica • Dissezione degli strati della parete addominale fino alla fascia anteriore del muscolo retto dell’addome • Perforazione della parete addominale residua tramite trocar

  22. Punti di inserimento catetere peritoneale

  23. Punti di inserimento catetere peritoneale

  24. Parete addominale

  25. Parete addominale

  26. Posizionamento catetere peritoneale

  27. Fase postoperatoria precoce • Controllo segni vitali e stato della medicazione • Controllo emocromo pomeridiano • Cena leggera • Mobilizzazione cauta dal giorno dopo • Lavaggio del catetere peritoneale

  28. Fase postoperatoria Break-in STOP

  29. Definizione • Arco di tempo che va dall’inserzione del catetere all’inizio del trattamento dialitico • Dura 2 settimane circa • Periodo di sosta importante perché permette alla breccia peritoneale di cicatrizzarsi evitando il passaggio di liquido peritoneale verso l’esterno (leakage)

  30. Compiti infermieristici • Controllo della medicazione compressiva addominale • Assistenza durante rimozione dopo 7 giorni • Esecuzione di medicazione a piatto con controllo dell’emergenza cutanea • Informazioni generali, conoscenza attraverso primo approccio con il pz • Esecuzione dei lavaggi del catetere

  31. I lavaggi del catetere • Frequenza: quotidiani finchè il liquido non compare limpido, dopodichè a giorni alterni; • Esecuzione:avvengono attraverso un cambio manuale, con introduzione di 500-1000 cc di liquido dialitico ed immediato svuotamento dalla cavità peritoneale; • Finalità: • Controllo del funzionamento del catetere (tempi di carico e scarico; quantità drenata)

  32. I lavaggi del catetere II • Finalità • Controllo delle caratteristiche del dialisato (colore, limpidezza, comparsa di fibrina o coaguli..) • Controllo di eventuali disturbi quali dolore, o problematiche legate all’emergenza cutanea • Introduzione intraperitoneale di eventuali medicamenti (es. Eparina)

  33. Fasi del lavaggio CARICO SCARICO

  34. Caratteristiche dell’exit-site • In 7° giornata, con la rimozione dei punti della ferita chirurgica, si controlla l’ostio che si presenta: • Rosa chiaro, non dolente , con eventuale lieve secrezione sieroematica • Tessuto di granulazione chiaro

  35. Fase di gestione a lungo termine

  36. Norme comportamentaliPrevenzioni usura e traumi • Proteggere il catetere peritoneale all’interno di sacchettini di stoffa evitando trazioni eccessive • Evitare l’uso di abiti stretti e/o cinture • Pulire il catetere solo con acqua durante la doccia ed asciugare l’ostio con il phon • Usare solo i disinfettanti indicati • Fissare la linea paziente al letto durante l’APD notturna

  37. Norme comportamentali:Prevenzione infezioni • Curare l’igiene personale in particolare mani ed unghie • Indossare la mascherina • Evitare il bagno nella vasca ma utilizzare la doccia • Per i bagni in mare o piscina utilizzare sacchetti da colonstomia • Medicare e controllare giornalmente l’ostio

  38. Medicazione dell’exit site • Materiale occorrente: • Mascherina • Telino • Garze • Betadine in soluzione acquosa al 7.5% • Cerotto (generalmente tipo Fixomull)

  39. Medicazione dell’exit site

  40. Medicazione dell’exit site • Procedura: • Lavaggio mani (acqua e sapone liquido) • Mascherina • Preparazione del materiale • Rimozione della medicazione precedente • Disinfezione dell’emergenza cutanea con betadine in soluzione acquosa • Asciugatura del disinfettante con garza sterile • Posizionamento di garzina antidecubito sotto il primo tratto del catetere • Coprire con garzina e cerotto per fissare medicazione e catetere

  41. Conclusioni • La gestione del catetere peritoneale ha inizio dal posizionamento dello stesso • E’ a cura del personale sanitario e proseguirà a carico del pz dopo il periodo di addestramento.

  42. Conclusioni Sia nella fase ospedaliera che in quella domiciliare gli obiettivi fondamentali saranno: • Prevenire le infezioni da contaminazione esterna • Valutare il buon funzionamento del catetere • Valutare lo stato dell’exit-site • Intervenire tempestivamente in caso di usura, malfunzionamento o problematiche legate all’emergenza cutanea.

  43. ……grazie a tutti per l’attenzione!

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