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LA RIFORMA DELLA SCUOLA SECONDO LA MINISTRA MORATTI

LA RIFORMA DELLA SCUOLA SECONDO LA MINISTRA MORATTI. A CURA DEL CESP Centro studi per la scuola pubblica info@cesp-pd.it www.cesp-pd.it. dicembre 2004. INDICE. 3 - Le bugie della ministra 4 - Le origini della manovra 5 - Le modalità di attuazione 6 - I riferimenti normativi

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LA RIFORMA DELLA SCUOLA SECONDO LA MINISTRA MORATTI

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Presentation Transcript


  1. LA RIFORMA DELLA SCUOLA SECONDO LA MINISTRA MORATTI A CURA DEL CESP Centro studi per la scuola pubblica info@cesp-pd.it www.cesp-pd.it dicembre 2004

  2. INDICE 3 - Le bugie della ministra 4 - Le origini della manovra 5 - Le modalità di attuazione 6 - I riferimenti normativi 7 - I riferimenti ideologici 11 - I contenuti principali 12 - Schema deI nuovo sistema 13 - Aspetti comuni a tutti gli ordini e gradi 16 - La scuola materna 18 - La scuola elementare 27 - La scuola media 38 - Il secondo ciclo dell’istruzione 59 - La formazione iniziale 64 - Il reclutamento 67 - Il servizio nazionale di valutazione 71 - Il senso della riforma

  3. le bugie della ministra per sostenere la sua riforma • La scuola italiana è in posizioni arretrate rispetto alle altre. • È la prima riforma da quella di Gentile degli anni Venti. • Sono stati consultati famiglie, insegnanti ed esperti. • La riforma è stata sperimentata positivamente. • Sono aumentati i finanziamenti per le scuole pubbliche. • Non si tagliano gli organici. • Non si finanziano le scuole private.

  4. le ORIGINI DELLA RIFORMA DUE PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO DI CENTRO-SINISTRA Privatizza le scuole statali trasformandole in imprese con cui le famiglie e gli studenti stipulano un contratto sulla base del POF. Una privatizzazione che si realizza nell’imporre alle scuole il modello privato del "mercato", in cui ognuno produce una specifica merce (la formazione) per rispondere ad una domanda che proviene da un settore di potenziali clienti (studenti e famiglie), adeguandosi contestualmente alla dimensione imprenditoriale: il manager dirige insegnanti e ATA divisi nelle nuove figure e gerarchie contrattuali, flessibilizzati, controllati e valutati, mentre gli organi collegiali sono ridotti a pura decorazione. L. 59/97 - LA “BASSANINI”, CHE INTRODUCE L’AUTONOMIA SCOLASTICA - Attribuisce alle scuole private (scuole di parte) lo stesso ruolo, funzione e portata della scuola pubblica che dovrebbe essere scuola di tutti. - attribuisce lo stesso punteggio sia agli insegnanti della scuola pubblica che di quella privata; - permette alle scuole private di assumere docenti non abilitati; - prevede commissioni di esami composte solo da membri interni; - istituisce la Commissione per la elaborazione del Codice Deontologico dei docenti e la Commissione "Per il riconoscimento della funzione pubblica della scuola non statale"; - incrementa i finanziamenti alle scuole private. L. 62/2000 - LA LEGGE DI PARITÀ SCOLASTICA

  5. LE MODALITÀ DI ATTUAZIONE La L. 53/03 è una legge delega che consente al governo di decidere senza discussione e votazione in parlamento (il parere delle Commissioni di Camera e Senato è consultivo) e di inserire nei decreti attuativi elementi non previsti nella delega, come è successo con orario scolastico, docente tutor, portfolio, ecc.) in spregio della costituzione. L’applicazione a tappe forzate, a colpi di sperimentazioni fasulle, corsi di aggiornamento obbligatori, iscrizioni di alunni a scuole non ancora riformate, l’incertezza sul futuro di molti insegnanti “segati” dalla riforma. L’istituzione del tutor concerne l’organizzazione didattica, materia che la legge sull’autonomia scolastica riserva al singolo istituto. Le disposizioni sul profilo professionale dell’insegnante, l’orario di servizio, la mobilità, sono di pertinenza del CCNL. Secondo la ministra la riforma è stata sperimentata con eccellenti risultati. Nonostante inviti e minacce, pochissime scuole statali hanno sperimentato il nuovo ordinamento. Non si ha notizia delle modalità e dei risultati di tali sperimentazioni.

  6. I RIFERIMENTI NORMATIVI 18.3.03 – APPROVAZIONE DEFINITIVA DELLA LEGGE DELEGA N. 53 DI RIFORMA DELLA SCUOLA 21.5.04– IL CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA LO SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO CONCERNENTE LA DEFINIZIONE DELLE NORME GENERALI RELATIVE ALL'ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO, AI SENSI DELL'ART. 4 L. 53/2003. IL PROVVEDIMENTO NON HA COMPLETATO IL SUO ITER 19.2.04 - SI COMPLETA L’ITER DEL PROVVEDIMENTO SULLA DEFINIZIONE DELLE NORME GENERALI RELATIVE ALLA SCUOLA DELL'INFANZIA E AL PRIMO CICLO DELL'ISTRUZIONE, DECRETO LEGISLATIVO N. 59 DEL 19-2-2004. È QUESTO L’UNICO DECRETO ATTUATIVO DELLA RIFORMA IN VIGORE 21.5.04 - IL CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA LO SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO CONCERNENTE IL DIRITTO-DOVERE ALL'ISTRUZIONE E ALLA FORMAZIONE AI SENSI DELL'ART. 2, COMMA 1, LETT. C), DELLA LEGGE 53/2003. IL PROVVEDIMENTO NON HA COMPLETATO IL SUO ITER 25.3.04 - IL CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA LO SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO SULL'ISTITUZIONE DEL SERVIZIO NAZIONALE DI VALUTAZIONE DEL SISTEMA DI ISTRUZIONE E DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE NONCHÉ IL RIORDINO DELL'ISTITUTO NAZIONALE PER LA VALUTAZIONE DEL SERVIZIO DI ISTRUZIONE, AI SENSI DELL'ART. 3 L. 53/2003. IL PROVVE-DIMENTO NON HA COMPLETATO IL SUO ITER 20.7. 2004 – IL MIUR PRESENTA LA BOZZA DI DECRETO LEGISLATIVO CONCERNENTE LA FORMAZIONE ED IL RECLUTAMENTO DEI DOCENTI. IL PROVVEDIMENTO NON HA ANCORA COMINCIATO IL SUO ITER

  7. I RIFERIMENTI IDEOLOGICI

  8. IL FAMILISMO I Decreti Delegati del ’74 assegnano ai docenti la responsabilità del proggeto educativo e prevedono che la componente dei genitori eletta formuli proposte ed esprimano le loro istanze. La riforma stravolge compiti e ruoli, in un gioco pericoloso di intromissioni, che vincola pesantemente la progettazione educativa e didattica al sistema di valori della famiglia. Recita infatti il D. Lgs. n° 59, 19-2-04: “i genitori, e più in generale la famiglia, a cui competono in modo primario e originario le responsabilità, anche per quanto concerne l’educazione all’affettività e alla sessualità (secondo il patrimonio dei propri valori umani e spirituali), devono essere coinvolti nella programmazione e nella verifica dei progetti educativi e didattici posti in essere dalla scuola.” Si prospetta una “scuola d’identità”, vestale di un patrimonio morale-religioso che richiede al ragazzo di conformarsi al modello ideologico dei genitori, di cui la scuola dovrebbe abbracciare e perseguire il “sistema di valori”.

  9. IL CONFESSIONALISMO Dalle "articolazioni del profilo": "Il ragazzo ha consapevolezza delle radici storico-giuridiche, linguistico-letterarie e artistiche che ci legano al mondo classico e giudaico-cristiano, e dell’identità spirituale e materiale dell’Italia e dell’Europa; colloca, in questo contesto, la riflessione sulla dimensione religiosa dell’esperienza umana e l’insegnamento della religione cattolica…“. È la nascita di una nuova scuola, custode e trasmettitrice dei valori cattolici.

  10. L’AZIENDALISMO Si rafforzano le strutture gerarchiche, tipiche delle aziende: - Maggiori poteri ai Dirigenti Scolastici. - Differenziazione di ruolo tra i lavoratori (introduzione del tutor). - Differenziazione delle discipline: obbligatorie e facoltative.

  11. I CONTENUTI PRINCIPALI PROGRAMMI CONFESSIONALIZZATI ASSUNZIONI DIRETTE DEI DOCENTI DAI DS PERSONALIZZAZIONE AL POSTO DELL’INDIVIDUALIZZAZIONE SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE MAESTRO UNICO (TUTOR) ALLE ELEMENTARI E ABOLIZIONE DEI MODULI ABOLIZIONE DEL TEMPO PIENO E PROLUNGATO OBBLIGO FORMATIVO FINO A 18 ANNI MENO ORE DI LEZIONE MATERIE OBBLIGATORIE E FACOLTATIVE ALTERNANZA SCUOLA SUPERIORE-LAVORO

  12. ASPETTI COMUNI A TUTTI GLI ORDINI E GRADI La personalizzazione La “personalizzazione” è uno dei concetti chiave della riforma. Il termine compare come sostituto metodologico della individualizzazione e come cornice all’opzionalità delle attività. “Personalizzare” è il fulcro di numerosi elementi di novità: ruolo della famiglia, portfolio, tutor, anticipo, piani di studio personalizzati. Il riferimento alla “persona” appartiene alla tradizione del pensiero cattolico; nella riforma viene declinata in modi conservatori. Per Bertagna (l’ideologo della riforma) “persona” è il termine scelto per identificare il soggetto completo, irriducibile, unico ed inesauribile; su un gradino più basso l’individuo (per cui era stata costruita la vecchia scuola di massa) si dibatterebbe tra materia e sentimento, privo sia di razionalità che di consapevolezza. A partire da questa rozza dicotomia nella progettazione scolastica emerge l’invito ad abbandonare l’individualizzazione perché “uniforma”, dà “a tutti, sebbene in modo diverso, lo stesso, che è uguale e ripetibile”, mentre la personalizzazione “apre, accresce, libera, moltiplica l’affermazione personale di ciascuno”, dà “a ciascuno il proprio, che è unico e irripetibile”. Nella realtà la nuova impostazione accrescerà differenze sociali e culturali degli alunni.

  13. ASPETTI COMUNI A TUTTI GLI ORDINI E GRADI L’abolizione del tempo pieno e prolungato Il tempo pieno e il tempo prolungato: - Permettono agli alunni una crescita sociale che intreccia momenti di istruzione, di gioco, di cura del corpo, ecc., in controtendenza con la frenesia e la frammentazione dell’oggi. - Poggiano su una didattica distesa rispetta i ritmi di crescita degli allievi. - Soddisfano i bisogni sociali nati dalla diffusione del lavoro femminile e dal restringimento dei nuclei familiari. - Contrastano l'idea che il tempo scolastico debba produrre sempre un risultato misurabile, "spendibile" nel mercato dei saperi.

  14. ASPETTI COMUNI A TUTTI GLI ORDINI E GRADI L’abolizione del tempo pieno e prolungato (II) - Hanno una struttura organizzativa elastica, opposta alla flessibilità esaltata negli ultimi anni da tutti i "riformatori" al solo fine di ridurre spese e organici: la contitolarità e le compresenza permettono percorsi di ricerca, di operatività, di integrazione, di recupero difficili in altri contesti. Iscrizioni e richieste di tempo pieno e prolungato crescono mentre il presente governo e quello precedente hanno limitato l’attivazione di nuove classi. 27 + 3 + 10 = 40 ore del MIUR non è il tempo pieno, perché mantiene le ore ma rompe il progetto unitario. Solo per il prossimo a. s. è garantita l’assistenza dei docenti per il tempo mensa.

  15. LA SCUOLA MATERNA(scuola dell’infanzia) Non viene resa obbligatoria Anticipo dell’età di iscrizione fino a 8 mesi compatibilmente "con la disponibilità dei posti e delle risorse finanziarie dei comuni", che sono state ampiamente tagliate in particolare da varie finanziarie

  16. LA SCUOLA MATERNA Anticipo dell’età di iscrizione fino a 8 mesi Aumentano i “clienti” delle scuole materne private, prevalenti in Italia Formazione di classi numerose: all’asilo nido c’è un rapporto di 8/10 bambini con una educatrice, alla materna ci possono essere classi con 28 bambini Classi con bambini con differenze fino a 18 mesi: bambini di poco più di 2 anni ancora con i pannolini, necessitano diverso intervento rispetto a quelli di 4-5 anni.

  17. LA SCUOLA ELEMENTARE(scuola primaria) Introduzione di informatica e inglese Iscrizioni anticipate fino a 8 mesi Orario: 27 ore obbligatorie + 3 facoltative Abolizione dei moduli Il taglio del personale docente Il tutor Il portfolio

  18. LA SCUOLA ELEMENTARE Introduzione di informatica e inglese Si introducono due “nuove” discipline l’Informatica e l’Inglese. Il MIUR strombazza il fatto come una straordinaria novità. Tante scuole elementari le insegnano da tempo.

  19. LA SCUOLA ELEMENTARE Iscrizioni anticipate fino a 8 mesi Nella stessa classe prima si potranno trovare alunni con differenze d’età fino a 18 mesi: gruppo classe difficile da gestire per le differenze d’età che in questa fase sono rilevanti anche per pochi mesi.

  20. LA SCUOLA ELEMENTARE Orario: 27 ore obbligatorie + 3 facoltative Orario scolastico ridotto di 3 ore: da 30 a 27 ore settimanali obbligatorie. I ritmi di lavoro, già molto serrati, aumenteranno sino a divenire praticamente insostenibili. Su richiesta delle famiglie e se la scuola sarà in grado di fornirle, gli alunni potranno seguire altre tre ore settimanali di lezione suddivisi in gruppi non corrispondenti alle classi. Le conseguenze principali di tutto ciò sono due: 1- Il gruppo classe viene smembrato, perdendo il suo ruolo centrale nell’organizzazione didattica. 2 – Si introduce l’esternalizzazione per l’insegnamento. I dirigenti scolastici potranno far ricorso a contratti con società esterne per fornire le ore di lezione facoltative.

  21. LA SCUOLA ELEMENTARE Abolizione dei moduli L’assegnazione di 18 ore di insegnamento al maestro tutor abolisce l’organizzazione modulare. Si cancella un’esperienza didattica che aveva dato risultati ampiamente positivi.

  22. LA SCUOLA ELEMENTARE Il taglio del personale docente Per il 1° anno della riforma il personale rimane invariato. Dal 2° anno ad ogni scuola dovrebbero spettare solo gli insegnanti necessari allo svolgimento delle 27 ore obbligatorie. Per svolgere le 3 ore di attività facoltative e per qualsiasi altra attività, presumibilmente si dovrà richiedere di anno in anno il necessario personale: con quali risultati e quali ritardi è facile immaginare. Premessa di ciò è il taglio di circa 20 mila collaboratori scolastici, più quello già stabilito per il prossimo anno. Dal primo settembre 2004 si perdono due insegnanti su tre. La riforma porterà al taglio, per le sole scuole elementari, di un numero che varierà dai 40 mila ai 50 mila posti di lavoro. A pagare questo altissimo costo saranno soprattutto i docenti precari.

  23. LA SCUOLA ELEMENTARE Il tutor È l’insegnante “principe” di una classe o di gruppi di alunni di una o più classi. Dovrebbe insegnare, per almeno 18 ore settimanali, le principali discipline: linguistica, logico-matematica e antropologica. Al tutor spetta la compilazione del portfolio di ogni alunno e la decisione, sentite le famiglie, dei percorsi didattici dei singoli alunni, dei “laboratori” da frequentare e dei risultati che potrà raggiungere. Gli altri insegnanti normali dovrebbero concorrere ai piani di studio predisposti dal tutor, divenendo di fatto suoi subordinati, dovrebbero occuparsi delle restanti discipline e lavorare nei cosiddetti “laboratori”, ovvero con i gruppi di bambini scelti dal tutor per “capacità” o “compiti” o “affinità elettive.

  24. LA SCUOLA ELEMENTARE L’illegittimità del tutor • La figura del tutor ha creato polemiche perché: • l’organizzazione interna del personale è per legge stabilita dalle scuole autonome; • ciascun insegnante, anche per contratto, ha pari ruolo giuridico e pari dignità professionale. • Per questi motivi pendono presso il TAR alcuni giustificati ricorsi. Altri ricorsi sono poi facilmente ipotizzabili da parte di insegnanti che non dovessero ottenere il ruolo di tutor e si dovessero trovare in stato di subordinazione rispetto a un collega di pari capacità e pari titoli.

  25. LA SCUOLA ELEMENTARE Il portfolio Il portfolio è una raccolta di documenti significativi prodotti dal bambino, “osservazioni dei docenti e della famiglia sui metodi di apprendimento del fanciullo”, “commenti su lavori personali sia scelti dall’allievo sia indicati da famiglia e scuola ritenuti esemplificativi delle sue capacità e aspirazioni personali”. Queste le definizioni delle Indicazioni Nazionali, in pratica si tratta di una cartella curata dal tutor che accompagna l’alunno dai 2 anni e mezzo fino all’ultimo anno delle superiori. E con i dovuti adeguamenti “servirà per trovare un posto di lavoro”, come dice la ministra nella lettera spedita ai genitori. Sempre secondo la ministra, il portfolio “è una sorta di catalogo dei propri prodotti per dimostrare l’abilità in un determinato settore” (opuscolo propagandistico “Qui Quo Qua viaggio alla scoperta della nuova scuola”)

  26. LA SCUOLA MEDIA(scuola secondaria di primo grado) Biennio + terzo anno Orario: 27 ore obbligatorie + 0/6 facoltative Le modifiche alle discipline I nuovi programmi Il tutor Il portfolio Il taglio del personale docente

  27. LA SCUOLA MEDIA Biennio + terzo anno La scuola media controriformata è articolata “in un periodo didattico biennale e in anno di orientamento e di raccordo con il secondo ciclo“. Per il passaggio all’anno successivo bisogna aver frequentato almeno i 3/4 del monte ore annuo, sia obbligatorio che opzionale. "Si può, in modo motivato, non ammettere alla classe intermedia“. In pratica non è prevista la bocciatura tra il 1° e il 2° anno. Viene reintrodotto il voto di condotta.

  28. LA SCUOLA MEDIA Il terzo anno orientativo Un terzo anno prettamente orientativo toglie spazio all’attività educativo-formativa e canalizza precocemente nel doppio canale delle superiori. Le articolazioni del profilo che accompagnano gli obiettivi specifici di apprendimento recitano: "A conclusione del Primo Ciclo di istruzione, il ragazzo è in grado di pensare al proprio futuro, dal punto di vista umano, sociale e professionale. Per questo, elabora, esprime ed argomenta il proprio progetto di vita … collabora responsabilmente con la scuola e con la famiglia nella preparazione del Portfolio della competenze … interagisce con le organizzazioni sociali e territoriali … dimostra disponibilità a verificare con costanza l’adeguatezza delle decisioni sul proprio futuro scolastico e professionale". La controriforma si inventa alunni inesistenti.

  29. LA SCUOLA MEDIA Orario: 27 ore obbligatorie + 0/6 facoltative • L’attuale scuola media ha un orario settimanale obbligatorio di 30 ore, ma nella gran parte delle scuole si va dalle 33 ore (per il bilinguismo) alle 36 (per il tempo prolungato: in cui le 6 ore sono svolte in compresenza, su un progetto formativo unitario, interdisciplinare e/o di laboratorio sull’intera classe). • La riforma impone in una settimana: • 27 ore obbligatorie • da 0 a 6 ore facoltative di non si sa ancora cosa; • 7 ore di mensa per il tempo prolungato. • In un anno si prevedono: 891 ore obbligatorie + • 198 facoltative + 231 mensa (per il TP).

  30. LA SCUOLA MEDIA Le 27 ore obbligatorie Le 27 ore (comprensive della quota riservata alle regioni, alle istituzioni scolastiche e all’insegnamento della religione cattolica) sono impostate per materia da un minimo a un massimo di ore annue. Si rimette all’autonomia scolastica l’articolazione di tale monte ore: il collegio deve stabilire se dedicare più ore alle scienze o all’italiano, ecc., scatenando scontri tra i docenti.

  31. LA SCUOLA MEDIA Schema annuale dell’orario delle lezioni obbligatorie

  32. LA SCUOLA MEDIA Le ore facoltative L’orario, facoltativo per gli alunni, deve essere fornito dalla singola istituzione scolastica, o in rete con le altre scuole, attivando percorsi richiesti dalle famiglie, utilizzando la dotazione organica corrispondente all’attuale solo per il prossimo anno. Si può far ricorso a prestazione d’opera esterna (esternalizzazione), cioè a società e associazioni. Molte famiglie sceglieranno zero ore, riducendo di fatto l’orario di lezione dei figli.

  33. LA SCUOLA MEDIA Le modifiche alle discipline • Si introducono: • una seconda lingua straniera: 2 lingue in 4 ore contro la media attuale di 2 lingue in 6 ore; • 6 educazioni "alla convivenza civile": ed. alla cittadinanza, stradale, ambientale, alla salute, alimentare, all’affettività; non si tratta di discipline a sé stanti ma da “spalmare” all’interno di tutte le materie. • Diminuiscono le ore di lettere (-1 ora e mezza). • Diminuiscono le ore di inglese (- 1 ora e 22 minuti). • Ed. tecnica è accorpata come Tecnologia nella Scienze per un’ora settimanale (2 ore in meno) in cui si studierà informatica insieme, tra l’altro, • all’economia domestica.

  34. LA SCUOLA MEDIA I nuovi programmi I programmi appaiono calibrati sull’eccesso: condensano una gran quantità di contenuti in un triennio. Si elimina tutta la Storia antecedente al Medio Evo; spariscono la rivoluzione russa, quella cinese e la decolonizzazione; si riprende la tesi storiografica dei "totalitarismi" per equiparare nazismo e comunismo. Sparisce dai programmi "l’evoluzione degli esseri viventi", per sostenere il creazionismo, come insegna la destra statunitense.

  35. LA SCUOLA MEDIA Il tutor Il tutor gestisce i percorsi differenziati "in costante rapporto con le famiglie e con il territorio (a tale proposito si parla anche di "scelte condivise con le comunità religiose"), svolge funzioni di orientamento nella scelta delle attività.., di tutorato degli alunni, di coordinamento delle attività educative e didattiche, di cura delle relazioni con le famiglie e di cura della documentazione del percorso formativo compiuto dall’allievo, con l’apporto degli altri docenti". Il consiglio di classe viene ulteriormente esautorato. Così anche la gerarchia dei docenti è fatta: docente tutor - docenti di materie obbligatorie - docenti di materie opzionali. La figura del tutor ha creato varie polemiche: vedi sezione scuola elementare.

  36. LA SCUOLA MEDIA Il portfolio Il portfolio è il "documento essenziale e significativo dell’esperienza formativa dell’alunno … che offra indicazioni di orientamento e valutazione" che, in quanto strumento valutativo-orientativo schederà non solo le capacità dei ragazzi, fissate una volta per tutte, contro ogni concezione dinamica ed evolutiva della personalità e della preparazione, ma cristallizzerà il suo futuro scolastico: verso l’addestramento o verso il liceo. Nel portfolio saranno conservati anche i crediti erogati dalle “agenzie esterne”, quindi chi avrà le possibilità economica di frequentare corsi esterni acquisirà tanti bollini, controfirmati da insegnanti della scuola diventati ormai burocrati. Se non potrà permetterselo avrà un portfolio vuoto e sarà orientato di conseguenza.

  37. LA SCUOLA MEDIA Il taglio del personale docente La riduzione delle ore di lezione di Educazione Tecnica, di Inglese, Lettere, comporterà una riduzione consistente di personale docente in servizio. Nulla si sa del destino dei lavoratori in “esubero”.

  38. IL SECONDO CICLO DELL’ISTRUZIONE Il sistema duale Integrazione tra Istruzione e Formazione Professionale La scomparsa dell’Istruzione Tecnica La cancellazione del valore legale dei titoli di studio L’obbligo formativo L’alternanza scuola-lavoro I tagli del personale

  39. IL SECONDO CICLO DELL’ISTRUZIONE Schema del sistema d’istruzione e formazione

  40. IL SECONDO CICLO DELL’ISTRUZIONE Il sistema duale • Il secondo ciclo dell’istruzione per la Moratti, è costituito da: • sistema dei Licei • - sistema dell’Istruzione e della Formazione Professionale

  41. SECONDO CICLO DELL’ISTRUZIONE

  42. IL SECONDO CICLO DELL’ISTRUZIONE Scuole di serie A e di serie B Siamo di fronte a due sistemi separati di differente valore: uno è astratto e teorico, pre-universitario, l’altro è rivolto all’avviamento al lavoro; uno è quinquennale, l’altro quadriennale; uno si conclude con un esame di stato, l’altro con una qualifica lavorativa; uno sarà statale, l’altro regionale. In una parola uno sarà di serie A e l’altro di serie B.

  43. IL SECONDO CICLO DELL’ISTRUZIONE Il sistema dei licei • I licei durano cinque anni (2+2+1), si concludono • con un esame di Stato. Sono distinti in otto percorsi: • classico • linguistico • musicale e coreutico, • scientifico • delle scienze umane • tecnologico • artistico • economico • I licei artistico, economico e tecnologico si articolano in • Indirizzi.

  44. IL SECONDO CICLO DELL’ISTRUZIONE Il sistema dell’Istruzione e della Formazione Professionale I corsi durano 3 o 4 anni, a conclusione dei quali si ottiene un attestato di qualifica necessario all’accesso all’istruzione e formazione tecnica superiore. Si accede all’Università dopo un corso di 4 anni e il superamento di un anno integrativo con esame finale di Stato. Gli Istituti di istruzione e formazione professionale devono garantire 10 aree su tutto il terrritorio nazionale: 1. Agricolo-ambientale 2. Tessile-sistema moda 3. Meccanica 4. Chimica e biologica 5. Grafica-multimediale 6. Elettr.-elettron.-inform. 7. Edile e del territorio 8. Turistica-alberghiera 9. Aziendale-amministr. 10. Sociale-sanitaria. Altre aree sono attivate sulla base delle esigenze locali.

  45. IL SECONDO CICLO DELL’ISTRUZIONE La regionalizzazione dell’lstruzione professionale Il centrosinistra nel 2001, modificando il titolo V della costituzione, ha decretato il passaggio di tutte le competenze sugli Istituti Tecnici dallo Stato alle Regioni. La Formazione Professionale già era regionalizzata.

  46. IL SECONDO CICLO DELL’ISTRUZIONE La scomparsa dell’istruzione tecnica La riforma cancella l’attuale Istruzione Tecnica considerata tra i migliori segmenti di scuola, anche perché sono spesso dotati di strumentazione didattica d’avanguardia, usato oltre che per le lezioni scolastiche pure per la organizzazione di corsi di specializzazione post diploma o corsi di aggiornamento realizzati dalle aziende. Dei 39 indirizzi attualmente si prevede che un terzo sarà liceizzato ed il resto diverrà Istruzione e Formazioe Professionale

  47. IL SECONDO CICLO DELL’ISTRUZIONE La cancellazione del valore legale dei titoli di studio Alla cancellazione dell’Istruzione Tecnica consegue l’abolizione del valore legale del titolo di studio che essi rilasciavano: periti, ragionieri, geometri, ecc. Con la riforma questi titoli potranno essere conseguiti soltanto a conclusione di un percorso post-disploma a pagamento e l’accesso alle professioni avverrà quindi solo attraverso la cooptazione corporativa negli ordini professionali. Le garanzie contrattuali e di reclutamento legate al valore legale del titolo di studio sono abolite. Si cancellano i contratti collettivi in favore di contratti individuali capestro. Si soddisfa una antica richiesta della Confindustria.

  48. IL SECONDO CICLO DELL’ISTRUZIONE L’obbligo formativo Si prevede per gli alunni il diritto/dovere all’obbligo formativo per almeno 12 anni o, comunque, sino al raggiungimento di una qualifica entro i 18 anni. L’obbligo si realizza: FORMAZIONE PROFESSIONALE ISTRUZIONE PROFESSIONALE LICEI APPRENDISTATO IN AZIENDA

  49. IL SECONDO CICLO DELL’ISTRUZIONE Il diritto/dovere Diritto/dovere alla formazione equivale in pratica alla cancellazione dell’obbligo scolastico perché l’esercizio di un diritto/dovere (come quello al voto) non è sanzionabile, nonostante lo schema di decreto preveda, all’art. 7 comma 3, che “in caso di mancato adempimento del dovere di istruzione e formazione si applicano a carico dei responsabili le sanzioni previste dalle norme vigenti”. Infatti, le norme vigenti ad oggi non prevedono alcuna sanzione.

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