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ELEMENTI DI ORGANIZZAZIONE E LEGISLAZIONE SOCIO-SANITARIA

ELEMENTI DI ORGANIZZAZIONE E LEGISLAZIONE SOCIO-SANITARIA. A cura di Davide Carollo. Art 32 Costituzione La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività , e garantisce cure gratuite agli indigenti .

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ELEMENTI DI ORGANIZZAZIONE E LEGISLAZIONE SOCIO-SANITARIA

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  1. ELEMENTI DI ORGANIZZAZIONE E LEGISLAZIONE SOCIO-SANITARIA A cura di Davide Carollo

  2. Art 32 Costituzione La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

  3. Assistenza Sanitaria : finalizzata a restituire o conservare lo stato di salute della persona Prevenzione Diagnosi e terapia Riabilitazione(rimozione e/o contenimento di esiti degenerativi) ATTIVITA’ SOCIALI a RILEVANZA SANITARIA attività del sistema sociale che hanno l'obiettivo di supportare la persona in stato di bisogno, con problemi di disabilità o di emarginazione condizionanti lo stato di salute. Emarginazione Reddito Autonomia finalizzata a garantire la qualità della vita, pari opportunità, limitare il disagio individuale o familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociale e condizioni di mancata autonomia Assistenza Sociale

  4. Le Riforma dell’Organizzazione Sanitaria • Legislazione prima della Riforma Sanitaria: • Legge Petrignani • Legge 132/1968 • Dpr 128,129,130/ 1969 • Enti Mutualistici • La Riforma Sanitaria • Legge 833 / 78 • LeRiforme della Legge 833/78: • Dlgs 502/1992 517/1993 Aziendalizzazione • Dlgs 229/1999 Atto Aziendale, Dipartimentalizzazione, LEA

  5. Legislazione prima della Riforma Sanitaria Assistenza Ospedaliera: Prima del 1860 ogni stato ha una sua legislazione; solo una piccola parte ha carattere laico. L’assistenza ospedaliera in Italia è legata ad ordini religiosi (opere Pie). Tuttavia le regole religiose che trattavano e disciplinavano l’assistenza ai malati ed ai poveri erano “uniformi” ed hanno permesso di dare una certa unitarietà all’assistenza (presenza di stati guida es. Stato Pontificio). L’ordinamento Napoleonico mette in crisi le istituzioni religiose ed impone un’amministrazione laica. La Chiesa reclama (anche per difendere i suoi beni) una sorta di primato o autonomia gestionale sugli ospedali.

  6. Legislazione prima della Riforma Sanitaria 1890: legge Crispi prova a mettere ordine nel settore, a ristrutturare le organizzazioni di beneficenza. Impone l’obbligo per gli ospedali di assistere le persona povere con rimborso spese a carico del comune. Ogni ospedale ha una propria disciplina. 1938: legge Petrignani: fissa per la prima volta criteri chiari ed univoci su tutto il territorio Nazionale a proposito dell’assistenza ospedaliera. Elementi classificanti: • classificazione ospedali in 4 categorie • distinzione tra H.generali H. specializzati • definizione della struttura interna • assunzione personale medico

  7. Legislazione prima della Riforma Sanitaria 1968:riforma ospedaliera l’elemento principale della legge è quello di creare l’Ente Ospedaliero distinzione in 3 tipi di ospedalein relazione a dimensioni e bacino di utenza di riferimento • H. regionali • H. provinciali • H. di zona pianificazione degli ospedaliin ambito regionale: sarà compito delle Regioni (ancora non create), su indicazioni del Ministero della Sanità, individuare nell’ambito territoriale di competenza, quali siano i bisogni dei posti letto e bisogni di struttura, programmarli. Prima della riforma chiunque avesse avuto voglia e disponibilità economica poteva edificare ospedali. definizione n. dipendenti x p.l. 1974: estinzione enti mutualistici

  8. La Riforma Sanitaria Legge 833/78 Nasce in un clima politico di solidarietà nazionale, periodo dell’affermazione dello Stato Sociale. E’ una legge ricca di principi, afferma cose giuste. La legge istitutiva del SSN è una legge quadro, istituisce 3 livelli di governo della sanità (Stato, Regione e Comuni) e fissa obiettivi, principi che devono essere completati da una serie di adempimenti di tipo legislativo ed amministrativo (Piano Sanitario Nazionale, stato giuridico del personale, definizione del bacino di utenza ed organizzazione).

  9. Legge 833/78 Punti qualificanti Estensione dell’assistenza Sanitaria a tutti i cittadini Unicità dell’intervento tutti gli interventi svolti prima in modo autonomo e disarticolato ora vengono unificati in un unico organismo: l’USL che è il complesso dei presidi, degli uffici e dei servizi dei comuni che per singolo territorio avrà la competenza della gestione degli interventi sanitari: assistenza ospedaliera, attività igienistiche, di igiene ambientale, di assistenza di base (territorio). Decentramento:in un determinato territorio ci sarà una USL che garantisce gli interventi sanitari. Globalità:.l’USL è responsabile dei vari momenti della sicurezza sanitaria dalla prevenzione, alla cura alla riabilitazione

  10. Legge 833/78 Obiettivi Adeguata educazione sanitaria del cittadino e della comunità Prevenzione delle malattie ed infortuni in ogni ambito di vita e di lavoro Diagnosi e cura degli eventi morbosi quali che ne siano le cause, la fenomenologia e la durata Riabilitazione degli stati di invalidità ed inabilità somatica e psichica Promozione e salvaguardia della salubrità e dell’igiene ambientale Igiene degli alimenti Disciplina dellasperimentazione, produzione,immissione in commercio dei farmaci Formazione professionale e permanente

  11. Prima della riforma 833/78 Era costituita da diversi servizi autonomi, amministrati da Enti/istituzioni distinte, senza alcun momento di integrazione • Comune • Uff. Sanitario Igiene • Condotte Mediche • Condotte Ostetriche • Provincie • Ospedali psichiatrici • Centro Igiene Mentale • Consorzio antitubercolare • Lab. Igiene e Profilassi Enti Mutualistici …il 90% della popolazione usufruiva dell’assistenza sanitaria su base assicurativa Ente Ospedaliero

  12. Riforma Sanitaria legge 833/78attribuisce all’U.S.L. l’erogazione delle prestazioni riconoscendole la competenza di gestione di tutti gli interventi sanitari di prevenzione, cura e riabilitazione Comune Uff. Sanitario Igiene Condotte Mediche Condotte Ostetriche • Provincie • Ospedali psichiatrici • Centro Igiene Mentale • Consorzio antitubercolare • Lab. Igiene e Profilassi 50.000-200.000 ab. U.S.L. Enti Mutualistici …il 90% della popolazione usufruiva dell’assistenza sanitaria su base assicurativa Ente Ospedaliero

  13. Stato Livello centrale programmazione e legislazione nazionale Regioni Livello decentrato programmazione e legislazine regionale Comuni Livello periferico Tutte le funzioni di amministrazione U.S.L. Collegio dei revisori Comitato di Gestione Ufficio di Direzione SANITARI Igiene Pubblica Medicina Preventiva e Igiene del Lavoro Tutela Maternità e Infanzia Servizio Salute Mentale Coord. Attività medica di base, specialistica, ambulatoriale Assistenza Ospedaliera Servizio Veterinario AMMINISTRATIVI Affari Generali Statistica Personale Bilancio e Programmazione Attività tecnico economali

  14. Risposta ai bisogni Sanitari fine degli anni 80 Ospedale CURA Prevenzione Riabilitazione da oltre 1 secolo simboleggia la cultura sanitaria Territorio Prevenzione Riabilitazione Educazione Sanitaria Di recente istituzione, ci sono tanti uffici per timbri e permessi Presenza reale, solida sicura

  15. La Riforma della Riforma: legge 421/92 Competenze:alle regioni sono assegnate le competenze in materia di organizzazione e programmazione dell’assistenza sanitaria Finanziamento:alle regioni vengono assegnati i contributi sanitari riscossi localmente oltre all’integrazione pubblica necessaria per raggiungere la quota pro capite. Organizzazione:le USL devono essere trasformate in aziende infraregionali con personalità giuridica. Ambito territoriale:devono coincidere con il territorio della provincia.

  16. La Riforma della Riforma: legge 421/92 AZIENDALIZZAZIONE Il fine della Riforma della Riforma è quello di garantire maggiore efficienza dei servizi e maggiore autonomia nella programmazione di risposte adeguate alle singole realtà. Non apre spiragli alla privatizzazione poiché mantiene saldi i principi di solidarietà e garanzia di livelli adeguati di assistenza per tutta la popolazione. Pilastri della riforma sono: Accreditamento pubblico/privato purché dotati dei requisiti minimi previsti dalla legge, pubblico e privato sono sullo stesso livello nell’offerta dei servizi sanitari. Competere per migliorare le prestazioni Libera scelta l’assistito in base a proprie scelte, si dirige verso le strutture accreditate più efficienti, conquistando un nuovo potere contrattuale: paziente-cliente. Pagamento a tariffa contrattazione dei piani delle attività e tipologia di prestazioni; modalità differenziate di determinazione e quantificazione delle prestazioni tra presidi delle USL e Aziende ospedaliere.

  17. La Riforma della Riforma: legge 421/92 Gestione delle risorse: Ottimizzazione utilizzo delle risorse: • economie di scala (minima probabilità che le risorse disponibili non vengano utilizzate) • acquisizione risorse ipotizzando forme di condivisione piuttosto che esclusività d’uso (endoscopi, ecografi, tecnologie laser….) autogestione dipartimentale • integrazione • interazione

  18. La Riforma della Riforma: legge 421/92 l’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali controlla la gestione sanitaria per conto del Ministero della Sanità . Ad essa vengono delegati i controlli in merito al comportamento delle amministrazioni locali. Le AUSLagiscono in assoluta “INDIPENDENZA” per garantire livelli adeguati di assistenza a tutta la popolazione, ma devono evitare di spendere male i fondi assegnati. I Comunisono chiamati a partecipare alla programmazione sanitaria e socio-sanitaria nonché alla verifica dei servizi e contrattazione dei livelli di assistenza. I nuovi Manager il rapporto di lavoro passa dalle garanzie del pubblico impiego ad un rapporto di “Fiducia”, con requisiti commisurati alle richieste regionali e non a quelli di tutta la penisola. A cascata questo si verifica anche per i collaboratori più stretti (direttore sanitario, amministrativo, primari). Partecipazione dei cittadini L’azienda deve garantire ai cittadini le informazioni (carta dei Servizi) e a loro volta questi dovranno partecipare alla programmazione e valutazione delle attività aziendali (comitati consultivi misti)

  19. La Riforma della Riforma: legge 421/92 Gestione transitorio, dopo il 1991: 1. Amministratore Straordinario 2. Comitato dei Garanti Prima del 1991: Assemblea generale Comitato di gestione(riduzione componenti dopo l’86) Presidente del C.G. Collegio dei revisori • RIFORMA DEL 1992 DLs 502/517 • Direttore Generale coadiuvato da: • Direttore Amministrativo • Direttore Sanitario • Consiglio dei Sanitari • Comitato dei Garanti • RIFORMA DEL DLs 229/99 • Direttore Generale coadiuvato da: • Direttore Amministrativo • Direttore Sanitario • Consiglio dei Sanitari • Collegio Sindacale

  20. La Riforma della Riforma: legge 421/92 AZIENDE USL:sistema organizzativo deputato a fornire risposte in merito alla promozione, mantenimento e sviluppo dello stato di salute della popolazione di riferimento.PRESIDIO OSPEDALIEROsedi stabilmente organizzate e dotate delle necessarie attrezzature per l’erogazione delle cure mediche e chirurgiche, generali e specialistiche, in fase acuta e post-acuta, che per la gravità o complessità non possono dare un’adeguata risposta in ambito territoriale. L’articolazione organizzativa degli ospedali si orienta sulla dipartimentalizzazione, le diverse branche specialistiche sono presenti in relazione alla tipologia di ospedale ed alla pianificazione regionale. La competenza passa alla regione e non sono più considerati enti autonomi.DISTRETTOè il livello organizzativo delle attività sanitarie e sociali di base. Si configura come unica sede in cui l’erogazione di prestazioni preventive, curative e riabilitative avviene in maniera unitaria. PREVENZIONE:è il livello organizzativo delle attività sanitarie orientata alla realizzazione di Piani per la promozione della salute ed alle relative prestazioni(sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro, medicina veterinaria,AZIENDE OSPEDALIEREil D.Lgs 517 prevede che gli ospedali di maggior rilievo (nazionale e specialistico) vengano scorporati dalle USL per essere costituiti in Aziende Ospedaliere con le medesime attribuzioni ed organismi previsti per l’USL.

  21. ORGANIZZAZIONE SSN livello centrale Ministero della Salute è l'organo centrale del Sistema Sanitario Nazionale preposto alla funzione di indirizzo e programmazione in materia sanitaria, alla definizione degli obiettivi da raggiungere per il miglioramento dello stato di salute della popolazione e alla determinazione dei livelli di assistenza da assicurare a tutti i cittadini in condizioni di uniformità sull' intero territorio nazionale.

  22. ORGANIZZAZIONE SSN livello centrale Il Ministero è coadiuvato nelle sue funzioni da organi e istituti con funzioni di ricerca, consulenza, proposta e supporto in materia tecnica e scientifica: • Consiglio Superiore di Sanità (CSS) • Istituto Superiore di Sanità (ISS) • Istituto Superiore per la Prevenzione E Sicurezza del Lavoro (ISPESL) • Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali • Istituti Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS)

  23. ORGANIZZAZIONE SSN livello Decentrato Al conseguimento degli obiettivi concorrono: Le Regioni, che organizzano sul proprio territorio i servizi e le attività destinate alla tutela della salute, programmano gli interventi da compiere, coordinano l'azione delle U. Sanitarie Locali e delle Aziende ospedaliere e ne verificano l'operato; Le Province,

  24. ORGANIZZAZIONE SSN livello Territoriale Al conseguimento degli obiettivi concorrono: Le Aziende Sanitarie, che provvedono ad assicurare i livelli di assistenza attraverso i propri servizi o acquistando prestazioni

  25. Accreditamento ACCREDITAMENTO: significa dare credito ad una struttura attraverso un procedimento di verifica esterna che valuta se la struttura o parte di essa soddisfa requisiti predeterminati. Accreditamento istituzionale: quando L’ente di governo assume la diretta responsabilità di definire i requisiti, ispezionare le strutture che devono essere sottoposte al processo di valutazione determinare le conseguenze sulla base dei risultati.

  26. Accreditamento l’Accreditamento si applica allo stesso titolo, alle strutture sanitarie pubbliche e private i requisiti funzionali all’attuazione dell’istituto dell’accreditamento sono diversi e ulteriori rispetto ai requisiti minimi autorizzativi il compito di definire i criteri per l’accreditamento e di conferire lo stato di struttura accreditata compete alle singole Regioni e Province Autonome presso l’ASSR è istituita la commissione nazionale per l’accreditamento

  27. Accreditamento CERTIFICAZIONE:consiste nell’attivare un processo di valutazione rispetto a norme internazionali, cui la struttura si sottopone volontariamente. Tale processo viene effettuato da un’agenzia esterna autorizzata a certificare l’adeguatezza alle norme di riferimento

  28. Accreditamento AUTORIZZAZIONE:consiste in un processo di verifica obbligatoria del possesso da parte della struttura dei requisiti minimi, strutturali ed organizzativi, che ne consentono il funzionamento. Sono tenute all’autorizzazione: le strutture sanitarie che erogano prestazioni in regime di degenza, residenziale, ambulatoriale studi medici, odontoiatrici e strutture esclusivamente dedicate ad attività diagnostica anche per conto terzi

  29. Accreditamento • DLgs 502/92 definisce che compete alle Regioni l’introduzione di sistemi di sorveglianza e di strumenti e metodologie per la verifica della qualità dei servizi • Accreditamento professionale attivato dalla Società Italiana di VRQ • Gli enti di Certificazione per potersi proporre come verificatori debbono essere accreditati

  30. Perché l’Accreditamento garantire livelli standardizzati nell’ambiente in cui si sviluppa la pratica clinica dare garanzie “interne” ed “esterne” di buona organizzazione e sicurezza delle strutture e dei processi che vi si svolgono costruire guida e sostegno alle organizzazioni per indirizzare lo sforzo organizzativo al miglioramento della qualità delle prestazioni e dei servizi finanziamenti Regionali all’Azienda miglioramento dell’immagine Aziendale e possibilità di guadagnare la fiducia dell’utente maggiore motivazione da parte del personale (tutto) alla qualità del servizio

  31. Accreditamento AUTORIZZAZIONE REQUISITI MINIMI VERIFICA ACCREDITAMENTO REQUISITI ULTERIORI DI QUALITA’ CONTRATTAZIONE CON LA REGIONE LIBERA SCELTA DEL CITTADINO EROGAZIONE SERVIZI PER SSR

  32. I Dipartimenti contesto normativo • DPR 128/69 • DM 8/11/76 • L.833/78 • L.595/85 • DPR 27/3/92 • DLgs 502/92 (L.412/91) • L.549/95 • Rapporto del gruppo di lavoro sui dipartimenti (ASSR) • Normativa Regionale • 229/99

  33. I Dipartimenti contesto normativo DPR 128/69offre la possibilità di attuare nuovi modelli organizzativi “al fine di una migliore efficienza operativa, economica, di gestione e del progresso tecnico-scientifico” DM 8/11/76“….le regioni promuovono con gradualità l’istituzione dei dipartimenti, al fine di garantire la convergenza di esperienze nei diversi ambiti assistenziali, ricerca, didattica” Sono i criteri di accorpamento (intensità di cure, gruppi di età,…….) L’emanazione non produce alcun effetto poiché si parla di “promozione” piuttosto che di “provvedimento obbligatorio” L833/78stabilisce che“ ….le regioni disciplinano con legge l’articolazione dell’ordinamento degli ospedali in Dipartimento, in base al principio dell’integrazione tra le divisioni, sezioni e servizi affini e complementari……. Gestione dei dipartimenti sulla base dell’integrazione delle competenze” Tale normative supera il concetto di discrezionalità ed afferma l’obbligatorietà ma non prevede sanzioni per le inadempienze

  34. I Dipartimenti contesto normativo DPR 27/3/92 Il DEA rappresenta una aggregazione funzionale di unità operative che mantiene la propria autonomia e responsabilità clinico-assistenziale, ma che riconoscono la propria interdipendenza adottando un comune codice di comportamento assistenziale, al fine di assicurare, in collegamento con le strutture operanti sul territorio, una risposta rapida e completa. A differenza dei dipartimenti tipici, costituiti da unità operative aggregate fisicamente, il dipartimento di emergenza ed accettazione comprende unità che fanno parte esclusivamente del DEA (servizi di accettazione e pronto soccorso, l'unità di osservazione e breve degenza, l'unità operativa di rianimazione con: moduli di terapia,intensiva e subintensiva, nonché le unità operative di medicina d'urgenza, ove previste dalla programmazione regionale) e unità che appartengono ad altri dipartimenti ed entrano a fare parte della ''funzione emergenza" attraverso la condivisione di modelli operativi definiti da linee guida e da protocolli, che dovranno essere adottati da tutte le unità operative . Diviene esempio di dipartimento funzionale obbligatorio

  35. I Dipartimenti contesto normativo DLgs 502/92 (L.412/91) obbliga le regioni “attuare il modello delle aree funzionali con presenza obbligatoria di DH, conservando alle UO che vi confluiscono l’autonomia funzionale in ordine alle patologie di competenza, nel quadro di una efficace integrazione delle risorse umane e strumentali L 549/95 (finanziaria x 96) sottolinea come il modello organizzativo dipartimentale debba essere in grado di consentire a servizi affini e complementari di operare in forma coordinata per evitare ritardi, disfunzioni e distorto utilizzo delle risorse finanziarie Rapporto del gruppo di lavoro sui dipartimenti (ASSR) fa proposte dettagliate sul modello organizzativo dipartimentale; estende le funzioni del dipartimento anche a formazione e ricerca

  36. I Dipartimenti contesto normativo Normativa Regionale delibera 1454 del 1997 da indicazioni molto dettagliate in merito a:definizione delle articolazioni organizz., obiettivi, regolamento, aree, servizio infermieristico 229/99 si considerano strutture complesse i dipartimenti e le unita' operative ….. L'organizzazione dipartimentale e' il modello ordinario di gestione operativa di tutte le attivita' delle Aziende sanitarie. .. Il direttore di dipartimento e' nominato dal direttore generale fra i dirigenti con incarico di direzione delle strutture complesse aggregate nel dipartimento; il direttore di dipartimento rimane titolare della struttura complessa cui e' preposto. La preposizione ai dipartimenti strutturali, sia ospedalieri che territoriali e di prevenzione, comporta l'attribuzione sia di responsabilita' professionali in materia clinico-organizzativa e della prevenzione sia di responsabilita' di tipo gestionale in ordine alla razionale e corretta programmazione e gestione della risorse assegnate per la realizzazione degli obiettivi attribuiti.

  37. I Dipartimenti contesto organizzativo Cos’è un dipartimento:entità organizzativa di base che aggrega una pluralità di discipline e funzioni assistenziali, tra loro affini o complementari, ne assicura la gestione unitaria al fine di integrare le competenze presenti, ottimizzando la qualità dell’assistenza e l’utilizzo delle risorse complessivamente assegnate. • ATTRIBUZIONI: favorire l’interdisciplinarietà intra-inter dipartimentale mediante la promozione del reciproco scambio di competenze • piani di attività • gestione risorse • favorire il collegamento extra ospedaliero • sviluppo e coordinamento attività didattica, formazione, agg.to • individuare e proporre nuove attività/i modelli di assistenza • valutare la qualità • programmare iniziative di ricerca, educazione, informazione sanitaria • DA PRIVILEGIARE: gestione liste d’attesa, medical audit • coordinamento spazio temporale dell’attività dei gruppi con riferimento all’uso delle risorse

  38. I Dipartimenti contesto organizzativo Struttura organizzativa del dipartimento: Dipartimento strutturale: ha autonomia gestionale ed economica Dipartimento funzionale: non c’è giurisdizione sulle specifiche risorse macoordinazione, integrazione appropriatezza, qualità ottimizzare le politiche assistenziali destinate a specifiche categorie …….di pazienti/quadri clinici e massimizzare l’efficacia e la qualità del …...prodotto delle politiche medesimeformalizzare meccanismi di interazione necessari per rendere più …..espliciti i rapporti tra le varie figure che si devono integrare

  39. I Dipartimenti contesto organizzativo Unità operativa complessaarticolazione settoriale del dipartimento, per discipline/funzioni. Comprende diversi livelli assistenziali (degenza ordinaria, DH) Unità operativa semplice: articolazione organizzativa dell’U.O. per lo svolgimento di attività specialistiche, ovvero strumento per distinguere l’organizzazione di particolari livelli di erogazione dell’assistenza

  40. I Dipartimenti contesto organizzativo Criteri per la scelta delle aggregazioni dipartimentali • Intensità e gradualità delle cure: i pazienti trovano collocazione e si spostano in relazione alla necessità assistenziale (intensiva, semi-intensiva, valutativa, riabilitativa) • settore nosologico: si accorpano funzioni assistenziali in base alla categoria nosologica (cardio-vascolare, oncologico, ecc.) • fasce d’età: pazienti identificati in base all’appartenenza alla medesima fascia d’età (anziani, bambini, …) • branca specialistica: si accorpano funzioni assistenziali in rapporto alla omogeneità degli strumenti clinici di intervento ( chir. generale, chir. Specialistica, diagnostica per immagini, ….) • organo o apparato: si accorpano funzioni assistenziali di pazienti che presentano quadri morbosi acarico del medesimo organo o apparato (app. nervoso, respiratorio, ….)

  41. I Dipartimenti contesto organizzativo Organizzazione interna al Dipartimento • Direttore Dipartimento • Comitato di Dipartimento • Assemblea di Dipartimento

  42. Caratteristiche di un’AS Decreto Legislativo 229/99: le azienda hanno personalità giuridica pubblica, autonoma ed imprenditoriale (aumenta la flessibilità di gestione); l'organizzazione ed il funzionamento sono disciplinati con atto aziendale, nel rispetto dei criteri stabiliti dalla regione. Legge Regionale 11/2000: l’atto aziendale è adottato in coerenza con apposite direttive della Giunta Regionale al fine di regolamentare in autonomia l’organizzazione ed il funzionamento dell’Azienda.

  43. Caratteristiche di un’AS • Atto Aziendale E’ finalizzato a snellire regole e procedure di organizzazione e funzionamento nel rispetto degli indirizzi di programmazione nazionale e regionale. • Mission Vision e Valori Fondamentali • Principi e criteri dell’attività Aziendale • Gli Organi • Direzione Aziendale • Gli Organismi Collegiali • Modello Organizzativo e suo Funzionamento • Incarichi Dirigenziali e Valutazione del Personale • Programmazione e controllo interno • ……….. • Partecipazione dei Cittadini

  44. STATO Ministero del Welfare Regioni Assessorato alla Sanità LocaleAziende Sanitarie Locali e Aziende Ospedaliere • Ministero del Walfare Assessorato alle Politiche Sociali Comuni (con delega ad enti Gestori della erogazione delle prestazioni Sociali) Direzione Generale Sanità e Servizi Sociali Erogazione delle prestazioni ai cittadini

  45. Assistenza Sanitaria : finalizzata a restituire o conservare lo stato di salute della persona Prevenzione Diagnosi e terapia Riabilitazione(rimozione e/o contenimento di esiti degenerativi) ATTIVITA’ SOCIALI a RILEVANZA SANITARIA attività del sistema sociale che hanno l'obiettivo di supportare la persona in stato di bisogno, con problemi di disabilità o di emarginazione condizionanti lo stato di salute. Emarginazione Reddito Autonomia finalizzata a garantire la qualità della vita, pari opportunità, limitare il disagio individuale o familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociale e condizioni di mancata autonomia Assistenza Sociale

  46. La Rete integrata dei Servizi sociali 1862 - Nel campo dell'assistenza, furono istituite le "Congregazioni di carità“ (legge 753 del 1862), primi organi dell'assistenza generica attraverso i quali lo Stato (Regno d’Italia) esercitava la beneficenza nei confronti dei bisognosi. L’ambito territoriale era coincidente con i Comuni. Attraverso la nomina di amministratori, lo Stato effettuava i controlli. Accanto alle congregazioni,svolgevano proprie attività assistenziali le associazioni e le organizzazioniprivate: le Società di mutuo soccorso, la rete assistenziale della Chiesa e le IPAB (Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza).

  47. La Rete integrata dei Servizi sociali 1890 - la legge 6972 del 1890 può essere considerata la "prima norma quadro" in materia di assistenza e beneficenza pubblica, persegue una politica di sostegno a soggetti bisognosi e fa ordine tra tutte le iniziative benefiche e di carità, enti morali e opere pie. La legge disciplina in particolare la contabilità e i patrimoni, la tutela degli incapaci, affida la vigilanza allo Stato che la esercita attraverso le Prefetture, regolamenta le modalità di apertura di nuove istituzioni ed il "domicilio di soccorso", ovvero l'obbligo di riconoscere alle persone indigenti “domiciliate” nel territorio comunale il diritto all’intervento assistenziale del Comune. L'istituto del domicilio di soccorso è a tutt'oggi in vigore.

  48. La Rete integrata dei Servizi sociali • 1900 - Tra fine Ottocento e primo Novecento, nel contesto delle diverse esperienze associative di natura mutualistica e assistenziale, maturate soprattutto in ambiente cattolico, si viene a definire la struttura specifica del patronato. Le precarie condizioni di lavoro , i turni massacranti portano ad un prolificare degli infortuni sul lavoro che divengono presto una degli elementi di maggiore preoccupazione. • Anche a livello normativo inizia ad essere individuata la natura peculiare di questo ente che con il decreto legislativo 23 agosto 1917, n. 1450, relativo all’assicurazione infortunistica in agricoltura inizia a normare lo stato previdenziale. Negli anni seguenti, con il proseguire dell’estensione delle forme assicurative, si allarga l’azione dei patronati e si giunge, nel 1922, alla nascita di una Federazione nazionale degli Istituti di patronato fino alla costituzione, nell’ambito dell’ordinamento corporativo fascista, di un unico «Patronato nazionale medico-legale per gli infortuni agricoli-industriali e per le assicurazioni sociali», che, con decreto ministeriale 24 dicembre 1927 assume la denominazione di «Patronato nazionale per l’assistenza sociale». La vita del Patronato nazionale si conclude con il decreto ministeriale 29 ottobre 1942 quando le sue funzioni sono trasferite alle Confederazioni sindacali.

  49. La Rete integrata dei Servizi sociali • anni 70con le leggi del 1972 e del 1977, molte competenze in materia assistenziale furono decentrate ed il ruolo dei Comuni fu potenziato, seguendo una decisa politica territoriale dei servizi sociali basata sui bisogni e sulla domanda della collettività locale con particolare attenzione alle attività in favore di minori, adulti vittime di delitti e loro famiglie. • Il primo processo di politiche sociali innovative si è svolto sulla base di alcuni presupposti e principi di fondo, quali : • la riorganizzazione del territorio in ambiti territoriali adeguati, • la programmazione degli interventi in base alle caratteristiche ed ai bisogni della popolazione, • l'integrazione dei servizi sanitari con quelli sociali • la partecipazione attiva nei servizi degli utenti e dei cittadini. • In questo contesto, il ruolo dei Comuni è sempre più importante: sono i Comuni che realizzano, organizzano e gestiscono i servizi sociali, secondo le indicazioni elaborate a livello regionale. • 1978con la L.833 ha inizio il Servizio Sanitario Nazionale (SSN)

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