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Presentazione DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE SANITARIA E SOCIO SANITARIA ANNO 2011

Presentazione DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE SANITARIA E SOCIO SANITARIA ANNO 2011. MARTEDI’ 25 GENNAIO 2011. Intervento Dr. Antonio Gattinoni Direttore Dipartimento di Prevenzione Medica. La prevenzione medica. Secondo principi di Integrazione, trasversalità, rete

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Presentazione DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE SANITARIA E SOCIO SANITARIA ANNO 2011

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Presentation Transcript


  1. PresentazioneDOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONESANITARIA E SOCIO SANITARIAANNO 2011 MARTEDI’ 25 GENNAIO 2011

  2. InterventoDr. Antonio GattinoniDirettore Dipartimento di Prevenzione Medica

  3. La prevenzione medica • Secondo principi di • Integrazione, trasversalità, rete • Semplificazione amministrativa • Corrispondenza alla realtà di contesto ed evidenza scientifica • Valutazione e mitigazione del rischio di salute espositivo e comportamentale • Valutazione dei risultati ed efficacia delle azioni • per un moderno • “sistema integrato di prevenzione”

  4. Prevenzione alla persona • Prevenzione delle malattie infettive • - Azioni di contenimento delle malattie infettive emergenti • Coperture vaccinali in età pediatrica • Conferma dell’offerta vaccinale per gli adulti /viaggi • - Potenziamento delle attività di screening e diagnosi precoce dell’infezione da HIV • Screening oncologici • Carcinoma della mammella >60% di adesione • - Carcinoma del colon retto >40% di adesione • Miglioramento dell’accesso consultoriale al pap test e sua rendicontazione • Medicina legale • Tempi di attesa per il riconoscimento d’invalidità civile e per • la Comm. Locale Patenti, con miglior accessibilità • e gestione informatizzata delle pratiche.

  5. Piano Integrato di Prevenzione e Controllo Ambienti vita e di lavoro • Ambienti di vita aperti e confinati • Prosecuzione dei controlli su: • attività ad alto rischio (strutture ad uso collettivo) • situazioni emergenti quali attività di trattamento alla persona • ambienti a rischio di legionellosi • Alimenti e acque destinate al consumo umano • Controlli sugli operatori del settore alimentare • Attuazione del documento regionale “Standard di funzionamento dei Servizi ASL competenti in materia di sicurezza alimentare” • Qualità dell’acqua distribuita e verifiche dei piani di • controllo interno degli acquedotti

  6. Piano Integrato di Prevenzione e Controllo Ambienti di vita e di lavoro • Ambienti di lavoro • - Controlli negli ambienti di lavoro secondo graduazione del rischio e prosecuzione delle attività che hanno contribuito alla riduzione degli infortuni sul lavoro • -15,5%infortuni totali e -41,2% infortuni gravi • Attuazione del Piano Regionale Amianto con incremento dei Piani di Lavoro e relative bonifiche • Adozione da parte del Comitato Provinciale di coord. • ex art. 7 D.Lgs. 81/08 del Piano triennale per la promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro 2011- 2013 e prosecuzione della collaborazione con amministrazioni e parti sociali • -Osservatorio Provinciale Infortuni e malattie professionali

  7. Piano Integrato Locale degli interventi di Promozione della Salute • Riduzione dei fattori di rischio di malattie croniche degenerative: • Obesità, sedentarietà, tabagismo stili di vita • Promozione dell’attività fisicain tutte le fasce di età: Scale per la salute, Gruppi di Cammino e Piedibus; • Promozione di corrette abitudini alimentari • Indicazioni nutrizionali da recepirsi nei capitolati d’appalto della ristorazione scolastica • Interventi formativi rivolti a PLS e MMG; • Lotta al tabagismo

  8. Altre attività qualificanti 2011 • Protocollo nell’ambito delle emergenze tra • ASL-Azienda Ospedaliera -AREU e Protezione Civile • Accordo con ARPA per un programma di controlli sulle aziende che svolgono attività impattanti sull’ambiente • Predisposizione del “Report delle attività preventive 2010” • Realizzazione di una campagna informativa sull’uso corretto dei cosmetici • Attività di supporto alle Amministrazioni Comunali nei percorsi di sviluppo dei Piani di Governo del Territorio e nelle procedure di Valutazione d’Impatto Ambientale • Prosecuzione delle attività analitiche del Laboratorio • Informatizzazione dei dati su Impres@

  9. InterventoDr. Fabrizio GalbiatiDirettore Dipartimento di Prevenzione Veterinaria

  10. La prevenzione veterinaria • L’attività verrà implementata sui seguenti aspetti: • Sicurezza alimentare e tutela della salute dei consumatori; • 2. Sanità pubblica e igiene veterinaria; • 3. Sanità animale e zoonosi; • 4. Tutela sanitaria degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo

  11. Sicurezza alimentare • Piano di controllo sulla qualità igienica dei prodotti a base di latte ottenuti nei caseifici degli alpeggi; • Piano di ricerca della Listeria monocytogenes in formaggi molli di produzione nazionale ed estera presso gli stabilimenti di trasformazione ed al commercio; • Piano di monitoraggio e controllo delle temperature di conservazione ed esposizione degli alimenti da mantenere in regime di temperatura controllata in fase di vendita al dettaglio.

  12. Sanità pubblica e igiene veterinaria - Sanità animale e zoonosi • Piano per il controllo del benessere animale al macello e negli allevamenti • Piano per la ricerca di Residui negli animali e prodotti di origine animale • Piano per il controllo del materiale specifico a rischio (BSE – animali morti) • Piano di sorveglianza sull’alimentazione animale e di farmacosorveglianza negli allevamenti • Piano per il controllo delle malattie negli animali (TBC, Brucellosi bovina e ovicaprina, BSE/TSE, rabbia, salmonellosi, influenza aviaria, etc)

  13. Tutela sanitaria degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo Si attueranno i seguenti percorsi: IDENTIFICAZIONE E CLASSIFICAZIONE DEI CANI “A RISCHIO POTENZIALE ELEVATO” – azioni successive in collaborazione con i Comuni (ordinanze – percorsi formativi – patentino detenzione animali) COLONIE FELINE – STERILIZZAZIONI: si aumenterà in modo significativo (in alcuni distretti con un raddoppio settimanale di risorse e mezzi) per incrementare il n° delle sterilizzazioni al fine di ridurre gli inconvenienti igienico sanitari dovuti alla presenza di colonie di gatti liberi – il percorso avverrà in collaborazione con Comuni e associazioni

  14. Applicazione del “Piano regionale degli interventi educazione sanitaria e zoofila di controllo demografico della popolazione animale e di prevenzione del randagismo" di cui alla DGR 939 del 01/12/2010 con: Verifica dei cani posseduti per l'eventuale nuova identificazione o correzione dei dati anagrafici presso gli operatori sottoposti a vigilanza veterinaria Percorsi e collaborazioni con Comuni/associazioni di Comuni, Provincia e comunità Montane per la creazione di Uffici Diritti Animali (disponibili finanziamenti 100.000€ per province e 400.000 per Comuni) Progettazione di collaborazioni o predisposizione di attività di Pet Therapy con Ospedale, RSA, associazioni,etc.

  15. InterventoDr. Valter ValsecchiDirettore Dipartimento Cure Primarie

  16. Diamo i Numeri

  17. Diamo i numeri

  18. Servizio Assistenza Sanitaria Primaria Indirizzi di programmazione • Consolidare la contrattualistica (A.C.N., A.C.R) • Applicazione AA.CC.RR. • Visibilità delle informazioni (sito Internet) • Gestione reclami • Attività sui comportamenti (farmaceutica) • Scheda medico (reportistica) • Il rapporto ottimale consumi farmaceutici (il 32% brevetto scaduto/totale) • Le prescrizioni di specialistica • Attività sulle relazioni (Tavoli e sistemi di relazione) • Il sistema relazione (MMG – Front Office – Specialista) • Medici e Farmacisti • Tavolo della farmaceutica (Prontuario alla dimissione) • PDF – UONPIA - Pediatria

  19. Servizio Assistenza Sanitaria PrimariaIndirizzi di programmazione • L’ICT (SISS ,…..) • Aumentare le performance dei MMG (prescrizione con il SISS già alta) • FSE (implementazione) • PATIENT SUMMARY • Certificati on line • PEC • Offerta Continuità Assistenziale • Ampliamento offerta (cure palliative) • Un diverso rapporto con il 118 • Informatizzazione ed integrazione • SISS e Certificati di malattia

  20. Verso l’innovazione … per non star fermi (Progetti) • Percorsi Pediatria Osp - Territorio • TAO presso MMG (uso devices) • Ambulatorio Infermieristico gestito dai Medici di Medicina Generale • Gestione della patologia cronica (Chronic Care Model) • Progetto Depressione ed Ansia • BPCO • Telemaco • Casa della Salute • Cronic Related Group” (C.Re.G.)

  21. Assistenza farmaceuticaIndirizzi di programmazione • Attività di indirizzo e informazione • Brevetto scaduto – biosimilari • Farmacovigilanza (MEAP) • Attività di governo • Attenzione alla regole (report strutturati) • Interventi sull’erogazione diretta (farmaci ed integrativa) • Attività di vigilanza • Sulle Farmacie • Sulle prescrizione e sugli addebiti contabili

  22. Assistenza farmaceuticaIndirizzi di programmazione • Attività di relazione (FederFarma e Strutture) • Aumento delle relazioni • Condivisione indicazioni alle farmacie • ICT • Piani Terapeutici • SISS e Farmacie • Interventi sulla distribuzione (diretta, File F) • WebCare • Incremento DPC • Maggiori appropriatezza File F e gestione farmaci H

  23. Assistenza Protesica • Attività di governo • Monitoraggio volumi e costi (minore) • Attività di monitoraggio • Flussi regionali • Valutazione modalità di fornitura • Attività diretta (autorizzazioni e relativo controllo) • Valutazione appropriatezza • Razionalizzazione spesa • ICT (SISS ……..) • Prosecuzione attività sperimentale con SISS

  24. Piano Controlli • Oggetti osservati • Prestazioni variabili dei MMG e dei PDF • Prescrizione delle classi di priorità • Accuratezza Prescrittiva e rilievo errori ricette • Controlli sui livelli prescrittivi e iperprescrizione

  25. InterventoDr. Fabrizio LimontaDirettore Dipartimento PAC(Programmazione Acquisto e Controllo)

  26. Ricoveri e specialistica ambulatoriale 1) I fattori emergenti 2) Il quadro attuale dell’offerta3) Le aree di miglioramento4) Le linee di sviluppo

  27. I fattori emergenti • Prevalenza di patologie croniche, spesso concomitanti (comorbilità) e di lunga durata • Invecchiamento della popolazione e fragilità sociali • Innovazioni tecnologiche che consentono diagnosi e cure più precoci e specifiche con riduzione spesso dell’invasività delle metodiche utilizzate e conseguente riduzione dei tempi di degenza • - Necessità di ottimizzare l’impiego delle risorse disponibili attraverso il miglioramento dell’appropriatezza delle prestazioni

  28. Il quadro dell’offerta attuale

  29. Il quadro dell’offerta attuale • Gli standard di accreditamento ed il percorso di miglioramento strutturale - interventi di adeguamento tecnologico, impiantistico e strutturale • nuovi reparti di degenza e terapie intensive • nuove sedi poliambulatoriali • - centri di assistenza limitata (CAL) con ridistribuzione della rete d’offerta

  30. Il quadro dell’offerta attuale - Indice di posti letto 4,9 x 1.000 residenti(Indice Patto per la Salute 2010 – 2012: 4 x 1.000)- Tasso di ricovero ordinario e d.h. 168 x 1.000 residenti (Tasso Patto per la Salute 2010 – 2012: 180 x 1.000) - Modello organizzativo per intensità di cura e funzioni (dipartimenti: chirurgico, cardiovascolare, neuroscienze, …) - Cardiochirurgia - Chirurgia ambulatoriale a bassa complessità operativa ed assistenziale (tunnel carpale, stripping di vene, PEG, artroscopia del polso, …)

  31. Le aree di miglioramento - Continuità assistenziale specialistica – cure primarie area sanitaria – socio sanitaria – socio assistenziale- Tempi d’attesa priorità cliniche – risorse mirate – monitoraggio - Appropriatezza delle prestazioni ricoveri – specialistica ambulatoriale- Mobilità extraprovincia (oncologia – ortopedia – oculistica – patologie chirurgiche minori

  32. Le linee di sviluppo - Ospedalizzazione domiciliare (5% di posti letto domiciliari equivalenti per attività riabilitative)- Assistenza di tipo sub acuto(trasformazione di posti letto esistenti in rapporto 7:3) - Sinergie tra le strutture della rete(interventi chirurgici per patologie minori)

  33. Psichiatria • L’OCSM e la rete dei servizi- Riqualificazione delle strutture di residenzialità • Sviluppo della residenzialità leggera • Sinergia fra gli interventi proposti dai diversi soggetti Asl, Azienda Ospedaliera, Comuni, Provincia e Terzo Settore nelle aree della territorialità e della residenzialità • Programmi innovativi triennali 2009 – 2011 • “Una rete per il lavoro”.“Il medico di famiglia di fronte alle patologie psichiatriche emergenti”, “Valutazione e trattamento precoce di giovani all’esordio psicotico”

  34. Psichiatria Linee di sviluppo per il 2011- Possibilità di contrattualizzazione di nuove strutture- Ulteriore sviluppo della residenzialità leggera- Riqualificazione delle attività dei CPS - incrementare il rapporto con il MMG - assicurare il sostegno alle famiglie - promuovere l’implementazione del case management - favorire il trattamento precoce dei giovani - Prosecuzione programmi innovativi triennali 2009 – 2011

  35. Neuropsichiatria L’OCNPIA , bisogni espressi e prospettive- Problematiche emergenti dell’adolescenza (ASL, Sert, Consultori, NPIA, DSM, Istituto NF, Gestioni Associate)- Condivisione degli interventi e rete delle risorse territoriali- Prosecuzione e sviluppo dei progetti innovativi > percorsi riabilitativi nei disturbi cognitivi e nel disturbo generalizzato di sviluppo > trattamento dell’acuzie in adolescenza- Collegio per l’accertamento dell’handicap ai fini dell’integrazione scolastica- Continuità assistenziale

  36. Le attività di programmazione, acquisto e controllo- Consolidare le funzioni di lettura della domanda e dell’offerta - Raccordo con le strutture: conferenza di coordinamento provinciale delle strutture accreditate- Negoziazione: assicurare la compatibilità economica e promuovere la qualità delle cure - Controllo: mantenimento degli standard di accreditamento, piani di adeguamento, miglioramento dell’appropriatezza, confronto e condivisione criteri di qualità sulla base delle evidenze scientifiche

  37. Finalità e obiettivi - Accessibilità ai servizi- Qualità strutturale e organizzativa- Appropriatezza delle prestazioni - Continuità assistenziale- Rete delle risorse territoriali

  38. InterventoDr. Gianlorenzo ScaccabarozziDirettore Dipartimento Fragilità

  39. “Le malattie croniche sono malattie che gli interventi medici attuali possono solo controllare e non curare. Poiché tale forma di patologia diventa la più comune, il sistema medico attuale non può più sopravvivere senza un’alleanza organizzata con la comunità” R.Bengoa, Who 2001 CI SI AMMALA PIÙ TARDI IN ETÀ LA MALATTIA DURA DI PIÙ PERCHÉ SI MUORE DOPO AUMENTANO GLI ANNI DI VITA IN CONDIZIONE DI FRAGILITA’ DIFRA

  40. Nuovo scenario sanitario • Invecchiamento e disabilità della popolazione • Incremento delle patologie cronico-degenerative • Aumento delle copatologie • Crescenti bisogni socio-sanitari

  41. I cambiamenti che ci attendono • Cambiano i bisogni sanitari • Cambia la complessità • Cambia il ruolo del paziente • Cambia l’impegno per la famiglia • Cambiano i setting di assistenza • Cambia il ruolo del medico • Cambia l’insegnamento della clinica

  42. Un problema globalegestire la patologia cronica emergente • Centralità del paziente , continuità di cura e sistemi sanitari • Centralità del paziente e della sua famiglia • - Patient centered care (The chronic care model) • Continuità della Cura

  43. Cure e Luoghi della Continuità assistenziale Il bisogno delle cure domiciliari è aumentato ACUZIE POST-ACUZIE CRONICITA’ GUARIGIONE FINE VITA • Le cure domiciliari ad elevata intensità & le cure intermedie • sono i pilastri della continuità assistenziale • Si sviluppano in un arco di tempo determinato • Pur avendo precisi obiettivi terapeutici non si limitano al tradizionale paradigma clinico • L’intensità assistenziale infermieristica – riabilitativa è elevata • Quando si trovano a gestire malattie ad evoluzione sfavorevole • richiedono un setting di cura dedicato e continuativo sulle 24 h DIFRA

  44. Pazienti non responsivi alle terapie curative con finalità rilegate agli ultimi stadi della cura. WHO Definizionedelle Cure Palliative Last stage Cambiamento di pensiero: Problemi alla fine della vita hanno le loro origini all’inizio della traiettoria della malattia. Early • I principi delle Cure Palliative dovrebbero essere applicati il più precocemente possibile nel corso di una malattia cronica fino alla fase finale.

  45. Why the Nation needs a policy push on patient-centered health care. Epstein RM et al. HEALTH AFFAIRS 2010, 29:8, 1489-95. DIFRA

  46. CHRONIC CARE MODEL • Dalla medicina d’attesa alla sanità d’iniziativa • Percorsi ad hoc per patologie croniche • Integrazione del modello con l’ospedale per intensità di cure • Promozione del self- care • Organizzazione del Team curante • Presa in carico del paziente : Continuità delle cure CHRONIC CARE MODEL : RISULTATI ATTESI • Riduzione delle riacutizzazioni • Riduzione dei ricoveri impropri • Superamento disomogeneità erogazione serv. socio-sanitari • Valorizzarione delle risorse della comunità • Interazione malati con un team multiprofessionale proattivo • Migliore qualità di vita per il paziente (e la famiglia) affetto da patologie croniche DIFRA

  47. Piano Sanitario Nazionale 2011 - 2013 1.5.3 Miglioramento della presa in carico del cittadino Il modello operativo del Chronic Care Modelè un significativo riferimento al riguardo in quanto è basato sulla interazione tra il paziente reso esperto da opportuni interventi di formazione e di addestramento ed il team multiprofessionale composto da operatori socio sanitari, infermieri e MMG.Le evidenze scientifiche dimostrano che i malati cronici, quando ricevono un trattamento integrato e un supporto al self–management e al follow-up, migliorano e ricorrono meno alle cure ospedaliere. 2.7.2 Continuità delle cure ed integrazione ospedale territorio 2.7.3 Rete assistenziale territoriale Piano Sanitario regionale 2010 - 2014 Piano Socio Sanitario Regionale 2010 – 2014 ASSISTENZA OSPEDALIERA PER INTENSITÀ DI CURA E FUNZIONI INTEGRAZIONE TRA OSPEDALE E TERRITORIO LA RETE DEI SERVIZI SOCIO SANITARI E TERRITORIALI

  48. Numerosità e LOCALIZZAZIONE dei Centri (3) – Regione lombardiA PAZIENTI SEGUITI NEL PRIMO SEMESTRE 2010 DAL SERVIZIO NUOVE RETI SANITARIE - ODCP in rapporto alla popolazione residente nel territorio di ciascuna ASL Lombarda. Per una migliore visualizzazione del dato, il numero dei pazienti seguiti è stato moltiplicato per 1.000. Residenti ASL Lombardia Pazienti x 1000 *fonte: “Nuove Reti Sanitarie” – Cefriel ICT Institute Politecnico di Milano

  49. Valorizzazione pro-capite ricoveri ordinari + d.h. ricoveri RSA ricoveri ordinari + d.h.

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