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Filosofia politica 2010 (Beatrice Magni)

Filosofia politica 2010 (Beatrice Magni). Significato e metodi della fp come prospettiva disciplinare. Per capire che cosa è →capire che cosa fa = esaminare il rapporto tra filosofia e politica; Tornare sulla scena originaria: Socrate ( cold case ); “Questione socratica”;

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Filosofia politica 2010 (Beatrice Magni)

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Presentation Transcript


  1. Filosofia politica 2010 (Beatrice Magni)

  2. Significato e metodi della fp come prospettiva disciplinare • Per capire che cosa è→capire che cosa fa = esaminare il rapporto tra filosofia e politica; • Tornare sulla scena originaria: Socrate (cold case); • “Questione socratica”; • Binomio inscindibile tra persona e pensiero in S. (azione isolata, coraggio); • Vita di S. destinata a entrare fatalmente in collisione con le regole del gioco politico di Atene (chiusura conformistica della polis) →caratteristiche di S.: • “Simile a nessun altro” (paradosso socratico = mediazione tra divino e umano, ma: ambiguità, inquietudine); • Atopos; • Esemplare (paradeigma)= Apollo si serve di S. come esempio di sapienza (in una forma molto particolare, cfr. Apologia, 21A, 23 A e B ). S. è esemplare grazie alla particolarità con cui conduce la sua vita (peso di una dottrina vs comportamento tenuto in concreto); • Plastico: coraggio di fronte alla morte, critica del potere politico, aderenza ad un ideale assoluto di giustizia, assenza di bisogni materiali.

  3. Filosofia e politica: una relazione significativa e problematica Apologia di Socrate: il miglior testo introduttivo In A. Socrate spiega e giustifica se stesso, il suo stile di vita, di fronte ad una giuria di “pari”: difesa in uno spazio pubblico dell’utilità della filosofia per la vita politica; A. mostra la vulnerabilità della filosofia politica nel suo rapporto con la città, e la vulnerabilità della città nel suo rapporto con la filosofia.

  4. Apologiadi Socrate • “Scarti socratici”: • Una difesa “attacco” (cfr. il tono del “polemos”); Apologia, 17A, 17C. “Io sono straniero al linguaggio che si usa in questo luogo” (17D); • “Combattere contro delle ombre”, 18E. • “io sono sempre lo stesso” (il modo di dire le cose = primo livello del discorso sul linguaggio); • Polemica contro i sofisti (secondo livello del discorso sul linguaggio).

  5. Le vecchie accuse • Fisiologo-naturalista: a S. non interessa la conoscenza del cosmo (le indagini sui segreti della natura sfidano la cosmologia accettata, e i greci attribuiscono i fenomeni naturali all’egemonia divina); • Sofista: S. non ha una conoscenza da vendere, non vuole educare nel senso e nel modo in cui lo fanno i sofisti, non ha scuole.

  6. Apollo • Eppure, l’accusa processuale non è casuale: l’oracolo rivela una “certa qual saggezza umana”; • Diffidenza socratica (accertamento razionale dell’oracolo); • Indagine di S. sulle competenze; • Scoperta dei limiti della conoscenza (oggetto non finito, non computabile).

  7. Dia-logos • Una f che richiede dialogo: dia-logos come modalità socratica peculiare, paradigma per lo scambio politico, “attraversamento reciproco”: • d. non è mai un puro esercizio teorico; • d. costringe l’interlocutore a mettersi interamente in gioco (come agente morale che ha il dovere di giustificare fino in fondo le sue posizioni); • d. misura la “fama” non sull’approvazione della comunità, ma su doti reali.

  8. Strategia di Socrate • Estensione del numero degli accusatori; • Proseguimento in aula della sua indagine razionale; • “capovolgimento del capo d’accusa”: i corrotti siete voi (Apologia riguarda l’identità di Atene e della politica, tanto quanto l’identità di Socrate e della filosofia). Atene sotto accusa. (30 C, D, E).

  9. “così vicini, così lontani” • Cosa significa essere estranei al luogo cui si appartiene di più; • Creazione di un nuovo spazio pubblico; • La politica ateniese è sotto processo esattamente come la filosofia socratica; • Il modo in cui Socrate mette in parodia le procedure e critica le pratiche ateniesi, invertendo il loro significato all’interno delle forme tradizionali, sovverte la pretesa che tali procedure vadano nel senso della giustizia, e suggerisce: • che Socrates potrebbe cavarsela, ma sceglie di non farlo; • che l’attività filosofica prenda impulso e riferimento iniziale da pratiche e istituzioni politiche; • che ha conoscenza profonda delle tradizioni che cerca di correggere e trasformare. Perdere il processo, ma accertare una verità. Torna il senso dell’”indagare”.

  10. Fisionomia della pratica filosofica socratica (1) • Idea dialogica della filosofia: • Necessità della presenza di altri; • Rifiuto della solitudine contemplativa, filosofia mondana, vita activa; • Filosofia come servizio alla polis (laddove per gli ateniesi: impresa destabilizzante, piaga malefica della città); • Dare forma ad un’attitudine senza dettarne i contenuti (cfr. scambio con Meleto): un maestro non convenzionale.

  11. Nuove accuse • corrompere i giovani; • non credere negli dèi della città, ma in altri di sua invenzione (empietà); • Meleto e la cura del dialogos; • Il tafano.

  12. Socrate democratico? • In che senso Socrate esercita una leadership politica? In che senso la sua filosofia è politica? Chi si può impegnare nella discussione filosofica sulla politica? • Socrate democratico e politico in modi altamente non convenzionali (confusione relativamente ai confini accettati nella città – pubblico/privato, politico/non politico -, rifiuto di incarichi ufficiali, rifiuto di parlare in assemblea, pretesa di essere estraneo ai tribunali, amici oligarchici, assenza di orari, assenza di luoghi convenzionali, osservazioni polemiche sui “molti”); • La politica socratica: democraticamente aristocratica; • La politica ateniese: mero gioco di forze contrapposte (“tirannia” della paura).

  13. Socrate e Pericle • Standard fondativi della polis: “quelli che siamo stati→quelli che siamo →quelli che dobbiamo essere”; • “Noi abbiamo una forma di governo che non guarda con invidia le costituzioni dei vicini, e non solo non imitiamo altri, ma anzi siamo noi stessi di esempio a qualcuno. Quanto al nome, essa è chiamata democrazia, poiché è amministrata non già per il bene di poche persone, bensí di una cerchia piú vasta: di fronte alle leggi, però, tutti, nelle private controversie, godono di uguale trattamento; e secondo la considerazione di cui uno gode, poiché in qualche campo si distingue, non tanto per il suo partito, quanto per il suo merito, viene preferito nelle cariche pubbliche; né, d’altra parte, la povertà, se uno è in grado di fare qualche cosa di utile alla città, gli è di impedimento per l’oscura sua posizione sociale… Le medesime persone da noi si curano nello stesso tempo e dei loro interessi privati e delle questioni pubbliche: gli altri poi che si dedicano ad attività particolari sono perfetti conoscitori dei problemi politici; poiché il cittadino che di essi assolutamente non si curi siamo i soli a considerarlo non già uomo pacifico, ma addirittura un inutile… In una parola, io dico che non solo la città nostra, nel suo complesso, è la scuola dell’Ellade, ma mi pare che in particolare ciascun Ateniese, cresciuto a questa scuola, possa rendere la sua persona adatta alle piú svariate attività, con la maggior destrezza e con decoro, a se stesso bastante. E che questo che io dico non sia vanto di parole per l’attuale circostanza, ma verità comprovata dai fatti, lo dimostra la potenza stessa di questa città che con tali norme di vita ci siamo procurata”.

  14. Socrate come Achille • Revisione socratica: l’aretè da virtù militare a carattere distintivo dell’attività filosofica; • “Tenere la posizione”: il coraggio di Achille; • Socrate e Achille: figure esemplari di una tradizione; • Socrate e Achille: critici interni di una tradizione.

  15. Il verdetto • Prima condanna: 280 voti contro 220; • Ribaltamento ironico socratico: la pena alternativa; • Seconda e definitiva condanna: 360 voti contro 140; • Congedo di Socrate.

  16. Analogie tra f e p • Due attività che mettono in luce la parzialità dei soggetti (insufficienza, necessità della presenza di altri); • Necessità di una comunità di discorso (condivisione di un vocabolario pubblico); • Necessità di una pluralità di voci (singolari e distinte).

  17. Caratteristiche della (filosofia) critica socratica • Una posizione “anfibia”: il critico interno come straniero parziale; • Che cosa significa essere “teorici”: l’importanza della spettatorialità; • Il “funambolismo” socratico.

  18. Gli aspetti qualificanti del dialogo socratico • Condivisione di regole discorsive; • ≠ libero scambio di opinioni (presenza di regole); • Funzione politica (il dialogo coincide sempre con l’attivazione di uno spazio pubblico); • Seguire sempre il proprio argomento.

  19. Parresia socratica • Una pratica critica (anche) fisica; • Il pericolo di dire la verità: rapporto tra sapere e potere; • Coraggio e libertà; • Parresia epistemica: scoprire e insegnare determinate verità; • Parresia politica: prendere posizioni nei confronti del potere pubblico; • Parresia etica: una pratica di sè (esposizione di sé).

  20. Doxa • Doxa (Socrate): l’unica forma di conoscenza politica conseguibile; • Doxa (Platone): corrotta e inaffidabile; • L’errore di Socrate? Persuasione vs dimostrazione; • Dokei moi: cosa significa muoversi all’altezza delle opinioni.

  21. Opinione Soggetta a cambiamento Radicata in una prospettiva provvisoria Ciò che appare (apparenza) Presenza degli altri Pluralità (molteplicità delle prospettive) limitata nel tempo e nello spazio sul mondo. Verità Immutabile Universalmente valida Certa e dimostrabile (essenza) Contemplazione solitaria Uno Eterna. Doxa e Verità

  22. Socrat?(I) • Prima interpretazione di S.: qualità “negativa” del logos socratico (distanza, diffidenza, decostruzione delle certezze assodate, infezione di perplessità, lavoro di disturbo): • tafano (Apologia); • pesce paralizzante (Menone e l’effetto narcotizzante di Socrate).

  23. Socrat?(II) • Seconda interpretazione di S.: qualità “positiva” del logos socratico→intreccio tra marginalità e appartenenza (= la marginalità viene definita nei termini di una appartenenza)→possibilità di ridefinire la mappa della polis(tica)→la città ri-pensa se stessa (connessione civico-politica, diffidenza che incoraggia alla partecipazione, non all’astensionismo): - levatrice (“maieutica”).

  24. “Philosophy for political earthlings”? • Rapporto tra vita e teoria di f.: Socrate è un caso esemplare? (crediti e debiti della filosofia); • Vocazione sì, ma quanta? Il dilemma della distanza.

  25. Negativismo: mettere in discussione ogni incantamento; tafano-pesce paralizzante; Filosofia politica= + filo; - malattia (virus e conflitto). Costruttivismo: attivare capacità deliberative; tafano-levatrice; Filosofia politica= + contingenza (connessione); terapia (e riconciliazione). Risposta di f al suo compito vocazionale

  26. In mezzo… la critica • Distinguere; • Separare; • Prendere le distanze; • Evitare le identificazioni automatiche; • Sottrarsi alla presa delle abitudini valutative; • Non perdere mai la connessione con il mondo. Un approccio critico in filosofia politica: • Un impegno a fare distinzioni tra stati del mondo; • Un impegno a identificare criteri per valutare stati del mondo; • Un impegno a ordinare stati del mondo possibili, secondo criteri di preferibilità.

  27. Tensioni tra f e p - Primo punto di tensione: origine divina e razionale di f; - Secondo punto di tensione: priorità di f su p, o priorità di p su f? Terzo punto di tensione: f benefica (critico connected e vita esaminata) o malefica (negativismo e astensionismo) per p?

  28. il Gorgia • Sottotitolo : “Perì rhetorikès”; • Un vero dialogo: • presenza di avversari; • pluralità di temi e di livelli (il senso e il valore della retorica, il rapporto tra potere e giustizia, la miglior forma di vita possibile).

  29. Le domande aperte dal dialogo • Qual è la natura della persuasione di cui la retorica è l’arte, e qual è l’oggetto della retorica? • La retorica è un’attività indifferente ai valori, o deve essere subordinata alla giustizia? • Cosa significa essere “potenti”? • Il tiranno è un individuo felice? • È meglio commettere un’ingiustizia, oppure subirla? • Il diritto del più forte di fronte al potere del più giusto: su cosa si basa la distinzione tra giusto e ingiusto? • Qual è la vita migliore? • In che cosa consiste la vera politica? • Qual è il senso dell’impegno filosofico?

  30. Dall’Apologia al Gorgia • La domanda fondamentale di A.: “che cosa fa la fp?” • La domanda fondamentale di G.: “Come vivere il tempo che abbiamo in modo che la nostra vita sia la migliore possibile?” (512E); • Far buon uso della libertà (cfr. Pericle); • La posta in gioco del dialogo: la miglior scelta di vita possibile.

  31. “ma tu che cosa fai nella vita?” • Occasione del dialogo: visita del retore Gorgia ad Atene (Gorgia riceve i visitatori a casa di Callicle); • Socrate vuole sapere dall’esperto qual è la sua arte, e che valore ha (447c, 449a); • Amplificazione del tema iniziale (cos’è la retorica): retorica→commettere/patire ingiustizia→come si deve vivere (come filosofi, come politici); • Retorica; • Responsabilità; • Giustizia; • Educazione civica; • Leadership politica.

  32. I caratteri • Gorgia: il gentleman; • Polo: il giovane (allievo) sofista; • Callicle: la “pietra di paragone” della filosofia e di Socrate (486d-e)

  33. Primo scontro: Socrate contro Gorgia (447a-461b) • La domanda: che cos’è la retorica? (449c-455a); - Che cosa non è: la retorica non deriva da alcuna pratica manuale, ma si basa interamente sulla parola (449d-451a); • Che cosa è I: un’arte di persuadere, e non un’arte che insegna una verità; • Che cosa èII: la retorica è un’arte della persuasione che si pratica davanti ai tribunali o alle assemblee cittadine.

  34. Replica (e confutazione) di Socrate • 454e: “ma non esistono forse due tipi di persuasione: una persuasione che permette di credere senza sapere, e una persuasione che permette di conoscere?” • Il (vero) potere della retorica (455b-457c): la retorica non conosce le cose che fa credere; • Socrate confuta Gorgia (457c-461b).

  35. Gorgia La retorica è la scienza dei discorsi che si occupano del giusto e dell’ingiusto (449d); La retorica si occupa delle cose più grandi (451e); La retorica è una techne che produce persuasione (452e, 454b, nei tribunali, nelle assemblee..); Ma Gorgia non ci sta: “la retorica abbraccia e contiene in sé tutti i poteri” (456b, es. del paziente); Della retorica non si deve fare un uso ingiusto, ma per un altro verso l’oratore potrebbe fare anche un uso ingiusto della retorica: questa è una contraddizione. Socrate Ma anche altre arti hanno a che fare con i discorsi (450b e segg., es. medicina, ginnastica); Anche il medico e il maestro di ginnastica potrebbero dare la stessa risposta (452d); Ma quale tipo di persuasione produce? (455a) produce credenza senza conoscenza→il retore non sa insegnare cosa è giusto e cosa non lo è. Il retore sa solo persuadere. La retorica non trasmette nulla: la retorica manipola coloro che non sanno; Ma allora l’arte del retore sarebbe solo quella di persuadere gli ignoranti? - La retorica deve essere al servizio della giustizia; - della retorica si può fare un uso ingiusto (perché alcuni discepoli lo fanno): contraddizione e confutazione dell’argomento di Gorgia. Confutazione di Gorgia

  36. Dover fare giustizia: coerenza socratica, contraddizione di Gorgia • Il giusto fa cose giuste→il giusto non vorrà mai fare ingiustizia→se il retore conosce il giusto→il retore non vorrà mai fare ingiustizia→se il retore ammette di poter fare cose ingiuste, Gorgia si contraddice, e il dialogo deve proseguire (se si vuole giungere a una conclusione coerente); necessità di andare dove ci porta il logos; • Confutazione di un argomento=confutazione di uno stile di vita; • Ancora sul metodo (dialogico) socratico (453c): “nell’interesse del logos…” (457d-458b): non si tratta soltanto di vincere (riconoscere l’errore, rispettare l’interlocutore).

  37. Intervento di Polo (e scontro con Socrate) • Cambio di tono (461c, 462b): “Allora Socrate, rispondimi, dimmi tu che cosa è la retorica?”; • Il retore come il cuoco: la retorica è una pseudo-arte, una pratica empirica “capace di produrre un certo diletto e un certo piacere”. Come il cuoco lusinga il palato, il retore lusinga chi si lascia persuadere.

  38. Le 4 technai buone: Ginnastica; Medicina; Legislazione; Giustizia. Le 4 forme di lusinga: Gastronomia; Cosmesi; Retorica; Sofistica. 465c-d-e

  39. Reazione di Polo • Immenso potere del retore nella città: il retore nella polis è come un tiranno, può tutto ciò che vuole (466b,c,e); • Confutazione socratica (467a, 468e): • Il potere dettato dal desiderio=potere illusorio; • Il vero potere=agire secondo il bene; • Il tiranno non è invidiabile (compiere ingiustizia è il male peggiore). • Necessità di conoscere i fini cui sono rivolte le azioni: il potere senza conoscenza è privo di valore.

  40. Il “paradosso” della giustizia socratica • “Il più grande dei mali è commettere ingiustizia” (469b); • “Se fosse necessario scegliere tra subire un’ingiustizia o commetterla, preferirei subirla” (469c); • Socrate dimostra a Polo che non si può essere contemporaneamente ingiusti e felici (come Archelao): • Commettere ingiustizia non supera, in dolore, il patirla; • Ma commettere ingiustizia supera il patirla per quanto riguarda il male (male morale); • Quindi commettere ingiustizia è peggio che patirla; • La retorica serve solo con chi ha intenzione di commettere il male: altrimenti, è inutile.

  41. Retorica (e politica): Lusinga il demos (come il cuoco gratifica il palato) per ottenere voti; Non sa nulla, ma finge di sapere; Un metodo che fa appello ai molti. Dialettica: Costringe i partecipanti al dialogos; Il suo potere dipende dalla forza non costrittiva dell’argomento migliore (e non dai voti); Un metodo che fa appello al singolo. Pratica politica (Atene) e dialettica (Socrate)

  42. Callicle • La “pietra di paragone” (possiede tutte le qualità che Socrates ammira di più: conoscenza, carattere e franco parlare→parresia): se Socrate riuscirà a convincere Callicle, la filosofia avrà spazio e significato nella città (=possibilità di una politica filosoficamente fondata)→nessun accordo può essere considerato più rilevante di quello di Callicle (487e); CALLICLE INTERLOCUTORE IDEALE DI S. • Dalla retorica alla questione morale: “se tu parli sul serio, e se queste cose che dici sono vere, la vita degli uomini è una vita capovolta” (481c).

  43. Socrate: Alcibiade: amante instabile (“ora dice una cosa, ora ne dice un’altra”); La filosofia: amante stabile (“dice sempre le stesse cose”). “…io credo che sarebbe assai meglio che fosse scordata e stonata la mia lira…e che la maggior parte degli uomini non fosse d’accordo con me e che dicesse il contrario di ciò che dico io, piuttosto che essere io, che pure sono uno solo, in disaccordo e in contraddizione con me stesso” (482c). Callicle: Il demos: amante instabile; Atene: amante instabile. Due “eros” distinti – due logoi antagonisti (discorso della potenza vs discorso della verità)

  44. Callicle: la giustizia del dominio CALLICLE oppone: • Retorica a dialettica; • Politica a filosofia; • naturalmente potente a convenzionalmente giusto (la legge non è fondata in natura, ma è un’istituzione umana→la giustizia non è che una convenzione; • Atene a Socrate: la pretesa della verità di Socrate deve essere smascherata per quello che è, ovvero una pretesa di potere che si nasconde dietro la maschera della rispettabilità intellettuale.

  45. Socrate: una morale “da schiavi” (483a,b,c,d)? • La giustizia socratica secondo Callicle: un insieme di convenzioni fatte dal debole per il debole; • La morale non è che l’astuzia del più debole, messa in opera per dominare il più (naturalmente) forte; • Il più forte (colui che è superiore) dovrà sottomettersi alle convenzioni istituite dai più deboli; • Lo standard di riferimento di Callicle: la natura (physis)→il forte domina, il debole subisce (483e).

  46. Callicle e il “posto” della filosofia (484,485,486) • La filosofia come pratica “infantile” – una parte dell’educazione degli individui - (e sconvenienza della pratica di f in età adulta); • Condanna della filosofia: la filosofia non insegna a difendersi, la filosofia non è un fine ultimo (chi vi si dedica….); • “…smettila di confutare e coltiva, invece, la buona musica delle azioni...” (486c,d).

  47. Il giusto per natura • Callicle: • forte=buono (I); • Buono=migliore (II) • “è proprio questo che dico! Questo, infatti, credo sia il giusto secondo natura: che chi è migliore e più intelligente comandi e abbia di più di quelli che sono inferiori” (490a)→Lussuria, intemperanza, libertà=felicità→il loro perseguimento è giusto secondo natura (492c). • “Colui che non è capace di governare se stesso, come potrà governare gli altri?”(491d)→Socrate introduce la correlazione tra giustizia e temperanza, che determinerà una concezione della competenza politica indissociabile dalla morale. • Callicle: giustizia e temperanza sono le virtù dei mediocri.

  48. “… ma non ti vergogni, Socrate…?” • Socrate: bene=piacere→forza di governare se stessi (fondamento nella ragione)→una vita vissuta secondo giustizia; • Callicle: bene≠piacere→forza di vincere gli altri (fondamento nel desiderio)→una vita vissuta perseguendo indiscriminatamente il piacere; • La differenza tra piaceri “buoni” e piaceri “cattivi”: • Fame soddisfatta dal cibo; • Sete soddisfatta dal bere; • Prurito soddisfatto dal grattarsi. Esiste una “gerarchia” di virtù (e di piaceri): solo la persona competente – colui che ha la conoscenza – potrà individuare i criteri dell’agire morale. Saggezza e coraggio sono migliori di stupidità e codardia (Callicle è d’accordo).

  49. Callicle: - Potere politico=potere del dominio; Potere politico=capacità (di un uomo/città) di soddisfare i propri desideri illimitati; Dibattere in assemblea=guadagnare forza, onore, ricchezza, reputazione (nel caso di una città=diventare tanto potente da dominare le altre) Socrate: potere=dominio e governo di se stessi (desideri e appetiti), e ordine del sé e della città secondo criteri di giustizia (504d); Potere=sapere. Gorgia: due modelli di potere contrapposti

  50. Tesi (socratiche) finali di G • Solo Socrate, tra gli ateniesi, pratica la vera arte della politica (521d, p. 289, 291, 293); • Socrate afferma il dialogo filosofico come paradigma di deliberazione politica (527d) e identifica la filosofia come pratica della vera arte della politica→se gli ateniesi seguissero la pratica socratica nelle loro deliberazioni politiche, la città sarebbe sana e i cittadini migliori.

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