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12-13 novembre 2008 La cooperazione allo sviluppo: storia, attori, strumenti operativi.

NEA – Napoli Europa Africa Corso di Educazione allo sviluppo “SEMI D’ARGENTO. Educare gli adulti ai temi dello sviluppo”. 12-13 novembre 2008 La cooperazione allo sviluppo: storia, attori, strumenti operativi. Leonardo Maesano. Leonardo Maesano Esperto in Gestione Finanziaria

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12-13 novembre 2008 La cooperazione allo sviluppo: storia, attori, strumenti operativi.

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Presentation Transcript


  1. NEA – Napoli Europa AfricaCorso di Educazione allo sviluppo“SEMI D’ARGENTO. Educare gli adulti ai temi dello sviluppo” 12-13 novembre 2008 La cooperazione allo sviluppo: storia, attori, strumenti operativi. Leonardo Maesano

  2. Leonardo Maesano Esperto in Gestione Finanziaria programmi di Cooperazione allo Sviluppo Formatore / Consulente ____________________________________________ +39 333 2485221 leomae@libero.it

  3. LA NASCITA DELLA POLITICA DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO LA COOPERAZIONE INTRNAZIONALE VERSO I PVS E’ UNO STRUMENTO DIPOLITICA ESTERA DEI GOVERNI CON MOLTEPLICI OBIETTIVI NON SOLO “SOLIDARISTICI”: INTERESSI STRATEGICI e GEOPOLITICI INTERESSI COMMERCIALI INTERESSI LEGATI ALLA SICUREZZA POSIZIONAMENTO POLITICO IN AREE SOTTOSVILUPPATE DEL MONDO ES. PARTNERSHIP POLITICA NEL CONTESTO DELLA GUERRA FREDDA TRASFORMARE IL PVS IN UNA SUCCURSALE PER LE IMPRESE NAZ. (DELOCALIZZAZIONE) E/O IN UNA FONTE STABILE DI APPROVVIGIONAMENTO DI MATERIE PRIME FAVORIRE LA STABILITA’ MILITARE DELL’AREA, IN RELAZIONE AGLI INTERESSI ECONOMICI E POLITICI DEL PAESE DONATORE Prevalenti negli anni ’60-70 - “responsabilità storica” verso le ex-colonie Prevalenti negli anni ’80; l’interesse si sposta verso le “aree emergenti” dei PVS (es. Sahel->Cina) Prevalenti post 1989 e 11/9 la cooperazione si lega a processi di stabilizzazione e ricostruzione post-conflitto

  4. LA NASCITA DELLA POLITICA DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO COORDINAMENTO TRA I MOLTEPLICI ATTORI INTERESSI GEOPOLITICI E COMERCIALI “NAZIONALI” Il moltiplicarsi dei soggetti coinvolti nella politica di cooperazione allo sviluppo ( ONG, sindacati, imprese, Regioni e gli Enti locali, Governi) implica un ampio sforzo di concertazione e coordinamento. Il rischio di polverizzazione degli interventi, della loro sovrapposizione e scarsa integrazione degli stessi costituisce un problema di grande importanza ? QUALI PROBLEMI E CONTRADDIZIONI ? COERENZA DELLE POLITICHE SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE E AIUTO ALLO SVILUPPO DEI PAESI POVERI La frequente sovrapposizione di interessi diciamo “solidaristici" (ridurre la povertà) e “nazionali” (interessi commerciali della proprie imprese) dà spesso luogo ad una loro incoerente o insoddisfacente composizione (Esempio: l’Unione Europea per un verso agisce con politiche protezionistiche (sussidi ai produttori europei o dazi all’export) verso i prodotti tessili e/o agricoli “sensibili” provenienti dai paesi ACP (Africa in particolare) e dall’altra finanzia lo sviluppo dei piccoli produttori locali con la Cooperazione. in

  5. EVOLUZIONE E COMPLESSITA’ DEL CONCETTO DI SVILUPPO COSA INTENDIAMO OGGI PER “SVILUPPO” DIMENSIONE ECONOMICA Reddito > soglia di povertà (Potere d’acquisto) SOSTENIBILE Soddisfazione dei bisogni anche delle successive generazioni SVILUPPO ECO-COMPATIBILE Tutela della biosfera e dell’ambiente naturale SVILUPPO UMANO salute, istruzione, libertà di azione e di espressione, condizione della donna (ISU - UNDP, Annual Report) NUOVE TECNOLOGIE LOCALE/PARTECIPATIVO Partecipazione, coinvolgimento, capacity building, creazione di ricchezza comunitaria (autosviluppo) in

  6. EVOLUZIONE E COMPLESSITA’ DEL CONCETTO DI SVILUPPO GLI “OBIETTIVI DEL MILLENNIO” (entro il 2015) ONU - Settembre 2000 “Dichiarazione del Millennio” adottata da 189 PAESI sradicare la povertà estrema (< 1$/giorno) e la fame (riduzione 50%); 2) rendere universale l’educazione primaria (un ciclo completo di istruzione per il 100% dei bambini/e); 3) promuovere l’uguaglianza di genere nel campo dell’educazione primaria (2005) secondaria (2015); 4) ridurre di 2/3 la mortalità infantile sotto i 5 anni ; 5) migliorare la salute materna 6) combattere l’AIDS, la malaria e le altre malattie 7) assicurare la sostenibilità ambientale 8) sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo (accesso ai farmaci, riduzione/cancellazione del debito estero, abbattere il digital divide, ecc.) in

  7. I MACROATTORI della COOPERAZIONE COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO COOPERAZIONE GOVERNATIVA (APS) COOPERAZIONE NON GOVERNATIVA ONG Settore Privato Imprese Istituzioni sovranazionali e multilaterali Governi Nazionali ed Enti locali Volontariato Associazionismo in

  8. LA COOPERAZIONE GOVERNATIVA APS – AIUTO PUBBLICO allo SVILUPPO DEFINIZIONE E ATTORI LE FORME DI INTERVENTO GLI STRUMENTI FINANZIARI I CANALI OPERATIVI SISTEMA INT.LE DELL’APS in

  9. LA COOPERAZIONE GOVERNATIVA APS – AIUTO PUBBLICO allo SVILUPPO L’insieme dei flussi finanziari che Governi nazionali ed Amministrazioni regionali e locali dei Paesi industrializzati del Nord del mondo - come l'Italia - destinano ai Paesi del Sud del mondo (PVS) e alle istituzioni multilaterali (le agenzie, organizzazioni e Programmi ONU), con l'obiettivo di promuovere lo sviluppo economico e il benessere sociale dei PVS. L’ammontare dei fondi APS è determinato in sede politica (% sul PIL) NORD DEL MONDO SUD DEL MONDO PVS GOVERNI NAZIONALI ASSISTENZA TECNICA FORMAZIONE AUTONOMIE REGIONALI LOCALI RISORSE FINANZIARIE ISTITUZIONI MULTILATERALI in

  10. LA COOPERAZIONE GOVERNATIVA APS – Strumenti Finanziari DONO (GRANT) CREDITI D’AIUTO PROMOZIONE INVESTIMENTI PVS l’aiuto fornito senza obbligo di restituzione o pagamento di interessi. Può avvenire in valuta, sotto forma di beni di consumo o investimento, o come servizi (prestazioni di personale tecnico, studi e progettazioni). Gli aiuti umanitari e d’emergenza sono sempre a titolo di doni. sono concessioni di prestiti a condizioni agevolate (contengono un “elemento a dono” che li differenzia dai finanziamenti di carattere commerciale) per il finanziamento di uno specifico progetto d’aiuto, in genere relativo a grandi lavori civili o infrastrutture produttive. Icrediti misti impiegano congiuntamente finanziamenti di APS (doni e/o crediti di aiuto) con finanziamenti di carattere commerciale Per promuovere gli investimenti nei PVS, la Cooperazione Governativa ricorre a : GARANZIE: concesse dai Paesi donatori (o dalle istituzioni finanziarie) ad investitori e finanziatori; CREDITI AGEVOLATI: concessi dai Paesi donatori agli investitori degli stessi Paesi; VENTURE CAPITAL: l’assunzione diretta con fondi di aiuto di una quota di capitale di rischio di imprese nei PVS.

  11. LA COOPERAZIONE GOVERNATIVA APS – Forme di Intervento BUDGET SUPPORT AIUTO A PROGETTI finalizzato alla realizzazione di uno specifico progetto di sviluppo, definito dal Paese donatore e negoziato con il Paese ricevente, nel quadro di un generale Programma-Paese che definisce la cornice degli interventi di cooperazione allo sviluppo. AIUTI ALLA BILANCIA DEI PAGAMENTI(trasferimento di valuta contro importazioni dal Governo Donatore) COMMODITY AID(fornitura diretta di merci e beni) AIUTO AL PROGRAMMA(valuta contro importazione di beni strumentali destinati ad uno specifico Programma di Sviluppo o Settore Economico) NB: E’ all’interno di questa forma di intervento dell’APS che si inseriscono i progetti (Sviluppo, Aiuti umanitari, emergenza, ecc) co-finanziati e/o affidati alle ONG e agli soggetti del NO-Profit AIUTO AL BILANCIO (PAS) (finanziamento diretto senza vincoli d’uso al Bilancio PVS) in

  12. LA COOPERAZIONE GOVERNATIVA APS – Canali Operativi CANALE BILATERALE I Governi del Paese donatore e del Paese ricevente concordano direttamente l’iniziativa di sviluppo ed il finanziamento (dono, credito agevolato ecc.) L’esecuzione delle iniziative è a gestione diretta delle Amministrazioni dello Stato – centrali o enti locali – oppure affidata ad imprese o ONG; D PVS CANALE MULTIBILATERALE Il Paese donatore ricorre ad un Organismo Internazionale - per la valutazione tecnico-economica e/o la gestione amministrativa di un’iniziativa di sviluppo concordata con il Paese ricevente. Ciò permette di realizzare programmi di grande portata – spesso al di sopra delle possibilità della cooperazione bilaterale “pura”. D PVS OI CANALE MULTILATERALE Paesi donatori versano delle somme (contributi obbligatori e/o contributi volontari) agli organismi internazionali. Si tratta di finanziamenti slegati (senza vincolo di acquisto di beni o servizi nei Paesi donatori) e sempre a titolo di dono. in D OI PVS

  13. LA COOPERAZIONE GOVERNATIVA Il Sistema Internazionale dell’APS SISTEMA EC (Bilancio UE, Fondo Sviluppo Europeo Banca Europea Investimenti) GRUPPO NAZIONI UNITE (Agenzie, Programmi ed Organi) UNPD, FAO, OMS, UNHCR, PAM, UNICEF, ecc.) Doni Doni e crediti Prestiti pro-quota prestiti GRUPPO BANCA MONDIALE (IBRD, IDA, IFC, MIGA) ISTITUZIONI FINANZIARIE (Banche regionali di sviluppo Asia, AL, Africa. IFAD, BERS) GOVERNI NAZIONALI e AUTONOMIE LOCALI

  14. MAE/DGCS – Struttura funzionale

  15. Il sistema degli Aiuti Esterni dell’Unione Europea STORIA IN PILLOLE: Trattato UE di Roma (1957) / Convenzione di Yaoundé (1963) Convenzione di Lomé (1975) / Accordo di Cotonou (2000) / MDG (2000) DG Allargamento È responsabile delle relazioni con i PECO (Paesi dell'Europa Centrale ed Orientale) e del processo di allargamento in generale. Gestisce il programma PHARE; DG Sviluppo È responsabile delle relazioni con i Paesi ACP e di tutte le strategie di sostegno ai PVS. Gestisce il Fondo Europeo di Sviluppo (cioè l'apposito fondo per la cooperazione con i Paesi ACP, che costituisce una dotazione finanziaria aggiuntiva rispetto a quella del bilancio comunitario). Inoltre gestisce, attraverso l'ufficio EuropeAid, la linea sulla cooperazione decentrata; Ufficio ECHO L'ufficio della Commissione europea per l'Aiuto Umanitario istituito nel 1992, gestisce gli aiuti umanitari d'emergenza; Ufficio di Cooperazione EuropeAid Nato all'inizio del 2001, ha un CdA alla cui Presidenza è posto il Direttore della DG Relazioni Esterne mentre le funzioni di direzione esecutiva spettano al Direttore della DG Sviluppo. L'Ufficio EuropeAid ha il compito di gestire tutte le fasi del ciclo di un progetto, dall'identificazione all'implementazione.

  16. LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO LA COOPERAZIONE DECENTRATA Attività di cooperazione allo sviluppo realizzata dalle AUTONOMIE LOCALI (Regioni, Province, Comuni), in partenariato con omologhi enti nei PVS (partenariato territoriale, transfrontaliero, di prossimità ecc.) con il coinvolgimento della società civile (ONGs, fondazioni, associazioni di solidarietà, enti territoriali, piccole e medie imprese), dei rispettivi territori. L’efficacia della cooperazione decentrata dipende strettamente da due fattori. Da una parte la capacità delle Autonomie locali di instaurare partenariati attivi e di coinvolgere in forma partecipata le forze vive del proprio territorio, dall’altra la capacità del Governo Nazionale (DGCS) di mettere a disposizione degli Enti locali risorse e sinergie (programmi quadro) idonei ad orientare, coordinare e cofinanziare i singoli interventi evitando dispersioni, duplicazioni e frammentazioni. in

  17. LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO LA COOPERAZIONE DECENTRATA Rappresentano le Comunità e le loro istanze Provincia di Napoli Possono rafforzare le omologhe istituzioni che nei PVS sono preposte all’erogazione degli stessi servizi ai cittadini Possono “fare sistema” favorendo l’interazione di più soggetti complementari LE AUTONOMIE LOCALI Promuovono le eccellenze del loro territorio

  18. LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO COOPERAZIONE DECENTRATA: LE RISORSE FONDI GOVERNATIVI FONDI PROPRI (Stanziamenti di Bilancio PROGRAMMI IN AFFIDAMENTO DIRETTO (CONVENZIONI) • PROGRAMMI • QUADRO: • in gestione diretta • affidati ad Organismi • Internazionali in

  19. LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO COOPERAZIONE NON GOVERNATIVA 1. COSA SONO? Sono ORGANISMI PRIVATI e senza SCOPO di LUCRO indipendenti dai Governi e dalle loro politiche. Si costituiscono per perseguire gli obiettivi di carattere sociale, politico, religioso determinati dalla propria base sociale dai segmenti di SOCIETA’ CIVILE che le sostengono e che vi trovano rappresentanza. ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE (ONG) e ATTORI NON STATALI (NSA) 2. COSA FANNO Identificano, progettano ed eseguono PROGETTI DI SVILUPPO nei PVS ed iniziative di Sensibilizzazione nei Paesi del Nord del mondo. Sostengono direttamente attraverso risorse (finanziarie, tecniche, alimentari), e formazione, le comunità di beneficiari nei PVS. 3. COME SI FINANZIANO Quote associative dei membri, donazioni e contributi da soggetti privati (singoli, aziende, altri enti), campagne, FUND RAISING. Finanziamenti pubblici da Governi Nazionali o Istituzioni Internazionali (Cooperazione Governativa) in

  20. I MACROATTORI della COOPERAZIONE 2 MONDI CHE LAVORANO INSIEME PROGETTI COOPERAZIONE GOVERNATIVA (APS) COOPERAZIONE NON GOVERNATIVA Governi Nazionali ed Enti locali ONG Settore Privato Imprese Istituzioni sovranazionali e multilaterali Volontariato Associazionismo in

  21. IL PROGETTO NELLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO PROGETTO Una o più serie di azioni organiche finalizzate al conseguimento di un obiettivo dato e verificabile in un tempo dato e con risorse finanziarie definite R • APS • Settore Privato • ONG, organismi esecutori O (Obiettivo specifico) • Risorse Umane • Risorse Fisiche • Risorse Finanzairie • Costi Indiretti • Uno/più periodi intermedi • Possibili proroghe T Nota bene : non vi è necessariamente una relazione proporzionale tra la DURATA del progetto e I suoi COSTI.

  22. IL PROGETTO NELLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO Nella Cooperazione allo Sviluppo, possiamo parlare di PROGETTO quando sono coinvolti i 3 seguenti ATTORI: NB: Possono essere più di uno (co-finanziatori) APS e Coop. Decentrata Cooperaz. non-governat Governi locali FINANZIATORE (DONATORE) PROGETTO PARTNER LOCALE ENTE ESECUTORE (ONG) Governi o Ist. locali, ONG, Associazioni, Società civile ONG, Imprese, altri enti pubblici o privati

  23. IL PROGETTO NELLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO SETTORI D’INTERVENTO SANITA’ EDUCAZIONE INFRASTRUTTURE e RICOSTRUZIONE FORMAZIONE LAVORO (AGR) SICUREZZA ALIMENTARE TUTELA AMBIENTALE

  24. IL PROGETTO NELLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO NATURA DEL PROGETTO SVILUPPO EMERGENZA AIUTI UMANITARI EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO Progetti a medio-lungo termine per migliore le condizioni economiche, sociali, politiche atte a creare le condizioni propedeutiche all’autosviluppo. Iniziative che mirano ad eliminare e/o a ridurre le conseguenze negative di un evento congiunturale, ripristinando l’accesso alle risorse fondamentali da parte delle popolazioni colpite Iniziative formativeche mirano alla sensibilizzazione sulle tematiche dello sviluppo dei cittadini dei paesi del nord del mondo EUROPE-AID DGCS-MAE ECHO DGCS-UFFICIO VI

  25. PIANIFICAZIONE OPERATIVA : ELEMENTI E STRUMENTI PRELIMINARI TEMPISTICA r

  26. IL PROGETTO NELLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO FINANZIATORI E TIPOLOGIE APS (Governo Italiano, Comunità Europea, Sistema ONU, Cooperazione Decentrata) 100% 50-80% PROGETTI AFFIDATI CALL FOR TENDER PROGETTI PROMOSSI CALL FOR PROPOSAL 20-50% (compreso IN-KIND) 0% (esecutore) Cooperazione non-governativa (ONG) Progetti Autofinanziati 100%

  27. IL PROGETTO NELLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO MODALITA’ DI EROGAZIONE DEL FINANZIAMENTO diverse regole/dinamiche per la presentazione del Rendiconto

  28. IL PROGETTO NELLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO IL DOCUMENTO DI PROGETTO La struttura del documento (applicationform) o la sequenza delle richieste può cambiare da Finanziatore a Finanziatore, ma i dati e le informazioni chiave da produrre restano sempre le seguenti: r L’APPLICANT DATI e “CV” (possibili CONSORZI) QUADRO LOGICO CRONOGRAMMA ATTIVITA’ PIANO FINANZIARIO (BUDGET) DESCRIZIONE DELL’INIZIATIVA E DELLE RISORSE NECESSARIE IL/I PARTNER LOCALE/I

  29. IL PROGETTO: IL PIANO FINANZIARIO Struttura del BUDGET: le risorse Eventuali Valorizzazioni

  30. IL CICLO DI VITA DEL PROGETTO Quadro di programmazione all’interno del quale i progetti possono essere identificati e preparati Programmazione Individuazione dei progetti da studiare. Comprende: consultazione con i beneficiari per analizzarne i problemi e identificare soluzioni possibili. Valutazione Identificazione Implementazione Formulazione Sviluppo dell’idea progettuale ed analisi della sua fattibilità e sostenibilità. Si decide se stendere una proposta. Finanziamento Presentazione della proposta alle autorità finanziatrici. Segue valutazione ed eventuale approvazione. IL CICLO DI PROGETTO – Quadro di sintesi Sviluppo dell’idea progettuale ed analisi della sua fattibilità e sostenibilità. Si decide se stendere una proposta. Presentazione della proposta alle autorità finanziatrici. Segue valutazione ed eventuale approvazione.

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