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Diritto pubblico (2013/2014)

Diritto pubblico (2013/2014). Prof. Davide Galliani Corso di Laurea in “Scienze Internazionali e Istituzioni Europee (SIE)” Università degli Studi di Milano Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia. LA SECONDA GUERRA MONDIALE

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  1. Diritto pubblico (2013/2014) Prof. Davide Galliani Corso di Laurea in “Scienze Internazionali e Istituzioni Europee (SIE)” Università degli Studi di Milano Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali

  2. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia LA SECONDA GUERRA MONDIALE Il 1 settembre 1939 scoppia la II Guerra Mondiale. Il 10 giugno 1940 l’Italia entra a fianco dei nazisti: l’idea della “guerra lampo”, poche vittorie prestigiose, si dimostrò subito impossibile. Dopo il 7 dicembre 1941, giorno di “Pearl Harbor”, gli Stati Uniti entrano in guerra. Il 2 febbraio 1943 la Germania capitola a Stalingrado.

  3. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Il 9 luglio 1943 inizia lo sbarco degli Alleati in Sicilia. Il 7 maggio 1945 la Germania firma la resa incondizionata. Il 6 e il 9 agosto 1945 gli Stati Uniti sganciano su Hiroshima e Nagasaki la bomba atomica. Il 2 settembre 1945 finisce la II Guerra Mondiale.

  4. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia La II Guerra Mondiale costò la vita nel complesso a quasi 60 milioni di persone, la metà dei quali civili. Solo in Europa le vittime furono quasi 40 milioni.

  5. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia L’ITALIA Il 24 luglio 1943 il Gran Consiglio del Fascismo, non più convocato dal 1939, approva il cd. “ordine del giorno Grandi”, con il quale, appellandosi allo Statuto, ancora formalmente in vigore, si chiede al Re di assumere l’effettivo comando delle Forze Armate e di prendere le supreme decisioni.

  6. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Con l’ordine del giorno, secondo molti storici, si voleva soltanto la sostituzione dei Mussolini e il distaccamento dalla Germania nazista, ma gli effetti furono invece ben più generali.

  7. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Il 25 luglio 1943, infatti, il Re convocò Mussolini, lo revocò dalla carica di Capo del Governo e lo fece arrestare, nominando al suo posto il Maresciallo Badoglio, senza attendere le indicazioni del Gran Consiglio del Fascismo: si trattava del cd. “colpo di stato monarchico”.

  8. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Lo stesso 25 luglio 1943 furono letti due “proclami” alla radio: uno, del Re, che diceva di avere accettato le dimissioni e di aver nominato Badoglio, l’altro, di Badoglio, che gelò gli animi con il tanto temuto “la guerra continua”.

  9. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Il primo Governo Badoglio (25 luglio 1943-17 aprile 1944) , composto da militari e tecnici, tentò di compiere una “restaurazione monarchica”: il ritorno all’ordinamento statutario in vigore fino all’avvento del fascismo, depurandolo delle istituzioni e delle leggi fasciste.

  10. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Si soppressero: • il Tribunale speciale per la difesa dello Stato • il Partito Fascista • il Gran Consiglio del Fascismo • i cd. “organi corporativi”, tra cui la Camera dei Fasci e delle Corporazioni

  11. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Si dispose che entro 4 mesi dalla fine della guerra si sarebbero dovute tenere le elezioni della nuova Camera: il tentativo era chiaramente quello di considerare il fascismo una “parentesi” e di tornare in fretta al periodo statutario. Un tentativo velleitario che, infatti, fallì.

  12. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Il problema di Badoglio, ad ogni modo, era anche la guerra: difficile neutralizzare il territorio italiano dopo la richiesta di un armistizio, rimanevano due alternative: schierarsi a fianco degli Alleati, oppure, continuare la guerra a fianco della Germania e iniziare trattative “segrete” per l’armistizio.

  13. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Fu scelta la seconda via ed, infatti, il 3 settembre 1943 fu firmato l’armistizio a Cassibile, armistizio poi letto l’8 settembre 1943 alla radio da Eisenhower e Badoglio: fine delle ostilità, collaborazione italiana, consegna della flotta e pieno poteri al Governo Militare Alleato.

  14. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Cosa provocò l’8 settembre 1943? Primo: lo sfaldamento dell’esercito italiano. Secondo: la liberazione di Mussolini e la nascita della RSI. Terzo: la nascita della Resistenza italiana.

  15. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Cosa provocò l’8 settembre 1943? Primo: lo sfaldamento dell’esercito, lasciato senza ordini (il Re e Badoglio fuggirono a Pescara e poi a Brindisi): sparare o disarmare di fronte ai tedeschi? La maggior parte disarmò: portati in Germania e dichiarati “internati militari” e non prigionieri di guerra. Ci furono comunque episodi eroici, come a Cefalonia.

  16. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Cosa provocò l’8 settembre 1943? Secondo: la nascita della RSI. Il 12 settembre i tedeschi Sul Gran Sasso liberarono Mussolini e Kesserling dichiarò l’Italia “territorio di guerra”. Il 23 settembre nasce la RSI con tre propositi: continuare la guerra al fianco dei nazisti, punire i traditori e tornare alle origini repubblicane e sociali del fascismo.

  17. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Cosa è la Repubblica Sociale Italiana? E’ un “governo di fatto”: non solo non era il legittimo governo italiano, ma era voluta e diretta nella sostanza da Hitler (che scorporò territori italiani senza grande resistenza). La Chiesa non la riconobbe mai e il cd. “ritorno alle origini” non fu decisivo.

  18. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia La Germania fece razzia delle risorse materiali italiane e quando si tenne il processo di Verona l’8 gennaio 1944 contro coloro che firmarono l’ordine del giorno Grandi si capì che la RSI non aveva alcuna autonomia e indipendenza dal nazismo.

  19. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Cosa provocò l’8 settembre 1943? Terzo: la nascita della Resistenza italiana. Già il 9 settembre si costituì a Roma il primo Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) formato dai partiti della cd. “esarchia” (DC, PCI, PSI, PdA, PdL e PL), seguito dai CLN locali, sia nelle zone occupate che in quelle liberate.

  20. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Il Comitato di Liberazione Nazionale di Roma era così composto: Ivanoe Bonomi (Presidente), Casati per i liberali, Ruini per la democrazia del lavoro, De Gasperi per la DC, La Malfa per gli azionisti, Nenni per i socialisti e Amendola per i comunisti.

  21. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Cosa sono i CLN? I CLN sono anch’essi “governi di fatto”: si auto- attribuiscono potestà governativa originaria a carattere provvisorio, in concorso con altre autorità, esercitando in concreto questa potestà, all’interno di una guerra o di una rivoluzione, il tutto allo scopo di organizzare definitivamente il potere.

  22. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Il 28 gennaio 1944 si tenne il cd. “Congresso di Bari”, il primo congresso antifascista europeo e il primo coordinamento di tutti i CLN. A Bari tutti decisero di lottare contro il nazifascismo e di volere autonomia rispetto al governo regio: non si trasformò, tuttavia, in “assemblea di governo”, anche perché gli Alleati non erano convinti e c’erano discussioni anche tra i partiti dei CLN.

  23. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Il Congresso, tuttavia, istituì una Giunta Esecutiva Permanente per il coordinamento delle attività dei CLN e, soprattutto, approvò un ordine del giorno, da un lato, per rinviare la cd. “questione istituzionale” (Monarchia o Repubblica?) e, dall’altro lato, per rinviare la partecipazione dei partiti dell’esarchia al governo regio solo dopo la sostituzione del Re.

  24. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Il complesso dei CLN era perciò una sorta di “governo in fieri”: nelle zone occupate aveva un’organizzazione politico-militare autonoma (solo dopo collegata col governo ufficiale), nelle zone di operazione collaborava con il Governo Militare Alleato e nelle zone restituite continuava una forte azione di pressione.

  25. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Il rapporto tra i CLN e il governo Badoglio fu molto difficile: il governo approvò, tra l’altro, la cd. “circolare Roatta”, con la quale si vietavano tutte le manifestazioni politiche, si ordinava alle truppe di procedere contro gruppi di individui che disturbano l’ordine pubblico come se si trattasse di nemici e si ordinava di “passare alle armi” i cittadini che insultano le istituzioni e i militari che li appoggiano.

  26. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia D’altro canto, il governo Badoglio non abrogò le leggi razziali e non chiuse i campi di internamento in territorio italiano . Il governo Badoglio non solo volle il ritorno allo Statuto ma lo fece in modo autoritario: si introdusse la censura preventiva della stampa e, fatto gravissimo, mai accaduto, fu intimato su tutta la Penisola il coprifuoco.

  27. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Come si uscì da questa situazione? Con la cd. “svolta di Salerno”: il 13 marzo 1944 l’URSS riconobbe il governo Badoglio e Palmiro Togliatti, capo del PCI, tornato dalla Russia il 27, si espresse in una Salerno devastata dalla bombe a favore della formazione di un nuovo governo Badoglio, con la partecipazione dei partiti antifascisti e il rinvio a fine della guerra della questione istituzionale.

  28. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia La “svolta” o il “patto” di Salerno, pertanto, prevedeva: dopo la fine delle ostilità, convocazione di una Costituente; fino ad allora, rinvio della questione istituzionale; istituzione della “Luogotenenza”, pensata da De Nicola; ed, infine, entrata dei partiti dei CLN al governo.

  29. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Il Re, a questo punto, il 12 aprile 1944 lesse un proclama alla radio (il cd. “proclama di Ravello”): si ritira dalla vita pubblica e nomina suo figlio Umberto “Luogotenente del Regno”, nomina che diventerà effettiva dopo la liberazione di Roma.

  30. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia A seguito di questi eventi, si costituì il secondo governo Badoglio (22 aprile-18 giugno 1944: solo 45 giorni), con la partecipazione, come Ministri senza portafoglio, di Benedetto Croce, Carlo Sforza e Palmiro Togliatti.

  31. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Si noti che i CLN del Nord, che nel gennaio del 1944 si coordinarono nel CLNAI (Comitato di Liberazione Alta Italia), nonostante l’evoluzione della situazione, vollero sempre una forte autonomia operativa e politica: sino alla liberazione, per esempio, nessun loro esponente partecipò al governo.

  32. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Nonostante questo, non mancarono certo i collegamenti tra il CLNAI e il Comitato Centrale di Liberazione Nazionale di Roma (sorto dopo la liberazione della città), come non mancarono i collegamenti con le forze armate nazionali, specie dopo il trasferimento al Nord del Generale Raffaele Cadorna, rappresentante del governo presso il CLNAI.

  33. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia L’evoluzione della situazione: dopo che gli Alleati sfondarono la “linea Gustav”, il 4 giugno 1944 data la liberazione di Roma. Il CLN potè uscire dalla clandestinità.

  34. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Come era negli accordi, il 5 giugno il Re nominò il figlio “Luogotenente Generale del Regno”, con il compito di provvedere a tutti gli affari amministrativi e per l’esercizio delle prerogative regie.

  35. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Cosa è la “luogotenenza”? E’ un istituto, sconosciuto nel nostro ordinamento, che disciplina di norma solo l’abdicazione e la reggenza. Solo raramente si è usato per assenza del Re per motivi bellici, per viaggi all’estero e per malattia.

  36. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia A questo punto, dimessosi Badoglio e insediato al Quirinale il Luogotenente, si formò il primo governo presieduto da Ivanoe Bonomi (18 giugno-10 dicembre 1944), presidente dei CLN, nel quale entrarono i principali esponenti dei partiti antifascisti, tra cui De Gasperi, Gronchi, Saragat, Tupini e si confermarono Croce, Sforza e Togliatti.

  37. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Perché è importante il primo governo Bonomi? Perché è il primo formato da esponenti antifascisti e perché non si forma “nelle stanze” del Re, ma per il contributo dei partiti democratici riunitesi nei CLN.

  38. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Il 25 giugno 1944 si approva la cd. “prima Costituzione provvisoria”, che, dopo la “svolta di Salerno”, pone le basi del processo costituente.

  39. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia La “prima Costituzione provvisoria” si compone di sei articoli: • art. 1: dopo la liberazione nazionale, le forme istituzionali sarebbero state decise dal popolo italiano, che a tale fine avrebbe eletto una Assemblea Costituente per deliberare la nuova Costituzione

  40. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia • art. 2: si disponevano le elezioni di una nuova Camera dopo la fine della guerra • art. 3: tutti i Ministri e i sottosegretari non dovevano compiere, fino alla convocazione della Costituente, atti che avrebbero pregiudicato la questione istituzionale (è la “tregua istituzionale”)

  41. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia • art. 4: affida al governo la competenza di adottare gli atti aventi forza di legge fino alla entrata in funzione del nuovo Parlamento • artt. 5 e 6: dettagli.

  42. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia L’assetto posto in essere con la “prima Costituzione provvisoria” caratterizzò la lunga fase fino alla liberazione, anche quando si costituì il secondo governo Bonomi (12 dicembre 1944-19 giugno 1945), che diede gli Esteri a De Gasperi e la Vice- Presidenza del Consiglio a Togliatti, secondo governo Bonomi nato per il problema dei rapporti con il CLNAI e per la questione della epurazione (per la quale non ebbe l’appoggio del PSI e del PdA).

  43. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Prima della liberazione, occorre ricordare due provvedimenti importanti del secondo governo Bonomi: estese anche alle donne il diritto di voto e istituì, il 5 aprile 1945, la Consulta Nazionale, formata da 400 membri nominati dai partiti del CLN (222), dal Governo (80), dai sindacati e altri (78) e da membri di diritto, con il compiti di dare pareri sulle questioni generali e sui provvedimenti legislativi sottoposti dal Governo.

  44. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Il parere della Consulta era obbligatorio in materia di bilancio, di imposte e in materia elettorale: proprio grazie al lavoro della Consulta si giunse all’approvazione della legge elettorale per l’elezione dell’Assemblea Costituente.

  45. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Il 25 aprile 1945 è la data dell’insurrezione nazionale: la Liberazione. Il 28 aprile Mussolini viene ucciso. La resa è firmata il 29 aprile. Il 30 aprile Hitler si suicida.

  46. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Secondo lo storico Massimo Salvadori, i dati dei morti in Italia sono i seguenti: 300.000 Alleati, 500.000 tedeschi, 10.000 civili massacrati dai tedeschi, 40.000 vittime dei bombardamenti alleati, 2000 fascisti uccisi nei giorni della Liberazione, 36.000 partigiani.

  47. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Dopo la Liberazione, si costituì il governo Parri (21 giugno-8 dicembre 1945), Parri che era stato il capo del CLNAI, con Nenni nominato Ministro per la Costituente e per la prima volta si diede la Giustizia a Togliatti. Il Governo Parri accordò un ordinamento amministrativo alla Valle d’Aosta: d.lgs.lgt. 7 settembre 1945, n. 545.

  48. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Seguì il primo governo De Gasperi (10 dicembre 1945-1 luglio 1946), sotto il quale si tennero le prime elezioni del dopoguerra, le elezioni di 5680 Consigli comunali: la scelta di anticiparle rispetto a quella della Costituente fu molto dibattuta, anche se le percentuali di voto poi furono all’incirca simili. Parteciparono alle elezioni comunali circa l’80% degli aventi diritto.

  49. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Il primo Governo De Gasperi, inoltre, concesse lo Statuto alla Regione Sicilia: r.d.lgs. 15 maggio 1946, n. 455 e approvò nel maggio sempre nel maggio del 1946 il decreto sulle “guarantigie della magistratura”.

  50. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia Il problema maggiore del primo governo De Gasperi, tuttavia, era ancora la questione istituzionale: intanto, si approvò la legge elettorale per la Costituente (sistema elettorale proporzionale a liste concorrenti, con recupero dei resti in un collegio unico nazionale sulla base di liste nazionali di candidati), che fu alla base delle scelte elettorali successivi almeno fino al 1993.

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