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GEOPOLITICA DEL PETROLIO

GEOPOLITICA DEL PETROLIO. OPEC 1960. The Organization of the Petroleum Exporting Countries (OPEC) was founded in Baghdad, Iraq, with the signing of an agreement in September 1960 by five countries namely Islamic Republic of Iran, Iraq, Kuwait, Saudi Arabia and Venezuela .

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GEOPOLITICA DEL PETROLIO

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Presentation Transcript


  1. GEOPOLITICA DEL PETROLIO

  2. OPEC 1960 The Organization of the Petroleum Exporting Countries (OPEC) was founded in Baghdad, Iraq, with the signing of an agreement in September 1960 by five countries namely Islamic Republic of Iran, Iraq, Kuwait, Saudi Arabia and Venezuela. They were to become the Founder Members of the Organization.

  3. These countries were later joined by Qatar , Indonesia , Libya , the United Arab Emirates , Algeria , Nigeria , Ecuador , Gabon * and Angola (2007). From December 1992 until October 2007, Ecuador suspended its membership. Gabon terminated its membership in 1995. * Indonesia suspended its membership effective January 2009. Currently, the Organization has a total of 12 Member Countries.

  4. Obiettivi principali dell’Opec sono: • coordinare e unificare le politiche petrolifere dei paesi membri; •  determinare i mezzi più idonei alla salvaguardia dei paesi produttori; • assicurare la stabilità dei prezzi eliminando fluttuazioni dannose; • assicurare un’efficiente, economica e regolare offerta di petrolio alle nazioni consumatrici, ed un’equa redditività all’industria petrolifera.

  5. Member Countries The OPEC Statute distinguishes between the Founder Members and Full Members - those countries whose applications for membership have been accepted by the Conference. The Statute stipulates that “any country with a substantial net export of crude petroleum, which has fundamentally similar interests to those of Member Countries, may become a Full Member of the Organization, if accepted by a majority of three-fourths of Full Members, including the concurring votes of all Founder Members.” The Statute further provides for Associate Members which are those countries that do not qualify for full membership, but are nevertheless admitted under such special conditions as may be prescribed by the Conference.

  6. Alcune importanti pipelines: • BTC • NABUCCO • SOUTHSTREAM • NORTH STREAM • ESPO — East Siberia Pacific Ocean pipeline

  7. BTC

  8. BTCBaku – Tbilisi – Ceyan Oleodotto costoso, spettacolare e delicato dal punto di vista politico Scrive la Commissione Europea: “ La costruzione dell’oleodotto BTC,dopo l’apertura del bacino del Mar Caspio,una delle fonti più ricche di gas e petrolio,sottolinea il ruolo strategico della Turchia per il trasporto di rifornimenti energetici.

  9. L’ingresso della Turchia ( in UE) contribuirebbe a tutelare le condotte che garantiscono all’Europa la fornitura di energia e può facilitare all’Europa l’accesso all’enorme ricchezza di materie prime dell’Asia Centrale e delle regioni siberiane .” Commissione Europea,6.10.2004

  10. Consorzio oleodotto BTC Lunghezza: 1770Km. Capacità:1 milione di barili al giorno. Costi di costruzione: 3,6 miliardi di $

  11. NABUCCO

  12. NABUCCO Il primo progetto patrocinato dall’UE è il gasdotto denominato “Nabucco” (Azerbaijan GeorgiaTurchia-UE), lungo 3.300 chilometri, che dovrebbe garantire la fornitura del gas dall’Iran all’Europa centrale entro il 2015. Il grande tubo partirà dalla Turchia Orientale e attraverserà Bulgaria, Romania, Ungheria e Austria Si chiama così perché, nel 2002, quando i rappresentanti delle cinque compagnie impegnate nella sua costruzione firmarono l’Accordo di Cooperazione, poi ascoltarono l’opera di Verdi al teatro dell’Opera di Vienna. Il gasdotto trasporterà gas dal Mar Caspio e dal Medioriente in Europa, passando per la Turchia. Quando sarà completato, entro il 2014 trasporterà 31 miliardi di metri cubi di gas verso l’hub energetico austriaco di Baumgarten, soddisfacendo in questo modo il 5-10% della domanda di gas europea

  13. Paesi che partecipano al progetto con le loro Compagnie petrolifere sono : • AUSTRIA • UNGHERIA • ROMANIA • BULGARIA • TURCHIA Il nostro Paese, con la sua compagnia di riferimento (Eni), è assolutamente estraneo al nuovo gasdotto.

  14. Il gas che lo alimenterà proverrà dai giacimenti dell’Azerbaijan, che esporterà la sua materia prima alla Turchia attraverso la Georgia L’obiettivo del Nabucco, infatti, è proprio quello di alleggerire la pressione russa sull’Europa occidentale. Ci sono Paesi dell’Ue (Slovacchia, Finlandia, Grecia) che dipendono interamente da Mosca per l’importazione del gas. Altri (Bulgaria, Repubblica Ceca) hanno una dipendenza quasi completa, superiore all’80%. Austria, Ungheria, Slovenia e Croazia importano più della metà del loro fabbisogno dalla Federazione Russa. Polonia, Germania e Italia più di un terzo. Francia e Romania, circa un quarto.

  15. il South Stream che con i suoi lunghi tratti sottomarini, costa circa il doppio rispetto al concorrente Nabucco e ha una forte valenza politica più che economica.

  16. South Stream In Russia l’energia è politica e Mosca ha subito promosso un progetto che fa concorrenza diretta al Nabucco Il15 maggio 2009 Il Presidente di Gazprom e l'AD di Eni, alla presenza dei premier russo e italiano, hanno firmato una nuova intesa relativa alla realizzazione del South Stream che ha confermato Eni come primo cliente internazionale del colosso russo. Questo gasdotto dalla Russia attraversa il fondale del Mar Nero e riemerge nei Balcani, dove si sdoppia: una prima pipeline attraversa la Grecia, il Mar Ionio e arriva in Italia; una seconda pipeline attraversa Bulgaria, Serbia, Ungheria, Slovenia, Austria e Italia. L’Italia, dunque, avrà ben due sbocchi del nuovo gasdotto. Inutile dire che saremo molto più dipendenti dal gas russo.  Il progetto è originario italo-russo, nato da un accordo fra Eni e Gazprom del 22 novembre 2007.

  17. La prima fornitura commerciale del gas via South Stream è prevista per il mese di dicembre 2015 Sul fronte energetico, l'Italia sostiene il progetto per il gasdotto South Stream ma continuerà ad avere fornitori e fonti di energia diversificati, anche se in futuro l'attuale equilibrio non cambierà a danno della Russia.  Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Giulio Terzi, sottolineando che "l'Eni è impegnata nello sviluppo del gasdotto South Stream, in qualità di uno dei suoi maggiori azionisti" e "il governo italiano sostiene pienamente gli sforzi di Eni a tal riguardo, nella cornice della nostra lunga cooperazione di successo con i nostri partner russi".  La cooperazione italo-russa, del resto, è a tutto campo, ha aggiunto il ministro, spiegando che l'Italia è il secondo partner commerciale della Russia in Europa: l'interscambio commerciale è ammontato a 46 miliardi di dollari nel 2011, con un incremento di oltre il 22% rispetto al 2010, mentre l'export sul mercato russo è vitale per molte piccole e medie aziende italiane.

  18. North Stream

  19. North Stream La seconda parte della condotta del gasdotto North Stream, che collega la Russia alla Germania passando sotto il mar Baltico, è stata interamente posata. In anticipo rispetto alla data prevista per il fine lavori, il dicembre 2012. Il gasdotto, voluto dal consorzio composto da  Gazprom (51%), E.On e Basf (Germania) , Gdf Suez( Francia) Gasunie (Paesi Bassi), trasporta in Europa Occidentale 27,5 miliardi di metri cubi di gas l’anno, che raddoppieranno a partire dal 2013

  20. ESPO — East Siberia Pacific Ocean pipeline L’ESPO — East Siberia Pacific Ocean pipeline — l’oleodotto più grande del pianeta, con i suoi 4700 chilometri di lunghezza – 2694 in territorio russo, 930 in quello cinese,trasporterà, dalla Siberia alla Cina, fino a 30 milioni di tonnellate di nafta e fino al 2030, per un compenso di 18,7 miliardi di euro annui, che Pechino verserà nelle casse del Cremlino.

  21. Alcune considerazioni………. Gli introiti delle licenze petrolifere non si traducono in benessere e sviluppo per tutti i cittadini dei paesi esportatori Human Development Index del programma di sviluppo dell’ UNDP colloca Venezuela al 68° posto Brasile al 72° posto Ecuador al 100° posto Bolivia al 114° posto

  22. PETROLIO, CAUSA DI GUERRE CIVILI? Una recente ricerca della Banca Mondiale ha calcolato che • Un paese, la cui economia dipende per il 30% dall’esportazione di materie prime presenta un rischio di guerra civile pari al 22% • Se la principale risorsa del paese è il petrolio il rischio sale al 40% • Se non vi è esportazione di materie prime il rischio scende allo 0,5%

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