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Dott. GIUSEPPE D’ONZA

7. BASILEA 2 : RIFLESSI SULLE IMPRESE. Il check up aziendale alla luce di Basilea II. Dott. GIUSEPPE D’ONZA. Università di Pisa. Indice della lezione. 1. Inquadramento su Basilea 2 2. Il metodo standard e i rating interni

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Presentation Transcript


  1. 7. BASILEA 2 : RIFLESSI SULLE IMPRESE Il check up aziendale alla luce di Basilea II Dott. GIUSEPPE D’ONZA Università di Pisa

  2. Indice della lezione 1.Inquadramento su Basilea 2 2.Il metodo standard e i rating interni 3. Il rapporto banca-impresa nella valutazione del merito creditizio 4. L’autodiagnosi aziendale per Basilea 2 • L’analisi qualitativa • L’analisi quantitativa • L’analisi andamentale

  3. Patrimonio di vigilanza Attivo ponderato per rischio Accordo sul capitale del 1988 Obiettivo dell’accordo: ridurre i rischi di insolvenza del sistema bancario aumentando il livello di capitalizzazione in funzione del grado di rischiosità insita nell’operatività della banca > 8%

  4. Esempi di ponderazione impieghi per il rischio • Ponderazione f(x): • la natura della controparte • le garanzie ricevute • l’eventuale rischio paese presente nel rapporto creditizio • tipologia strumento finanziario

  5. Prestito a favore di un’impresa privata, senza garanzia, per un valore nominale pari a 1 milione di euro Ponderazione prevista dalla normativa: 100%, per cui attivo ponderato pari a 1.000.000 Patrimonio da detenere, da allocare a fronte di quel rischio: 1.000.000 × 8% = 80.000 Qualora il patrimonio a disposizione fosse inferiore a 80.000, si doveva ricomporre l’attivo a favore di attività meno rischiose (ponderazioni più basse), ridurre l’attivo, aumentare il patrimonio Ciò significava, per esempio, che a fronte di un…….

  6. Il patrimonio di vigilanza è calcolato ancora in ragione dell’8% dell’attivo ponderato per il rischio di credito (+ rischi mercato e operativi) ma cambia il modo con cui vengono determinati i coefficienti di ponderazione dei prestiti in relazione: 1) variabili inerenti all’impresa; 2) forma tecnica del prestito; 3) garanzie. ESTERNI RATING BASE INTERNI AVANZATO Cosa cambia con Basilea 2?

  7. I tre pilastri del nuovo accordo Requisiti patrimoniali minimi obbligatori Basilea 2 entrerà in vigore dal 2007/2008 Controllo prudenziale Disciplina di mercato

  8. Requisiti patrimoniali minimi obbligatori Metodologie di calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito Metodo standard Metodo dei rating interni (IRB) IRB base IRB avanzato

  9. Il metodo previsto da Basilea 1 viene integrato con una più ampia ponderazione dei crediti Si prevedono ancora classi di impiego (16) e coefficienti di ponderazioni predefiniti in base al rating che tiene conto della qualità del debitore esaminata da agenzie di rating (Standard &Poor’s, Moody’s, Fitch, ecc.) I coefficienti di ponderazione del rischio di credito vengono stabiliti alla luce dell’apprezzamento che le società specializzate esprimono sul merito di credito dei diversi operatori economici Le valutazioni delle agenzie possono essere usate anche dalle banche che usano l’IRB come base per la stima della PD Il metodo standard

  10. Le esposizioni al rischio di credito sono suddivise in sedici classi fra cui: • amministrazioni e banche centrali; • enti territoriali; • intermediari vigilati; • imprese e altri soggetti; • esposizioni al dettaglio (retail); • esposizione a breve termine; • esposizioni verso organismi di investimento collettivo (OIC); • esposizioni garantite da immobili; • esposizioni scadute, ecc.

  11. Coefficienti di ponderazione per i crediti verso imprese Corporate – Standard& Poor’s • Se l’impresa è classificata come retail e non è fra le posizioni in scaduto la ponderazione è del 75% • Le credit risk mitigation ed effetti sulla ponderazione

  12. Si distinguono in: Metodo IRB Foundation (versione base) Metodo IRB(versione avanzata) Permettono la classificazione su scala ordinale del merito creditizio di un soggetto e, dunque, la ripartizione della clientela in classi differenziate di rischiosità, a cui corrispondono diverse probabilità di insolvenza Devono essere sottoposti al vaglio delle autorità di vigilanza Il metodo dei rating interni (IRB)

  13. Probabilità di insolvenza del debitore (probability of default – Pd) Misura la probabilità che la controparte passi allo stato di default entro l’arco temporale di un anno Perdita in caso di inadempienza (loss given default – Lgd) Misura la parte dell’esposizione che andrà perduta all’eventuale verificarsi dell’insolvenza Valore dell’esposizione al momento del default (exposure at default – Ead). Misura l’esposizione economica al momento del default Durata (maturity – M) Esprime la scadenza residua dell’esposizione IRB- Componenti del rischio di inadempienza

  14. Differenze tra le due varianti dell’IRB

  15. Il ruolo delle informazioni IMPRESA BANCA Bassa qualità informativa ed elevato frazionamento dei rapporti bancari ASIMMETRIA INFORMATIVA Scarsa compartecipazione del sistema bancario alle dinamiche aziendali Effetti del Nuovo Accordo sul Capitale IMPRESA BANCA RAPPORTO INTEGRATO Stabile - Duraturo - Trasparente Assicurarsi che tutti i documenti che si consegnano alla banca siano corretti, completi, di qualità elevata e siano consegnati rispettando le scadenze previste dalla stessa banca

  16. Le fasi del processo di affidamento bancario Richiesta di fido Valutazione del fido (accettazione o rifiuto) Fissazione del prezzo Monitoraggio

  17. La relazione banca-impresa Score di bilancio storico e prospettico Score qualitativo Analisi cliente Rating Integrato P.D. Analisi andamentale Score andamentale Analisi operazione E.A.D. Analisi garanzie L.G.D. EL = PD x LGD x EAD E.L. PERDITA ATTESA SINTESI DEL RISCHIO

  18. La valutazione merito creditizio e legami con il pricing Struttura e gestione impresa Assetto di governance Qualità del management Qualità del vantaggio competitivo Risultati economici-finanz. Cons. Redditività attesa ……. Garanzie personali Forma tecnica dell’operazione Garanzie reali Probabilità di insolvenza (PD) % Perdita in caso di insolvenza (LGD) Rating aziendale Rating operazione Altri fattori Credit spread Livello dei tassi Costi operativi Prezzo

  19. La diagnosi del rischio di credito Grado di influenza sui fenomeni aziendali BASSO ALTO Analisi andamentale Analisi fondamentale Scenario economico di riferimento Analisi qualitativa Settore di appartenenza Analisi quantitativa Strategie aziendali Struttura ec. finanz. Assetto delle relazioni patrimoniali Analisi andamentale Andamento delle relazioni con il mercato Andamento delle relazioni con il sist. banc. Andamento delle relazioni con la banca affidante BASSO ALTO Grado di prossimità temporale degli accadimenti aziendali

  20. L’analisi qualitativa Area informativa Obiettivi dell’area informativa • Analisi della struttura del settore, del ciclo di vita del settore e delle forze competitive che vi sono • Valutazione del posizionamento competitivo dell’azienda • Verifica della relazione fra la congiuntura settoriale e i fabbisogni finanziari generali dell’impresa 1) Settore di appartenenza e aree di business dell’impresa Analisi scenario • Analisi dei piani e della relazione con i fabbisogni finanziari • Valutazione delle modalità di creazione del valore e di conseguimento del vantaggio competitivo • Valutazione della sostenibilità del vantaggio competitivo • Grado di diversificazione produttiva 2) Strategie e politiche di mercato dell’impresa 3) Analisi della governance • Valutazione dell’imprenditore • Valutazione del management Analisi strategia e governance

  21. Aspetti dell’analisi qualitativa • Segmento di operatività • Posizionamento competitivo • Analisi del vantaggio competitivo • Analisi dei Fattori Critici di Successo • Analisi delle risorse e delle competenze • Analisi dei trend evolutivi

  22. intensità della concorrenza L’analisi del settore Fornitori Prodotti sostitutivi Entranti potenziali Acquirenti

  23. L’analisi dei fattori critici di successo I fattori critici di successo sono quelle variabili sulle quali il management può influire con le sue decisioni e che possono incidere in modo consistente sulla posizione competitive dell’impresa nel settore. Come identificarli?? Cosa vogliono i clienti?? Come affrontare i concorrenti?? Analisi della domanda Analisi della concorrenza Chi sono i nostri clienti? Cosa vogliono? Quali sono le principali dimensioni competitive? Qual è l’intensità della concorrenza? Come si raggiunge una capacità competitiva superiore?

  24. Le fonti del vantaggio competitivo Il concetto di vantaggio competitivo Un’azienda possiede un vantaggio competitivo rispetto ai suoi rivali quando ottiene in misura continuativa una redditività superiore (o quando ha la possibilità di conseguirla). Fonti del V.C. Leadership di costo Vantaggio di differenziazione Prodotti unici a prezzi elevati Prodotti simili a costi inferiori • Caratteristiche del sistema di prodotto/servizio

  25. Vantaggio Fattori critici Vantaggio competitivo Strategia di successo competitivo sostenibile nel settore sostenibile Risorse Umane Tangibili Intangibili Motivazione Abilità Fisiche Finanziarie Tecnologia Reputazione Cultura Abilità comunicative aziendale specifiche e di e conoscenze interazione Le risorse e le competenze e il vantaggio competitivo Leadership di costo Vantaggio di differenziazione Potenziale di vantaggio competitivo ottenibile Competenze aziendali

  26. FCS VC CD La formula competitiva Sistema competitivo Sistema di prodotto Struttura Giudizio di coerenza

  27. L’analisi quantitativa • Analisi retrospettiva del profilo reddituale, finanziario e patrimoniale • bilancio civilistico • rendiconto finanziario • dichiarazione dei redditi • riclassificazioni • analisi per indici • Analisi previsionale del profilo reddituale, finanziario e patrimoniale • business plan • preventivi economici, patrimoniali e finanziari • Interazione fra elementi economico-finanziari e variabili di natura competitiva

  28. I fattori quantitativi da comunicare Fonte: Commissione Europea, Guida pratica al finanziamento per le piccole e medie imprese

  29. L’analisi delle performances • Valutazione dei risultati parziali del CE (Fatturato, valore aggiunto, MOL, reddito operativo, utile lordo, utile netto) • Valutazione degli indicatori reddituali (ROE, ROI, ROS, etc) • Rapporto fra reddito operativo e oneri finanziari (leva finanziaria)

  30. L’analisi della struttura e della dinamica finanziaria • Valutazione della struttura del debito • Grado di indebitamento/indipendenza finanziaria; • Indici di indebitamento; • Valutazione equilibrio finanziario a medio lungo termine • Margine di struttura primario e secondario • Valutazione della liquidità • Margine di tesoreria primario e secondario • Determinazione dei flussi di cassa e confronto con fatturato e oneri finanziari

  31. La classificazione dei flussi finanziari per aree gestionali A. Cash flow caratteristico corrente B. Cash flow investimenti C. Cash flow extracaratteristico D. Cash flow finanziamenti E. Cash flow con soci F. Cash flow straordinario G. Cash flow imposte sul reddito = Cash flow netto globale Vedi lezione 3.2. “Il rendiconto finanziario per aree gestionali”

  32. L’analisi dell’equilibrio patrimoniale • Valutazione della composizione impieghi • Valutazione della correlazione fonti/impieghi • Margine di struttura • Margine di disponibilità • Margine di tesoreria

  33. Schema indicativo di piano d’impresa/1 • Descrizione dell’impresa • Data di costituzione, forma giuridica, settore d’appartenenza, programmi • Principali dati finanziari (fatturato, attività totali, profitto) • Principali dirigenti, eventuale piano di successione • Situazione attuale • Punti di forza e di debolezza • Contesto concorrenziale, vantaggi dei prodotti • Precisazioni su prodotti/servizi e su gruppi obiettivo di clienti • Situazione in proiezione (2–3 anni) • Opportunità e rischi • Andamento dell’impresa contrapposto all’andamento del mercato • Precisazioni su proiezioni relative a prodotti/servizi e a gruppi obiettivo di clienti

  34. Schema indicativo di piano d’impresa/2 • Modello operativo • Commercializzazione/marchi/pubblicità • Vendite/distribuzione • Macchinario/infrastrutture • Fornitori • Assetto organizzativo e risorse umane • Programmazione finanziaria • Bilancio in proiezione (biennio precedente, attuale, biennio futuro) • Conto economico in proiezione con scenari (biennio precedente, attuale, biennio futuro) • Conseguente fabbisogno di capitale, proiezioni relative ai finanziatori, ai metodi e alle garanzie • Controllo finanziario e interno • Allegati: • Referenze del cliente • Referenze della dirigenza

  35. Valutazione dei rapporti con il sistema bancario (analisi dei flussi di ritorno della Centrale dei Rischi) Valutazione dei rapporti correnti con la banca (valutazione del lavoro bancario e dei segnali di allerta) Valutazione delle pregiudizievoli (analisi del mancato rispetto di impegni vs terzi) L’analisi andamentale della Banca

  36. Quali aspetti valutare: fido accordato/utilizzato; gli sconfinamenti (per durata ed importo); i conti non movimentati puntualità nei pagamenti; le rate impagate di mutui; gli insoluti su portafoglio commerciale; la richiesta di forzatura delle condizioni standard del conto. L’analisi andamentale dell’azienda

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