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DONNE, MIGRAZIONI , DIRITTI

DONNE, MIGRAZIONI , DIRITTI. 1. QUESTIONI GENERALI: NATURA, CULTURA E RELAZIONE NELLA STORIA DEGLI STUDI DI GENERE 2. DONNE EMIGRANTI: VITTIME O PROTAGONISTE ? IL DIBATTITO IN CORSO 3. IL CASO DELLE BADANTI : LAVORO DOMESTICO, ‘FEMMINILIZZAZIONE DEI FLUSSI’ E DIRITTI

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DONNE, MIGRAZIONI , DIRITTI

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  1. DONNE, MIGRAZIONI, DIRITTI • 1. QUESTIONI GENERALI: NATURA, CULTURA E RELAZIONE NELLA STORIA DEGLI STUDI DI GENERE • 2. DONNE EMIGRANTI: VITTIME O PROTAGONISTE? IL DIBATTITO IN CORSO • 3. IL CASO DELLE BADANTI: LAVORO DOMESTICO, ‘FEMMINILIZZAZIONE DEI FLUSSI’ E DIRITTI • 4. MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI • 5. TRATTA E PROSTITUZIONE

  2. 1. QUESTIONI GENERALI: NATURA, CULTURA E RELAZIONE NELLA STORIA DEGLI STUDI DI GENERE PENSIERO OCCIDENTALE DICOTOMIE UOMO - DONNA NATURA - CULTURA PUBBLICO - PRIVATO SESSUALITA’ - POLITICA RUOLO AMBIVALENTE DELLA FAMIGLIA E DELLE RELAZIONI DOMESTICHE

  3. 1. QUESTIONI GENERALI: NATURA, CULTURA E RELAZIONE NELLA STORIA DEGLI STUDI DI GENERE CRITICA FEMMINISTA PRIMO FEMMINISMO CRITICA FEMMINISMO’NERO’ SUBORDINAZIONE UNIVERSALE DELLA DONNA NON ESISTE UNA DONNA UNIVERSALE STUDI DI GENERE COME STUDI DI GENERE COME STUDI SULLE DONNESTUDI DI RELAZIONE NUOVO FEMMINISMO E MEN’S STUDIES

  4. 2. DONNE EMIGRANTI: VITTIME O PROTAGONISTE? IL DIBATTITO 1960-1990 analisi delle dinamiche maschili network parentali, solidarietà, amicizia e sfruttamento donne ‘left behind’ donne ‘al seguito’

  5. Tratto da M. Tognetti Bordogna, Donne e percorsi migratori, FrancoAngeli 2012

  6. La presenza femminile si caratterizza come un’entità eterogenea, in cui le nazionalità di provenienza s’intersecano con le differenti tipologie di donne (mogli, singles, adolescenti) e i loro percorsi migratori. • In quest’ottica possiamo delineare tre fasi dell’immigrazione femminile in Italia. • Le prime donne ad arrivare sono state le filippine e le capoverdiane negli anni ’80, donne che sono arrivate “sole” per lavorare nel settore domestico. Esse hanno trovato facilmente impiego grazie alla crescente richiesta di colf da parte delle donne italiane, e all’intermediazione dei padri missionari, che le hanno indirizzate provvedendo, spesso, alla stipulazione dei contratti di lavoro ancor prima della partenza. • Sempre durante gli anni Ottanta sono arrivate le donne fuggite dai paesi africani in guerra, specialmente le rifugiate somale ed eritree, che hanno chiesto asilo al nostro Paese sulla base dei rapporti ex-coloniali. • Da ultimo si è assistito all’arrivo delle donne musulmane, in particolar modo marocchine e albanesi, per ricongiungimento col coniuge, emigrato anni prima, e per la stabilizzazione della propria famiglia in Italia.

  7. DONNE MIGRANTI: VITTIME O PROTAGONISTE? IL DIBATTITO ANNI ‘90 La ‘scoperta’ delle donne emigranti ‘Femminilizzazione’ dei flussi migratori 1. Fattori geo-politici: 1a. Flessibilizzazione dell’economia globale e richiesta crescente di manodopera femminile; 2b. Tensioni di carattere etnico e crescente migrazione dalle ex-colonie; 3b. Leggi restrittive e crescente importanza delle reti di relazioni familiari nel ricongiungimento familiare. 2. Diverso quadro teorico: 2a. Critiche femministe alla sociologia/antropologia classica; 2b.Paradigma transnazionale e ruolo delle donne nel connettere diversi contesti di migrazione.

  8. DONNE EMIGRANTI: VITTIME O PROTAGONISTE? IL DIBATTITO ANNI ‘90 1. Emigrazione femminile come ‘antagonista’ rispetto alle società ‘tradizionali’ di origine. 2. Crescente competizione fra uomini e donne migranti. 3. Crisi della mascolinità dell’uomo migrante

  9. 3. IL CASO DELLE BADANTI: LAVORO DOMESTICO, ‘FEMMINILIZZAZIONE DEI FLUSSI’ E DIRITTI DATI 2011 (Istat; Caritas Dossier Statistico) 1. (Istat; Caritas Dossier Statistico): domande di regolarizzazione 49% settore assistenza alle famiglie PREVALENZA DI MOTIVI DI SOGGIORNO STABILI 2. CRESCITA ESPONENZIALE DELLA COMPONENTE FEMMINILE: 1.842.000 (Romania, Marocco, Albania, Ucraina, Cina…India) solo fra le ‘regolari’. 49.9% settore domestico (61% Campania; 50% Lazio) 3. TASSO DI OCCUPAZIONE: 58%, VS. 51% donne Italiane 4. MAGGIORE ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI DISOCCUPAZIONE 5. 50% RELIGIONE CRISTIANA

  10. 3. IL CASO DELLE BADANTI: LAVORO DOMESTICO, ‘FEMMINILIZZAZIONE DEI FLUSSI’ E DIRITTI MACRO ELEMENTO CARATTERISTICO DEI PAESI DI ‘NUOVA EMIGRAZIONE’, COME L’EUROPA MERIDIONALE ‘ FEMMINILIZZAZIONE DEI FLUSSI’ STATO SOCIALE MERCATO LAVORATIVO DECLINO DEBOLE SEGMENTATO DEMOGRAFICO SCARSA MOBILITA’ VERTICALE LAVORO FEMMINILE SENZA ECONOMIA ‘EMANCIPAZIONE’ INFORMALE

  11. 3. IL CASO DELLE BADANTI: LAVORO DOMESTICO, ‘FEMMINILIZZAZIONE DEI FLUSSI’ E DIRITTI ‘In Italia la richiesta di manodopera femminile non soddisfa una domanda del settore produttivo, ma riflette un cambiamento nelle dinamiche di genere e di famiglia nonché una progressiva flessibilizzazione e precarizzazione del mercato del lavoro che più facilmente viene accettato dalle donne migranti’ DONNE ITALIANE DONNE IMMIGRATE FLESSIBILITA’ RIGIDITA’ DEL DI ORARIO SISTEMA RESIDENZIALE (Anthias & Lazaridis, Genere ed emigrazione in Europa Meridionale, 2000)

  12. 3. IL CASO DELLE BADANTI: LAVORO DOMESTICO, ‘FEMMINILIZZAZIONE DEI FLUSSI’ E DIRITTI MICRO ‘CUORE’ DELLA SOCIETA’ ITALIANA SPAZIO DOMESTICO COME SPAZIO POLITICO IDEOLOGIE E GERARCHIE DI GENERE INTERAZIONE E STIGMATIZZAZIONE RECIPROCA

  13. 3. IL CASO DELLE BADANTI: LAVORO DOMESTICO, ‘FEMMINILIZZAZIONE DEI FLUSSI’ E DIRITTI IDENTITA’ MASCHILI E IDENTITA’ FEMMINILI NELLO SPAZIO DOMESTICO AFFERMAZIONE DI MASCOLITA’ ITALIANE MODERNE ACCETTAZIONE LAVORO COMPLICITA’ FRA UOMINI PROFESSIONALE E DONNE NELL’ATTRIBUIRE FEMMINILE UN CARATTERE DI ‘NATURALITA’ AL LAVORO DOMESTICO FEMMINILE IMMIGRATO IL RUOLO DELL’UOMO NELLA GESTIONE DOMESTICA RARAMENTE DIVIENE OGGETTO ESPLICITO DI DISCUSSIONE NELLA DECISIONE DI ASSUMERE UNA LAVORATRICE STRANIERA

  14. Riassumendo…Le migranti fra “noi” • Ripensamento della contraddizione tra prossimità e distanza; tra riconoscimento e alterità • Diversi percorsi di emancipazione • Globalizzazione • Risorsa • Fonte di ricchezza • Sopravvivenza • Non solo percorsi individuali, ma frutto di dinamiche strutturate (es. debito estero) • Traffico dei corpi

  15. Processi di trasformazione • Care drain • Agenzie internazionali • “Nuovi” bisogni • New Economy • Mutamento delle caratteristiche della famiglia • Il mercato entra nella “cura” (indebolimento della famiglia/vuoto culturale?) • Trasformazioni dell’intimità

  16. Care Drain Trasferimento delle mansioni di cura e di lavoro familiare dai paesi poveri ai paesi ricchi del mondo • Catena della sostituzione • Inversione della “dipendenza”? Non nella dimensione dell’economia ma nel terreno del privato • Un “trapianto di cuore globale” ma anche “rivoluzione di genere su scala mondiale” • Resistenza

  17. Modelli di Welfare • Scandinavia • Welfare mediterraneo • Reti parentali • Riduzione del numero di figli • Lavoro di altre donne • Concentrazione dei migranti nei servizi alla famiglia • Forte concentrazione di queste attività per paesi di provenienza • Colf, badanti, familismo (esigenze di conciliazione?/redditi alti?) PERMANERE DELLA CENTRALITA’ DELLA FAMIGLIA Mercificazione della cura – lavoro servile vs. carattere relazionale

  18. Lavoro domestico • Subordinazione • Scambio di mercato • Sostituzione • Rapporti di genere/rapporti di classe • Cura come “affare di donne” • Svalorizzazione • Gestione vs. esecuzione • Badanti come controfigure • Non persone

  19. Kimberlé Crenshaw • Gli sforzi del femminismo per politicizzare l’esperienza delle donne,e quelli dell’anti-razzismo per politicizzare l’esperienza delle persone di colore si sono spesso svolti [...] su terreni mutuamente escludenti. Anche se razzismo e sessismo interagiscono con ogni evidenza nella vita reale delle persone, raramente questo succede nelle pratiche del femminismo e dell’antirazzismo

  20. COS’É L’INTERSEZIONALITÀ? • una categoria sociologico-analitica capace di evidenziare le relazioni dinamiche tra i fattori della discriminazione, e di mettere in luce l’intreccio delle variabili del genere, della razza e-o dell’appartenenza etnica, della classe, dell’età, etc.; • • un paradigma politico definito dall’attenzione rivolta ai soggetti che si collocano all’incrocio di diverse forme di disuguaglianza e suscettibili di essere ulteriormente discriminate dalle politiche antidiscriminatorie. Genere, classe sociale, ‘razza’, sono categorie che operano sia sul piano materiale sia su quello soggettivo, simbolico e relazionale: investono sia il piano strutturale che la vita di tutti i giorni

  21. Il caso delle donne sparite. • Alla nascita i maschi sono sempre in misura superiore alle femmine . 105 o 106 maschi ogni 100 femmine • Dopo il concepimento la biologia favorisce le donne; numerosi studi mostrano che se maschi e femmine ricevono stessa alimentazione e assistenza medica, le donne vivono piu’ a lungo degli uomini. Le donne sono percio’piu’ numerose degli uomini in Giappone, Usa e Europa • Non in Asia e Africa del Nord, dove le donne sono un numero minore degli uomini • LE donne non ricevono la stessa alimentazione, assistenza sociale e cure mediche degli uomini • Non nell’Africa sub sahariana: rapporto donne/uomini=1,02 • In alcuni stati dell’India, i piu’ ricchi, (Punjab, Haryana) e’ pari a 0,86

  22. Le donne sparite • Una misura quantitativa approssimata: Quante donne in piu’ ci sarebbero in questi stati se il rapporto donne e uomini fosse quello dei paesi dove le cure ricevuto sono eguali • Sen calcola circa 100 milioni nel mondo Perche’ le donne ricevono meno cure? Due spiegazioni semplicistiche • La societa’ occidentale e’ meno sessista di quella orientale • Dipende dalla sviluppo economico: diseguaglianze alimentari tra maschi e femmine frutto del sottosviluppo

  23. Obiezioni • Giappone e’ orientale ma c’e’ un surplus di donne; anche in Thailandia ed Indonesia • Ma in Asia meridionale il rapporto e’ tra i piu’ bassi del mondo (Pakistan e India e Bangladesh). • Sviluppo economico non spiega l’Africa sub sahariana e il basso rapporto donne/uoini in alcuni paesi ricchi dell’India

  24. Cina: declino significativo del rapporto d/U dopo le riforme del 1979. Piu’ sviluppo ma meno donne. • misure di controllo delle nascite • Aborti selettivi • Uccisioni di bambine • Tassi di mortalita’ infantile femminili maumentati molto dopo il 79 • Concessioni legali successive: se il primo figlio e’ femmina si puo’ avere il secondo Le spiegazioni precedenti non sono sufficienti • E’ molto piu’ importante lo status e il potere delle donne in famiglia • Lavorare fuori casa e poter possedere dei beni Altre variabili importanti • Istruzione delle donne • Diritti di proprieta’

  25. La divisione dei benefici comuni della famiglia (conflitti cooperativi) sarà probabilmente meno sfavorevole alle donne se: • Esse hanno un reddito esterno alla famiglia • Il loro lavoro è riconosciuto come produttivo (apprezzamento che viene conseguito più facilmente per il lavoro esterno alla casa) • Esse possiedono risorse economiche e qualche diritto cui fare appello • Se vi è un’inequivocabile comprensione della situazione di deprivazione delle donne, ed un riconoscimento della possibilità di cambiare questa situazione (condizionata dall’istruzione e dalla partecipazione politica)

  26. MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI (MGF) …..tutti gli interventi consistenti nell’ablazione totale o parziale degli organi genitali esterni della donna e/o tutte le lesioni degli organi genitali praticate per ragioni culturali o terapeutiche...” (OMS) Tipologia (OMS, 1995) Tipo 1: escissione del prepuzio con o senza l’escissione di parte o dell’intera clitoride (circoncisione); Tipo 2: escissione del prepuzio e della clitoride insieme alla rimozione parziale o totale delle piccole labbra; Tipo 3: infibulazione o circoncisione faraonica, è l’escissione parziale o totale dei genitali esterni con cucitura e restringimento dell’introito vaginale fino a ridurlo ad un ostio di pochi millimetri. È la forma più grave ed estesa delle mgf. Tipo 4: non classificato: raccoglie una serie di manipolazioni sui genitali come puntura, trafittura o incisione della clitoride e/o delle labbra; allungamento della clitoride e/o delle labbra; cauterizzazione per ustione della clitoride e dei tessuti circostanti; raschiatura; introduzione di sostanze corrosive nella vagina per causare emorragie oppure immissione di erbe con lo scopo di restringere la vagina.

  27. Nel mondo • Tra 100 e 130 milioni di donne hanno subito MGF • Circa 2 milioni l’anno sono a rischio In Italia Donne minorenni immigrate (31.12.2000): 132.431 di cui a rischio circa 7.000 (5,3% dato ISTAT-OMS) • Oggi 2/3 dei minori immigrati sono in realtà nati nel nostro Paese. • Secondo stime ministeriali, nel 2017 potrebbero essere 519.000, cioè il 6% della popolazione scolastica. • Attualmente circa 25.000 nuove nascite/anno.

  28. 2) Modalità operative Strumentario: lamette, vetro, coltelli Anestesia: assente o empirica Sterilizzazione: assente Cicatrizzazione: uso di paste a base di latte, uova, cenere e sterco Di recente tentativi di “sanitarizzazione” con esecuzione dell’intervento in ambiente sanitario, uso di strumentario chirurgico, sterilizzazione, fili di sutura, e farmaci cicatrizzanti Operatore: una donna esperta (in genere un’anziana del villaggio o la levatrice) Età di esecuzione: tra i 6 e i 10 anni (ma in alcuni casi dalla nascita alla pubertà e persino dopo il parto) • Pochi giorni di vita (Etiopia, Sudan) • 7 anni (Egitto, Africa Centrale) • Adolescenza (Nigeria) • Anche nelle Comunità immigrate in Europa

  29. Danni 3) Patologie Ansia Insicurezza Depressione Panico Fobie Psicosi Shock algogeno Emorragia Infezioni fisici psichici riproduttivi Dispareunìa Frigidità Sterilità Distocìe

  30. 4) Motivazioni e interpretazioni • Identità culturale appartenenza etnica (soprattutto per le forme minori) • Identità sessuale eliminazione delle tracce maschili (“escissione faraonica”) • Controllo sessuale dominio maschile sulla sessualità femminile • Motivazioni sanitarie antica credenza del danno clitorideo per il parto o della futura ipertrofia • Credenze religiose origine tribale e preislamica; dubbi hadith del Profeta • Rito di passaggio prova adolescenziale corrispettiva alla circoncisione

  31. È importante precisare che si tratta di un’antica pratica culturale, non prescritta da alcuna religione, diffusa in alcuni paesi dell’Africa centrale ed orientale (Sudan, Nigeria, Costa d’Avorio, Uganda, Mali, Benin, Burkina Faso, Egitto, Etiopia, Eritrea, Somalia, Gibuti); dell’Asia (Tailandia e Malesia) e tra le comunità immigrate provenienti da questi paesi (Europa, Usa e Canada). • La mutilazione è un segno di appartenenza ma anche di subordinazione, vincola gli individui ad un’identità collettiva ma contemporaneamente essi diventano oggetto di una strategia di disciplina secondo schemi comportamentali radicalmente diversi tra i due sessi. • In Africa le mutilazioni genitali sono fondamentali nel matrimonio, esse regolano la gestione delle risorse e gli scambi sociali. • Ma il vero significato della ricchezza della sposa o del prezzo della sposa non è quello di uno scambio commerciale, ma quello di un dono che lo sposo, o meglio la sua famiglia, cede alla famiglia della donna, in cambio della sua fertilità, in questo contesto non viene ceduta la donna, ma i suoi diritti. • Fertilità, però, nasconde dietro di sé un altro concetto: purezza, verginità. A questo proposito le mutilazioni dei genitali devono salvaguardare la castità delle donne e, secondo alcune credenze popolari, accentuarne la fertilità. • Si capisce ora come il prezzo della sposa è teso a comprare non una donna qualsiasi ma una illibata, “ben chiusa”, o ben escissa, per scongiurare ogni desiderio sessuale femminile pre e post-matrimoniale.

  32. Riti di passaggio • “In qualsiasi società la vita dell’individuo consiste nel passare successivamente da un’età all’altra e da un’occupazione all’altra” (Van Gennep,1981). • Ogni mutamento di stato che appartiene all’uomo comporta delle azioni e delle reazioni tra sacro e profano, le quali devono essere regolamentate per non arrecare disagi alla società e non alterare il suo equilibrio. È la condizione stessa di essere umano che comporta il passaggio da una società speciale ad un’altra o il passaggio da una società sociale ad un’altra. Ad ogni momento corrisponde una cerimonia, che ha sempre lo stesso scopo: “far passare l’individuo da una situazione determinata ad un’altra anch’essa determinata”. • Intraprendendo un interessante studio sui riti, Arnold Van Gennep, nel 1909, scrive nel suo libro I riti di passaggio: “ritengo legittimo distinguere una categoria speciale di Riti di passaggio, i quali si presentano ad una trattazione analitica come Riti di separazione, Riti di margine, Riti di aggregazione. A questo punto si avanza l’ipotesi che le mutilazioni genitali femminili possano essere considerate come dei veri e propri riti di passaggio, dall’infanzia all’età adulta.

  33. Nel libro “Dalla parte delle bambine” Elena Gianini Belotti (1973) affronta l’influenza che i condizionamenti sociali hanno nella formazione del ruolo femminile, giungendo a coniare il termine forte di “castrazione psicologica”: il processo di interiorizzazione del ruolo non è sempre indolore, perché, alle volte, implica repressione di energie, di istinti e di autorealizzazione. • E’ possibile interpretare il complesso sistema delle mutilazioni genitali femminili come un fondamentale problema di ruoli rigidamente fissati, dove la sfera maschile si aspetta che quella femminile si comporti sempre in una certa maniera e viceversa, reprimendo la libera iniziativa, ma soprattutto soffocando nelle bambine ansie e angosce che sono proprie del mondo degli adulti, così esse devono tacitamente e incondizionatamente accettare di subire modifiche del proprio corpo, seguire delle prescrizioni alimentari e comportamentali precise, essere domate con la forza per evitare di distribuire vergogna e disonore su se stesse e la propria famiglia, continuare a subire dolori e incorrere in gravi malattie anche dopo l’operazione, soffrire per tutta la vita durante i rapporti sessuali e rischiare la vita al momento del concepimento di ogni figlio.

  34. Convenzione internazionale sui diritti dell’Infanzia (1989) artt. 19 e 24 Conferenza Internazionale su popolazione e sviluppo (Cairo, 1994) Conferenza mondiale sulla donna (Pechino, 1995) Rispetto della dignità umana Svezia: prima legge (1979) Francia: legislazione più organica e completa Italia: prime sentenze di condanna nel 1999 per lesioni gravissime; possibilità di sospensione della patria potestà • Diritto alla vita • Diritto all’autodeterminazione • Diritto alla parità esistenziale • Diritto alla salute riproduttiva • Diritto all’integrità psico-fisica

  35. Nel 1981 il paleopatologo H. Dieck ritrovò due corpi femminili con cicatrici da infibulazione databili a 4000 anni fa. • Nel 1995 a Pechino la conferenza dell’O.N.U. stabilì la “indisponibilità dell’integrità fisica” • Dal 1996 in Kenia è il uso la “circoncisione attraverso le parole” “Ntanira – na – Mugambo” Rituale alternativo consistente in una settimana di ritiro delle adolescenti con informazioni sul tradizionale ruolo femminile di spose e madri, che si conclude con danze e canti. (Fonte Africa News Service).

  36. In Italia • MGF introdotte negli ultimi anni a seguito delle immigrazioni. • Nel 1996 147 Medici Italiani hanno denunciato di aver prestato cure a donne infibulate. IPOTESI DI REATO • Lesioni personali con circostanze aggravanti (lesioni gravi e gravissime) di cui agli Art. 582 e 583 del Codice Penale. • Se il reato è commesso su minore il Tribunale dei Minori è chiamato a intervenire per i provvedimenti del caso.

  37. La pratica simbolica e alternativa consiste in una puntura di ago sottile (puntura di spillo) sulla mucosa esterna che ricopre il clitoride dopo anestesia locale con specifica crema anestetica. L’obiettivo è quello di dare la possibilità alle bambine delle famiglie più tradizionali di evitare un danno maggiore, o meglio, di azzerarlo e di vivere protette e rispettate sia nella famiglia d’origine che nella società in cui vivono. Hanno il loro rito validato dal riconoscimento delle figure importanti della comunità (anziani/e, uomini, religiosi) ma senza la sofferenza e la mutilazione.

  38. DEFINIZIONI • Traffico del sesso: “the procurement e l’ organizzazione dello sfruttamento e/o del trasporto e migrazione – legale o illegale – di donne, anche con il loro consenso, allo scopo di sfruttarle sessualmente, con l’uso di forza e/o coercizione” (Council of Europe Recommendation No. R (2000) 11 of the Committee of Ministers) • Prostituzione: “la compravendita di servizi sessuali sulle strade, in case chiuse, bordelli, hotels, locali notturni, siti Internet, agenzie per il turismo sessuale, servizi escort”

  39. TRATTA Sfruttamento economico (sessuale o lavorativo) di individui costretti tramite inganno o minacce a migrare Trafficking Smuggling Favorire l’ingresso illegale Protocollo di Palermo del 2001 Art. 3 1 Trasferimento 2 Forzato 3 A scopo di sfruttamento La tratta è un businness Ogni anno oltre 1 milione i bambini vittime di tratta

  40. La tratta è un crimine o un reato o una violazione perpetrata ai danni di una persona (trafficking),mentre la facilitazione dell’immigrazione clandestina o irregolare, meglio conosciuta come "contrabbando di persone“ (smuggling), è un reato contro lo Stato. • La definizione di tratta delinea i confini di questo reato, ma non provvede a definire con chiarezza chi ne è la vittima: le condizioni che determinano questo status devono essere desunte dalla stessa definizione del reato. In tal modo si è generata una certa confusione, ma soprattutto il reato è stato di volta in volta affrontato sulla base delle diverse modalità di sfruttamento: sessuale, lavorativo, accattonaggio, commercio di organi, etc. • Per identificare correttamente chi è la vittima di tratta è opportuno partire dalla "Dichiarazione delle Nazioni Unite dei principi fondamentali di giustizia per le vittime di crimini ed abusi di potere" del 1986: • Per vittima intendiamo una persona che ha sofferto: • un danno fisico o mentale • una sofferenza emotiva • una perdita economica • una sostanziale violazione dei diritti fondamentali della persona.

  41. Tratta e immigrazione: differenze • Il traffico di persone e l'immigrazione clandestina non sono la stessa cosa. Nella tratta le persone vengono ingannate o indotte a trasferirsi - all'interno dello stesso paese o all'estero, attraverso canali legali o illegali - per poi essere rese schiave. L'immigrazione clandestina è aiutare qualcuno ad oltrepassare una frontiera illegalmente dietro pagamento.

  42. Tratta di esseri umani:dossier UE17 aprile 2007 • UN MILIONE DI VITTIME OGNI ANNO • 80% DELLE VITTIME SONO DONNE E BAMBINI • NEL 70% DEI CASI IL TRAFFICKING E' A SCOPO DI SFRUTTAMENTO SESSUALE

  43. Quante sono in Italia Forbice: 17.000/57.000 Vittime inserite in progetti di protezione sociale aa. 2000/2007: 13.517 938 minori. Denunciati (aa 2004/2005) : 6.416 Arrestati (aa 2004/2005): 804

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