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Dott.ssa Di Egidio Marika Dott.ssa Di Felice Virginia

Disturbi specifici dell’apprendimento e strategie didattiche. Dott.ssa Di Egidio Marika Dott.ssa Di Felice Virginia. Programma della seconda giornata. I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA): Riferimenti normativi DSA e strategie didattiche Scuola dell’infanzia

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Dott.ssa Di Egidio Marika Dott.ssa Di Felice Virginia

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Presentation Transcript


  1. Disturbi specifici dell’apprendimento e strategie didattiche Dott.ssa Di Egidio Marika Dott.ssa Di Felice Virginia

  2. Programma della seconda giornata • I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA): Riferimenti normativi • DSA e strategie didattiche • Scuola dell’infanzia • Scuola primaria e secondaria di primo grado • In classe ho un alunno che… spiegare i DSA al gruppo classe e favorire l’integrazione • Essere genitori di un bambino con DSA: difficoltà e consigli pratici.

  3. DSA: riferimenti normativi

  4. Legge n°170, 08.10.2010 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico

  5. Legge n°170, 08.10.2010 Articolo 1 - Riconoscimento e definizione di dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia - “La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati DSA, che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana”

  6. Legge n°170, 08.10.2010 Articolo 1 “Ai fini della presente legge, si intende per: • Dislessia: disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura. • Disgrafia: disturbo specifico di scrittura che si manifesta con una difficoltà nella realizzazione grafica. • Disortografia: disturbo specifico di scrittura che si manifesta con una difficoltà nei processi linguistici di transcodifica. • Discalculia: disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri.”

  7. Legge n°170, 08.10.2010 -Finalità- • Garantire il diritto all’istruzione • Favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità • Ridurre i disagi relazionali ed emozionali • Adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti • Preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA • Favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi • Incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione • Assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale

  8. Legge n°170, 08.10.2010 -Diagnosi- • La diagnosiè effettuata nell’ambito dei trattamenti specialistici già assicurati da Servizio sanitario nazionale (o presso specialisti o strutture accreditate) ed è comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente. • È compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia attivare previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA. • Per gli studenti che, nonostante adeguate attività di recupero didattico mirato, presentano persistenti difficoltà, la scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia.

  9. Legge n°170, 08.10.2010 - Formazione nella scuola- • Nell’ambito dei programmi di formazione del personale docente e dirigenziale delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, è assicurata un’adeguata preparazione riguardo alle problematiche relative ai DSA, finalizzata ad acquisire la competenza per individuarne precocemente i segnali e la conseguente capacità di applicare strategie didattiche , metodologiche e valutative adeguate.

  10. Legge n°170, 08.10.2010 -Misure educative e didattiche di supporto- • Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari. • Agli studenti con DSA le istituzioni scolastiche garantiscono: • Didattica individualizzata e personalizzata • Strumenti compensativi e misure dispensative • Adeguate forme di verifica e di valutazione

  11. Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento(allegate al Decreto Ministeriale 12 Luglio 2011)

  12. Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento • Didattica individualizzata: modula la didattica, i tempi, gli strumenti rispetto alle caratteristiche dell’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze • Didattica personalizzata: calibra l’offerta didattica e le modalità relazionali sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo.

  13. Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento • Strumenti compensativi: strumenti che permettono di compensare la debolezza funzionale derivante dal disturbo, facilitando l’esecuzione dei compiti automatici compromessi dal disturbo specifico, proprio come un paio di occhiali permette al miope di leggere ciò che è scritto sulla lavagna. • Strumenti dispensativi: Le misure dispensative sono invece interventi che consentono all’alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento. Per esempio, non è utile far leggere a un alunno con dislessia un lungo brano, in quanto l’esercizio, per via del disturbo, non migliora la sua prestazione nella lettura.

  14. Strumenti compensativi • Tabelle dei mesi, dell’alfabeto e dei vari caratteri • Tavola pitagorica • Tabella delle misure, tabelle delle formule • Mappe concettuali • Calcolatrice • Registratore o MP3 • Computer con programmi di videoscrittura con correttore ortografico e sintesi vocale • Libri digitali • Audiolibri • Dizionari computerizzati e traduttori

  15. Strumenti compensativi

  16. Strumenti dispensativi • Si dispensa il bambino da attività quali: • Lettura a voce alta • Scrittura veloce sotto dettatura • Lettura di consegne • Uso del vocabolario • Memorizzazione delle tabelline • Studio della lingua straniera in forma scritta • Stesura di appunti

  17. Verifica e Valutazione • Nelle verifiche preferire la scelta multipla, V/F, caratteri grandi, testo in digitale • Lettura del testo della verifica • Dare più tempo o diminuire la quantità di compiti da svolgere • Non giudicare l’ordine o la calligrafia, ma privilegiare i concetti • Interrogazioni programmate • Prove orali al posto di prove scritte • Uso di mediatori didattici durante le interrogazioni (mappe, schemi, ecc.)

  18. Verifica e Valutazione La valutazione: • deve tener conto delle caratteristiche personali del disturbo, del punto di partenza, degli obiettivi raggiunti, cercando di premiare i progressi e gli sforzi • deve essere effettuata in base ai progressi acquisiti, all’impegno, alle conoscenze apprese e alle strategie operate • negli Esami di Stato, sono contemplati tempi più distesi, l’utilizzo di strumenti compensativi e valutazioni più attente ai contenuti che alla forma • Essere sempre sinceri nella valutazione • “Come può essere così difficile”: https://www.youtube.com/watch?v=9Wb7vS3k2Lc

  19. Piano Didattico Personalizzato (PDP) • L’iter da seguire per redigere questo documento prevede: • Deposito della diagnosi in segreteria, protocollo ed archiviazione nel fascicolo personale dell’alunno. • Acquisizione della diagnosi da parte dei docenti e incontro con la famiglia e il referente DSA (o il Dirigente Scolastico) per raccogliere informazioni e ipotizzare le soluzioni più funzionali al caso specifico. • Stesura del documento.

  20. Piano Didattico Personalizzato (PDP) • Documento che riporta l’elenco degli strumenti compensativi e dispensativi adottati nelle diverse discipline scolastiche, oltre alle modalità di verifica e di valutazione a cui gli insegnanti si devono attenere. • La stesura del PDP è un atto dovuto per gli alunni con diagnosi di DSA. Viene redatto all’inizio scolastico, entro i primi due mesi per gli studenti già segnalati, dal team dei docenti.

  21. Piano Didattico Personalizzato (PDP) Deve contenere almeno i seguenti punti: • Dati anagrafici dell’alunno; • Tipologia del disturbo; • Attività didattica individualizzate; • Attività didattiche personalizzate; • Strumenti compensativi utilizzati; • Misure dispensative adottate; • Forme di verifica e valutazione personalizzate.

  22. Piano Didattico Personalizzato (PDP) • Dovrà essere sottoscritto dalla famiglia che ne tratterrà una copia. • La famiglia potrà decidere di non rendere note le difficoltà del figlio alla classe o potrà rifiutare l’adozione del PDP, ma, in questo caso, dovrà presentare una dichiarazione scritta di tale rifiuto, per assumersi la responsabilità di un eventuale insuccesso formativo del figlio. • Il PDP è custodito nel fascicolo personale dell’alunno e diventa il documento di riferimento per gli anni successivi fino all’Esame di Stato. • È comunque possibile apportare delle modifiche in itinere qualora ce ne fosse la necessità.

  23. Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali (BES) e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica(Direttiva ministeriale del 27/12/12)

  24. Bisogni educativi speciali • L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione in maniera continua o per determinati periodi, per motivi: • fisici • biologici • fisiologici • psicologici • sociali

  25. Bisogni educativi speciali Lo svantaggio scolastico comprende tre categorie: • Disabilità • Disturbi evolutivi specifici • DSA • I Deficit del linguaggio • I deficit delle abilità non verbali • I deficit della coordinazione motoria • I deficit dell’attenzione e dell’iperattività • Svantaggio socio-economico, linguistico e culturale

  26. Bisogni educativi speciali Strategie di intervento: • Elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni con BES, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate. • Le scuole – con determinazioni assunte dai Consigli di Classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico- possono avvalersi per tutti gli alunni con BES di strumenti compensativi e dispensativi previsti dalla Legge 170/2010.

  27. DSA e strategie didattiche

  28. Cosa fare se ci sono in classe bambini con DSA? • Gli insegnanti possono fare molto: sono le prime persone che possono accorgersi del problema rilevando in classe delle difficoltà

  29. Cosa fare se ci sono in classe bambini con DSA? • Durante la scrittura: • Impugnatura scorretta della penna • Posizionamento corporeo inadeguato • Mancato ausilio dell’altro mano • Utilizzo inadeguato dello spazio nel foglio • MACRO e micro grafia alternate • Difficoltà di riprodurre figure geometriche • Direzionalità della scrittura • Copia dalla lavagna

  30. Cosa fare se ci sono in classe bambini con DSA? • Durante la lettura: • Mancato riconoscimento dei caratteri tipografici diversi • Difficoltà a mantenere il segno: perdita della riga, salto della parola • Inadeguatezza della lettura ad alta voce: lentezza ed errori • Distinzione tra lettere simili: p/b d/q p/q t/v f/b • Doppie • Uso della punteggiatura (inadeguata o ignorata) • Difficoltà di comprensione del testo

  31. Cosa fare se ci sono in classe bambini con DSA? • Difficoltà nella matematica: • Difficoltà nella numerazione regressiva • Errori al cambio decina • Mancata memorizzazione della procedura del calcolo nelle quattro operazioni • Mancata memorizzazione delle formule • Incapacità ad esplicitare le procedure seguite per risolvere un problema • Difficoltà nei calcoli e nell’incolonnamento • Scarsa comprensione del testo del problema • Copia corretta di numeri: inversione 13/31

  32. Cosa fare se ci sono in classe bambini con DSA? • Nello studio: • Difficoltà attentive • Difficoltà nella memorizzazione • Difficoltà di esposizione orale • Lessico di base assai ridotto • Difficoltà a ricordare le date • Difficoltà a costruire e utilizzare organizzatori spazio/temporali (prima-dopo, su-giù, dx-sx) • Difficoltà a esprimersi attraverso strutture sintattiche complesse

  33. Cosa fare se ci sono in classe bambini con DSA? • Nel comportamento: • Distraibilità • Grande lentezza • Demotivazione • Disordine • Irrequietezza

  34. Come intervenire: Osservazione • Rilevazione difficoltà di: • lettura, scrittura, calcolo • visuo-spaziali • memoria • coordinazione motoria • emotive, sociali, comportamentali • Quando? • 3 volte nel corso dell’anno scolastico: • Inizio anno • Metà anno • Fine anno • Quali strumenti? • SIPDA: scuola dell’infanzia e prima elementare • SIDASEM: scuola elementare e media

  35. SIPDAScheda per l’Identificazione Precoce dei Disturbi dell’Apprendimento • Scuola dell’Infanzia e primo anno elementari • Checklist di 30 item • Prende in considerazione 5 categorie di abilità: • Comportamentali • Cognitive • Comunicative • Visuospaziali • Pre-curriculari e curriculari • Scala a 4 punti: • 0 = MAI • 1 = A VOLTE • 2 = SPESSO • 3 = SEMPRE

  36. SIPDAScheda per l’Identificazione Precoce dei Disturbi dell’Apprendimento

  37. SIPDAScheda per l’Identificazione Precoce dei Disturbi dell’Apprendimento

  38. SIDASEMScheda per l’Individuazione dei Disturbi dell’Apprendimento nella Scuola Elementare e Media • Scuola elementare e Scuola media • Checklist di 30 item • Prende in considerazione 5 categorie di abilità: • Comportamentali • Cognitive • Linguistiche • Visuospaziali • Curriculari • Scala a 4 punti: • 0 = MAI • 1 = A VOLTE • 2 = SPESSO • 3 = SEMPRE

  39. SIDASEMScheda per l’Individuazione dei Disturbi dell’Apprendimento nella Scuola Elementare e Media

  40. SIPDA E SIDASEMINDICATORE PREVISIONE DI RISCHIO • Calcolo dell’Indicatore di Previsione di Rischio: PR(I) = PO/PMO x 100 • Legenda: • I = Indicatore • PR = Previsione del Rischio • PO = Punteggio ottenuto dal bambino • PMO = Punteggio Massimo Ottenibile (120)

  41. SIPDA E SIDASEMINDICATORE PREVISIONE DI RISCHIO • Esempio: PR(I) = PO/PMO x 100 • Punteggio totale ottenuto dal bambino (PO) = 80 • PR(I) = 80/120 x 100 = 0.67 x 100 = 67% • Il PR(I) del bambino esaminato è pari al 67%, quindi si colloca nell’area di rischio “MODERATO” compresa tra il 46-70 %

  42. Come intervenire: Didattica • Non è pensabile effettuare due didattiche separate, una per chi non ha difficoltà e una per chi le ha. • È opportuno modificare la didattica per tutti, adeguandola opportunamente

  43. Strategie didattiche per la scuola dell’infanzia

  44. Alcuni suggerimenti • Osservazione di disegno e scrittura spontanea: permette di valutare nel tempo lo sviluppo del codice scritto e di capire quale sia il livello di concettualizzazione della propria scrittura raggiunto dal bambino sia le strategie utilizzate nel formulare ipotesi • Far acquisire consapevolezza fonemica, prerequisito prioritario per l’evoluzione delle abilità di lettura e scrittura.

  45. Consapevolezza fonemica • Capacità di percepire e riconoscere per via uditiva i fonemi che compongono il linguaggio parlato • Il bambino inizia a parlare: non ha la percezione che le parole sono formate da suoni ma le percepisce come un tutt’uno. In seguito, spontaneamente, inizia a individuare i singoli suoni che compongono le parole • A 5 anni: • Riconoscimento della sillaba iniziale • Segmentazione della parola in sillabe • Riconoscimento della differenza tra un suono e l’altro • A 6 anni: • Segmenta le parole in sillabe, ma non è ancora in grado di analizzare i fonemi che compongono prima le sillabe e poi le parole.

  46. Consapevolezza fonemica • Per far acquisire una buona consapevolezza fonemica occorre lavorare su: • Sintesi sillabica > ti dirò una parola a pezzettini e tu dovrai indovinare che parola è (ME-LA = MELA) • Segmentazione sillabica > ti dirò una parola tutta insieme e tu dovrai ripeterla a pezzettini (MELA = ME- LA) • Discriminazione di coppie minime (parole)> ti dirò delle parole e mi dirai se sono uguali o no (MELA – TELA) • Discriminazione di coppie minime (non parole)> ti dirò delle parole che non esistono e tu mi dirai se sono uguali (PADE-FADE) • Riconoscimento della sillaba iniziale di parola > ti dirò una parola e tu mi dirai quale fra le altre tre comincia allo stesso modo (PIPA….TORTA-MACCHINA-PISTOLA)

  47. Consapevolezza fonemica • Ricognizione di rime (sostenuta da immagini) > dimmi quale fa rima (PINO….COLLO-FIORE-VINO) • Riconoscimento del suono iniziale della parola (dapprima riferito alla sillaba e quindi al fonema iniziale): giocare con i bambini al “comincia come” permetterà di capire se sanno isolare il primo suono nella parola e quindi mettere insieme tutto ciò che comincia allo stesso modo in maniera stabile. Es. CANE comincia come GATTO o come CAVALLO? MELA comincia come PERA o come MARE? Dimmi tutte le parole che ti vengono in mente che cominciano come APE, come il tuo nome, come MAMMA… • Giudizi sulla lunghezza della parola: usare il ritmo, contare i pezzi (SILLABE) che compongono le parole, chiedere: “È più lunga la parola TRENO o COCCINELLA; MUCCA o LIBELLULA ecc.” ci permette di valutare se il giudizio dei bambini si riferisce all’aspetto semantico o all’aspetto acustico. • Riconoscimento e produzione di rime: lavorare con rime, filastrocche, conte, aiuta a capire a quale livello di analisi fonologica il bambino lavora

  48. Suggerimenti operativi • Scioglilingua • Rime • Tapping • dimmi i suoni della parola “limone” e mentre li dici batti un colpo per ogni suono della parola • Giochi linguistici • Una parola che inizia come… • Una parola che finisce come… • Se dico “l” e aggiungo “una” viene fuori… • Chi trova la “p” nelle parole… • Spelling • ATTENZIONE! Fondamentale l’individuazione precoce delle difficoltà. Molti bambini con un basso livello di consapevolezza fonemica dopo un breve periodo di training progrediscono rapidamente in tale abilità. Altri nonostante il training non migliorano: sono i soggetti “a rischio” di difficoltà nell’apprendimento della lettura.

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