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Eugenio Montale. Il male di vivere. Spesso il male di vivere ho incontrato ( Ossi di seppia ).
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Eugenio Montale Il male di vivere
Spesso il male di vivere ho incontrato(Ossi di seppia) Spesso il male di vivere ho incontrato: era il rivo strozzato che gorgoglia, era l'incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato. Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la divina Indifferenza: era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
Spesso il male di vivere ho incontrato(Ossi di seppia) IN QUESTA POESIA E' POSSIBILE VEDERE IL CORRELATIVO OGGETTIVO (>ELIOT): OGGETTI CORRELATI = LEGATI) A EMOZIONI INESPRIMIBILI CON LE SOLE PAROLE. PAROLA IN CRISI: NON PUÒ RENDERE CHIARAMENTE CIÒ CHE PROVIAMO. ESSA È INSUFFICIENTE. L’IMMAGINE INCARNA CIÒ CHE SI SENTE IN UN RAPPORTO TRA LE PAROLE E GLI OGGETTI CONCRETI. IL POETA PARLA DEL MALE DI VIVERE USANDO UN VERBO MATERIALE HO INCONTRATO, E RAPPRESENTA IL MALE DI VIVERE CON LE COSE CHE LO RAPPRESENTANO. DOLORE E SOFFRENZA: RIVO STROZZATO, INCARTOCCIARSI DELLA FOGLIA RIARSA, CAVALLO STRAMAZZATO IN OPPOSIZIONE AL “MALE DI VIVERE” VI E' L'ATTEGGIAMNETO STOICO E DITACCATO DI INDIFFERENZA ASSUNTO DALLA DIVINITA' DI FRONTE ALLA MISERIA DEL MONDO NELLA SECONDA STROFA CI SONO TRE CORRELATIVI OGGETTIVI DEL “BENE”: LA STATUA, LA NUVOLA, IL FALCO Scontri consonantici – fonosimbolismo per esprimere disagio esistenziale (cfr. Dante rime aspre e chiocce) Climax discendente (male = terra); climax ascedente (bene – se esiste – è atarassico/ indifferenza/ lontano da ciò che è terreno)
DIMENSIONE ESISTENZIALE DELLA POESIA DI MONTALE L'argomento della mia poesia (...) è la condizione umana in sé considerata: non questo o quello avvenimento storico. Ciò non significa estraniarsi da quanto avviene nel mondo; significa solo coscienza, e volontà, di non scambiare l'essenziale col transitorio (...). Avendo sentito fin dalla nascita una totale disarmonia con la realtà che mi circondava, la materia della mia ispirazione non poteva essere che quella disarmonia» (E. Montale in "Confessioni di scrittori (Intervista con se stessi)", Milano 1976).
I LIMONI (Ossi di seppia) Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti. lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi dove in pozzanghere mezzo seccate agguantanoi ragazzi qualche sparuta anguilla: le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni. Meglio se le gazzarre degli uccelli si spengono inghiottite dall'azzurro: più chiaro si ascolta il susurro dei rami amici nell'aria che quasi non si muove, e i sensi di quest'odore che non sa staccarsi da terra e piove in petto una dolcezza inquieta. Qui delle divertite passioni per miracolo tace la guerra, qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza ed è l'odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose s'abbandonano e sembrano vicine a tradire il loro ultimo segreto, talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l'anello che non tiene, il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verità. Lo sguardo fruga d'intorno, la mente indaga accorda disunisce nel profumo che dilaga quando il giorno piú languisce. Sono i silenzi in cui si vede in ogni ombra umana che si allontana qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase. La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta il tedio dell'inverno sulle case, la luce si fa avara - amara l'anima. Quando un giorno da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; e il gelo dei cuore si sfa, e in petto ci scrosciano le loro canzoni le trombe d'oro della solarità.
POESIA PROGRAMMATICA: SI RIVOLGE AL LETTORE IN FORMA DISCORSIVA E CONFIDENZIALE RIFIUTA LA POESIA AULICA E SUBLIME DEI POETI LAUREATI, QUELLI DELLA TRADIZIONE UFFICIALE E NAZIONALE (CARDUCCI, D'ANNUNZIO CHE ERA IL POETA-VATE) CONTRAPPONE UNA REALTA' COMUNE, COSTITUITA DAL PAESAGGIO POVERO E SCABRO, ARIDO COME PASCOLI, SCEGLIE PAROLE PRECISE E CONCRETE PER INDICARE COSE E OGGETTI I LIMONI: IMMAGINE SIMBOLICA E RISOLUTIVA , SIMBOLO DI UNA REALTA' NUDA E ASPRA, MA INTENSAMENTE COLORATA E VIVA TIPICA PIANTA DEL MONDO MEDITERRANEO NATURA : REALTA' CONCRETA E TANGIBILE, ANIMATA SEPPURE IN UNA ATMOSFERA RAREFATTA E STATICA, IN CUI L'ORIZZONTE E' LONTANO SOLO IN QUESTA REALTA', ELEMENTARE E SEMPLICE, NOI COMUNI MORTALI POSSIAMO AVERE UN PO' DI PACE E DI FELICITA'
SIGNIFICATO ESISTENZIALE DE I LIMONI NEL SILENZIO DELLA NATURA, NELLA CAMPAGNA IMMERSA NELLA CALURA ESTIVA, LE “COSE” SEMBRANO ABBANDONARSI, COME SE FOSSERO SUL PUNTO DI RIVELARE IL SEGRETO DEL MISTERIOSO E INCOMPRENSIBILE DISEGNO DELL'ESISTENZA NELLA NUDA ED ESSENZIALE REALTA' NATURALE, L'UOMO TALORA RIESCE AD APRIRSI UN VARCO VERSO LA CONOSCENZA, MA... AL PAESAGGIO ESTIVO E CAMPAGNOLO SI SOSTITUISCE IL “TEMPO NELLE CITTA'” = RUMORE E DISATTENZIONE, DOVE LA NATURA E' SCOMPARSA MA NELL'ALTERNA VICENDA DELLE STAGIONI, ANCHE DI INVERNO, LA VISTA DI UN ALBERO DI LIMONI IN UN CORTILE CITTADINO RIPORTA IL CALORRE DELLA VITA E LA FELICITA' DI UNA RINATA ILLUSIONE MESSAGGIO POSITIVI, DI SPERANZA, EFFIMERA GIOIA
http://www.youtube.com/watch?v=-QSi7qs6Jbk I LIMONI LETTA DA NANDO GAZZOLO
NON CHIEDERCI LA PAROLA Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un croco Perduto in mezzo a un polveroso prato. Ah l'uomo che se ne va sicuro, agli altri ed a se stesso amico, e l'ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro! Non domandarci la formula che mondi possa aprirti sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
IPOTETICO INTERLOCUTORE, NOI POETICO, CHE INCLUDE TUTTI I POETI DOCUMENTO ESSENZIALE DI POETICA, IN CUI SI AFFERMA L'IMPOSSIBILITA' - SUL PIANO DELLA CONOSCENZA - DI COMUNICARE QUALSIASI MESSAGGIO POSITIVO O CONSOLATORIO INCAPACITA' DI DECIFRARE IL MONDO PUO' COMUNICARE SOLO L'ASSENZA, LA MANCANZA, IL RIFIUTO DELL'ESISTENTE VUOLE METTERE IN GUARDIA DA COLORO CHE SBANDIERANO FACILI CERTEZZE
NON CHIEDERCI LA PAROLA INVITO AL CORAGGIO, ALLA RESISTENZA, A NON AVER PAURA DELLA VERITA' CONTESTO STORICO: ERANO I PRIMI ANNI DELLA DITTATURA FASCISTA CHE SBANDIERAVA FALSI MITI DI POTENZA E DI SICUREZZA IL DURO MESSAGGIO DI M. INVITAVA ALLA RESISTENZA, ALL'OPPOSIZIONE INTELLETTUALE
PRIMA CHE POLITICA E MILITANTE, E IN QUESTO SENSO FU INTESA DA TANTI GIOVANI CHE LO TRADUSSERO IN AZIONE POLITICA ANTIFASCISTA
HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO, UN MILIONE DI SCALE DALLA RACCOLTASATURA (1962-1970) “XENIA” HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO, ALMENO UN MILIONE DI SCALE E ORA CHE NON CI SEI è IL VUOTO AD OGNI GRADINO. ANCHE COSI' E' STATO BREVE IL NOSTRO LUNGO VIAGGIO. IL MIO DURA TUTTORA, NE' PIU' MI OCCORRONO LE COINCIDENZE, LE PRENOTAZIONI, LE TRAPPOLE, GLI SCORNI DI CHI CREDE CHE LA REALTA' SIA QUELLA CHE SI VEDE. HO SCESO MILIONI DI SCALE DANDOTI IL BRACCIO NON GIA' PERCHE' CON QUATTR'OCCHI FORSE SI VEDE DI PIU'. CON TE LE HO SCESE PERCHE' SAPEVO CHE DI NOI DUE LE SOLE VERE PUPILLE, SEBBENE TANTO OFFUSCATE, ERANO LE TUE
D’Annunzio…rivisitato… Piove. È uno stillicidio senza tonfidi motorette o strilli di bambini. Pioveda un cielo che non hanuvole.Piovesul nulla che si fain queste ore di scioperogenerale. Piovesulla tua tombaa San Felicea Emae la terra non tremaperché non c'è terremotoné guerra. Piovenon sulla favola belladi lontane stagioni,ma sulla cartellaesattoriale,piove sugli ossi di seppia,e sulla greppia nazionale. Piovesulla Gazzetta Ufficiale qui dal balcone aperto, piove sul Parlamento, piove su via Solferino, piove senza che il vento smuova le carte. La tomba a S. Felice a Ema, nei pressi di Firenze, è quella della moglie. Greppia = mangiatoia per il bestiame; qui simboleggia con sarcasmo ciò che ci dà da vivere. Via Solferino: sede del “Corriere della Sera” presso cui M. era giornalista.
…la parodia del panismo (da Satura) Piove in assenza di Ermione se Dio vuole,piove perché l'assenza è universalee se la terra non trema è perché Arcetri a lei non l'ha ordinato. Arcetri: osservatorio nei pressi di Firenze; l’affermazione rovescia i nessi logici: come può un osservatorio (che solo li registra) “ordinare” i fenomeni naturali? Epistemi: teorie Indiato: trasformato in dio Ceffo: volto Work in regress: rovesciamento ironico del work in progress Dove appari….: si rivolge alla moglie che non c’è più. Esiste solo la sua assenza! Piove sui nuovi epistèmi del primate a due piedi, sull'uomo indiato, sul cielo, ominizzato, sul ceffo dei teologi in tutao paludati,piove sul progressodella contestazione,piove sui works in regress,piovesui cipressi malatidel cimitero, sgocciolasulla pubblica opinione. Piove, ma dove appari non è acqua né atmosfera,piove perché se non sei è solo la mancanza e può affogare.