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Eugenio Montale (1896-1981). Un ossimoro permanente. Vita e opere 1. 1896: nasce a Genova 1917: partecipa alla Prima guerra mondiale 1925: pubblica Ossi di Seppia firma il Manifesto degli intellettuali antifascisti 1927: si trasferisce a Firenze e collabora alla rivista «Solaria»
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Eugenio Montale(1896-1981) Un ossimoro permanente
Vita e opere 1 1896: nasce a Genova 1917: partecipa alla Prima guerra mondiale 1925: pubblica Ossi di Seppia firma il Manifesto degli intellettuali antifascisti 1927: si trasferisce a Firenze e collabora alla rivista «Solaria» 1938: perde il lavoro al Gabinetto Vieusseux per essersi rifiutato di iscriversi al Partito fascista 1939: pubblica Le occasioni
Vita e opere 2 1945: si iscrive al Partito d’azione 1947: abbandona l’impegno politico 1948: si trasferisce a Milano 1956: pubblica La bufera e altro 1975: riceve il premio Nobel per la letteratura 1981: muore a Milano
Dall’album di famiglia • La villa a Monterosso luogo molto importante per il poeta nel suo immaginario letterario. • Fu questa villa e dintorni che servirono a plasmare il mondo di colori, suoni, profumi di ossi di seppia.
Le influenze culturali • Simbolismo francese • Sperimentalismo linguistico di Pascoli • Tendenza prosaico-colloquiale dei crepuscolari • Lirismo vociano • Differenza rispetto ai simbolisti → la poesia non scopre la verità, non dà risposte sui “perché” della vita • Rifiuto dell’artificiosità dannunziana e del poeta vate
La concezione della vita • Montale respinge le illusorie certezze, va oltre le apparenze → come Svevo e Pirandello • “Male di vivere” = condizione connaturata all’esistenza → pessimismo cosmico leopardiano • pessimismo attivo → esiste una possibilità di riscatto: il “varco”, l’intuizione del segreto del mondo • Possibilità di riscatto dal dolore e dal determinismo
La poetica degli oggetti • Montale lascia parlare le cose- no a effusione di sentimenti di Pascoli e dei crepuscolari- rifiuto del procedimento analogico dei simbolisti e di Ungaretti- rifiuto del gioco musicale degli ermetici • “Correlativo oggettivo”, tecnica tipica di Thomas Eliot:- gli oggetti sono nello stesso tempo cose ed emblemi della condizione umana
Evoluzione della poetica La bufera e altro(1956)- accentuazione dell’ansia metafisica- aspirazione al superamento della disarmonia tra l’io e il mondo- la fede politica o religiosa non libera l’uomo dall’angoscia della vita Satura(1971)- denuncia della fine dei valori umanistici- ironia e distacco per difendere l’identità poetica- poesia → strumento per trovare un significato alla vita
Lo stile: caratteristiche generali • Rifiuto dello sperimentalismo avanguardistico • Ricerca della parola essenziale e carica di suggestioni • Recupero delle forme metriche tradizionali • Linguaggio colloquiale • Sintassi coordinata • Musicalità diffusa, ritmo lento e cadenzato
Evoluzione dello stile Ossi di Seppia (1925)- stile aspro e antimelodico- assonanze, consonanze, rime interne- linguaggio figurato (ossimori, asindeti, anafore, paronomasie) Le Occasioni(1939)- linguaggio oscuro e difficile- sintassi ampia e metrica tradizionale La bufera e altro(1956)- ricercatezza lessicale, plurilinguismo, irregolarità metrica Satura(1971)- lirica diaristica, stile prosastico, temi quotidiani
Ossi di seppia: edizioni e struttura • Prima ed. (1925) → seconda ed. (1928) → altre edizioni • Titolo- manifesto poetico → aspirazione all’essenzialità, come ossi di seppia levigati • 61 liriche scritte tra il 1916 e il 1928 suddivise in quattro sezioni:- Movimenti → ricerca di un accordo tra il cuore e il mondo naturale- Ossi di seppia → disarmonia fra uomo e natura, poetica dell’oggetto- Mediterraneo → presenza dominante del mare, mancanza di certezze- Meriggi e ombre → figura di Annetta, anticipazione di temi e figura delle Occasioni
Ossi di seppia: i temi • Il “male di vivere” • La ricerca del “varco” → fuga dalla regola ferrea dell’universo • Il miracolo laico → la rivelazione del significato della vita • L’indifferenza → riparo dal dolore • Evanescenti figure femminili, il cui ricordo si dissolve • Incomunicabilità • Trascorrere del tempo
Eugenio MontaleMeriggiarepallido e assorto Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d'orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi Nelle crepe del suolo e su la veccia spiar le file di rosse formiche ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano a sommo di minuscole biche. Trascorrere le ore del meriggioimmersi in unaluceaccecante e neltorporedellacalurapresso un murod'ortoarroventato; ascoltaretrairovi e la sterpagliairumoriimprovvisi e secchiprodottidaimerli e ifrusciidelleserpi. Spiarenellefessure del terrenoarido e sullaveccia (erba) le file diformicherossecheorasispezzano e orasiincrocianosullasommitàdeiminuscolimucchiettidi terra a latodeiformicai.
Eugenio MontaleMeriggiarepallido e assorto Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia Osservare da lontano tra le fronde degli alberi la superficie tremolante del mare, che scintilla come una distesa di rilucenti frammenti di metallo simili alle squame dei pesci, mentre dall'alto delle colline arse, prive di vegetazione, si innalzano i tremuli scricchiolii delle cicale che friniscono. E procedendo sotto il sole abbagliante avvertire con triste stupore il tormento continuo e il dolore di un'esistenza arida e solitaria in questo costeggiare un muro invalicabile disseminatO in cima di cocci di bottiglia taglienti.
Il correlativo oggettivo • Descrizione di un assolato e arido paesaggio estivo, dominato dalla desolazione della calura e della luce accecante • Condizione esistenziale dell'uomo, isolato, svuotato e incapace di penetrare il mistero che lo circonda
Temi e immagini fondamentali • Muroe muraglia con cocciaguzzidibottiglia = limiteinvalicabile, condannadell'uomoall'isolamento • Orto = prigionedell'esistenza • Crepe del suolo, pruni, sterpi, calvipicchi = aridità e grigioredella vita • Palpitarediscagliedi mare = unicaimmaginepositivaperchésuggerisce idea diinfinito, speranza, ma -attenzione!- il mare è osservatodalontano • Sole = non illumina ma abbaglia, non lasciavedere le cose,, simbolodiunanaturamisteriosa e indecifrabile; ilmeriggio è l'ora del torpore, quellamenoadattaallaconoscenza
Suoni: frequenzadiconsonantidoppie Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d'orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi Nelle crepe del suolo e su la veccia spiar le file di rosse formiche ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano a sommo di minuscole biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia
Suoni: frequenzadii,r(cono),gruppist,sc,sch Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d'orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi Nelle crepe del suolo e su la veccia spiar le file di rosse formiche ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano a sommo di minuscole biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia
RIME PREVALENZA DI SUONI ASPRI Meriggiare pallido e assorto A presso un rovente muro d'orto, A ascoltare tra i pruni e gli sterpi B schiocchi di merli, frusci di serpi B Nelle crepe del suolo e su la veccia C spiar le file di rosse formiche D ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano* a sommo di minuscole biche. D *rima ipermetra Osservare tra frondi il palpitare E lontano di scaglie di mare E mentre si levano tremuli scricchi F di cicale dai calvi picchi. F E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia
SINTASSI: presenzadell'INFINITO... Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d'orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi Nelle crepe del suolo e su la veccia spiar le file di rosse formiche ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano a sommo di minuscole biche. ...e del GERUNDIO Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia
Perché l'infinito? • Forma verbaleindeterminatacheconnotal'azione in sensodurativo • Montale esprime: situazioneassoluta e non soggettiva sensodimonotonia, di dolorosa immutabilità del destinodell'uomo
SINTASSI: collocazionedell'aggettivo... Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d'orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi Nelle crepe del suolo e su la veccia spiar le file di rosse formiche ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano a sommo di minuscole biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia
Perchél'aggettivoqualificativo è collocato prima del sostantivo? • Il poetamette in risalto la qualitàdell'oggetto, spessonegativarispettoall'oggettostesso
Lessico: campisemanticiCALDO / PUNGENTE / ARIDITA'-MORTE Meriggiarepallido e assorto presso un rovente muro d'orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi Nelle crepe del suolo e su la veccia spiar le file di rosse formiche ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano a sommo di minuscole biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvipicchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia
ROVENTE MURO D'ORTO • IDEA DEL CALORE, • DEL PUNGENTE • IN PIU' DEL LIMITE • Si accentua nell'ultima immagine: MURAGLIA resa più invalicabile dai COCCI AGUZZI DI BOTTIGLIA
Lessico: immagini di VITA Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d'orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi Nelle crepe del suolo e su la veccia spiar le file di rosse formiche ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano a sommo di minuscole biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia
CONCLUSIONE • La dimensione vitale (il mare, l'acqua che si contrappone all'aridità della terra ) appare lontana. • L'ultima strofa riporta alla monotonia di una condizione esistenziale arida e chiusa, in cui l'infinito seguitare suggerisce l'idea dello sforzo, ma anche della ripetitività del cammino lungo la muraglia dell'isolamento e dell'incomunicabilità
La ricerca intellettuale di Montale • Una religiosità laica: rifiuta ogni ideologia e moda culturale • Ricerca intellettuale personalissima • Nostalgia del sacro • Tema conduttore : la crisi dell’uomo contemporaneo • Tensione verso la conoscenza di una verità • Il momento della ricerca , della quete è fondamentale nella lirica di Montale
Il ruolo degli oggetti • Anche gli oggetti sembrano possedere una forza arcana di rivelare il mistero della vita • Ma sono solo amuleti che non svelano segreti dell’esistere ma testimoniano il male.
La possibile via di fuga • Ricerca delle corrispondenze tra uomo e natura • Influsso simbolista e crepuscolare • Un universale male di vivere • La maglia rotta nella rete, il varco, la speranza di sfuggire alla precarietà dell’esistenza sono eventi assurdi, occasioni che sembrano rivelare l’epifania della rivelazione del mistero. • Ma poi è solo un’impressione.
L’azione salvifica della donna • Clizia . Un senhal della studiosa americana Irma brandeis, trasfigurata come eliotropo, un girasole, chiamata anche Cristofora, la mediatrice tra Dio e gli uomini. • Altre donne assimilate ad animali che con il loro istinto e forza vitale rispondono al male che assedia i viventi.
Altre figure femminili • Donne con allegorie di animali , donnola, volpe, Mosca, sono , pur nella loro fragilità, emblemi di una possibile alternativa al male, poiché rispondono ad esso con tenacia, coraggio ed energia. E poi la moglie, la mosca, la donna della vita: "Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione di scale / e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino". Verso di lei è una gratitudine infinita, nata dalla consapevolezza che "di noi due / le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, / erano le tue". Forse anche la presenza umana cui deve il conforto della speranza, la debole e ferma considerazione di una possibilità:
La ricerca intellettuale di Montale • La solitudine del poeta difesa contro ogni ideologia: solo gli isolati parlano e comunicano, gli uomini della comunicazione di massa ripetono, fanno eco, volgarizzano le parole dei poeti. • Nostalgia del sacro che si traduce nella ricerca, nella quete. • "Io sono un poeta che ha scritto un’autobiografia poetica senza cessare di battere alle porte dell’impossibile convinto che la vita ha un significato che ci sfugge. Ho bussato disperatamente come uno che attende una risposta". • Il motivo stesso che lo ha spinto ad interessarsi dell’opera di Dante, che ha profondamente influito sulla sua produzione poetica, ha molto a che vedere proprio con l’incomprensibilità di ciò che "investe le ragioni ultime dell’uomo", come è detto in questo intervento, ancora del 1965:
Montale e Dante • "Dante non può essere ripetuto. Fu giudicato quasi incomprensibile e semibarbaro pochi decenni dopo la sua morte, quando l’invenzione retorica e religiosa della poesia come dettato d’amore fu dimenticata. Esempio massimo di oggettivismo e razionalismo poetico, egli resta estraneo ai nostri tempi, a una civiltà soggettivistica e fondamentalmente irrazionale perché pone i significati nei fatti e non nelle idee. Ed è proprio la ragione dei fatti che oggi ci sfugge. Poeta concentrico, Dante non può fornire modelli a un mondo che si allontana progressivamente dal centro e si dichiara in perenne espansione. • Perciò la Commedia è e resterà l’ultimo miracolo della poesia mondiale. Posso tranquillamente considerare l’affermazione del Singleton che il poema sacro fu dettato da Dio e il poeta non fu che lo scriba. • Così non mi ha atterrito il carattere miracoloso che fu attribuito a quella Beatrice storica di cui pensavano di poter fare a meno. E se è vero ch’egli volle essere poeta e nient’altro che poeta, resta quasi inspiegabile alla nostra moderna cecità il fatto che quanto più il suo mondo si allontana da noi, di tanto accresce la nostra volontà di conoscerlo e di farlo conoscere a chi è più cieco di noi".
Montale ai giovani • "Quello che avviene nel mondo così detto civile a partire dalla fine dell’Illuminismo (ma ora in sempre più rapida escalation) è il totale disinteresse per il senso della vita. • Ciò non contrasta col darsi daffare, anzi. Si riempie il vuoto con l’inutile. Il mondo muore di noia, l’impiego del tempo è letteralmente spaventoso. • I giovani che si agitano un po’ dovunque non se ne rendono forse conto, ma il loro vero problema non è né sociale né economico. A loro non interessa più nulla, ecco il fatto. • Immetteteli in una società più giusta, meglio pianificata, riempiteli di lauree e di diplomi, trovate per tutti un buon impiego e molto tempo libero, e il risultato sarà lo stesso: una noia sempre crescente senza nemmeno più il conforto/sconforto dell’angoscia. Abbiamo provveduto noi anziani, noi balordi aruspici dei vari futuribili, a svuotarli di tutto. Non ci possono ringraziare, questo è certo.
Spesso il male di vivere ho incontrato: era il rivo strozzato che gorgoglia, era l’incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato. Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la Divina Indifferenza: era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato. Spesso il male di vivere ho incontrato
era il rivostrozzato che gorgoglia, Spesso il maledi vivereho incontrato:
eral’incartocciarsi della foglia riarsa,
Bene non seppi, fuori del prodigioche schiude la divina Indifferenza: era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falcoalto levato.
Male Bene ilrivo strozzato l’incartocciarsi della foglia il cavallo stramazzato la statua la nuvola il falco alto levato Livello semantico Il testo montaliano è costruito sulla dicotomia MalevsBene, voci poste in posizione strategica e che costituiscono le parole-chiave.
Male La prima quartina è incardinata su correlativi oggettivi accomunati dal sema della negazione-privazione. Il male è ineludibile negatività che impedisce, di fatto, alla vita di manifestarsi appieno, la morte è implicita nell’esistenza. Ne deriva l’equivalenza vita = morte, tradotta nei motivi • dell’impedimento («il rivo che gorgoglia»), • dell’inaridimento (la foglia che si accartoccia, si ripiega dolorosamente su se stessa) • e della fine improvvisa e violenta («il cavallo stramazzato»).
Bene La dicotomia è resa evidente dalla funzione dei tre corrispondenti correlativi oggettivi del Bene, simboli delprodigioche schiude la divina Indifferenza (il miracolo, impossibile ma tenacemente inseguito, cioè della speranza di uno scampo contro l’invivibilità del vivere): • la sonnolenza della statua, che sta per torpore, insensibilità, • la nuvola nella sua altezza e leggerezza, • e il falco nella sua solitudine che configura, nel complesso, il tema dell’allontanamento dalla vita.
Spazio e tempo La dicotomia si espande anche in un’opposizione di tipo spaziale e si traduce nella formula bassovsalto
Struttura spaziale • I primi tre correlativi oggettivi[i] • «il rivo strozzato», • «l’incartocciarsi della foglia », • «il cavallostramazzato » sono tutti riferibili al basso, all’esperienza esistenziale: è il motivo dell’ineludibile accettazione della drammaticità dell’esperienza umana, del contatto fisico con i mala mundi, gli eventi che trasformano la vita in male. • Nella seconda quartina, al contrario, prevale il motivo dell’ascesa, del distacco: tutti e tre i correlativi oggettivi • «la statua », • «la nuvola », • «il falco alto levato » sono accomunati dall’idea del movimento verso l’alto. [i]correlativo oggettivo: consistente in un oggetto che fa scattare un ricordo