1 / 34

Il Cateterismo Intermittente

Il Cateterismo Intermittente. Inf. G. Galasso Ambulatorio Cliniche Urologiche I e II A.O.U.C. Firenze. DEFINIZIONE. INTRODUZIONE TEMPORANEA IN VESCICA DI UN CATETERE PER VIA TRANSURETRALE A SCOPO: DIAGNOSTICO TERAPEUTICO EVACUATIVO RIABILITATIVO. SCOPO DIAGNOSTICO. Ad es.

Télécharger la présentation

Il Cateterismo Intermittente

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Il Cateterismo Intermittente Inf. G. Galasso Ambulatorio Cliniche Urologiche I e II A.O.U.C. Firenze

  2. DEFINIZIONE INTRODUZIONE TEMPORANEA IN VESCICA DI UN CATETERE PER VIA TRANSURETRALE A SCOPO: DIAGNOSTICO TERAPEUTICO EVACUATIVO RIABILITATIVO

  3. SCOPODIAGNOSTICO Ad es. • DETERMINARE IL R.P.M. • PERMETTERE L’ESECUZIONE DI ESAMI SPECIFICI • CISTOGRAFIA • URODINAMICA

  4. SCOPOTERAPEUTICO Ad es. • IRRIGAZIONI VESCICALI • CHEMIOTERAPIA LOCALE NEL TRATTAMENTO DEI CARCINOMI PAPILLARI DELLA VESCICA • BYPASSARE UN’OSTRUZIONE (DILATAZIONI)

  5. SCOPO EVACUATIVORIABILITATIVO IL CATETERISMO VESCICALE INTERMITTENTE È UTILIZZATO IN TUTTI I CASI DI RITENZIONE URINARIA PARZIALE O COMPLETA

  6. INDICAZIONI NEUROLOGICHE • Nella vescica inattiva in fase di shock spinale(*). (*) In fase acutissima post evento lesionale midollare si predilige il C.V.P. per un massimo di 15 gg • Nei disturbi dello svuotamento vescicale da areflessia o ipocontrattilità detrusoriale (v. neurologica da lesione sacrale e/o periferica). • Nella ritenzione di urine da areflessia farmaco-indotta o chirurgica (es. in caso di iperattività neurogena da lesioni sovrasacrali-sottopontine[DESD]). • Nei disturbi misti di incontinenza con residuo (ad es. nella sclerosi multipla).

  7. INDICAZIONI NON NEUROLOGICHE • Ritenzione secondaria a scompenso detrusoriale (da disostruzione ritardata) • Ritenzione Idiopatica (Sindrome di Fowler nel sesso femminile). • Ritenzione post intervento chirurgico per incontinenza • Ritenzione post intervento di cistectomia con ricostruzione vescicale.

  8. CATETERISMO INTERMITTENTEdal punto di vista: • Della FUNZIONE: • EVACUATIVO (sostituzione dell’atto minzionale) • POST-MINZIONALE (a completamento dello stesso • Della GESTIONE: • Autogestito (AUTOCATETERISMO) • Gestito da parte di terzi (“care givers”). • Dell’OBIETTIVO: • Terapeutico • Ortesico

  9. BENEFICI • SALVAGUARDIA DELL’ALTO APPARATO URINARIO • RIDOTTE INFEZIONI E COMPLICANZE • VALUTAZIONE DELLA RIPRESA DELL’ATTIVITÁ VESCICALE • MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÁ DELLA VITA in termini di: • CONTROLLO CONTINENZA = >comfort • INDIPENDENZA • VITA RELAZIONALE • TEMPO LIBERO • LAVORO – VITA SOCIALE

  10. COMPLICANZE • INFEZIONI DELLE BASSE VIE URINARIE (cattiva gestione) • LESIONI TRAUMATICHE URETRALI • CREAZIONE FALSE STRADE • SANGUINAMENTI • DA TEMPI PROLUNGATI TRA UN CATETERISMO E L’ALTRO: • SOVRADISTENSIONI VESCICALI • REFLUSSO VESCICO-URETERALE • CRISI DISREFLESSICHE (nei mielolesi sopra T6)

  11. OBIETTIVO 1 • Ottimizzare i tempi dello svuotamento (il cateterismo intermittente deve essere impostato a scadenze tali da non superare volumi di 400/500 ml) • Stimolo – guidato • Tempo – guidato • Volume – guidato • Tempo/volume – guidato • Elaborare un apporto idrico personalizzato • Utilizzo di un diario minzionale (indispensabile soprattutto per i primi tempi) • Generalmente si cerca di non superare i 4 cateterismi/die

  12. OBIETTIVO 2 • Obiettivo principale del programma di uro-riabilitazione è il miglioramento della qualità della vita • Cercare di ottenere il massimo grado di AUTONOMIA relativamente al caso specifico. -Realizzazione di un adeguato addestramento all’AUTOCATETERISMO o al C.I. gestito da terzi.

  13. PROGRAMMA TERAPEUTICO DI URO-RIABILITAZIONE (fase preparatoria) • SELEZIONE DEL PAZIENTE: • Motivazione • Abilità mentale e funzionale • PREPARAZIONE PSICOLOGICA: • Spiegare gli obiettivi ed i benefici del C.I. • Rassicurare la persona mettendola a proprio agio • Se necessario coinvolgere un familiare

  14. PROGRAMMA TERAPEUTICO DI URO-RIABILITAZIONE(fase attuativa) • PRESENTAZIONE DELLE METODICHE • SCELTA DEL CATETERE PIÙ IDONEO • A ciascuno il suo catetere! • PREPARAZIONE TECNICA • Addestramento • VERIFICHE PERIODICHE DEL PROGRAMMA TERAPEUTICO

  15. METODICHE • Cateterismo con tecnica sterile • Cateterismo con tecnica “no touch” • Cateterismo tecnica pulita metodica di svuotamento eseguita in maniera sterile. (in ospedale, dove il rischio di infezioni è maggiore) Eseguito senza toccare direttamente il catetere eseguito secondo le regole della comune igiene personale.Viene di solito consigliato a domicilio del paziente dove il rischio di infezioni è minore

  16. SCELTA DEL CATETEREForme • Nelaton ( ad estremità arrotondata con uno o due fori di drenaggio a poca distanza dall’apice) • Tiemann ad estremità conico olivare • Punta olivare ( ergoton )

  17. SCELTA DEL CATETERETipi • Catetere con gel • Catetere idrofilico • Catetere idrofilico con kit • Catetere idrofilico pronto all’uso • Catetere prelubrificato • Catetere prelubrificato con kit

  18. SCELTA DEL CATETERECriteri e parametri di scelta • La scelta del tipo di catetere si deve basare su una valutazione personalizzata di chi lo dovrà eseguire: • Impatto sulla persona • Il suo grado di abilità • Il suo contesto e stile di vita

  19. TIPOLOGIE di CATETERE

  20. ADDESTRAMENTO LAVAGGIO SOCIALE DELLE MANI!

  21. ADDESTRAMENTO

  22. ADDESTRAMENTO

  23. ADDESTRAMENTO

  24. ADDESTRAMENTO

  25. ADDESTRAMENTO

  26. ADDESTRAMENTO

  27. ADDESTRAMENTO

  28. ADDESTRAMENTO

  29. ADDESTRAMENTO

  30. ADDESTRAMENTOAusili

  31. ADDESTRAMENTO • IMPORTANTE È INFORMARE, CONSIGLIARE E RASSICURARE!!! • Informare sulle complicanze più comuni • Trasmettere il concetto che C.I. ≠ INFEZIONE in quanto gli eventuali microorganismi introdotti con il c.v. vengono eliminati con il drenaggio delle urine. • Consigliare comunque controlli periodici delle urine • Consigliare di evitare sovradistensioni vescicali • Sconsigliare la sospensione del C.I. senza il parere del medico.

  32. CONCLUSIONI La riuscita del C.I. dipende essenzialmente da tre fattori: • Motivazione della persona • Scelta appropriata del catetere • Capacità dell’operatore di trasferire le sue conoscenze alla persona superando ostacoli e timori

  33. BIBLIOGRAFIA • P.Di Benedetto, C.Simone “Cateterismo vescicale.” P.B.U. • M. Marchetti, L. Moroni, F. Belardi, D. Orsetti “Autocateterismo ad intermittenza Vs Cateterismo vescicale a permanenza” (da Internet) • F. Moroni “Il Cateterismo intermittente pulito” • Clinica Urologica “L.GIULIANI”A.O. San Martino – GENOVA“Valutazione urodinamica nell’incontinenza urinaria”

  34. Grazie per l'ascolto

More Related