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Regione Toscana Firenze, 1 aprile 2009

Regione Toscana Firenze, 1 aprile 2009. Sviluppo della Normativa Sismica e criteri di progettazione. Prof. Ing. Paolo Spinelli. Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale Università di Firenze. PARTE 1 Storia della Normativa Sismica.

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Regione Toscana Firenze, 1 aprile 2009

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  1. Regione Toscana Firenze, 1 aprile 2009 SviluppodellaNormativaSismica e criteridiprogettazione Prof. Ing. Paolo Spinelli Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale Università di Firenze

  2. PARTE 1Storia della Normativa Sismica

  3. FASE I (prima del 1909) Solo indicazioni costruttive FASE II (dal 1909 al 1996) Forze sismiche FASE III (dopo il 1996) Concetti di classe di duttilità Fattore di struttura Stati limite obbligatori Controllo di deformazione/spostamento

  4. Prima del 1909: provvedimenti con indicazioni costruttive (alcuni esempi) • 1627 Dopo un gravissimo terremoto che colpì la Campania, fu definito il “sistema baraccato alla beneventana” (struttura intelaiata in legno con ritti infissi in un basamento di muratura e le specchiature chiuse con materiali leggeri cementati con malta e intonacati). • 1784 Dopo il terremoto di Messina e della Calabria (1783), Ferdinando IV di Borbone emana una legge che conferma il sistema “baraccato” come soluzione idonea a resistere al sisma ed una circolare illustrativa dove si definisce l'altezza dello zoccolo di fondazione fino a 130 cm, lo spessore delle murature in 65 cm, si impone l'uso di mattoni o piccole pietre (“abbracciabili dalla mano”), e la copertura poggiante su cordoli collegati alla muratura in modo da formare "… quasi un telaro". • 1859 Dopo il terremoto di Norcia, il Governo Pontificio di Pio IX emana un regolamento edilizio (altezza massima di 2 piani o 8.5 m; spessore minimo delle murature di 60 cm; murature esterne con scarpata di 1/20 dell'altezza; prescrizione del collegamento fra muri interni ed esterni “… onde facciano una massa tutta unita”; aperture a distanza conveniente dagli angoli dei muri e verticalmente allineate). • 1884 Dopo il terremoto a Casamicciola (1883), il Regio Decreto 2600 del 29 agosto limita le altezze delle nuove costruzioni a 10 m, vietate le strutture spingenti, limitati gli aggetti dei balconi a 60 cm.

  5. Evoluzione storica delle norme dal 1907 al 1996…

  6. … e dal 1996 al 2008

  7. Regio Decreto del 18.04.1909 “Norme tecniche ed igieniche obbligatorie per le ricostruzioni e nuove costruzioni degli edifici pubblici e privati nei luoghi colpiti dal terremoto del 28 dic. 1908” Nasce in seguito al disastroso terremoto che colpì Messina nel 1908 • Esclude l’edificabilità su siti inadatti (paludosi, franosi, molto acclivi). • Indica tecnologie costruttive (“[che le costruzioni fossero realizzate con] una ossatura di legno, di ferro, di cemento armato o di muratura armata”), limitando la muratura, in mattoni o in blocchi di pietra squadrata o listata, alle costruzioni ad un solo piano. • Impone il rispetto di dettagliate regole costruttive (cordoli, sbalzi, strutture non spingenti). • Limita l’altezza degli edifici ed il numero di piani (a seconda delle tecnologie). • Prescrive di considerare forze statiche orizzontali e verticali proporzionali ai pesi (per tener conto degli effetti dell’azione sismica). • Definisce la larghezza minima degli spazi tra gli edifici • Limita a 5 m la distanza fra muri portanti.

  8. con il R.D. del 1909 vengono dunque introdotte (ma non quantificate) le forze sismiche Fh = CW • Nei calcoli di stabilità e resistenza delle costruzioni si debbono considerare: • Le azioni statiche dovute al peso proprio ed al sopraccarico, aumentate di una percentuale che rappresenti l’effetto delle vibrazioni sussultorie. • Le azioni dinamiche dovute al moto sismico ondulatorio, rappresentandole con accelerazioni applicate alle masse del fabbricato nelle due direzioni (lunghezza e larghezza) agenti in entrambi i sensi di ogni direzione. In particolare, le azioni del moto ondulatorio dovevano essere simulate da forze orizzontali applicate alle masse del fabbricato uguali ad una frazione della forza peso.

  9. Regio Decreto n.1080 del 06.09.1912 • la muratura ordinaria fu ammessa anche per edifici a due piani, purché non più alti di 7 metri e di forma parallelepipeda. Regio Decreto n.573 del 29.04.1915

  10. D.L. 1526 del 1916 Quantifica le forze sismiche e la loro distribuzione lungo l’altezza dell’edificio Forze verticali del peso proprio e del sovraccarico aumentate del 50% in modo da simulare l’effetto delle vibrazioni sussultorie. Forze verticali per simulare le azioni dinamiche dovute al moto sismico ondulatorio (accelerazioni applicate orizzontalmente alle masse del fabbricato nelle due direzioni). Piano terreno C = 0.125 Piani superiori C = 0.167

  11. Regio Decreto n.2089 del 23.10.1924 “Norme tecniche ed igieniche per le riparazioni, ricostruzioni e nuove costruzioni degli edificio pubblici e privati nei comuni o frazioni di comune dichiarati zone sismiche” • Le forze sismiche orizzontali e verticali non agiscono contemporaneamente. • Progettazione da parte di un ingegnere.

  12. Regio Decreto n.1099 del 23.10.1925 Regio Decreto n.705 del 03.04.1926 • limita a 10 m e 2 piani l'altezza dei fabbricati in zona sismica di I categoria e a 12 me a 3 piani in II categoria. • altezza di interpiano inferiore a 5 m. • costruzioni in muratura ordinaria consentite fino a 8 m in I categoria e a 12 m in II categoria. • muri trasversali a distanza non superiore a 7 metri. • spessore della muratura in mattoni pari a 30 cm all'ultimo piano con aumento di 15 cm ad ogni piano inferiore. • in muratura “animata” fino a 10 m e 12 m.

  13. Regio Decreto n. 431 del 13.03.1927 • Introduce il concetto di zonizzazione e la seconda categoria sismica. • Cospicuo inserimento dei comuni interessati dai recenti sismi nelle liste. • Prescrizioni differenziate per ciascuna categoria (esempio: in I cat. fino a 2 piani solo per strutture intelaiate o in muratura “animata”, 3 piani in II cat.). • Pilastri in CA almeno 30x30 cm. • Differenti forze sismiche: I categoria Piano terreno C = 0.125 Piani superiori C = 0.167 Verticale +50% II categoria Piano terreno C = 0.100 Piani superiori C = 0.125 Verticale +33%

  14. Regio Decreto n.692 del 1930 Regio Decreto n.640 del 23.03.1935 “Norme Tecniche di edilizia con speciali prescrizioni per le località colpite dai terremoti” • Obbligo per i Comuni di approntare propri regolamenti edilizi. • Limitazione delle altezze degli edifici in funzione della larghezza delle strade e delle tecnologie costruttive. • Introduzione del coefficiente di riduzione dei sovraccarichi.

  15. Regio Decreto n.2105 del 22.11.1937 “Norme tecniche ed igieniche per le riparazioni, ricostruzioni e nuove costruzioni degli edificio pubblici e privati nei comuni o frazioni di comune dichiarati zone sismiche” • Definite le norme del buon costruire anche per i Comuni non classificati. • Riduzione delle azioni sismiche: • Forze verticali: 40% (era 50%) per le zone di I categoria ed al 25% (era 33%) per quelle di II categoria. • Accidentali ridotti ad 1/3 del valore nominale. • Forze orizzontali con C=0.10 (era 0.167 o 0.125 per il primo piano) per le zone di I categoria e C=0.07 (era 0.125 o 0.100 per il primo piano) per le zone di II categoria. • Si perse di vista la natura dinamica del sisma (amplificazione dinamica in altezza), concetto che venne ripreso solo nel 1975.

  16. Legge n.1684 del 25.11.1962 • Riduzione delle azioni sismiche per condizioni geologiche favorevoli. • Nuovi limiti per le altezze massime ed il numero di piani. • Obbligo di introdurre nei piani regolatori comunali le norme del buon costruire. • Ridefinizione dei coefficienti di proporzionalità e di distribuzione delle forze sismiche e nuovi coefficienti di riduzione dei sovraccarichi. • Consentite strutture in muratura, cemento armato, acciaio e legno e vietate le strutture spingenti. • Eliminazione degli effetti sismici verticali tranne che per strutture a sbalzo (+40%).

  17. Legge n.64 del 1974 • Demanda a decreti ministeriali dei LL.PP. (non più leggi) l’aggiornamento della normativa tecnica. • Stabilisce che la classificazione sismica deve procedere su basi tecnico scientifiche. D.M. del 03.03.1975 “Approvazione delle norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche” • Nuovi criteri geotecnici per le opere di fondazione. • Nuovi limiti per le altezze massime ed numero di piani (per edifici in muratura, a pannelli portanti od in legno), altezza illimitata per le costruzioni in cemento armato o acciaio. • Possibilità di eseguire analisi sismica statica o dinamica. • Nuovi coefficienti di proporzionalità e di distribuzione delle forze sismiche e nuovi coefficienti di riduzione dei sovraccarichi.

  18. Legge Regionale del Friuli-Venezia Giulia n.30 del 20.06.1977 • Introduce il metodo di calcolo POR per le murature • Un primo modo di tener in conto la duttilità della struttura (ma solo per murature). • Modello nonlineare in campo elasto-plastico. • Analisi per piani. • Duttilità in funzione del limite elastico e del materiale e non del meccanismo di collasso. • L’analisi è ancora in controllo di carico.

  19. L. n.219 del 14.05.1981 Provvedimenti per la ricostruzione dopo il terremoto di Campania e Basilicata. Introduce la zona sismica di terza categoria (a minor sismicità rispetto alle altre): Provvedimenti per la riparazione e il rafforzamento degli edifici danneggiati dal sisma delle regioni Basilicata, Campania e Puglia. D.M. n.515 del 3.6.1981 Coefficiente sismico: C = 0.10 I categoria (1975) C = 0.07 II categoria (1975) C = 0.04 III categoria (1981) D.M. del 02.07.1981

  20. D.M. 10.06.1984 • Si introduce la differenziazione del livello di protezione sismicaper particolari categorie di edifici: • opere strategiche: I = 1.4 • opere a particolare rischio d’uso: I = 1.2 Fh = CIW D.M. 24.01.1986

  21. D.M. del 16.01.1996 • Non si fa più riferimento al numero di piani di un edificio ma alla sua altezza massima. • Anche nelle zone sismiche è possibile adottare il metodo di verifica agli stati limite oltre quello delle tensioni ammissibili. • Vengono limitati i danneggiamenti alle parti non strutturali ed agli impianti attraverso il controllo degli spostamenti. • Distribuzioni di forza in altezza. • Introduzione del coefficiente di risposta R dipendente dal periodo T (spettro di risposta). Fh = C RIW

  22. Dopo il DM’96: • Nuovo approccio alla progettazione che tiene conto della duttilità. • Stati limite. • Spettri di risposta dettagliati. • Analisi statiche/dinamiche lineari/nonlineari. • La statica nonlineare viene fatta in controllo di spostamento (curva di capacità). • Le analisi lineari utilizzano azioni abbattute del fattore di struttura q che tiene conto della duttilità. • Classi di duttilità.

  23. PARTE 2Progettazione Sismica

  24. Progetto per resistenza Il metodo delle tensioni ammissibili consiste nel verificare che la σmax nella sezione più sollecitata sia minore della σadm… σc ≤ σc,adm Metodo delle tensioni ammissibili parametro di controllo σ σs ≤ σs,adm … negli stati limite (ultimi) il “parametro di controllo” non sono le tensioni ma le deformazioni. εc ≤ 3.5 ‰ Metodo degli stati limite parametro di controllo ε

  25. Non era più semplice assegnare il valore delle “forze sismiche”, come nella vecchia normativa? In alcuni casi (forze imposte) si progetta “per resistenza”, in altri (spostamenti imposti) “per resistenza, rigidezza e duttilità”.

  26. Trave appoggiata con carico imposto R k x μ δ P P M R k Resistenza Rigidezza Duttilità Il progetto è basato solo sulla resistenza 1 δe δ

  27. Rigidezza-Resistenza-Duttilità R k Fattore di duttilità μ μ = δu/ δe ≥ 1 x F R k 1 Resistenza Rigidezza Duttilità δe δu δ Elementi di progettazione sismica

  28. F Trave appoggiata con spostamento imposto δ

  29. Progetto basato su rigidezza, resistenza e duttilità Fissata la rigidezza k ci sono infinite combinazioni di resistenza e duttilità (R,μ) che soddisfano il requisito. R k μ F R/R* R* 1 struttura verificata R1 R1/R* R2/R* R2 0 μ1 μ2 1 δ* μ δ1 δ2 δ R = R*/ μ

  30. Cosa c’entra con il sisma l’esempio della trave che con carico imposto si progetta per resistenza e che con spostamento imposto si progetta per resistenza-rigidezza-duttilità? Occorre in effetti fare un passo avanti nella comprensione del comportamento dinamico delle strutture sotto azione sismica.

  31. Ciclo di isteresi Esempio di analisi dinamica nel dominio del tempo F δ energia dissipata J = 6.75 cm4 Mu = 23.2 kN m direzione del sisma PGA = 0.2g

  32. Trascurando la deformabilità della trave, il telaio si comporta come un oscillatore ad 1 GdL A) Oscillatore elastico Dati del problema m = 37500 kg k = 15.8 kN/mm ξ = 1% (rapporto di smorzamento) fu = 46.4 kN (nel caso elasto-plastico) m k B) Oscillatore elastico – perfettamente plastico m k fu • Simulazioni nel dominio del tempo (il caso B è ovviamente non lineare): • Integrazione nel tempo con il metodo di Hilber-Hughes-Taylor • Return mapping con il metodo di Eulero all’indietro

  33. Simulazione • tempi rallentati con fattore 1/4 • spostamenti normalizzati ad 1 m Telaio elastico – perfettamente plastico (B) (il colore indica l’energia dissipata) Telaio elastico (A)

  34. Caso elastico (A) Caso elastico – perfettamente plastico (B) umax = 2.03 cm umax = 2.39 cm Tmax = 321 kN Tmax = 46 kN

  35. Cicli di isteresi responsabili della dissipazione di energia nel caso (B) • tempi rallentati con fattore 1/2 elastico elasto-plastico

  36. Confronto nel caso di differenti valori del taglio ultimo Lo spostamento massimo si mantiene circa costante umax = 2.03 cm umax = 1.78 cm umax = 2.39 cm umax = 1.97 cm

  37. Fattore di struttura In caso di strutture molto rigide, piuttosto che l’uguaglianza fra gli spostamenti dell’oscillatore elastico e di quello elasto-plastico si osserva un’equivalenza dell’energia di deformazione associata alle oscillazioni da cui si ricava q = Re/R1 q = μ P P Re Re R1 R1 δ1 δu δ1 δe δu δ δ μ = δu/δ1

  38. Progettazione sismica di strutture duttili R/R* Dato un sisma di progetto posso progettare una struttura più duttile e meno resistente o più resistente e meno duttile. Data una duttilità posso “scalare” l’azione e scegliere una resistenza minore di quella corrispondente al caso elastico. 1 struttura verificata 0 1 μ In altre parole, dato un sisma di progetto, posso progettare una struttura più resistente ma meno duttile, oppure una meno resistente ma più duttile (come per la trave appoggiata con spostamenti imposti!).

  39. Fattori di struttura secondo N.T.C. 2008

  40. Fattori di struttura per strutture in CA secondo N.T.C. 2008

  41. A B Classi di duttilità

  42. Esempi di spettri di risposta

  43. PARTE 3Criteri di Progettazione

  44. Comportamento torsionale

  45. Esempi di controvento

  46. Comportamento del diaframma di piano puntoni puntoni armatura di bordo tesa direzione del sisma

  47. Diaframma con cavedi controventi Importanza di realizzare un anello di armatura chiuso attorno alla soletta cavedi

  48. Strutture prefabbricate Controventi di estremità Azione sismica

  49. Elementi di collegamento Elementi di collegamento

  50. PARTE 4Duttilità nelle sezioni in c.a.

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