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GESTIONE DEGLI EVENTI AVVERSI NEL DONATORE

GESTIONE DEGLI EVENTI AVVERSI NEL DONATORE. RUOLO DEL PERSONALE NON SANITARIO Dott.ssa Maria Petrelli. Compiti del personale tecnico presente nell’ equipe di prelievo. Ha funzioni ausiliarie rispetto a quelle

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GESTIONE DEGLI EVENTI AVVERSI NEL DONATORE

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Presentation Transcript


  1. GESTIONE DEGLI EVENTI AVVERSI NEL DONATORE RUOLO DEL PERSONALE NON SANITARIO Dott.ssa Maria Petrelli

  2. Compiti del personale tecnico presente nell’ equipe di prelievo Ha funzioni ausiliarie rispetto a quelle medico-infermieristiche e può essere adibito a compiti di supportodei sanitari nella gestione degli eventi avversi durante le sedute di prelievo non essendo di sua competenza né le funzioni di selezione né le procedure di flebotomia

  3. TUTTAVIA….. LA PRESENZA DEL PERSONALE TECNICO E’ ESSENZIALE PER ASSICURARE • IL CORRETTO SVOLGIMENTO DELLE PROCEDURE • LA PREVENZIONE E L’IDENTIFICAZIONE PRECOCE DEGLI EVENTI AVVERSI • IL SUPPORTO DEL PERSONALE SANITARIO NELLA ROUTINE E NELL’EMERGENZA

  4. Compiti principali del personale ausiliario • PREVENZIONE DEGLI EVENTI AVVERSI ( i donatori hanno più familiarità con il personale ausiliario) • PRECOCE RICONOSCIMENTO DELLE REAZIONI AVVERSE NEL DONATORE • PRECOCE ALLERTA DEL PERSONALE SANITARIO • SUPPORTO AL PERSONALE SANITARIO NELLA GESTIONE DEGLI EVENTI INDESIDERATI

  5. SOPRATTUTTO PREVENZIONE:CONTROLLO PRIMA DEL PRELIEVO • Analisi preliminare degli ambienti e dei materiali: prima di procedere all’accettazione dei donatori è opportuno che il personale addetto esegua una verifica ACCURATA degli ambienti dedicati al prelievo con particolare attenzione all’efficienza delle attrezzature (bilance, piani di lavoro, sacche ecc.) • È necessario verificare con l’aiuto di una lista di controllo, la presenza della strumentazione e dei presidi terapeutici per il pronto soccorso la cui posizione deve essere nota a tutti i collaboratori

  6. PROFILO PSICOLOGICO DEL DONATORE • Tradizionalista: in generale la motivazione è riconducibile a valori solidaristici di tipo generale. Cioè la donazione del sangue è vissuta essenzialmente come un modo di fare qualcosa di utile per gli altri, per aiutare, nel caso specifico , chi ha bisogno di sangue. La modalità di accesso all’associazione passa spesso attraverso episodi di carattere contingente, quali ad esempio il coinvolgimento in contesti di emergenza e scarsità di sangue o l’appartenenza a reti relazionali specifiche (amici, conoscenti, famiglia) sensibilizzazione nelle conferenze ; • Moderno - tecnologico: la motivazione prevalente non è quella relativa alla carenza e all’emergenza del sangue, quanto quella fondata sulla logica dello scambio (restituzione dell’azione donativa in relazione a specifiche situazioni personali o familiari) o tendenzialmente autoriferita (donare sangue fa bene anche al donatore). In questo caso la donazione del sangue diventa per il soggetto uno stimolo per prendersi cura in modo consapevole della propria salute. La donazione diventa un’osservanza di specifici comportamenti e stili di vita sani; • Moderno - associativo: descrive la modalità meno comune dell’azione donativa. Appartiene a quei soggetti che ricoprono all’interno dell’ associazione cariche direttive e di responsabilità. L’aspetto motivazionale in questo profilo è caratterizzato da una forte identificazione valoriale e culturale che l’organizzazione stessa assume e persegue.

  7. SIGNIFICATO PROFONDO DEL DONO E DEL SANGUE • Parte integrante dell’Identita’ • Integrità del corpo e del SE’ • Dono di una parte vitale, che rappresenta l’accettazione di una messa in discussione dell’equilibrio psico-fisico,ma in modo protetto. • Delega a terzi della gestione dell’omeostasi e del vissuto di benessere

  8. PREVENZIONE FIDUCIA COMPETENZE VIGILANZA ATTIVA CORRETTA GESTIONE

  9. Per potersi fidare il donatore deve avere la certezza di essere nelle mani di personale competente e attento • Se cercherete di creare in sala un ambiente cordiale, confortevole, tranquillo e rilassato, comunicando sicura competenza, soprattutto alle prime donazioni, i donatori sentiranno di potersi fidare ed eviteranno di farsi venire le paure dell’ultimo momento che al minimo stimolo, potrebbero scatenare pesanti effetti collaterali. • In sala è fondamentale non far trapelare anche minimamente incertezze, dubbi e distrazioni ma occorre comunicare COSTANTEMENTE la cura e la massima attenzione per ogni singolo donatore e per tutto il tempo della procedura, compreso il periodo di post donazione.

  10. REAZIONE AVVERSA: risposta inattesa e indesiderata deldonatore connessa con la raccolta • riguardante l’accesso venoso e il flusso di donazione • generalizzata

  11. IMPORTANTE Se durante o dopo la procedura di prelievo si verifica una reazione avversa, locale o generalizzata, nel più breve tempo possibile è fondamentale che: Venga allertato con discrezione il personale sanitario (infermiere professionale o medico); il personale ausiliario non medico, non compia interventi sul donatore se non su richiesta e sotto la diretta supervisione del personale sanitario; Conosca quali possono essere le richieste del personale sanitario e sia pronto a farvi fronte in maniera tempestiva e nel modo più efficiente e completo.

  12. REAZIONI AVVERSE LOCALI • IMMEDIATE EMATOMA(16%) AVVERTIRE IL MEDICO O L’INFERMIERE PRESENTI ALLA SEDUTA DI PRELIEVO. Su loro indicazione e sotto la loro supervisione, si consiglia di procedere come segue: Togliere il laccio Procedere delicatamente a sfilare l'ago dalla cute mantenendo la direzione del vaso esercitare una compressione con cotone premedicato di disinfettante per arrestare l'emorragia e facilitare l'assorbimento dell’ematoma, braccio in alto. se la raccolta ematica è di grado modesto, è sufficiente nell'immediatezza applicare del ghiaccio per 4-5 minuti, non di più, in quanto il freddo determina vasocostrizione limitando la fuoriuscita del sangue oltre che ad avere un effetto anestetizzante se l'ematoma è di cospicue dimensioni praticare delle compressioni dall'alto verso il basso al fine di favorirne il drenaggio, schermando al donatore. si ricorre al bendaggio semicompressivo da tenere per 6-12 ore tenendo l'arto a riposo e raccomandando di evitare di esercitare con lo stesso lavori pesanti o movimenti che ne possano riattivare il sanguinamento e pregiudicare il decorso di guarigione, verificare CRT ( tempo di riempim. capillare) come terapia per uso topico si può applicare creme a base di eparina su indicazione medica

  13. PRECOCE INDIVIDUAZIONE MA LA GESTIONE E’ SANITARIA!

  14. COMPITO DEL PERSONALE NON SANITARIO • OSSERVAZIONE COSTANTE E DISCRETA DEL DONATORE, DEL FLUSSO E DELLA ZONA DI VENIPUNTURA ANCHE DURANTE IL DIALOGO • UTILIZZARE IL MOMENTO DI RISTORO INTRADONAZIONE PER CONTROLLARE IL FLUSSO DEL PRELIEVO • ALLERTARE IL SANITARIO CON DISCREZIONE AD OGNI ANOMALIA O RIDUZIONE DI FLUSSO • SUPPORTARE LA DELUSIONE DEL DONATORE SE LA PROCEDURA DEVE ESSERE INTERROTTA

  15. REAZIONE AVVERSAGENERALIZZATA SONO FONDAMENTALI L’IDENTIFICAZIONE E L’ALLARME PRECOCI VIGILARE SEMPRE CON DISCREZIONE SUL DONATORE

  16. Le più comuni reazioni generalizzate • Da ipovolemia( sottrazione troppo rapida del volume ematico) o in una situazione di disidratazione • Reazioni vaso-vagali

  17. Concetto di extracorporea • Extra corporea (mai>15 % del volume sanguigno totale meglio se inferiore all’11% del VST) • Calcolo approssimativo della volemia: maschi 68ml/Kg Femmine 62 ml/Kg Esempio: maschio 70 Kg= volemia 4740ml (15%= 700ml) (11%=550ml) Donna 60Kg= volemia 3720ml(15%=555ml) (11%=400ml) Donna 50 Kg= volemia 3100ml (15%=465ml) (11%=341ml). Il PERSONALE AUSILIARIO DEVE SEMPRE PROVVEDERE PREVENTIVAMENTE AD UN ADEGUATO RIMPIAZZO DI LIQUIDI PER OS

  18. Del SNC fanno parte l'ipotalamo e il sistema limbico, funzionalmente e strutturalmente collegati, presiedono a quei meccanismi vitali che hanno lo scopo di mantenere costanti le condizioni dell'ambiente interno (omeostasi) e di provvedere alla conservazione dell'individuo e della specie, esercitando il controllo sulle sue emozioni : regolazione del sistema nervoso autonomo , della temperatura corporea, della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, della secrezione acida dello stomaco, delle emozioni . L'ippocampo, che fa parte del sistema limbico, e inoltre importante per l'apprendimento e la memoria. La caratteristica peculiare dell'ipotalamo è quella di ricevere degli input direttamente dall'esterno del cervello ( vista, udito, tatto ecc.). E' grazie all'ipotalamo che gli aspetti mentali, emotivi e istintivi trovano espressione nel corpo. Il sistema nervoso periferico trasporta, tramite le fibre nervose afferenti, l’informazione sensoriale (estero-propriocettiva) al SNC, e, per mezzo delle fibre nervose efferenti (effettrici, motrici), i comandi dal SNC agli organi e tessuti.

  19. Il sistema nervoso periferico vegetativo (autonomo, involontario, viscerale) - SNA rappresenta la porzione del sistema nervoso periferico che innerva le ghiandole, la muscolatura cardiaca e quella liscia di organi e vasi sanguigni, interessando, in tal modo, le funzioni del corpo normalmente sotto controllo inconscio (ritmo cardiaco e circolazione sanguigna, respirazione, digestione ecc.). Il sistema nervoso vegetativo si divide in simpatico o ortosimpatico (toraco-lombare), parasimpatico (cranio-sacrale) e metasimpatico (enterico).

  20. La visione del pericolo mette in funzione una via immediata (fase di allarme della reazione di stress), inducendo a produrre, da parte delle cellule della midollare del surrene, una miscela “allarmante” composta per l’80% di adrenalina e il 20% di noradrenalina, in quantità dieci volte maggiore del normale. Gli effetti del sistema nervoso simpatico sono facilmente comprensibili se interpretati in relazione alla "reazione di attacco o difesa" (stress fisico e psichico): • aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa • della ventilazione (con dilatazione dei bronchi), • del tono dei muscoli scheletrici, dilatazione delle arterie coronariche e dei vasi dei muscoli scheletrici, • contrazione dei vasi sanguigni periferici (cute) e degli organi viscerali (tranne cuore e polmoni), dilatazione delle pupille, • rallentamento dei processi digestivi e dell'attività del sistema immunitario, • "annebbiamento" dell'attività cognitiva ecc. • Stimoli cognitivi (stress) attivano (fase di allarme della reazione di stress) la via diretta del sistema nervoso simpatico "cervello-midollare surrenale" con produzione di adrenalina, noradrenalina, dopamina). Se però il pericolo perdura (fase di resistenza della reazione di stress), allora entreranno in scena ulteriori significativi cambiamenti che coinvolgeranno ancora una volta le surrenali (questa volta la zona corticale), organi primari della reazione di stress e il sistema parasimpatico • llsistema nervoso parasimpaticoè suo antagonista contrastandone e bilanciandone gli effetti.

  21. Non siamo quasi mai coscienti dell'attività del SNA, in quanto esso funziona in modo involontario e riflesso. • Ad esempio, non ci accorgiamo quando i nostri vasi ematici cambiano di diametro o quando il nostro cuore batte più in fretta • L'attività del SNA è particolarmente importante in almeno due situazioni: • le situazioni di emergenza che causano stress e che ci richiedono di • "attaccare" o "fuggire" • le situazioni di calma che ci consentono di "riposare" e "digerire" .

  22. Sistema nervoso autonomo

  23. REAZIONI GENERALIZZATE IPERVENTILAZIONE • Il primo trattamento dell'alcalosi respiratoria dovuta ad una crisi d'ansia consiste nel rassicurare e tranquillizzare il donatore • porre il soggetto in posizione Trendelemburg • assicurarsi un accesso venoso • se trattasi di una iperventilazione severa (36 atti/min) si fa respirare il donatore in un sacchetto di carta, così facendo si incrementa l'inspirazione di CO2 con risoluzione del quadro clinico • se il sacchetto può comportare una sensazione spiacevole, si può invitare il soggetto a trattenere il respiro il più a lungo possibile, fare un respiro superficiale e trattenere nuovamente il respiro, fa ripetere questa sequenza da 6 a 10 volte • altri provvedimenti sono volti a migliorare lo stato di ansia • non somministrare ossigeno

  24. Tossicità da citrato (plasmaferesi, citoaferesi) • Ipocalcemia • Rara per procedure di plasmaferesi ma molto frequente nelle procedure di citoaferesi. • Le reazioni più frequenti sono le parestesie periorali e distali, ma anche ipotensioni severe, crampi muscolari dolorosi. • Spesso l’ipocalcemia in corso di aferesi è un fenomeno transitorio che si autolimita e spesso non è sintomatica. • Per reazioni lievi del tipo parestesie periorali spesso è sufficiente diminuire la velocità di infusione per assistere alla scomparsa dei sintomi e somministrare Calcio per os. (1 o 2 cps.) • Per sintomi da ipocalcemia più importanti è invece necessario fare terapia con calcio gluconato fiale al 10% :5- 10 ml di Ca gluconato e.v. in 10-15 min.

  25. Tossicità da citrato (plasmaferesi, citoaferesi) segno di Trousseau • Ipocalcemia • Rara per procedure di plasmaferesi ma molto frequente nelle procedure di citoaferesi. • Le reazioni più frequenti sono le parestesie periorali e distali, ma anche ipotensioni severe, crampi muscolari dolorosi, fino alla paralisi dei muscoli. • Spesso l’ipocalcemia in corso di aferesi è un fenomeno transitorio che si autolimita e spesso non è sintomatica. • Per reazioni lievi del tipo parestesie periorali spesso è sufficiente diminuire la velocità di infusione per assistere alla scomparsa dei sintomi e somministrare Calcio per os. (1 o 2 cps.) • Per sintomi da ipocalcemia più importanti è invece necessario fare terapia con calcio gluconato fiale al 10% :5- 10 mL di Ca gluconato e.v. in 10-15 min.

  26. Reazioni generalizzate • Sincope (sinonimi: "svenimento", "lipotimia", "perdita dei sensi") una perdita di coscienza a carattere transitorio e autolimitante, accompagnata da compromissione del tono posturale. Tale evento può presentarsi in modo brusco ed improvviso, oppure la perdita di coscienza può essere preceduta da una fase prodromica preparatoria di durata variabile, nel corso della quale il donatore avverte il progressivo restringimento dello stato di coscienza . • Lapre-sincope(pre-lipotimia) rappresenta invece un grado minore del medesimo disturbo e risulta caratterizzata da una sensazione di imminente perdita di coscienza, associata a sintomi quali astenia intensa, sudorazione fredda, pallore disturbi del visus e gastrici ma senza una completa e definitiva compromissione dello stato di coscienza.

  27. Situazioni che favoriscono la sincope • Angolazione del lettino a 90° • Durata della fase di ortostatismo passivo di 20 minuti, e lunga attesa prima della donazione. • Donatori di giovane età, in conseguenza di una alterazione della reattività neurovegetativa. • Indumenti stretti • Prima donazione • Peso piccolo • Pressione bassa • Vista dell’ago o del sangue • Dolore • Vista del malore di altri donatori • Reazione agitata degli operatori • Prelievi che si svolgono in ambiente caldo (che facilita la disidratazione) o in un tempo troppo rapido • immediatamente dopo il prelievo, nella fase di recupero, quando aumenta il tono vagaleed è più probabile l'induzione di una bradicardia riflessa o di una ipotensione arteriosa

  28. COME PREVENIRE LA LIPOTIMIA • RICONOSCERE I DONATORI A RISCHIO • RIDURRE PER QUANTO POSSIBILE I TEMPI D’ATTESA • METTERE IL DONATORE IN POSIZIONE COMODA LEGGERMENTE DECLIVE • ESSERE CALMI ED EFFICIENTI • RASSICURARLO E PROTEGGERLO DALLA VISTA DELL’AGO E DEL SANGUE • INVITARLO AD ALLENTARE INDUMENTI STRETTI • CONTROLLARE CHE NON MASTICHI NULLA E NON PORTI OCCHIALI DA SOLE. • SOMMINISTRARE ACQUA, LIQUIDI NON ACIDI E CAFFE’ ZUCCHERATO DOPO IL RIEMPIMENTO DELLE PROVETTE PER GLI ESAMI. • SE OPPORTUNO FAR ESEGUIRE IL TILT TRAINING • FAR ASSUMERE L’ORTOSTATISMO GRADUALMENTE • PROLUNGARE L’OSSERVAZIONE DISCRETA ( CAMBIAMENTI DEL COLORITO,ESPRESSIONE ECC)ANCHE DOPO LA DONAZIONE E NEL PERIODO DI RISTORO

  29. Supporti a disposizione Pallone di rianimazione (ambu) Bombola ossigeno Pinza Collin (tiralingua) Apribocca Cannule di Guedel/Mayo

  30. Tilt training

  31. Modalità di gestione del donatore dopo la donazione Anche se la donazione si è svolta senza inconvenienti, sarà opportuno raccomandare al donatore di: • Non lasciare il luogo di prelievo senza aver mangiato qualcosa o aver bevuto almeno due bicchieri di liquidi, da evitare cappuccini o caffè eccessivamente caldi • È molto importante la sorveglianza del donatore durante il ristoro, poiché un buon numero di inconvenienti collegati alla donazione avviene durante questa fase: l’ambiente di ristoro deve permettere un’adeguata sorveglianza e un rapido interventoin caso di necessità

  32. COMPITI DEL PERSONALE AUSILIARIOIN CORSO DI REAZIONE AVVERSA • PRONTO RICONOSCIMENTO DEGLI EFFETTI COLLATERALI • DISPONIBILITA’ DEI PRESIDI • CAPACITA’ DI GESTIONE

  33. QUADRO CLINICO PIU’ SEVERO CON PERDITA DI COSCIENZA • Eseguire nell’ordine quanto indicato per il quadro clinico lieve E INOLTRE: • Un operatore si pone dietro alla testa del donatore ed effettua l'iperestensione del capo per favorire la pervietà delle vie aeree ed impedire così la caduta della lingua nell'orofaringe ostruendolo e determinando soffocamento o in alternativa si effettua la manovra di sublussazione della mandibola; • Verificare la pervietà delle vie aeree (GAS: Guardo, Ascolto, Sento) che non siano impegnate da corpi estranei come: caramelle, gomme da masticare, protesi mobili, frammenti di alimenti eccetera • Un secondo operatore solleva gli arti inferiori per favorire il ritorno di sangue al SNC; • Il medico manterrà un accesso venoso con infusione di liquidi: predisporre l’occorrente tenendo conto che servirà un’infusione nel rapporto 3/1 al sangue sottratto (1200 - 2000 ml di soluzione salina alla velocità di reinfusione di 40-90 ml/al minuto) • Se vi è comparsa di vomito porre il donatore in PosizioneLaterale di Sicurezza (PLT); • Sollecitare il donatore verbalmente o stimolando il muscolo cucullare, non schiaffeggiare!; • Se compaiono contratture muscolari, cercare solo di contenere i movimenti involontari affinché il donatore non si ferisca o cada dalla poltrona, ma senza ostacolarli per prevenire lesioni muscolo-tendinee, lasciando sfogare l'episodio di ipertono muscolare. RICORDATE CHE SONO EPISODI DI IPERTONO VAGALE CHE SI AUTOLIMITANO E LA RIPRESA DELLA COSCIENZA E’ GENERALMENTE RAPIDA, L’IMPORTANTE E’ SUPPORTARE LE FUNZIONI VITALI DI CIRCOLO E RESPIRO

  34. Valutazione del livello di coscienza

  35. Pervietà delle vie aree

  36. Guardo, Ascolto, Sento

  37. DIMOSTRAZIONE DI BLS

  38. GRAZIE DELL’ATTENZIONELE AVIS’ANGELS AUGURANO…….

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