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Corso di formazione RRLLS

Corso di formazione RRLLS. VALUTAZIONE RISCHIO D’ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI nella ASL di Viterbo. 20 ottobre 2009. A.S.P.P. ANNA PELLICCIA. RIFERIMENTI NORMATIVI PRECEDENTI AL TESTO UNICO. D.P.R. 27.05.55, n. 547

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  1. Corso di formazioneRRLLS VALUTAZIONE RISCHIO D’ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI nella ASL di Viterbo 20 ottobre 2009 A.S.P.P. ANNA PELLICCIA

  2. RIFERIMENTI NORMATIVI PRECEDENTI AL TESTO UNICO D.P.R. 27.05.55, n. 547 norme generali che riguardano la prevenzione degli infortuni sul lavoro, principalmente per quanto concerne i requisiti tecnici delle macchine, degli impianti e degli ambienti di lavoro. D.P.R. 19.03.56, n. 303 norme di tutela di igiene industriale tese a salvaguardare la salute dei lavoratori sul posto di lavoro. D.Lgs. 19.09.94, n. 626 introduce il concetto della prevenzione con metodo di lavoro frutto di un “Organizzazione Aziendale” tesa ad individuare, ridurre e controllare i fattori di rischio per la Sicurezza e la Salute dei Lavoratori. D.Lgs. 9.04.08, n. 81 cosiddetto “Testo Unico” sostituisce tutte le Norme precedenti

  3. RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo VIII “PROTEZIONE DA AGENTI BIOLOGICI” del D.Lgs.626/94 diventa Titolo X “ESPOSIZIONEAD AGENTI BIOLOGICI” del D.Lgs.81/08 CAPO I CAPO II: obblighi del datore di lavoro CAPO III: sorveglianza sanitaria D.M.S 28.08.90. Norme di prevenzioni, per le patologie a trasmissione ematica tra gli operatori sanitari, conosciute come “Precauzioni Universali”.

  4. CAPO I Art. 266 - CAMPO DI APPLICAZIONE:le norme del presente titolo si applicano a tutte le attività lavorative in cui vi èRISCHIO DI ESPOSIZIONEAD AGENTI BIOLOGICI. Distinguendo le attività in cui vi èUSO di agenti biologici da quelle con RISCHIO POTENZIALE D’ESPOSIZIONE. Art. 267- DEFINIZIONI: di agente biologico, microrganismo, e coltura cellulare Art. 267- CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI Art. 269 - COMUNICAZIONI Art. 270 - AUTORIZZAZIONE

  5. CAPO I CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI Gruppo 1: i microrganismi cha presentano poca probabilità di causare malattie nell’uomo Gruppo 2: è poco probabile che si propaghi nella comunità, sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche gruppo 3: i microrganismi cha possono causare malattie gravi nell’uomo, costituisce un serio rischio per i lavoratori; può propagarsi nella comunità, sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche gruppo 4: i microrganismi che possono causare malattie gravi nell’uomo, costituisce un rischio per i lavoratori; e presenta un elevato rischio di propagarsi nella comunità, non sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche

  6. LA CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI VIENE FATTA SU SEGUENTI PARAMETRI infettivita’ intesa come la capacità di un microrganismo di entrare e moltiplicarsi nell’ospite patogenicita’ riferibile alla capacità di produrre malattia a seguito d’infezione trasmissibilita’ intesa come la capacità di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto infetto a uno suscettibile neutralizzabilita’ intesa come la disponibilità di efficaci misure profilattiche per prevenire la malattia o terapeutiche

  7. CAPO II – obblighi del datore di lavoro ART. 271 VALUTAZIONE DEL RISCHIO ART. 272 MISURE TECNICHE ORGANIZZATIVE E PROCEDURALI ART. 273 MISURE IGIENICHE ART. 274 MISURE SPECIFICHE PER LE STRUTTURE SANITARIE E VETERINARIE ART. 275 MISURE SPECIFICHE PER I LABORATORI E GLI STABULARI ART. 276 MISURE SPECIFICHE PER I PROCESSI INDUSTRIALI ART. 277 MISURE D’EMERGENZA ART. 278 INFORMAZIONE E FORMAZIONE

  8. CAPO II – obblighi del datore di lavoro ART. 271 - VALUTAZIONE DEL RISCHIO • TENENDOconto dell’agente biologico utilizzato o al quale si puo’ essere potenzialmente esposti ed alle modalità operative, il DOCUMENTO DI VALUTAZIONEdeve contenere : • i metodi e le procedure lavorative adottate • le fasi del procedimento lavorativo che comportano il rischio d’esposizione ad agenti biologici • le misure preventive e protettive applicate. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è consultato prima dell’effettuazione della valutazione e dopo ha libero accesso al documento di valutazione

  9. DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO STRUTTURALE ED IMPIANTISTICO • INDICE • Introduzione, riferimenti normativi ed obiettivi • Dati e informazioni generali •  Identificazione dell’Unità Operativa • Sorveglianza Sanitaria • Valutazione dei rischi biologici associati alle attività svolte • Indicazioni per il miglioramento della salute e della sicurezza • Planimetria dei locali

  10. CAPO II – obblighi del datore di lavoro SE LA VALUTAZIONE HA EVIDENZIATO rischi d’esposizione nell’ ART. 272 sono indicate MISURE TECNICHE ORGANIZZATIVE E PROCEDURALI • elabora idonee procedure per prelevare, manipolare e trattare campioni di origine umana ed animale • definisce misure per affrontare incidenti • predispone i mezzi necessari per la raccolta, l’immagazzinamento e lo smaltimento dei rifiuti in condizione di sicurezza; mediante l’impiego di contenitori adeguati ed identificabili eventualmente dopo idoneo trattamento dei rifiuti stessi • limita al minimo il numero di lavoratori esposti o potenzialmente esposti

  11. CAPO II – obblighi del datore di lavoro SE LA VALUTAZIONE HA EVIDENZIATO rischiper la salute dei lavoratorinell’ ART. 273 sono indicate MISURE IGIENICHE da assicurare • servizi sanitari adeguati provvisti di docce con acqua calda e fredda e se necessario di lavaggi oculari ed antisettici • dotare i lavoratori di indumenti protettivi o altri indumenti idonei, da riporre in posti separati dagli abiti civili, tali indumenti devono essere tolti quando il lavoratore lascia la zona di lavoro e devono essere disinfettati, puliti e se necessario distrutti • i D.P.I. devono essere controllati, disinfettati e puliti (dopo ogni utilizzazione), se necessario sostituiti o riparati quelli difettosi (prima della successiva utilizzazione)

  12. Nell’ ART. 274 sono definite le MISURE SPECIFICHE PER LE STRUTTURE SANITARIE e VETERINARIE Nella valutazione del rischio deve essere tenuto conto della presenza di agenti biologici nell’organismo dei pazienti o degli animali e dei relativi campioni biologici e residui e al rischio che tale presenza comporta in relazione all’attività svolta. Dirigenti e proposti definiscono e provvedono che siano applicate le procedure operative con materiali e rifiuti contaminati, senza rischi per l’operatore e per la comunità Nell’ ART. 275 sono definite le MISURE SPECIFICHE PER I LABORATORI. Nelle attività in cui vi è uso di agenti biologici il datore di lavoro adotta le misure di contenimento previste nell’AllegatoXLVII, mettendo a norma le zone di lavoro che devono corrispondere: • almeno al secondo livello di contenimento se l’agente biologico appartiene al gruppo 2 • almeno al terzo livello di contenimento se l’agente biologico appartiene al gruppo 3 • almeno al quarto livello di contenimento se l’agente biologico appartiene al gruppo 4. Nelle attività che comportano l’uso di materiali con possibile contaminazione, il datore di lavoro adotta misure corrispondenti almeno a quelle del secondo livello di contenimento.

  13. PRECAUZIONI PER PREVENIRE LA TRASMISSIONE DI MICRORGANISMI PATOGENI • nell’assistenza di tutti i pazienti bisogna adottare le precauzioni standard • cosiddette “PRECAUZIONI UNIVERSALI” • per alcuni pazienti con infezioni (sospette o documentate) altamente trasmissibili (o • sostenute da patogeni di rilevanza epidemiologica), sono raccomandate, in base alla via di • trasmissione, precauzioni aggiuntive: • precauzioni per patogeni trasmessi per via aerea • precauzioni per patogeni trasmessi attraverso goccioline • precauzioni per patogeni trasmessi per contatto Le Precauzioni Universali sono norme comportamentali rivolte a prevenire negli operatori sanitari patologie a trasmissione ematica, quindi le infezioni trasmesse da virus epatitici (B e C) e il virus dell’AIDS. Tali misure rivoluzionano il concetto di isolamento in ospedale, passando dalla segregazione fisica degli infetti all’adozione di precauzioni mirate ad “isolare i liquidi biologici a rischio di tutti i pazienti ricoverati, indipendentemente dall’accertamento del loro stato infettivo.

  14. LE PRECAUZIONI UNIVERSALI le Precauzioni Universali nascono da evidenze epidemiologiche che hanno evidenziato come sistemi di isolamento basati sulla diagnosi di malattia infettiva (precauzioni indirizzate a pazienti sintomatici) fossero insufficienti a impedire la trasmissione di patogeni attraverso il sangue, per; • le elevate proporzioni di casi asintomatici • l’ impossibilità di ottenere un anamnesi accurata in tutti i pazienti • la scarsa validità di screening indiscriminati di tutti i ricoverati per impedire la trasmissione di queste infezioni è necessario considerare tutti i pazienti ricoverati quali potenzialmente infetti:

  15. analisi epidemiologica degli infortuni a rischio biologico IL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE EFFETTUA UN'INDAGINE EPIDEMIOLOGICA DEGLI INFORTUNI A RISCHIO BIOLOGICO Attraverso un colloquio con l’operatore che ha denunciato l’infortunio sono raccolte le informazioni, necessarie per verificare l’idoneità delle misure di prevenzione (procedure, organizzazione del lavoro, dispositivi medici e apparecchiature) e di protezione (dispositivi di protezione individuale o collettiva) adottate In particolare per la prevenzione delle patologie a trasmissione ematica (epatite B e C e AIDS), viene verificato il discostamento dalle “Precauzioni Universali” .

  16. analisi epidemiologica degli infortuni a rischio biologico Per il D.Lgs. 81/2008 il rischio biologico coincide con l’esposizione del lavoratore suscettibile ad agenti infettivi, attraverso vie di trasmissione che possono determinare l’infezione, quindi in quest’analisi gli infortuni sono suddivisi in base alle vie d’esposizione con cui le patologie infettive, possono durante le attività sanitarie essere acquisite: • esposizioni per via percutanea (punture con aghi) • esposizioni per via percutanea (tagli con ferri chirurgici o da medicazione) • esposizioni per via cutanea • esposizioni per via mucosa • esposizioni per via aerea

  17. analisi epidemiologica degli infortuni a rischio biologico • Per ogni via d’esposizione, in base alle criticità riscontrate, ogni infortunio è classificato in una delle sottostanti categorie: • esposizioni determinate da “carenza nelle misure di prevenzione” • esposizioni determinate da “inidoneità/non utilizzo/assenza dei • dispositivi di protezione individuale (D.P.I.) o collettiva (D.P.C.) • “esposizioni accidentali": sono le esposizioni a rischio biologico • non evitabili con misure di prevenzione e/o di protezione; quelle • esposizioni che nella attività di operatore sanitario determinano • l’impossibilità di ridurre a zero il rischio biologico

  18. analisi epidemiologica degli infortuni a rischio biologico anno 2008

  19. PER PREVENIRE LE ESPOSIZIONI PERCUTANEE: PUNTURE CON AGHI E TAGLI CON STRUMENTI CONTAMINATI LE PRECAUZIONI UNIVERSALI PREVEDONO: Gli aghi non devono essere reincappucciati e rimossi dalle siringhe monouso.  • Dopo l’uso: • le siringhe, il mandrino dei cateteri vascolari e gli altri dispositivi medici taglienti devono essere immediatamente eliminati negli appositi contenitore resistente alla puntura • il contenitore per rifiuti taglienti dev sempre trovarsi in vicinanza e in posizione comoda, rispetto al posto di effettivo utilizzo, in modo che il tagliente contaminato sia direttamente e prontamente eliminato in esso Dopo l’usoe prima delle operazioni di smontaggio o pulizia gli aghi e i taglienti da riutilizzabili devono essere immersi in un disinfettante chimico per essere decontaminati.

  20. CONTENITORE PER RIFIUTI TAGLIENTI deve essere, sempre, presenti nelle postazioni di lavoro dove sono utilizzati presidi taglienti e deve essere posizionato in modo che il tagliente divenuto rifiuto sia immediatamente eliminato in esso, quindi deve trovarsi: • nel raggio d’azione delle braccia, non devono esserci ostacoli tra la postazione di lavoro ed il contenitore stesso, l’operatore non deve appoggiare il tagliente e poi riprenderlo in mano per eliminarlo • in modo che si possa vedere con chiarezza la finestra d’eliminazione presente sul coperchio del contenitore stesso. Inoltre: • non deve essere riempito fino al suo margine superiore ma per ¾ del proprio volume • la scelta del suo volume dipende: dalla misura e\o dalla quantità dei taglienti da eliminare • la scelta della forma dipende: • dal tipo di taglienti che devono essere eliminati • e\o al luogo dove va posizionato il tagliente

  21. CRITICITÀ • CARENZE NELL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO: MANCATA AATTENZIONE AD ORGANIZZARE GLI SPAZI DI LAVORO ANCHE IN FUNZIONE DELLA SICUREZZA • la lontananza del contenitore per rifiuti taglienti, dal punto di produzione degli stessi • non utilizzo del contenitore per rifiuti taglienti nel punto di produzione • INIDONEI CONTENITORI PER RIFIUTI TAGLIENTI

  22. ESPOSIZIONI PERCUTANEE CON AGHI classificate nella categoria “Carenza misure prevenzione adottate • nelle “postazioni di lavoro fisse ” come P.S., medicherie, radiologie, ambulatori, si registra un non costante posizionamento del contenitore per rifiuti taglienti vicino al luogo di effettiva produzione di tali rifiuti. La siringa/il mandrino dell’ago cannula viene appoggiata/o sul letto, sulla barella o sul carrello e poi eliminata/o nell’apposito contenitore; di solito posizionato sul bancone • eseguita una biopsia cutanea, si buca con l’ago di siringa (utilizzata dal medico per eseguire l’anestesia locale) nascosto tra le garze, mentre effettuava l’eliminazione dei rifiuti presenti sul lettino del paziente • ausiliario nel prendere l’ago a farfalla (collegato alla camicia del sistema chiuso per prelievi ematici) sul lettino di P.S. si buca con lo stesso

  23. ESPOSIZIONI PERCUTANEE CON AGHI classificate nella categoria “Carenza misure prevenzione adottate • Nei singoli interventi assistenziali a letto del paziente il contenitore per rifiuti taglienti: • se viene portato non può essere posizionato stabilmente nel raggio d’azione delle braccia; di solito è appoggiato sul pavimento sotto al letto del paziente. • oppure è utilizzato un vassoio • eseguito il prelievo nel riprendere la siringa appoggiata sul letto si buca con l’ago; il contenitore per rifiuti taglienti era stato messo sul pavimento ai piedi del letto del paziente • nel prendere il cerotto nel vassoio per fissare la cannula si buca con il mandrino

  24. ESPOSIZIONI PERCUTANEE CON AGHI classificate nella categoria “Carenza misure prevenzione adottate • nelle U.O. di degenza durante il giro di terapia il contenitore per rifiuti taglienti è posizionato sul carrello che però non viene sempre avvicinato al letto del paziente, ma è lasciato al centro della stanza o fuori dalla stanza, quindi la siringa è prima lasciata sul letto del paziente e poi viene ripresa in mano per essere eliminata. giro di terapia: l’operatore esegue il prelievo, non potendo lasciare il paziente perché si sentiva mala, passa la siringa all’allievo che mentre si dirigeva verso il carrello (lasciato all’ingresso della stanza) per eliminarla nell’apposito contenitore si buca con l’ago.

  25. ESPOSIZIONI PERCUTANEE CON AGHI classificate nella categoria “Carenza misure prevenzione adottate • il reincappucciamento dell’ago; si verifica sempre perché l’operatore non ha vicino il contenitore per rifiuti taglienti. • le esposizioni con aghi/taglienti lasciati “incustoditi” sui carrelli di medicazione o nelle stanze di degenza ribadiscono che l’operatore non utilizza il contenitore per rifiuti taglienti • posizionamento di catetere venoso centrale: l’anestesista porta tutto il necessario dalla sala operatoria al reparto di medicina all’interno di un vassoio, esegue l’anestesia locale e prima di mettere la siringa nel vassoio reincappuccia l’ago; nel vassoio vi erano altri presidi da utilizzare per eseguire la procedura di accesso vascolare, quindi ritiene più sicuro mettere l’ago nel vassoio reincappucciato • si buca con un ago di siringa lasciato sul letto del paziente

  26. ESPOSIZIONI PERCUTANEE CON AGHI classificate nella categoria“Assenza/inidoneità/non utilizzo D.P.I. o D.P.C.adottati CONTENITORI PER RIFIUTI TAGLIENTI INIDONEI • per dimensioni non idonee al tipo di attività svolta • per ridotte dimensioni della finestra d’eliminazione nello spingere una siringa che sporgeva dal contenitore per rifiuti taglienti si buca con un altro ago di siringa contenuto all’interno dello stesso. Il contenitore non era pieno ma di ridotto volume (3 litri), di ridotta altezza e con una ridotta finestra d’eliminazione, caratteristiche che determinano l’accumulo dei taglienti al centro e la fuoriuscita degli stessi all’esterno del contenitore

  27. ESPOSIZIONI PERCUTANEE CON AGHI classificate nella categoria “esposizioni accidentali” • durante la sutura di ferita chirurgica si buca con l’ago • durante un intervento chirurgico cade un ago da sutura (mentre la • ferrista prendeva il porta aghi passatogli dal chirurgo), l’ago viene cercato ma non trovare, ad un certo punto dell’intervento il chirurgo sente che lo stesso gli aveva bucato il tallone

  28. ESPOSIZIONI PERCUTANEE CON TAGLIENTI classificate nella categoria “Carenza misure prevenzione adottate “ MANCATA INFORMAZIONE DA PARTE DI DIRIGENTI E PREPOSTI l’operatore non è a conoscenza della possibilità di utilizzare i guanti antitaglio disponibili in Azienda. veterinari Area B durante l’ispezione alimentare su animale da macellazione si ferisce con il coltello; indossava guanti in latice

  29. ESPOSIZIONI PERCUTANEE CON TAGLIENTI classificate nella categoria “Assenza/inidoneità/non utilizzo di D.P.I. o D.P.C.adottati” INIDONEO CONTENITORE PER RIFIUTI TAGLIENTI U.O. A.D.I: contenitore per rifiuti taglienti di volume inidoneo (troppo grande) per essere trasportato con la borsa per il trasporto dei dispositivi medici mentre si toglie i guanti, si taglia con il bisturi che teneva ancora in mano

  30. ESPOSIZIONI PERCUTANEE CON TAGLIENTI classificate nella categoria “esposizioni accidentali”

  31. PROBLEMATICHE LEGATE AL NON CORRETTO UTILIZZO DEL CONTENITORE PER RIFIUTI TAGLIENTI • carrelli in dotazione di grosse dimensioni e di difficile movimentazione; non consentono i avvicinare il contenitore per rifiuti taglienti vicino alla postazione di lavoro in cui tali rifiuti sono prodotti • contenitori per rifiuti taglienti di volume troppo piccolo o troppo grande rispetto alle esigenze dell’unità operativa • contenitore con una finestra d’eliminazione troppo piccola che rende difficoltosal’eliminazione dei rifiuti

  32. SOLUZIONI TECNICHE • contenitori con finestra d’eliminazione grande e trasportabili su proprio carrelo; caratteristiche presenti nei contenitori rettangolari con finestra d’eliminazione basculante • sostituire i vassoi con piccoli carrelli facilmente manovrabili dotati di apposito spazio per il contenitore dei rifiuti taglienti

  33. ESPOSIZIONI PER VIA MUCOSA E CONTAMINAZIONE DEGLI ABITI DA LAVORO • le Precauzioni Universali impongono di indossare, routinariamente, durante l’esecuzione di procedure che possono determinare l’emissione di goccioline/spruzzi di sangue o degli altri liquidi/materiali biologici considerati a rischio: • mascherine e occhiali protettivi (o visiere) • camici/grembiuli protettivi

  34. ESPOSIZIONI PER VIA MUCOSA classificate nella categoria “Carenza misure prevenzione adottate” durante procedure in cui è possibile la formazione di schizzi/spruzzi di liquido biologico, l’operatore non indossa DPI per la protezione degli occhi non li indossa durante un intervento chirurgico non indossando gli occhiali schizzi di sangue contaminano le congiuntive dell’operatore

  35. ESPOSIZIONI DELLE MUCOSE DELLA FACCIA classificate nella categoria “Carenza misure di prevenzione adottate “ INIDONEO UTILIZZO DI DISPOSITIVI MEDICI ERRORI D’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO al laboratorio analisi sono manipolate provette aperte e durante alcune procedure in cui possono formarsi schizzi e spruzzi l’operatore si contamina le mucose degli occhi devono essere sostituite le apparecchiature che analizzano il campione utilizzando provette senza tappo con apparecchiature che perforano il tappo delle provette, nel frattempo: • quando la provetta senza tappo per essere manipolata può essere richiusa, allora la provetta deve essere richiusa con un nuovo tappo a vite. • indossare D.P.I. per la protezione degli occhi

  36. ESPOSIZIONI DELLE MUCOSE DELLA FACCIA classificate nella categoria“Carenza misure prevenzione adottate INIDONEO UTILIZZO DI DISPOSITIVI MEDICI MANCANZA D‘INFORMAZIONE • non è utilizzato per effettuare il prelievo dell’emocoltura il sistema chiuso per prelievi ematici, poiché gli operatori non sono a conoscenza che c’è un apposito raccordo alla camicia del sistema chiuso per prelievi ematici con cui può essere eseguito il prelievo per l’emocoltura

  37. ESPOSIZIONI DELLE MUCOSE DELLA FACCIA classificate nella categoria “ assenza /inidoneità/non utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI) o collettiva (D.P.C)adottati INIDONEO UTILIZZO DI DISPOSITIVI MEDICI MODIFICHE APPORTATE AL DISPOSITIVO • in Sala Operatoria il cono terminale del catetere di drenaggio viene sporadicamente tagliato, ciò determina la fuoriuscita di schizzi di liquido di drenaggio durante la connessione della nuova sacca al catetere.

  38. ESPOSIZIONI PER VIA MUCOSA classificate nella categoria “ assenza /inidoneità/non utilizzo di D.P.I. o D.P.C.adottati UTILIZZO DI D.P.I. INIDONEI sono utilizzati gli occhiali a stanghetta, o la mascherina chirurgica unita allo schermo plastico che non sono D.P.I. per la protezione degli occhi da schizzi/spruzzi di liquido biologico. Per la protezione delle mucose degli occhi da schizzi e spruzzi di liquido biologico deve essere indossata/o: la visiera o l’occhiale a mascherina + mascherina chirurgica. durante un intervento chirurgico pur indossando la mascherina con schermo protettivo schizzi di sangue contaminano gli occhi dell’operatore

  39. ESPOSIZIONI PER VIA MUCOSA classificate nella categoria “ assenza /inidoneità/non utilizzo di dispositivi di protezione individuali (DPI) o collettivi (D.P.C)adottati UTILIZZO DI D.P.I. INADEGUATI ALLE CONDIZIONI ESISTENTI SUL LUOGO DI LAVORO E CHE NON TENGONO CONTO DELLE ESIGENZE ERGONOMICHE Durante gli interventi chirurgici (in particolare quelli di lunga durata) le visiere vengono sollevate dal viso, perché l’uso concomitante di visiera e mascherina, determina la sensazione di difficoltà respiratoria e/o l’appannamento della visiera . In Sala Operatoria può essere indossato l’occhiale a mascherina + mascherina chirurgica con strato resistente agli spruzzi di liquidi biologici. Oppure la visiera + mascherina chirurgica con dispositivo che abbia la funzione di impedire all’aria calda presente all’interno della mascherina di salire verso l’alto, ed obbligarla a fuoriuscire lateralmente, evitando così il fastidioso effetto di appannamento delle lenti degli occhiali e della visiera.

  40. ESPOSIZIONI PER VIA MUCOSA classificate nella categoria “ esposizione accidentali” Soccorrendo un paziente, viene investita in faccia da vomito misto a sangue. L’operatore non doveva soccorrere il paziente poiché si accingeva ad andare a cambiarsi mentre il paziente stava entrando al P.S.. Nell'eseguire il prelievo glicemico con il glucometro, la strisci reattiva rimbalza sul dito provocando la formazione di schizzi di sangue che contaminala la congiuntiva dell'operatore.

  41. ESPOSIZIONI PER VIA CUTANEA CUTANEA LE PRECAUZIONI UNIVERSALI IMPONGONO • di indossare i guanti nelle procedure in cui si può venire a contatto a contatto con il sangue e altri liquidi biologici, in particolare durante le procedure di accesso vascolare prima di venire a contatto con mucose o cute non intatta. • agli operatori che sono portatori di lesioni essudative o dermatiti secernenti, di evitare di prestare attività di assistenza diretta al malato o manipolare apparecchiature usate per la cura del paziente, fino a che la condizione morbosa cutanea non è risolta”.

  42. ESPOSIZIONI PER VIA CUTANEA classificate nella categoria “Carenza di misure prevenzione adottate” utilizzo non sempre puntuale e costante dei guanti durante procedure di accesso vascolare

  43. ESPOSIZIONI PER VIA CUTANEA classificate nella categoria “ assenza /inidoneità/non utilizzo di DPI o D.P.Cadottati D.P.I. NON ADATTI ALLE NECESSITÀ DELL’UTILIZZATORE • guanti non sterili per esplorazioni non sempre disponibili nelle taglie adeguate • utilizzo di guanti da esplorazione (vinile o latice) per procedure in cui devono essere utilizzati guanti con una maggiore resistenza meccanica (es. decontaminazione di superfici, lavaggio ferri chirurgici, chiusura e trasporto di contenitori per rifiuti) • assenza nell’U.O. di guanti sintetici alternativi ai guanti in latice

  44. ESPOSIZIONI PER VIACUTANEA classificate nella categoria “ assenza /inidoneità/non utilizzo di dispositivi di protezione individuali (DPI) o collettivi (D.P.C)adottati D.P.I. INADEGUATI ALLE CONDIZIONI ESISTENTI SUL LUOGO DI LAVORO guanti non sterili per esplorazioni non sempre disponibili nelle taglie adeguate

  45. ESPOSIZIONI PER VIA CUTANEA classificate nella categoria “ assenza /inidoneità/non utilizzo di D.P.I. o D.P.C adottati UTILIZZO DI D.P.I. INADEGUATI ALLE CONDIZIONI ESISTENTI SUL LUOGO DI LAVORO guanti sterili e non sterili che per scarsa resistenza meccanica si rompono facilmente

  46. ESPOSIZIONI PER VIA CUTANEA classificate nella categoria “esposizioni accidentali” dopo aver eseguito stick glicemico nel togliersi i guanti si contamina le mani con sangue uscito in grande quantità durante il risveglio in sala operatoria il paziente agitato stacca la flebo e sporcandosi le mani di sangue contamina le mani dell’operatore (U.O. Sala Operatoria Belcolle)

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