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DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso ”L’ABC della Sicurezza e Igiene sul Lavoro”

DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso ”L’ABC della Sicurezza e Igiene sul Lavoro”. Dipartimento Sanità Pubblica SERVIZI PREVENZIONE SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO. STOP. D. Lgs. 19.9.94 n. 626. Aggiornamento maggio 2004. MIGLIORAMENTO SICUREZZA E SALUTE DEI LAVORATORI SUL LUOGO DI LAVORO

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DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso ”L’ABC della Sicurezza e Igiene sul Lavoro”

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Presentation Transcript


  1. DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso”L’ABC della Sicurezza e Igiene sul Lavoro” Dipartimento Sanità Pubblica SERVIZI PREVENZIONE SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO STOP

  2. D. Lgs. 19.9.94 n. 626 Aggiornamento maggio 2004 MIGLIORAMENTO SICUREZZA E SALUTE DEI LAVORATORI SUL LUOGO DI LAVORO Attuazione direttive CEE STOP

  3. TITOLO I MIGLIORAMENTO SICUREZZA E SALUTE DEI LAVORATORI Dir. 89/391 Art. 1-29 TITOLO II LUOGHI DI LAVORO Dir. 89/654 Art. 30-33 TITOLO III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO D.Lgs. 626/94 Dir. 89/655 - 95/63 Art. 34-39 TITOLO IV USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE MIGLIORAMENTO SICUREZZA E SALUTE DEI LAVORATORI SUL LUOGO DI LAVORO Art. 40-46 Dir. 89/656 TITOLO V MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI Dir. 90/269 Art.47-49 TITOLO VI USO ATTREZZATURE CON VIDEOTERMINALI Dir. 90/270 Art. 50-59 STOP

  4. TITOLO VII PROTEZIONE DA AGENTI CANCEROGENI MUTAGENI Art. 60-72 Dir. 90/394 - 97/42 - 99/38 TITOLO VII bis PROTEZIONE DA AGENTI CHIMICI Dir. 98/24 Art. 72 bis - 72 terdecies D.Lgs. 626/94 TITOLO VIII PROTEZIONE DA AGENTI BIOLOGICI Dir.90/679 - 93/88 Art. 73-89 MIGLIORAMENTO SICUREZZA E SALUTE DEI LAVORATORI SUL LUOGO DI LAVORO TITOLO VIII bis PROTEZIONE DA ATMOSFERE ESPLOSIVE Dir. 99/92 Art. 88 bis - 88 undicies TITOLO IX SANZIONI Art. 90-94 TITOLO X DISP. TRANS. E FINALI Art. 95-98 D.Lgs. 493/96 – SEGNALETICA DI SICUREZZA STOP

  5. FINE STOP

  6. DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso”L’ABC della Sicurezza e Igiene sul Lavoro” D.Lgs. 626/94 TITOLO I – MIGLIORAMENTO SALUTE e SICUREZZA dei LAVORATORI

  7. D.Lgs. 626/94 TITOLO IMIGLIORAMENTO SICUREZZA SALUTE DEI LAVORATORI - Dir. CE 89/391 Artt. 1-29 CAPO IDisposizioni generali (Artt.1-7) Art. 1: Campo di applicazione Art. 2: Definizioni Art. 3: Misure generali di tutela Art. 4: Obblighi datore lavoro, dirigente, preposto Art. 5: Obblighi lavoratore Art. 6: Obblighi progettisti Art. 7: Contratti appalto

  8. D.Lgs. 626/94 TITOLO IMIGLIORAMENTO SICUREZZA SALUTE DEI LAVORATORI - Dir. CE 89/391 Artt. 1-29 CAPO IIServizio di prevenzione e protezione(Artt. 8-11) Art. 8: Servizio di Prevenzione e Protezione Art. 9: Compiti del Servizio di Prevenzione e Protezione Art. 10: Svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di prevenzione e protezione dai rischi Art. 11: Riunione periodica di prevenzione e protezione dei rischi

  9. D.Lgs. 626/94 TITOLO IMIGLIORAMENTO SICUREZZA SALUTE DEI LAVORATORI - Dir. CE 89/391 Artt. 1-29 CAPO IIIPrevenzione Incendi, evacuazione, pronto soccorso (Artt. 12-15) Art. 12: Disposizioni Generali Art. 13: Prevenzione Incendi Art. 14: Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave ed immediato Art. 15: Pronto soccorso

  10. D.Lgs. 626/94 TITOLO IMIGLIORAMENTO SICUREZZA SALUTE DEI LAVORATORI - Dir. CE 89/391 Artt. 1-29 CAPO IVSorveglianza Sanitaria(Artt. 16-17) Art. 16: Contenuto della sorveglianza sanitaria Art. 17: Il medico competente

  11. D.Lgs. 626/94 TITOLO IMIGLIORAMENTO SICUREZZA SALUTE DEI LAVORATORI - Dir. CE 89/391 Artt. 1-29 CAPO VConsultazione e Partecipazione dei lavoratori (Artt. 18-20)CAPO VIInformazione e Formazione dei lavoratori (Artt. 21-22) Art. 18: Rappresentante per la sicurezza Art. 19: Attribuzioni del rappresentante per la sicurezza Art. 20: Organismi paritetici Art. 21: Informazione dei lavoratori Art. 22: Formazione dei lavoratori

  12. D.Lgs. 626/94 TITOLO IMIGLIORAMENTO SICUREZZA SALUTE DEI LAVORATORI - Dir. CE 89/391 Artt. 1-29 CAPO VIIDisposizioni Concernenti la pubblica amministrazione (Artt. 23-28)CAPO VIIIStatistiche infortuni e malattie professionali (Art. 29) Art. 23: Vigilanza Art. 24: Informazione, consulenza, assistenza Art. 25: Coordinamento Art. 26: Commissione consultiva permanente per la prevenzione degli infortuni e l’igiene del lavoro Art. 27: Comitati regionali di coordinamento Art. 28: Adeguamenti al progresso tecnico Art. 29: Statistiche degli infortuni e malattie professionali

  13. FINE Titolo I - D.Lgs. 626/94

  14. CAMPO DI APPLICAZIONE (Art. 1) IN TUTTI I SETTORI DI ATTIVITA’ PRIVATI O PUBBLICI: TUTELA DELLA SALUTE E PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI DURANTE IL LAVORO SI APPLICA (Esempi) • Se vi sono lavoratori dipendenti • o ad essi equiparati • Industria • Artigianato • Commercio • Ferrovie • Ospedali, Case di Cura Istituti • di Credito, Assicurazione • Studi professionistici • Amministrazioni Statali e Locali

  15. CAMPO DI APPLICAZIONE (Art. 1) IN TUTTI I SETTORI DI ATTIVITA’ PRIVATI O PUBBLICI: TUTELA DELLA SALUTE E PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI DURANTE IL LAVORO SI APPLICA tenendo conto delle particolari esigenze connesse al servizio espletato • Forze Armate e di Polizia • Servizi di Protezione Civile • Strutture giudiziarie, penitenziarie • Università • Istituti di istruzione e di educazione • di ogni ordine e grado • Lavoratori a domicilio e con • contratto di portierato (Art. 21)

  16. DEFINIZIONI (Art. 2) LAVORATORE Persona che presta il proprio lavoro alle dipendenze di un datore di lavoro con rapporto di lavoro subordinato • Equiparati a lavoratori: • - Soci lavoratori di cooperative o di società anche di fatto • Utenti dei servizi di orientamento o di formazione scolastica, universitaria, • professionale avviati presso Datori di Lavoro • - Allievi di istituti di istruzione ed universitari e partecipanti a corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, macchine, apparecchiature e attrezzature di lavoro, agenti chimici, fisici, biologici (non concorrono alla determinazione del numero di lavoratori)

  17. DEFINIZIONI (Art. 2) DATORE DI LAVORO (D.d.L.) PRIVATO PUBBLICO • - Soggetto titolare del rapporto di • lavoro con il lavoratore • Soggetto che ha la responsabilità • dell’impresa o unità produttiva • (stabilimento o struttura finalizzata alla produzione di beni o servizi, dotata di autonomia finanziaria e tecnico-funzionale)in quanto titolare dei poteri decisionali e di spesa. Dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non con qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale.

  18. DEFINIZIONI (Art. 2) SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DAI RISCHI (S.P.P.) Insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all’azienda per attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali nell’az. o nell’unità produttiva RESPONSABILE SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE (R.S.P.P.) Persona designata dal D.d.L. in possesso di attitudini e capacità adeguate RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (R.L.S.) Persona/e elette o designate per rappresentare i lavoratori in materia di salute e sicurezza durante il lavoro MEDICO COMPETENTE Medico in possesso di : - specializzazione in medicina del lavoro o in disciplina equipollente - autorizzazione ex art. 55 D.Lgs. 277/91 - ecc. PREVENZIONE Disposizioni o misure adottate o previste in tutte le fasi dell’attività lavorativa per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno

  19. MISURE GENERALI DI TUTELA (Art. 3) Per attrezzature di lavoro, sostanze, sistemazione ambienti di lavoro, processi produttivi, macchine, impianti VALUTAZIONE DEI RISCHI

  20. MISURE GENERALI DI TUTELA (Art. 3) Riduzione dei rischi alla fonte ELIMINAZIONE RIDUZIONE RISCHI ALLA FONTE Sostituzione pericolo con minor pericolo Eliminazione dei rischi o, se non possibile, riduzione al minimo Rispetto principi ergonomici Limitazione al minimo degli esposti al rischio Attenuazione lavoro monotono e ripetitivo PROGRAMMAZ. DELLA PREVENZIONE Priorità protezione collettiva rispetto protezione individuale Limitazione agenti chimici, fisici, biologici

  21. MISURE GENERALI DI TUTELA (Art. 3) Controllo sanitario dei lavoratori Allontanamento per motivi sanitari ORGANIZZAZIONE GESTIONE Misure di emergenza Segnali di avvertimento e sicurezza Manutenzione di ambienti, attrezzature, macchine, impianti, dispositivi di sicurezza Informazione, formazione, consultazione, partecipazione, istruzioni adeguate ai lavoratori

  22. CONCETTI GENERALI - DEFINIZIONI LAVORO PERICOLO Fonte di possibili lesioni o danni alla salute (Da UNI EN 292-1) RISCHIO Combinazione di Probabilità e gravità di possibili lesioni o Danni alla salute in situazioni pericolose (Da UNI EN 292-1) NESSUN EVENTO EVENTO SFAVOREVOLE NESSUN DANNO DANNO

  23. P = PROBABILITA’ di ACCADIMENTO La definizione della probabilità di accadimento (P)fa riferimento principalmente all’esistenza di una correlazione più o meno diretta tra la carenza riscontrata e la possibilità che si verifichi l’evento indesiderato, tenuto conto della frequenza e della durata delle operazioni/lavorazioni che comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

  24. D = DANNO (GRANDEZZA DEL DANNO CHE L’EVENTO PUÒ CAUSARE) La definizione della scala di gravità del Danno fa riferimento principalmente alla reversibilità o meno del danno L’incidente con rischio di conseguenze mortali, anche se improbabile, va considerato come priorità nella programmazione delle misure di prevenzione. N.B.: Ai fini della predisposizione delle misure di sicurezza deve essere preso in considerazione il danno più grave che può essere associato al rischio in esame; anche se il dato aziendale mostra un basso numero di incidenti di quel tipo, di per sé tale dato non autorizza ad adottare misure di sicurezza meno restrittive.

  25. VALUTAZIONE DEI RISCHI: R = PxD Definiti Probabilità (P) e gravità (D) del Danno, il rischio R viene calcolato con la formula R = PxD e si può rappresentare in una matrice, avente in ascisse la gravità ed in ordinate la probabilità attesa del suo verificarsi Tale rappresentazione è il punto di partenza per la definizione delle priorità degli interventi di prevenzione e protezione da adottare. La valutazione numerica e cromatica del livello di rischio permette di identificare la priorità degli interventi da effettuare 3 6 9 P 3 4 6 2 2 3 1 2 1 D 1 2 3 R ≥ 6= Azioni correttive immediate 3 ≥ R ≤ 4= Azioni correttive da programmare con urgenza 1 ≥ R ≤ 2= Azioni correttive / migliorative da programmare nel breve-medio termine

  26. FATTORI CHE CARATTERIZZANO IL RISCHIO ATTREZZATURE MACCHINE IMPIANTI UOMO RISCHIO AMBIENTE

  27. FATTORI DI RISCHIO OCCUPAZIONALE RISCHIO INFORTUNI RISCHIO da MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI RISCHIO CHIMICO RISCHIO legato a ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO RISCHIO BIOLOGICO RISCHIO FISICO

  28. RISCHIO INFORTUNI IMPIGLIAMENTO INTRAPPOLAMENTO SCHIACCIAMENTO TRASCINAMENTO CESOIAMENTO PROIEZIONE MECCANICO ATTORCIGLIAMENTO CONTATTO - TAGLIO URTO PERFORAZIONE ATTRITO - ABRASIONE

  29. RISCHIO INFORTUNI CONTATTO DIRETTO CONTATTO INDIRETTO ELETTRICO

  30. RISCHIO CHIMICO

  31. Rischio dovuto a sostanze inquinanti che interagiscono con l’organismo umano e che possono provocare patologie acute, croniche e irreversibili RISCHIO CHIMICO Saldatura: Ossidi di Carbonio,Ossidi di Azoto Uso di solventi: Laboratorio di chimica, Vernici VAPORI GAS POLVERI Argilla, Legno FIBRE Minerali (Amianto) AEROSOL Lavorazioni con impiego di olii, Fitofarmaci NEBBIE Saldatura, Stampaggio a caldo plastica FUMI

  32. RISCHIO FISICO MACCHINE RUMORE IMPIANTI

  33. RISCHIO FISICO TEMPERATURA, UMIDITA’, VENTILAZIONE MICROCLIMA

  34. RISCHIO FISICO ABBAGLIAMENTO ILLUMINAZIONE LUCE SCARSA

  35. RISCHIO FISICO RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI CAMPI ELETTROMAGNETICI, RAGGI X, LASER VIBRAZIONI UTENSILI AD ARIA COMPRESSA

  36. RISCHIO FISICO VIDEOTERMINALI DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI DISTURBI OCULO-VISIVI

  37. RISCHIO FISICO CERVICALGIE, LOMBALGIE, DISCOPATIE, SINDROME DEL TUNNEL CARPALE MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

  38. RISCHIO BIOLOGICO LAVORAZIONI CON OLII BATTERI PRODOTTI ANIMALI PROVENIENZA UMANA LAVORAZIONI ALIMENTARI FUNGHI MUFFE PRODOTTI ANIMALI LAVORAZIONI AGRICOLE VIRUS PRODOTTI ANIMALI PROVENIENZA UMANA PARASSITI LAVORAZIONI CON ANIMALI PROVENIENZA UMANA

  39. RISCHIO ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO ANSIA RESPONSABILITA’ MANSIONI SUPERIORI RITMI ECCESSIVI LAVORO A COTTIMO MONOTONIA RIPETITIVITA’ CATENA DI MONTAGGIO TURNI DI LAVORO LAVORO NOTTURNO PRESSIONE INGIUSTIFICATA DEI SUPERIORI MOBBING

  40. RAPPORTO RISCHIO - DANNO CAUSA EFFETTO Rischio Danno CHIMICO INFORTUNIO FISICO BIOLOGICO MALATTIA PROFESSIONALE INFORTUNI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO MALATTIA ASPECIFICA MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI

  41. Lesione fisica o alterazione dello stato di salute DANNO INFORTUNIO • Incidente determinato da una causa violenta in occasione di lavoro dal quale derivi la morte o una invalidità permanente o una inabilità temporanea

  42. MALATTIAPROFESSIONALE Malattia causata da attività lavorativa dalla quale derivi la morte o l’invalidità permanente o l’inabilità temporanea Es: Asbestosi Saturnismo Ipoacusia Per provocare una malattia professionale i fattori di rischio devono essere presenti nell’ambiente in determinate quantità MALATTIA ASPECIFICA Insieme di malattie fisiche o psichiche non direttamente collegabili ad una causa determinata, ma riconducibili almeno in parte ad uno o più fattori presenti nell’ambiente di lavoro Es: Stanchezza Insonnia

  43. PREVENZIONE Insieme di azioni che hanno lo scopo di mantenere lo stato di salute, inteso come benessere psico-fisico dell’uomo PREVENZIONE PRIMARIA PREVENZIONE SECONDARIA

  44. Insieme di azioni e/o interventi per la riduzione dei rischi negli ambienti di lavoro (es. relativo ad inquinanti aerodispersi) PREVENZIONE PRIMARIA Eliminazione sostanza nociva Modifica processo produttivo Interventi alla sorgente Modifica impianto Manutenzione Modifica organizz. del lavoro Pulizia Controllo ritmi produttivi

  45. Insieme di azioni e/o interventi per la riduzione dei rischi negli ambienti di lavoro (es. relativo ad inquinanti aerodispersi) PREVENZIONE PRIMARIA Aspirazione localizzata Interventi sulla propagazione Ventilazione generale Spazio Modifica organizz. lavoro Lay-out

  46. Insieme di azioni e/o interventi per la riduzione dei rischi negli ambienti di lavoro (es. relativo ad inquinanti aerodispersi) PREVENZIONE PRIMARIA Dispositivi di protezione individuale Interventi sull’uomo Chiusura in cabina Riduzione tempo di esposizione Modifica organizz. lavoro Informazione

  47. PREVENZIONE SECONDARIA Ricerca di alterazioni precliniche negli organi, prima che si manifesti la malattia Accertamenti Sanitari Preventivi: prima dell’assunzione per il rilascio dell’idoneità SORVEGLIANZA SANITARIA per gli esposti a fattori di rischio professionali Accertamenti Sanitari Periodici: per la verifica e il controllo dello stato di salute

  48. CACCIA AI RISCHI Tratto da "La sicurezza per tutto l'anno" - Agenda 1998Per gentile concessione di: Gruppo MODULO UNO - Torino

  49. 1 4 5 2 3 7 8 11 6 9 36 10 14 12 13 15 18 16 17 19 21 22 23 20 27 24 25 26 32 28 31 29 30 33 34 35 Tratto da "La sicurezza per tutto l'anno" - Agenda 1998Per gentile concessione di: Gruppo MODULO UNO - Torino

  50. OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO, DEL DIRIGENTE, DEL PREPOSTO(Art. 4) DATORE DI LAVORO Per nuove attività (pubbliche o private) “Documento” entro 3 MESI dall’inizio dell’attività Designa Responsabile e Addetti (anche con esterni) del S.P.P. Nomina, nei casi previsti, il Medico Competente DIRIGENTE R.S.P.P. + Med. Comp. Responsabilità di valutazione e attuazione continuativa PREPOSTO Elabora, custodisce e aggiorna il Documento contenente: - Valutazione dei rischi - Misure di prevenzione - Programma di attuazione R.L.S. (consultazione) Per aziende familiari e fino a 10 dipendenti autocertificazione su valutazione e misure Adottano e aggiornano le misure di prevenzione necessarie

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