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Gli animali sono dotati del lógos ?

Gli animali sono dotati del lógos ?. Continuisti . Discontinuisti. Lucrezio (I a.C.) Plutarco (I-II d.C.) Sesto Empirico (II-III d.C.) Porfirio (III d.C.). Stoici (IV sec.a.C.) Filone Alessandrino (I a.C.-I d.C.). Gli stoici e la teoria dei due lógoi.

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Gli animali sono dotati del lógos ?

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Presentation Transcript


  1. Gli animali sono dotati del lógos? Continuisti Discontinuisti • Lucrezio (I a.C.) • Plutarco (I-II d.C.) • Sesto Empirico (II-III d.C.) • Porfirio (III d.C.) • Stoici (IV sec.a.C.) • Filone Alessandrino (I a.C.-I d.C.)

  2. Gli stoici e la teoria dei due lógoi “L’essere umano – così dicono – non differisce dagli animali privi di lógos per via del discorso pronunciato (prophorikô lógo) (se è per questo, proferiscono – prophérontai – voci articolate– enárthrous phonás – anche i corvi, i pappagalli e le gazze), ma per via del discorso interiore (endiathéto), e non per la semplice rappresentazione presa isolatamente (aplê mónon phantasía), ma per la rappresentazione capace di fare collegamenti e sintetica (metabatikê kaì syntethikê).” (S. Emp. Adv. math. VIII, 275)

  3. Gli stoici e la teoria dei due lógoi • Ci può essere lógos prophorikós senza che ci sia lógos endiáthehtos • La voce emessa dagli animali è diversa da quella emessa dagli uomini “la voce (phonè) è aria che vibra, oppure il sensibile specifico dell’udito, come dice Diogene di Babilonia nel suo Trattato della voce. E la voce di un animale è aria messa in vibrazione dall’impulso (hormês); la voce dell’uomo invece è articolata (énarthros) ed è emessa dalla mente (dianoías) che, afferma Diogene, giunge a maturazione all’età di 14 anni” (SVFIII, 17)

  4. Teoria dell’impulso “Gli animali poi hanno in più l’impulso, del quale si servono per procurarsi quel che è utile: dunque, per questi esseri vivere secondo natura corrisponde a farsi guidare dall’impulso. Agli esseri razionali la ragione (lógos) è stata data come coronamento in una posizione eminente:ecco,dunque, che per questi esseri il vivere conforme a ragione (katà lógon) corrisponde esattamente al vivere conforme a natura (katà phýsin), dato poi che la ragione sovrintende all’impulso.” (SVF III, 178)

  5. Teoria dell’impulso “Ora è evidente dal modo in cui sistematicamente ciascun animale tende per natura a ciò che gli giova, che in esso non c’è ragione (lógos) o sapienza(sophía), ma che esiste un qualcosa di naturale (tis physikè) degli animali che spinge verso queste cose al fine dell’autoconservazione” (SVF II, 725)

  6. Impulso e rappresentazione “Degli esseri dotati di movimento, alcuni, come gli animali, sono mossi dall’impulso e dalla rappresentazione (phantasían); [...] oltre alle facoltà anzidette gli animali privi di lógos (áloga zôa) sono forniti anche di impulso e rappresentazione. Invece la facoltà razionale (logikè dýnamis), che è propria dell’anima umana, non può muoversi in modo istintivo come avviene per gli esseri privi di ragione, ma deve piuttosto discernere (diakrínein) fra rappresentazione e rappresentazione e non lasciarsi coinvolgere da esse” (SVF II, 714)

  7. Impulso e rappresentazione “Gli animali infatti si muovono “di per sé” quando, al presentarsi di certe rappresentazioni, si risvegliano gli impulsi. Dunque, in certi animali le rappresentazioni (phantasíai) suscitano l’impulso; ma questo è mosso da rappresentazioni preordinate dalla natura (phýseos phantastikês). [SVF II, 988]

  8. Impulso e rappresentazione Ad esempio nel caso del ragno si genera la rappresentazione del tessere la tela, e a questa segue l’impulso a tessere. La capacità rappresentativa del ragno è preordinata ad indirizzarlo a questa azione e il nostro animale non può seguire nient’altro che tale capacità rappresentativa[...] come del resto l’ape {non può seguire altra rappresentazione} che quella di produrre la cera. [SVF II, 988]

  9. Impulso e rappresentazione L’animale razionale (logikòn zôon) invece non ha solo la facoltà percettiva (phantastikê), ma anche la ragione (lógon) con la quale, per natura, giudica le rappresentazioni, alcune scartandole, altre accettandole affinché il vivente possa agire in conformità con esse.” [SVF II, 988]

  10. La phantasía dell’uomo “è la speciale costituzione del nostro intelletto (dianoías), che ci consente non solo di ricevere le impressioni dagli oggetti sensibili, quando veniamo in contatto con essi,ma anche di scegliere tra questi oggetti, di togliere, di aggiungere, di combinare insieme (syntíthemen) alcuni di essi da noi stessi e di passare, per Zeus, dagli uni agli altri (metabaínomen) che sono in qualche modo somiglianti (parakeímena)” (Epitteto, Diat. I, 6, 10)

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