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Verso un modello di integrazione italiano? Innovazione e tendenze nelle politiche di integrazione . Mattia Vitiello – Istituto di Ricerca sulla Popolazione e le Politiche Sociali IRPPS-CNR. Le principali fasi della storia delle politiche migratorie italiane. Dall’accoglienza alla riluttanza.
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Verso un modello di integrazione italiano? Innovazione e tendenze nelle politiche di integrazione Mattia Vitiello – Istituto di Ricerca sulla Popolazione e le Politiche Sociali IRPPS-CNR
Le principali fasi della storia delle politiche migratorie italiane
Dall’accoglienza alla riluttanza • Nello sviluppo dell’immigrazione straniera in Italia possono essere individuati tre punti di svolta: 1973, 1990 e 2001 che individuano tre fasi differenti per questo ciclo migratorio. • Queste fasi si possono distinguere sia dal punto di vista delle politiche sia dal punto di vista delle caratteristiche dell’immigrazione.
1973 – 1990 la transizione Dalla Conferenza nazionale sull’emigrazione a quella sull’immigrazione • La transizione a paese di immigrazione in un quadro legislativo da paese di emigrazione. • Secondo molti autori, una delle cause dell’avvio dei flussi per l’Italia è la mancanza dei controlli e di politiche mentre i tradizionali paesi di immigrazione europei restringono gli ingressi.
Comunità Europea: gli effetti spinta sulla progettazione delle politiche di immigrazione in Italia • L’Italia come porta di servizio per l’immigrazione straniera verso i paesi europei continentali. • Immigrazione clandestina e overstayers. • Sala d’attesa o nuovo paese di immigrazione?
Solidarietà e fattore economico • Lavoro domestico e la figura sociale dell’immigrato. • La domanda di lavoro per occupazioni dalla tre D (Dirty, Dangerous, Demanding) e le difficili condizioni di vita degli immigrati. • Lo sviluppo di movimenti politici e sociali a favore dell’immigrazioe e degli immigrati.
L’Italia come paese di immigrazione? • La scoperta dell’immigrazione e la prima legge (943/ 1986). • La cifra comune a tutte le norme a venire: politiche di integrazione avanzate e politiche di ingresso restrittive. • Una regolarizzazione non basta a sanare la situazione.
1990-2001 verso la stabilizzazione • Tra la fine del 1989 e l'inizio del 1990, l'immigrazione diventa per la prima volta un tema importante nella politica italiana. • Nel corso del dibattito in Parlamento sulla legge Martelli (legge 39/1990), si creò un ampio sostegno a queste misure con l’opposizione di due partiti (PRI; MSI). • La novità più importante di questa legge è l'adozione del sistema delle quote.
Il cambiamento negli atteggiamenti della società italiana verso l'immigrazione • L'immigrazione tornò al centro dell'attenzione in modo drammatico tra il marzo e l'agosto del 1991 in occasione di diverse ondate di profughi albanesi arrivati in barca sulle coste italiane. • La stampa gradualmente spostò la sua attenzione dall’accoglienza al controllo e ai mezzi per fermare una pressione migratoria descritta come inarrestabile e sempre più minacciosa. • La reazione politica presto seguì l'esempio, con i partiti che divennero sempre più riluttanti e ciò consentì ai gruppi che si erano sempre decisamente opposti all’immigrazione di guadagnare terreno.
La difficile stabilizzazione di un nuovo paese di immigrazione • Negli anni ‘90 il dibattito politico e la legislazione sull’immigrazione sono stati caratterizzati da regole contrastanti, a volte basati su principi apertamente contraddittori. • La situazione fu aggravata dalla diffusa discrepanza tra la legge e la sua attuazione. • Inoltre, cresceva la spinta a gestire l'immigrazione secondo i criteri dell'accordo di Schengen. • In risposta a questa situazione fu promulgata la legge Turco - Napolitano del 1998 (40/1998).
L’ambizione della soluzione finale • La legge Turco – Napolitano (40/1998) in seguito fu estesa e inclusa nel “Testo unico sull’immigrazione e la condizione dello straniero” (Legge 286 del 1998). • Verso una maggiore certezza dei diritti e dei doveri degli stranieri presenti in Italia.
La nuova legge tra aperture e … • Il primo aspetto originale di questa legge è stata la scelta di un sistema di quote annuali per l’ingresso di migranti per motivi economici. L’impraticabilità del "opzione zero". • Un'altra innovazione è stata l'introduzione del "sistema dello sponsor" come canale di ingresso regolare. • Infine, l'estensione dei diritti sociali della popolazione immigrata stabilizzata e garanzie dei diritti fondamentali per gli immigrati clandestini, come il diritto alla salute e all'istruzione.
… chiusure • L’istituzione dei centri di permanenza temporanea (CPT), per trattenere gli stranieri "sottoposti a provvedimenti di espulsione e o di respingimento con accompagnamento coattivo alla frontiera" nel caso in cui il provvedimento non sia immediatamente eseguibile. • Restrizione dei canali di ingresso regolare (nonostante sistema dello sponsor e delle quote) e lotta all’immigrazione clandestina.
Un contesto politico ambiguo • Alla fine degli anni ‘90 gli immigrati regolarmente presenti sono più di 1.5 milioni. • L'immigrazione diventa una questione cruciale nel dibattito politico e nelle campagne elettorali. • Il cambio di governo nel 2001 porta a una nuova legge, la Bossi – Fini, approvata nel 2002. • Essa modifica il Testo unico in alcuni articoli in direzione di un restringimento degli ingressi regolari, potenziamento delle espulsioni, incardinare l’immigrazione alla dimensione lavorativa.
Popolazione straniera residente al 1° gennaio 2011 Fonte: DemoIstat
Stranieri residenti per comune 2011 Fonte: DemoIstat
Incidenza % degli stranieri per comune 2010 Fonte: DemoIstat
Alcuni indicatori per la popolazione straniera residente al 2011
Stranieri residenti in Italia, per sesso e paese di cittadinanza al 2011
Cittadini stranieri residenti in Italia al 2011 per paese di cittadinanza (%)
Stranieri residenti in Italia, per sesso e paese di cittadinanza al 2011
Popolazione straniera residente. Anni 1993 - 2011 (valori in migliaia). Fonte: DemoIstat
Popolazione straniera residente secondo alcune componenti Fonte: DemoIstat
Permessi di soggiorno per lavoro e famiglia. Anni 1992 – 2007 (valori in migliaia)
Popolazione straniera residente in Italia per classi di età ai censimenti 1991, 2001 e al 2011 (composizioni percentuali)
Bilancio demografico della popolazione straniera residente. 2003-2010 Fonte: Istat
Iscrizioni di alunni non italiani. Anni scolastici 1983/84 – 2010/11
Alunni non italiani per livello scolastico. Anno scolastico 2010/2011
Alunni non italiani e italiani per livello scolastico secondario superiore. Anno 2010/2011
La crescita della presenza degli stranieri nel mercato del lavoro italiano Fonte: C. Bonifazi, C. Marini, Il lavoro degli stranieri in Italia in tempo di crisi, "Realtà attuale delle migrazioni italiane“, 13/04/2011 presso IRPPS-CNR Roma
Gli indicatori del mercato del lavoro per stranieri e italiani. Media 2011
Principali indicatori del mercato del lavoro per stranieri e italiani. Anni 2009 e 2008
Stranieri e italiani occupati per settore di attività e sesso. Anno 2011
Incidenza degli stranieri nel lavoro irregolare (in migliaia) Source: Istat, Indagine conoscitiva su taluni fenomeni distorsivi del mercato del lavoro, Roma, 2010.
Occupati stranieri e italiani per posizione nella professione. Anno 2011
Le principali caratteristiche dell’integrazione lavorativa degli immigrati • In questo decennio si è registrato un progressivo aumento dell’occupazione regolare e della stabilizzazione lavorativa degli immigrati. • C’è stato un parallelo aumento della segregazione lavorativa degli stessi nelle attività più dequalificate, meno pagate e più pericolose, disertate dagli italiani. • Il lavoro irregolare funziona sia come modalità di ingresso che come ripiego tra un lavoro e un altro in caso di disoccupazione.
L’immigrazione in Italia è un fenomeno sociale fondato sul lavoro • Al 2007 i permessi per motivi di lavoro costituivano ancora il 60% del totale. • Ciò riguarda tutti gli immigrati, a prescindere dal titolo di autorizzazione al soggiorno in Italia e dalla regolarità o meno della presenza. • Il mercato del lavoro rappresenta il primo ambito sociale del paese di arrivo in cui un immigrato si inserisce. • L’inserimento lavorativo rappresenta il principale meccanismo dei processi di integrazione degli immigrati.
Le determinanti strutturali dell’immigrazione in Italia • L’aumento della domanda di lavoro per le attività non esportabili (nel terziario tradizionale e nelle piccole e medie imprese del nord est). • La fecondità molto bassa che ha causato una riduzione di circa 2 milioni del numero di persone nel gruppo di età tra i 15 – 39 anni della popolazione autoctona nel periodo 1991-2007 (di cui 99% nel Centro-Nord). • Il basso livello delle migrazioni interne dal Mezzogiorno, malgrado il crescente divario Nord-Sud. • Un sistema di ws incapace di far fronte agli effetti del massiccio invecchiamento della popolazione italiana: nel 2007 circa 12 milioni avevano più di 65 anni (di cui 2,3 milioni sono gli invali), con un aumento di 3 milioni in 15 anni.
Le aree problematiche dell’integrazione lavorativa • Per la prima generazione, l’accesso al lavoro non costituisce un problema. • L’integrazione lavorativa di tipo subalterno diviene un ostacolo per la mobilità lavorativa, soprattutto in Italia dove lo status giuridico dell’immigrato è fortemente legato alla sua pozione lavorativa. • Gli immigrati sono bloccati in queste posizioni lavorative dal meccanismo nato dall’azione concomitante della domanda di lavoro, da un lato, e dalle caratteristiche dell’offerta di lavoro immigrata dal lato opposto.
I meccanismi legislativi per la mercificazione della manodopera straniera • La legge 189/2000 introduce la nozione giuridica del contratto di soggiorno per lavoro subordinato • Esso è un contratto di lavoro stipulato fra un datore di lavoro italiano o straniero regolarmente soggiornante in Italia e un prestatore di lavoro, cittadino di uno Stato non appartenente all'Unione europea o apolide. • L’articolo 5 comma tre bis, prescrive che il permesso di soggiorno per motivi di lavoro è rilasciato a seguito della stipula del "contratto di soggiorno per lavoro“. • La sua durata è quella prevista dallo stesso contratto di soggiorno.
Il nuovo orientamento delle politiche di immigrazione • Il Testo unico è stato emendato in alcune parti dalla legge 189/2002. • L’immigrazione come problema di ordine pubblico. • Elaborazione e sviluppo di una serie di strumenti a garanzia di un continuo controllo della popolazione immigrata. • Politicizzazione e giuridificazione dell’immigrazione.
I tre assi della politica italiana d’immigrazione: controllo, sorveglianza e … • Controllo dei nuovi ingressi con una severa restrizione dei canali di entrata regolari. • Controllo della popolazione immigrata irregolare attraverso un incremento del numero di espulsioni. • Sorveglianza degli immigrati regolari già presenti attraverso il contratto di soggiorno e misure più restrittive per il rinnovo. • Con questa legge prende forma e sostanza un regime di immigrazione di tipo "riluttante" [Cornelius et al. 1994].
… e l’accettazione condizionata.La stratificazione civica degli immigrati • Accettazione degli immigrati sulla base dei criteri di merito: avere uno status giuridico regolare; avere un occupazione regolare; essere residenti da lungo tempo, ecc. • Gli immigrati «meritevoli» sono quelli che lavorano e rispettano le regole. • Gli«immeritevoli» sono i clandestini potenziale minaccia per la società italiana.
Le norme del pacchetto sicurezza e la giuridificazione dell’immigrazione • Ingresso e soggiorno illegale dello straniero come un reato penale. • Inasprimento delle pene per chi viola l'ordine di espulsione. • Una sanzione penale per quei cittadini che affittano casa a stranieri clandestini. • Estensione della permanenza obbligatoria nei CIPE (180). • Clandestinità come circostanza aggravante. • Priorità a giudizio per reati commessi in violazione delle disposizioni del "Testo Unico". • Sanzioni più severe per coloro che impiegano stranieri illegali. • Condizioni più restrittive per il ricongiungimento familiare. • Introduzione del test del DNA in casi dubbi. • La presentazione di un permesso di soggiorno per tutte le procedure burocratiche.
L’accordo d’integrazione … • Lo straniero al momento del suo primo ingresso è obbligato a firmare un accordo d'integrazione come condizione necessaria per ottenere il permesso di soggiorno. • Lo straniero s’impegna a imparare la lingua e i principi fondamentali della Costituzione italiana, così come ad aderire alla Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione (Decreto del Ministero dell’interno 23/04/2007).
… e la certificazione della bontà dell'immigrato • Il permesso di soggiorno conferisce un numero di crediti che possono essere ridotti in occasione di condanne anche non definitive, sanzioni pecuniarie per illeciti amministrativi o tributari. • Allo scadere dell'accordo si verifica il suo adempimento attraverso ola presentazione di una adeguata certificazione o un esame. • Se il punteggio è superiore a 30 crediti l’accordo è soddisfatto, da 1 e 29 è prevista una proroga, a meno che 0 è prevista l'espulsione immediata.
L’Integrazione all’italiana? • L’accordo d'integrazione è il prodotto della concezione dell'integrazione come il processo di civilizzazione dell'immigrato. • «Un processo che consiste, idealmente, nel passare dall’alterità più radicale all’identità più totale (A. Sayad)». • Le politiche d'integrazione non come misure di politiche sociali ma come condizioni per l'immigrazione. • Inquadramento giuridico dell’immigrazione senza la partecipazione democratica in termini giuridici ma in termini di virtù civica.
Lo Stato xenofobo • Una parte significativa dell'économia (e delle famiglie) italiana ha bisogno d’una manodopera più economica. • La concezione degli immigrati come una persona «la cui unica ragione di essere è il lavoro e la cui presenza non è legale, autorizzata, legittima se non subordinata al lavoro (A. Sayad)» raggiunge dei livelli parossistici in Italia. • Il comportamento degli immigrati deve essere conforme al comportamento (ideale) degli italiani (camouflage).