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Politecnico di Torino – II Facoltà di Architettura Corso di Laurea magistrale in Pianificazione Territoriale, Urbanistica, e Paesaggistico-ambientale A.A . 2012-2013 – Sessione di settembre. La Città metropolitana nella pianificazione e nel governo del territorio.
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Politecnico di Torino – II Facoltà di Architettura Corso di Laurea magistrale in Pianificazione Territoriale, Urbanistica, e Paesaggistico-ambientale A.A. 2012-2013 – Sessione di settembre La Città metropolitana nella pianificazione e nel governo del territorio Studente laureando: Roberto FERRARA Relatore: Prof. Carlo Alberto BARBIERI
La Città metropolitana nella pianificazione e nel governo del territorio Slide 1 Il tema: La Città metropolitana a livello nazionale e nei due contesti di Torino e Genova • Gli obiettivi: • Ricostruire i contesti normativi e la gamma degli strumenti disponibili • Proporre alcune linee guida per la pianificazione metropolitana nel nuovo contesto La struttura: La tesi è articolata in 3 parti: Un’analisi critica del percorso storico della questione metropolitana in Italia e dell’ente istituzionale della Città metropolitana Il quadro della situazione attuale (Città metropolitana ed altri strumenti sviluppati per il governo del territorio metropolitano) 3I percorsi dei due casi-studio ed i relativi ragionamenti
Cosa è cambiato nel frattempo nel governo del territorio metropolitano? Slide 2 Pianificazione comprensoriale Progetto ‘80 Pianificazione intercomunale metropolitana Pianificazione territoriale di coordinamento nazionale e regionale Unioni di Comuni Consorzi di Comuni Progetti unitari di annessioni comunali
Cosa è cambiato nel frattempo nel governo del territorio metropolitano? Slide 2 Pianificazione comprensoriale Pianificazione strategica Progetto ‘80 Pianificazione territoriale di coordinamento provinciale Agenda urbana nazionale Pianificazione intercomunale metropolitana Pianificazione territoriale di coordinamento nazionale e regionale Perequazione territoriale Innovazione degli strumenti della pianificazione locale Unioni di Comuni Consorzi di Comuni Conferenze metropolitane ed associazioni di comuni Progetti unitari di annessioni comunali
L’evoluzione normativa dell’ente Città metropolitana negli anni ‘90 e 2000 Slide 3 1990 1995 2000 2005 2010 Legge 142/1990- Il debutto nella riforma delle autonomie locali Cogenza della normativa: limiti temporali definiti, eventuale intervento sostitutivo statale Perimetrazione da parte delle Regioni; ruolo consultivo degli altri enti locali Legge 436/1993 - Da ente obbligatorio ad ente facoltativo Nessun cambiamento nell’iter procedurale Slittamento dei tempi Legge 265/1999 - Nuova procedura istitutiva e nuove caratteristiche Proposta di perimetrazione e di definizione delle funzioni da parte di Comuni o Provincia Necessaria doppia approvazione regionale e statale Riforma del Titolo V della Costituzione (2001) - Pari dignità con gli altri enti locali CM non più come provincia atipica Dotazione di potestà statutaria e regolamentare, funzioni, autonomia finanziaria Legge 131/2003 - L’attuazione della riforma costituzionale Introduzione del principio di sussidiarietà: ai Comuni le funzioni non altrimenti attribuite Mandato al Governo per individuazione funzioni, risorse e rapporto con gli altri enti Legge 42/2009 - Una disciplina transitoria nella riforma del federalismo fiscale Perimetrazione da parte di Comuni e Province; funzioni già stabilite Regione con ruolo unicamente consultivo nell’iter procedurale
Perché le Città metropolitane non si sono concretizzate finora? Slide 4 Solo 4 città (Genova, Venezia, Bologna, Firenze) su 10 hanno provveduto agli adempimenti di legge ma non è comunque mai seguita l’istituzione dell’ente. Al contrario molti sono stati gli altri strumenti di governo metropolitano applicati diffusamente nei diversi contesti. 2 ordini di motivazioni • Da parte dello Stato: • Poca coerenza ed incisività nell’azione legislativa: • Dicotomia centralismo-federalismo • Mancanza di una politica urbana nazionale • Interesse legato a situazioni contingenti (es: spendingreview) • Da parte degli Enti locali: • Reticenza ad adeguare in maniera efficace strumenti e politiche ai cambiamenti in atto: • Scarsa comprensione della portata innovativa • Volontà politica di non modificare i rapporti di potere esistenti
Il rilancio della Città metropolitana: l’evoluzione recente della normativa Slide 5 Il contesto Crisi economica e finanziaria: necessità di revisionare la spesa pubblica Governo Monti Governo Letta Dichiarazione incostituzionalità legge 135/2012 L’iniziativa legislativa statale Ddl costituzionale Legge 135/2012Spendingreview bis Legge 228/2012 Ddl ordinamentale D.l.188/2012 Le risposte operative locali Istituzione Conferenze metropolitane e lavori per l’ elaborazione dello statuto Eventuale prosecuzione volontaria dei lavori Clima di incertezza 01/2013 06/2012 06/2013
Limiti e prospettive dell’attuale situazione Slide 6 • Prospettive • Fine del dibattito geografico- funzionale, causa di conflitti e situazioni di stallo Possibilità di concentrare il dibattito sull’aspetto tecnico e politico finora carente • Contesto istituzionale già strutturato ed attivo nel campo della pianificazione (Provincia) • Natura di ente elettivo di secondo grado Collegamento diretto con i contesti locali • Possibilità di differenziazione locale della proposta nazionale attraverso la redazione degli statuti • Concomitanza con la nuova stagione di programmazione FSE • Limiti • Incertezza sullo scenario futuro e poco tempo a disposizione • Dimensione territoriale imposta e non individuata localmente in base a specificità di territorio e governanceistituzionale • Forte carenza di indirizzi e direttive su forma e contenuti dell’inedita pianificazione metropolitana • Interruzione del percorso di avvicinamento che si era intrapreso localmente attraverso le Conferenze metropolitane • Statutonon più partecipato dai comuni ma redatto dall’organo stesso
Quale forma e quali contenuti per il futuro Piano Territoriale Metropolitano? Slide 7 Alcune proposte: Piano strutturale redatto dalla Città metropolitana; piano operativo e regolamento urbanistico, conformi ad esso, redatti da Comuni o Unioni di Comuni Piano strategico come strumento ordinario di pianificazione, ma con caratteristiche e ruolo rispetto agli altri strumenti di pianificazione da valutare a seconda del contesto e dell’evoluzione storica del processo di pianificazione strategica Organizzazione dei piccoli Comuni in Unioni di Comuni per avere più rappresentanza in sede metropolitana e poter svolgere più efficacemente le proprie funzioni (fra cui la redazione dei piani operativi) Attenzioni specifiche verso l’area metropolitana ma non esclusive (necessità di coordinarne le politiche con le esigenze dell’intero territorio, comprese le aree meno urbanizzate)
Le caratteristiche dei due territori Slide 8 TORINO GENOVA Dimensione: 6 829kmq Popolazione: 2 254 720 ab. N° comuni compresi: 315 Popolazione comune capoluogo: 873.166ab. Dimensione: 1 839 kmq Popolazione: 851 922 ab. N° comuni compresi: 67 Popolazione comune capoluogo: 581 662 ab. Ridimensionamento del Comune capoluogo nel 1926 con l’annessione di 19 Comuni Il Comune capoluogo non ha subito adeguamenti Posizione geografica vantaggiosa e territorio prevalentemente pianeggiante Sviluppo classico a corone concentriche (cinture) Linee di forza dello sviluppo insediativo lungo le principali vie di comunicazione Posizione macrogeografica vantaggiosa ma massiccia presenza di ostacoli morfologici Sviluppo lineare lungo la costa e le principali vallate Distinzione fra le principali direttrici di sviluppo infrastrutturale (nord-sud) e di sviluppo insediativo (est-ovest)
L’evoluzione del dibattito e degli strumenti per il governo dell’area metropolitana Slide 9 1960 1970 1980 1990 2000 2010 Studi dell’IRES Piemonte Proposta ILRES e studi preliminari per il 2° PRG del Comune di Genova L’esperienza comprensoriale Schema di piano della Regione Liguria Il dibattito per l’adeguamento alle leggi sulla Città metropolitana PTC regionale degli insediamenti produttivi dell’area centrale ligure PTCP e PTC2 Il dibattito per l’adeguamento alle leggi sulla Città metropolitana Il 1° piano strategico; Conferenza metropolitana; Torino internazionale PTCP e PTC2020 Il 2° piano strategico PUC del Comune di Genova (livello territoriale di area vasta) Il 3° piano strategico; da Torino internazionale a Torino strategica La Conferenza metropolitana in attuazione alla legge 135/2013
Sintesi ed analisi dei due percorsi - Torino Slide 10 I due ambiti metropolitani prevalenti nel dibattito Le caratteristiche principali del percorso • Forte contrapposizione Comune di Torino – Provincia • Grande vivacità nella sperimentazione di soluzioni cooperative deboli (es: piano strategico, Conferenza metropolitana), sia basate su presenza e leadership del Comune di Torino, sia su rapporti fra altri Comuni dell’area metropolitana • Insofferenza verso soluzioni rigide e strutturate (es: adeguamento alle leggi sulla Città metropolitana)
Sintesi ed analisi dei due percorsi - Genova Slide 11 I due ambiti prevalenti Le caratteristiche principali del dibattito • Dibattito metropolitano dal carattere più progettuale che funzionale/gestionale • Scarsa cooperazione volontaria fra Comune capoluogo e Comuni limitrofi ma volontà condivisa di una soluzione strutturale • Forte predominio del Comune capoluogo sul resto del territorio • Recente intensificazione delle iniziative di cooperazione fra gli altri Comuni
Linee guida per la pianificazione metropolitana nei due contesti Slide 12 • Governo della duplice dimensione: area metropolitana ed intera provincia Piano strategico e strutturale della Provincia con approfondimenti settoriali per l’area metropolitana (es: trasporti, infrastrutture,…) • Pianificazione urbanistico-operativa e di regolazione dell’uso del suolo ai Comuni • Forte collaborazione con il piano strategico attuale per le politiche di settore dell’area metropolitana • Impegno nella limitazione del consumo del suolo grazie all’azione più incisiva rispetto alla provincia • PTCP2020, già avviato verso la nuova prospettiva metropolitana, come punto di partenza Da piano di coordinamento a piano strutturale • Azione suddivisa in aree omogenee per governare le tre principali dinamiche (capoluogo ed area metropolitana ristretta; costa; entroterra) • Costruzione di una rete di cooperazione intercomunale locale ora poco presente e valorizzazione della Conferenza dei sindaci • Necessità di intese strategiche con Savonese ed Oltregiovo