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Ulisse (XI Odissea) ed Enea (VI Eneide) e la catabasi nell’oltretomba. La “ catabasi ” o discesa nel mondo dell’oltretomba e il contatto con il mondo dei morti sono esperienze esclusive di Odisseo (XI libro dell’Odissea) e di Enea (VI libro dell’Eneide). Vero o falso?.
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Ulisse (XI Odissea) ed Enea (VI Eneide) e la catabasi nell’oltretomba
La “catabasi” o discesa nel mondo dell’oltretomba e il contatto con il mondo dei morti sono esperienze esclusive di Odisseo (XI libro dell’Odissea) e di Enea (VI libro dell’Eneide). Vero o falso?
1.Cosa può rappresentare per un eroe la discesa agli Inferi o il contatto con il mondo dei morti? 2.Qual è lo scopo per cui Odisseo ed Enea vivono questo tipo di esperienza?
La rappresentazione dell’oltretomba nell’Odissea (correzione del questionario).
(XI, vv. 14-19). 1.Dove si trova l’Ade (il mondo dei defunti)? 2.Qualisono le caratteristiche fondamentali della terra in cui abitano i Cimmerii e dalla quale si accede all’oltretomba?
1.Riporta tutte le azioni compiute da Odisseo. 2. Chi è Tiresia? 3.Perché Odisseo deve compiere questo rituale? Qual è lo scopo? 4.Come vengono definite le anime dei defunti?
3. 1. Da dove arrivano le anime dei defunti?2.Da chi è composta la folla delle anime? Come sono definite? 3.Perché Odisseo è spaventato?4. Dove si trova secondo te Odisseo?
4. 1. Perché Odisseo vuole evitare che le ombre dei defunti che si affollano sulla fossa bevano il sangue delle vittime sgozzate? 2.Perché le ombre vogliono bere il sangue delle vittime?
Vero o falso? a) Odisseo entra nel mondo dei defunti (Ade/oltretomba) che, secondo la religione greca, si trovava sotto terra; b) Odisseo non entra nel mondo dei defunti; sono le ombre di costoro a presentarsi davanti a lui richiamate dal sangue delle vittime sacrificate; l’esperienza dell’eroe non è dunque una discesa agli inferi, ma un’evocazione dei morti per mezzo della magia nera (necromanzia). c) I morti mantengono in tutto e per tutto una fisionomia umana. d) I morti sono ombre, presenze diafane (= fantasmi) che hanno desiderio di vita. e) L’oltretomba per gli antichi Greci è un luogo di punizione (come l’inferno cristiano) e insieme di attesa salvifica (come il purgatorio cristiano). f) L’oltretomba, per gli antichi Greci, è il luogo del non umano per eccellenza, è una dimensione che si colloca in una zona indefinita e che rappresenta la non-vita.
L’aldilà per gli antichi Greci a)L’accesso al mondo ultraterreno è collocato in una dimensione distante dallo spazio umano, ai confini del mondo propriamente “umano”. b)È un luogo oscuro, tetro e indifferenziato. c)È il luogo del dolore collettivo, dove non esistono né premi né castighi per le azioni compiute in vita. d)In questo spazio privo di luce si aggirano le ombre pallide ed evanescenti dei defunti; esse non hanno alcuna speranza, ma solo eterno rimpianto per i piaceri, le gioie e la gloria ormai persi per sempre. e)I suoni agghiaccianti che esse emettono esprimono l’angoscia per lo squallore di una condizione destinata a durare per sempre.
Alla luce di quanto si è detto a proposito della concezione dell’oltretomba presso gli antichi Greci, questa rappresentazione ti sembra fedele?