330 likes | 558 Vues
Sviluppo Atipico dell’Identità di genere. Seminario Università degli Studi di Torino Facoltà di Psicologia 19 Novembre 2010 Mariateresa Molo. Disturbo identità di genere nella fanciullezza.
E N D
Sviluppo Atipico dell’Identità di genere Seminario Università degli Studi di Torino Facoltà di Psicologia 19 Novembre 2010 Mariateresa Molo
Disturbo identità di generenella fanciullezza • Desiderio dichiarato di essere del sesso opposto oppure insistenza sul fatto di esserlo (lo diventerà da grande), non solo nel ruolo sociale • Rifiuto persistente delle strutture anatomiche del proprio sesso (non si svilupperanno o scompariranno) • Esordio del disturbo prima della pubertà
Disturbo identità di generenell’adolescenza • Presenta le stesse caratteristiche del disturbo nell’infanzia • Non presa in considerazione l’età di insorgenza • Viene diagnosticato quale Disturbo atipico dell’Identità di genere
Caratteristiche del bambino maschio con SAIG Interesse per attività femminili Preferenza per abiti femminili Capelli lunghi Giochi femminili (bambole, casa, mamma), programmi TV con personaggi femminili Compagni di gioco femmine Evitamento di lotta e sport competitivi Scarso interesse per giocattoli maschili (macchinine) Desiderio di essere bambine Urinare da seduti Fingere di non avere il pene Raro il disgusto per i genitali
Caratteristiche della bambina con SAIG Reazioni negative per l’abbigliamento femminile (anche evitamento di situazioni sociali) Capelli corti, scambiata per un maschio Eroi maschili (Batman, Superman) Giochi con i maschi Ruoli, sogni, fantasie maschili Interesse per sport con contatto fisico, giochi violenti, giochi maschili Disinteresse per bambole e ruoli femminili Urinare in piedi Rifiuto di seno e mestruo Avrà un pene, sarà un uomo
Shibboleth di Doris Salcedo • Questa opera d’arte viene interpretata in modi diversi, per es. quale eredità del razzismo e colonialismo che è alla base del mondo moderno • Rappresenta il margine, l’esperienza degli immigranti, di segregazione, di odio razziale. E’ l’esperienza delle persone del Terzo Mondo che arrivano nel cuore dell’Europa • C’è una spaccatura, una linea e alla fine ci sarà una cicatrice e quella cicatrice resterà
La metafora del margine può essere una rappresentazione di • Il confine fra il corpo e la mente • La pressione di riaggiustare il corpo all’identità di genere che è in contrasto coll’aspetto fisico del corpo • Il senso di vivere sull’orlo e di una catastrofe imminente se il riallineamento di mente e corpo non si verifica abbastanza rapidamente • L’orlo fra vita e morte – l’alto rischio di autodanneggiarsi che alcuni adolescenti con DIG presentano • Vivere al limite della società, sperimentando stigma e bullismo • Rappresentazione di un trauma precoce e la conseguente chiusura e risoluzione per superarlo
Obbiettivi Terapeutici PrimariDi Ceglie 1998 • Favorire il riconoscimento e l’accettazione non giudicante dei problemi di identità di genere • Migliorare le difficoltà associate comportamentali, emotive e di relazione • Rompere il ciclo del segreto • Attivare interessi e curiosità esplorando cosa li impedisce • Incoraggiare l’esplorazione della relazione mente-corpo promuovendo una stretta collaborazione fra operatori di diverse specialità, tra cui il pediatra endocrinologo • Far completare il processo di lutto • Rendere possibile la formazione del simbolo e il pensiero simbolico • Promuovere la separazione e la differenziazione • Mettere in grado il bambino, l’adolescente e la famiglia di sopportare l’incertezza sullo sviluppo dell’identità di genere • Sostenere la speranza
Modello di Trattamento • La causa del Disturbo di Identità di Genere è oscura e probabilmente multifattoriale • Al centro della disforia di genere c’è una questione di identità • I minori sono molto sensibili e si sentono intrusi da chi cerca di cambiare ciò che sentono di essere • Trasformare il Disturbo d’Identità di Genere non è l’obbiettivo terapeutico primario
Obbiettivi degli interventipsicoterapeutici • Prendere di mira e migliorare il processo di sviluppo che puntellando lo sviluppo di genere potrebbe indirettamente impedire l’evoluzione in un’identità di genere atipica nell’età adulta. • Integrare e coordinare un piano di trattamento comprensivo costituito da: psicoterapia individuale, familiare e di gruppo, interventi sociali ed educativi
Riconoscere e accettare in maniera acritica il problema di identità di genere, che non è il risultato di una scelta consapevole del bambino • Diversamente il minore si sentirebbe rifiutato, con conseguenti processi di divisione da affrontare, ostacolo al lavoro terapeutico • Utile il lavoro di gruppo per genitori e figli, capirebbero di non essere i soli con quel problema
L’adolescente Disturbo doloroso e insopportabile, il senso di disperazione porta a richieste di soluzioni immediate, mediante interventi fisici, che non sono ancora clinicamente opportuni Una discussione dettagliata della gradualità del processo terapeutico può lasciare uno spazio per riflettere ed esplorare i temi specifici di ogni livello, riducendo la pressione e permettendo così una riflessione sufficiente
Credenze e Immaginazione • Compitodellaterapia è valutare la persistenzadell’identità di genereatipica, cioè è importantevalutare con l’adolescente se le convinzionisu se stessosonostabilied è improbabilechecambino • In casoalternativol’adolescentepuòaverepercezionipiùfluide e variabili, in grado di cambiare
Britton 1998 • Le credenze hanno conseguenze; suscitano sentimenti, influenzano percezioni e promuovono azioni • Le fantasie, consce o inconsce, a cui non si crede, non hanno conseguenze: sconfessarle perciò può essere usato per evitare quelle conseguenze
Valutazione del processo • Livello 1 – Esplorazione terapeutica. Se lo sviluppo atipico persiste ed è rigido (indice di probabile transessualismo), si può prendere in considerazione un intervento fisico, se richiesto dall’interessato e dalla famiglia. • Tuttavia occorre agire con prudenza, anche se la pressione è forte, per l’alto livello di disagio causato dal cambiamento fisico in atto alla pubertà
Livello 2 – Intervento del tutto reversibile, blocca la produzione degli ormoni gonadici e induce uno stato di neutralità biologica che permette di prendere una decisione meditata, avendo anche sperimentato uno stato post-puberale del proprio sesso biologico • Continua l’esplorazione psicologica, l’appoggio e il monitoraggio del pediatra endocrinologo
Livello 3 – Interventi parzialmente reversibili, che mascolinizzano/femminilizzano il corpo • Livello 4 – Interventi irreversibili, operazione L’intervento chirurgico non deve avvenire prima dell’età adulta o prima che il minore abbia sperimentato per almeno due anni una vita nel ruolo di genere del sesso in cui si identifica
Sviluppo Atipico Identità Genere Confusionesuidentità di genere Difficoltàdi inserimento e integrazionesociale Timore di ostracismo, prese in giro, aggressioni Evitamentoamicizie con i parianche se desiderate e pochiesempi di comportamentotipico
Psicoterapia individuale Il comportamento atipico si correla ad altri fenomeni dello sviluppo, relazioni di attaccamento ed emergenza del sé Temi trattati: relazione madre-bambino, relazione padre-bambino, genitori che incoraggiano il comportamento atipico Inoltre: favorire fiducia verso terapeuta del proprio sesso, comprensione dei motivi del comportamento atipico, approvazione di ogni segno di cambiamento
Terapia comportamentale • Finalità di modificare comportamenti specifici, non identità di genere. Poca influenza su schema interno • Teoria del rinforzo sociale: premio per raggiungimento obiettivo prefissato (giochi, abbigliamento, giochi di ruolo, partecipazione a gruppo di pari, rinuncia a manierismi) Inconvenienti: specificità dello stimolo e della risposta; presuppone neutralità psico- sessuale
Psicoterapia della famiglia • imporrelimiti (diminuisce la confusionesull’identità) • sostenerel’incertezzadellosviluppodell’identità di genere • interrompereilcircuitodei “segreti” • promuoverefisiologiciprocessi di separazione- individuazione
Intervento psicosociale col bambino • Aiuto a sentirsipiù a suoagio col propriogenere • Identificazione di aree di interessecondivise con i pari • Limiti al comportamento “cross”, (non riceverinforzosociale e non è tollerato) per evitare di perpetuare la condizione • Incoraggiamento ad attività alternative checonsolidinoun’identificazionepositivanelpropriogenere
E’ giustificato un intervento sullo sviluppo atipico dell’identità di genere? Innanzi tutto è importante non patologizzare Ci possono essere difficoltà transitorie di identità di genere che si risolvono spontaneamente. Solo un rifiuto forte e persistente del proprio genere richiede di esser preso in considerazione, da parte di uno psicoterapeuta Intervenire nei confronti del disagio che ne consegue è un compito primario che coinvolge tutti
Considerazioni finali • Auspicabile il trattamento in età infantile; difficile un cambiamento una volta raggiunta la pubertà • Assistere lo sviluppo dell’identità di genere, non dirigerlo • Aiutare i bambini a diventare più sicuri nelle loro identità, a sentirsi più a proprio agio nell’ambiente usuale • Pochi dati di follow-up sull’efficacia degli interventi
Mario • Primogenito, un fratello minore di 16 mesi • Lineamenti fini, magro, scambiato per bambina • Non interesse per lo sport, ma per film e scienze naturali • Forte rivalità col fratello, dominante e fisicamente più forte di lui • Ben accettato in famiglia, è “l’intellettuale” • Attualmente non presenta problemi di identità di genere
Alberto • Ultimo di 3 fratelli maschi • Interessi tipici di entrambi i generi (bambole e macchinine) • Amicizie maschili e femminili • Atteggiamento, movimenti spontanei e voce femminili. • Desiderio di lavorare nel mondo dello spettacolo, cantare, ballare • In adolescenza frustrazione di non poter fare ciò che facevano le altre ragazzine • E’ diventato un adulto con DIG
Anna • Un fratello maggiore di 2 anni, suo punto di riferimento importantissimo • “Maschiaccio”, gioco del calcio, non giocava con le bambole, costruiva pistole col Lego • Amici maschi, con cui si è sempre sentita a proprio agio • Desiderio di urinare in piedi • Si è sempre sentita di identità femminile • Adulta non presenta problematiche di identità
Carla • Madre con aborti spontanei ripetuti • Padre deceduto quando lei aveva 4 anni, mandata in collegio con fratelli e sorelle • Identità maschile, capelli corti, mai gonna • Molto vivace, giochi pericolosi, lotta, urinare nei gabinetti maschili • Simile a fratello minore, non ha mai imitato le sorelle • Coll’adolescenza rifiuto del fisico femminile, passione per le moto e il bricolage, non interesse per faccende domestiche
«Bachaposh»Bambina afgana vestita come un maschio • Le famiglie afgane fingono che una figlia sia un figlio maschio per motivi economici, pressione sociale (pietà e disprezzo) e superstizione (nascerà un maschio) e la travestono. • Alla pubertà i genitori la fanno ritornare al genere femminile • Un basha posh può studiare e lavorare fuori casa, scortare le sorelle, avere una libertà impensabile in una società che segrega uomini e donne • Talvolta il ritorno al femminile è disorientante, di colpo matrimoni combinati, burca e discorsi femminili
Bibliografia Di Ceglie Domenico - Straniero nel mio corpo - Franco Angeli 2003 ZuckerKenneth J. and BradleySusan J.- Gender Identity Disorder and Psychosexual Problems inChildren and Adolescents - Guildford Press 1996