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COMPETENZE INTERCULTURALI E ADOZIONE

COMPETENZE INTERCULTURALI E ADOZIONE. Elementi di complessità e importanza della continuità negli interventi di post-adozione Riva del Garda (Trento), 9 novembre 2012 Monica Malaguti momalaguti@regione.emilia-romagna.it. Parole chiave.

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COMPETENZE INTERCULTURALI E ADOZIONE

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Presentation Transcript


  1. COMPETENZE INTERCULTURALI E ADOZIONE Elementi di complessità e importanza della continuità negli interventi di post-adozione Riva del Garda (Trento), 9 novembre 2012 Monica Malaguti momalaguti@regione.emilia-romagna.it

  2. Parole chiave • Continuità del processo adottivo e globalità degli interventi dal pre-adozione all’incontro con il bambino al post-adozione; • Valutare bene le competenze genitoriali adottive; • Sostenere le competenze genitoriali adottive; • Aspetti dinamici delle competenze (come sostenere le competenze genitoriali in azione….aiutare i genitori a comprendere i bisogni e il comportamento dei bambini) • Alcuni esempi…

  3. Riconoscere valorizzaree accogliere le differenze… Riflettere e aiutare a riflettere sulla specificità della genitorialità adottiva rispetto alla genitorialità (maternità e paternità adottive); Già nel 1964 Kirk, nel suo “Condividere il destino: teoria e metodo delle relazioni adottive” tematizzava che …il riconoscimento delle differenze da parte dei genitori adottivi tra i due tipi di genitorialità (biologica e adottiva) rappresenta un modo positivo di relazionarsi per la famiglia adottiva che favorisce l’adattamento del bambino adottato, mentre rifiutare tali differenze costituisce (per lui) un atteggiamento negativo…

  4. I dati relativi ad una ricerca longitudinale condotta in Spagna (da Palacios, Sanchez-Sandoval) dimostrano che i bambini i cui genitori hanno un atteggiamento di maggior chiusura nei confronti di conversazioni sull’adozione, mostravano essi stessi (i bambini) maggiore difficoltà a comunicare sull’adozione; indica che “i figli adottivi che mostrano un interesse per la propria famiglia biologica hanno genitori adottivi che sono più aperti e che comunicano maggiormente le loro idee e pratiche relative all’adozione” . L’interesse dei bambini adottati ad affrontare il tema dell’adozione aumenta nella fascia di età superiore ai 6 anni e dopo i 13 anni fino ai 18 anni; la percezione (e il grado di soddisfazione) da parte dei bambini di poter parlare in maniera aperta sui temi dell’adozione, o meglio di essere soddisfatti nel loro desiderio (variabile nel tempo) di diversi livelli di apertura costituisce un fattore predittivo di un adeguato funzionamento psicologico (individuale e familiare); La congruenza tra i membri della triade adottiva relativamente al loro bisogno/tolleranza di apertura nell’adozione darà luogo ad una maggiore soddisfazione e un miglior adattamento Comunicare in maniera aperta sull’adozione (condizione predittiva di un migliore adattamento), reciprocità dell’agire comunicativo:

  5. Strategie di coping e stili comunicativi stili aperti e supportivi, sintonici, di reciprocità, possono favorire migliori processi adattivi.. rispetto alla strategia del rifiuto/negazione/elusione delle differenzesimile al modello FAC: Family adoption comunication (Grotevant & McRoy, 1998) • Esperienza comune di genitori e figli: l’esperienza della “perdita”, per i figli si tratta della “perdita delle proprie origini” (o anche del trauma della separazione) e per i genitori della perdita del figlio biologico desiderato (che crea secondo Kirk un “handicap di ruolo” che implica una sfida e genera stress); • Le strategie di coping per superare questa sfida possono essere polarizzate (teoricamente) tra negazione delle differenze e accentuazione delle somiglianze, oppure il riconoscimento della perdita (o riconoscimento delle differenze) secondo Kirk, in “Condividere il destino: teoria e metodo delle relazioni adottive”, 1964

  6. Fattori positivi nei genitori adottivi (insiti negli atteggiamenti e nelle caratteristiche di personalità) ma anche veicolabili tramite accurata preparazione) • Processo comunicativo aperto sulla condizione adottiva (non una tantum ma per tutto l’arco della vita); • Sintonia affettiva; • Empatia; • Capacità di sostenere gli stati emotivi del bambino

  7. Rivelazione e comunicazione sull’adozione adozione aperta come continuum comunicativo che dura tutta la vita.. Qualità della comunicazione: • Si suppone che per tutti i componenti della triade adottiva le riflessioni personali sull’adozione rappresentino un processo continuo che prosegue per tutta la vita viene sottolineata l’importanza che i genitori mantengano con i figli un dialogo sull’adozione “aperto, attivo ed emotivamente sintonico” (Brodzinsky, 1992, 2002) • il ruolo dei genitori adottivi è anche quello di favorire l’espressione e sostenere le emozioni connesse alla condizione adottiva e alla famiglia biologica

  8. Comunicazione aperta rispetto alle origini, alla condizione e identità adottiva Rivelazione come continuum comunicativo-educativo e non comunicazione una tantum

  9. I motivi della complessitàdell’adozione(complessità multi-causale e multifattoriale):Insiti in fattori che si trovano: dalla parte del bambino;dalla parte del genitori;dalla parte dei servizi;da parte della comunità/ambiente sociale-culturale del Paese di accoglienza

  10. Le variabili in causa • Personalità dei genitori, motivazioni all’adozione; • Caratteristiche famiglia allargata; • Modello educativo; • Caratteristiche della società accogliente; • Caratteristiche e vissuto dei bambini; • Qualità e livello di intensità del sostegno offerto dai servizi pubblici adozione; • Qualità e competenza agenzie formative e servizi scolastici.

  11. Dal pre (valutazione) al post-adozione (premesse metodologiche) Una premessa metodologica per realizzare efficaci interventi di post-adozione è la capacità degli operatori di instaurare con i genitori adottivi una relazione di fiducia e di ascolto, utile al processo comunicativo e per favorire la esplicitazione dei dubbi, domande, paure e problemi di volta in volta vissuti. Occorre quindi evitare da parte degli operatori-esperti un atteggiamento “giudicante” ma utilizzare un approccio volto all’ascolto, all’aiuto e al sostegno. Una seconda premessa consiste nella concettualizzazione dell’adozione, dal pre al post-adozione come un processo (lineare) e continuo. Già nelle fasi precedenti l’adozione (informazione, preparazione, indagine psico-sociale-valutazione) è possibile gettare le basi per futuri ed efficaci interventi di aiuto nella fase del post-adozione. Per esempio istillando nei futuri genitori la fiducia necessaria alla richiesta di aiuto e sostegno (J. Palacios). .

  12. Età media elevata dei bambini al momento dell’adozione internazionale (fonte CAI)

  13. Principali motivazioni dello stato di adottabilità dei bambini per continente di provenienza

  14. Principali motivazioni del desiderio adottivo da parte dei genitori

  15. Definizione bisogni speciali e bisogni particolari (fonte CAI)

  16. Bambini con bisogni speciali e particolari entrati in Italia per adozione internazionale nell’anno 2011(fonte CAI)

  17. Caratteristiche dei bisogniper classe di età (fonte CAI)

  18. Adozioni multiple –anno 2011

  19. Continente di provenienza dei bambini nelle adozioni internazionali italiane (fonte CAI)

  20. Stato di provenienza bambini nelle adozioni internazionali

  21. Utilità dell’approccio intercultruale…..Con le parole tratte dal libro “ Adozione internazionali: un nucleo interculturale di affetti, ma non sempre, storie di “adozioni impossibili” o fortemente problematiche” (di Lorenzini, Mancini ed. Regione Emilia-Romagna), allegato 1, Spunti di riflessione e confronto: un’indagine compiuta presso Medecins du monde (MdM) Parigi • “L’adozione è anzitutto il risultato dell’incontro della storia particolare del bambino adottato e della famiglia adottante. Ed è anche un delicato lavoro di avvicinamento da ambo le parti che porterà alla trasformazione parziale dell’uno e dell’altro”; • Questo richiede a ciascuno di rinunciare al proprio precedente statuto per ottenere la contropartitta fortemente desiderata alla partenza di diventare padre o madre o figlio di questa o quella persona; • “Questo richiede anche tempo differente per ciascuno affinchè l’immagine idealizzata si sfumi in rapporto alla realtà dei genitori e del bambino”

  22. Indagine sui fallimenti adottivi e le adozioni in crisi (Francia) • ..”ma queste persone hanno pensato che questo bambino arriverà con un forte bisogno di essere accolto come soggetto unico, anche se arriva con fratelli o sorelle, e che questo bambino qualunque sia la sua età vuole essere accettato per se stesso con tutto ciò che rappresenta di sconosciuto e singolare? Si può ritenere che i genitori trovandosi di fronte a problemi che non avevano saputo prevedere non sappiano trovare quella flessibilità necessaria ad adattarsi al bambino e ad aiutarlo ad andare verso di loro”; • …Gli aspetti sconosciuti della storia del bambino e delle sue origini può riportarli alla parte sconosciuta di sé. Questa storia di cui non sanno nulla, può portarli ad assimilare il bambino a questo “niente” e a pensare “senza di noi egli non sarebbe niente”

  23. Indagine sui fallimenti adottivi e le adozioni in crisi (Francia) …“Sono piuttosto i genitori che in certi casi non sopportano il confronto del bambino adottato con il bambino generato biologicamente. I tratti somatici il colore della pelle rimanda alla diversa origine”…

  24. Risorse positive Dal lato dei genitori: • Stile genitoriale sensibile; • Stile educativo flessibile, aperto, empatico; • Comunicazione aperta sull’adozione e rivelazione e sui genitori d’origine (biologici); Dal lato dei servizi: Presenza ed efficacia dei servizi di post-adozione;

  25. Aspetti di attenzione o negativi nella costruzione di un corretto/soddisfacente legame filiale-genitoriale • Modelli educativi rigidi; • Scarto incolmabile e non elaborato tra bambino idealizzato e bambino reale che si mantiene anche dopo l’adozione; • Spazio (mentale) ristretto riservato al bambino che arriva rispetto alla famiglia pre-costituita (se il contesto offerto dai genitori è così stretto, come può il bambino inserirsi all’interno di questi limiti?)

  26. Elementi di complessità bi-laterale (triade adottiva) • Complessità del vissuto del bambino (anche a causa della visone alterata del bambino riguardo le possibilità familiari), • Effetti sul bambino delle esperienze sfavorevoli precedenti l’adozione; • Stile di attaccamento disorganizzato, insicuro o ambivalente; • Aspettative dei genitori adottivi sul bambino, motivazioni all’adozione (elaborazione mancata fertilità biologica); • Alcune aree di vulnerabilità nei genitori adottivi (loro stile di attaccamento o traumi irrisolti);

  27. La condizione del minore adottato rispetto ad altre tipologie di minore immigrato come teorizzate da G. Favaro (in Graziella Favaro, 1999)

  28. Alcuni rischi… Evitare la rappresentazione di bambino adottato come bambino “de-storificato”, che nasce nel momento in cui viene adottato e per il quale si ritiene necessaria una rottura dei legami con il passato. In questo modo al bambino non viene trasmessa solo l’informazione riguardo la sua origine, ma anche l’estraneità con cui essa deve considerarsi e, di conseguenza, anche un giudizio negativo implicito su di essa, in quanto il nuovo nucleo non accetta di inglobarla (da il diritto all’identità nell’adozione). Vedi anche la metafora del viaggio come nascita, la foto di lui in aereo piuttosto che di lui da piccolo e nel suo Paese, per evitare l’immagine di sé come pagina bianca...Es. a scuola li grafico genealogico ad albero anzicghè a marcherita

  29. La rivelazione.. “Mi hanno detto della mia condizione (di figlia adottiva), ma poi non me ne hanno mai più riparlato, muro , silenzio totale. E io mi sentivo un'intrusa, una figlia in prova, che non appena avesse chiesto qualcosa sarebbe stata buttata fuori di casa….”

  30. Effetto sul vissuto dei ragazzi della interazione dei diversi modelli di integrazione delle differenze applicato alla diade/triade adottiva (genitori/figlio). In questo modello l’influenza del contesto allargato esterno alla famiglia, affrontato nella tabella seguente, viene messa tra parentesi. In tabella, per “emergenza sociale” si intende una nuova forma disocialità emergente, dalle caratteristiche innovative.

  31. FAMIGLIA Adottiva (padre/madre, famiglia allargata)

  32. Esistono diverse componenti della eticità secondo Smith declinate sulla realtà dei bambini con esperienza di adozione internazionale. La dinamica relativa alla possibile “conservazione/perdita” dei valori dell’etnicità.

  33. diverse componenti della eticità secondo Smith applicate alla realtà dei bambini con esperienza di adozione internazionale. dinamica relativa alla possibile “conservazione/perdita” dei valori dell’etnicità.

  34. Schema Modello di integrazione “omologante” o per assimilazione (la fatica dell’integrazione è sulle spalle del bambino che deve aderire al modello proposto dalla cultura della società ospitante e alla cultura della famiglia adottiva) Cultura Ospitante Cultura di origine cultura del bambino Figlio adottivo coppia genitori

  35. Schema modello di integrazione basato sullo scambio e la relazione La cultura della famiglia adottiva risulta dall’incontro di due culture quella di origine del bambino con quella della coppia Cultura di accoglienza Cultura transnazionale  Cultura di origine bambino Genitori costruzione cultura mista, atteggiamento interculturale bambino

  36. Dal convegno “nemmeno le balene, come vivere l’attesa: esperienze internazionali a confronto..” Treviso, 2007risposta di Orozco operatore dell’Istituto colombiano Bienestar familiar, • La domanda verte sul fatto se le famiglie straniere (italiane) con esperienze negative di adozione “restituzioni” potranno ancora adottare in Colombia? Rispetto a due casi si stabilì che le famiglie non erano preparate né psicologicamente né emotivamente ad accogliere un minore (all’adozione): • L’operatore risponde “noi prepariamo il bambino all’adozione ma le famiglie per prima cosa devono tenere conto degli antecedenti che riguardano il bambino…I bambini hanno un percorso di vita vissuta e ritengo che prima che il bambino debba adattarsi alla famiglia sia la famiglia che deve adeguarsi al bambino”. • Una famiglia “restituì” (rifiutò) un bambino adducendo suoi problemi di comportamento in hotel (durante il periodo pre-adottivo in Colombia) “aveva disturbato, non mangiava quello che mangiavano loro, non li aveva accompagnati al rito religioso, non aveva voluto indossare il berretto del rito religioso. Il bambino non era stato preparato a questo genere di cose… ma per altre..

  37. “Vorrei stendere il mio mantello sotto i tuoi piedi ma sono povero e ho soltanto i miei sogni Perciò ho steso i miei sogni sotto i tuoi piedi Muoviti con passo leggero perché è sui miei sogni che stai camminando” (W.B. Yeats)

  38. Schema Rappresentazione dello spazio interculturale come incontro di storie personali, familiari e di “culture” Cultura di origine del bambino Cultura di origine del bambino Famiglia interculturale Contesto sociale (inter-etnico) Cultura familiare pre-adozione

  39. Ipotesi multicausale sulla efficacia dell’integrazione sociale • Il livello di integrazione raggiungibile dal bambino/ragazzo dipenderà anche da come la sua famiglia si relaziona alla diversità culturale mostrando un atteggiamento facilitante o respingente; • Il modello di integrazione applicato dalla famiglia si incontrerà poi con quello (più o meno inconscio o reattivo sviluppato dal ragazzo). Vediamo che la situazione più favorevole risulta essere quello in cui la famiglia abbraccia un modello di integrazione del tipo “relazionalità e scambio” in quanto sarà in grado di stimolare nel ragazzo la espressione delle proprie “differenze”, propensioni e attitudini, anche nel caso in cui sia il ragazzo stesso a reprimerle, come si può notare leggendo la terza colonna.

  40. La rappresentazione di famiglia e di genitori nei bambini adottati • Questo indica che …in molti casi il bambino adottato è già fortemente coinvolto in una storia diversa da quella della famiglia adottante, quella della famiglia biologica, o della struttura e persone (care-giver) che ha conosciuto prima dell’adozione. Egli si è probabilmente costruito un universo caotico e porta in sé ferite e cicatrici. • (nella migliore delle ipotesi) Può essere stato preparato all’idea di nuovi genitori ma probabilemnte si chiederà: Cosa sono i genitori?

  41. Importanza dei servizi di post-adozione • Con l’aumento di bambini adottati portatori di “bisogni speciali” e con storie di grave maltrattamento e abbandono e una corrispondente alta prevalenza di difficoltà emotive e comportamentali e “disturbi dell’attaccamento”, ci sarà sempre più bisogno di servizi di post-adozione”… (M. Rutter, Effetti psicologici delle esperienze negative sperimentate nel periodo pre-adottivo )

  42. Adozione come processo che dura tutta la vita: l’importanza di una buona selezione delle coppie (aspetti di personalità e relazione di coppia) e valutazione delle competenze genitoriali adottive potenziali… Le linee guida spagnole inseriscono tra i criteri imprescindibili per una valutazione positiva la “capacità di utilizzare appieno interventi qualificati e il rapporto con gli operatori”, è un concetto per certi aspetti simile “capacità di chiedere aiuto” presenti trai i criteri da appurare durante la valutazione delle competenze genitoriali adottive presenti nelle linee guida della Provincia di Bolzano, dove troviamo anche l’indicazione di indagare sul “grado di integrazione ed adattamento reciproco come capacità di aiutarsi e di “mettersi in discussione”. Rispetto alla verifica delle competenze educative della coppia nel far fronte alle difficoltà, viene inserita la “capacità di cercare sostegno” per risolvere eventuali problemi (con il bambino)

  43. Paesi di origine ratificanti o non ratificanti la convenzione AJA

  44. Titolo di studio genitori adottivi

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