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Bisogni educativi speciali: 2° incontro: PDP e PAI Come, quando,perchè

Bisogni educativi speciali: 2° incontro: PDP e PAI Come, quando,perchè. Organizzazione scuola Spazi Orari Organizzazione classi /gruppi alunni Utilizzo insegnanti. Interventi di supporto all’insegnamento Formazione aggiornamento

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Bisogni educativi speciali: 2° incontro: PDP e PAI Come, quando,perchè

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Presentation Transcript


  1. Bisogni educativi speciali: 2° incontro: PDP e PAI Come, quando,perchè

  2. Organizzazione scuola • Spazi • Orari • Organizzazione classi /gruppi alunni • Utilizzo insegnanti • Interventi di supporto all’insegnamento • Formazione aggiornamento • Alleanze extrascolastiche (assistenza, terapia, riabilitazione) • Rapporto scuola famiglia • Didattica comune • Apprendimento cooperativo • Didattica per problemi reali • Sfondo integratore • Mappe concettuali • Strategie metacognitive • Percorsi relazioni/emotivi • Didattica individuale • Relazioni • Apprendimento • Autonomia • Uso tecnologie ausili

  3. Da diverso Diversi a Laura Metelli, 18 m

  4. Si apprende in contesti non scolastici • Provando e riprovando • L’ambiente è normalmente sfidante • Non sanziona l’errore • Distribuisce le gratificazioni • In modo contestualizzato • Le regole vengono apprese implicitamente • Viene richiesto di agire senza apprendimento • In prospettiva sociale

  5. Si apprende in contesti non scolastici • Per curiosità • Sulla base di un coinvolgimento personale • Con il supporto di una forte motivazione

  6. I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Special Educational Needs: «Le difficoltà scolastiche sono di tanti tipi diversi e spesso non sono la conseguenza di una causa specifica, ma sono dovute al concorso di molti fattori che riguardano sia lo studente sia il contesto in cui egli viene a trovarsi.(Cornoldi, 1999) • Alunni con BES CON diagnosi psicologica e/o medica: • Ritardo mentale • Disturbi generalizzati dello sviluppo • Disturbi dell’apprendimento • Disturbi del comportamento • Patologie della motricità, sensoriali, neurologiche o riferibili ad altri disturbi organici • Alunni con BES SENZA diagnosi psicologica e/o medica: • Svantaggio o deprivazione sociale • Provenienza e bagaglio linguistico-culturale diverso • Famiglie difficili • Difficoltà psicologiche non diagnosticabili come psicopatologie

  7. Bisogni educativi speciali (Cristina Devecchi 2013 Senior Lecturer (SEN and Inclusion) Deputy Research Director, Centre for Education and Research ,University of Northampton ) 7

  8. Bisogni educativi speciali

  9. Riscontri documentali

  10. Principi dell’inclusione( C. De Vecchi, 2013)

  11. INDIVIDUALIZZARE o PERSONALIZZARE? INDIVIDUALIZZAZIONE Si basa sul principio dell’uguaglianza Si esprime come il diritto di tutti al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento minimi attività di recupero individuale PERSONALIZZAZIONE Si basa sul principio della differenza Compiti della Scuola : garantire a tutti gli alfabeti culturali indispensabili in ognuno, favorire l’espressione della sua originalità calibra l’offerta didattica,

  12. Didattica individualizzata e personalizzata Didattica individualizzata Didattica personalizzata Individualizzato è l’intervento calibrato sul singolo, in particolare per migliorare alcune competenze deficitarie o per potenziare l’automatizzazione di processi basilari Gli obiettivi sono comuni alla classe, le metodologie diverse. Applicazione di differenti strategie didattiche per acquisire le competenze chiave Principio dell’uguaglianza finale (esame) Ruolo centrale degli insegnanti L’azione formativa personalizzata ha, in più, l’obiettivo di dare a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità Possono porsi obiettivi diversi per ciascun discente. Personalizzata è la didattica che offre a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità attraverso un lavoro in classe diversificato L’alunno è costruttore del proprio apprendimento. L’insegnante calibra l’offerta didattica sulle specificità dello studente e definisce un lavoro mirato utilizzando le sue abilità più funzionanti La capacità di autodirezione di chi apprende è fondamentale

  13. Fatica della «Speciale normalità» specialismo normalizzazione Risposte speciali Risposte uguali Rappr teatrali Gite/uscite Esplorazioni ….terapie Laboratori speciali Personalizzazione ? Solo per lui Per tutti ma NON in risposta al suo bisogno 13

  14. Compito dei CdC o dei team docenti Indicare in quali casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni”.

  15. Misure dispensative e strumenti compensativi • Misure dispensative: • Consentono all’alunno di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose, e che non migliorano l’apprendimento, anche se ripetute • Strumenti compensativi • Strumenti didatticie tecnologiciche sostituiscono o facilitano laprestazione richiesta nell’abilità deficitaria

  16. CHI INSEGNA? Gruppo di apprendimento cooperativo Molto normale per tutti gli alunni Tutoring Insegnante curricolare Molto speciale solo per l’alunno speciale Insegnante specializzato

  17. SU COSA SI LAVORA? Navigazione costruttivistica personalizzata nelle varie fonti Molto normale per tutti gli alunni Testi adattati, Semplificati, arricchiti Molto speciale solo per l’alunno speciale Testi specifici e diversi

  18. COME SI APPRENDE? Molto normale per tutti gli alunni Strategie generalizzate di autoregolazione metacognitiva Forme di automonitoraggio e autoistruzione semplice Molto speciale solo per l’alunno speciale Tecniche di prompting e di strutturazione del tempo e dello spazio

  19. COME SI INTERVIENE SUL COMPORTAMENTO PROBLEMA? Molto normale per tutti gli alunni Attività di empowermentsocioaffettivo, comunicativo e sulla soluzione dei conflitti Interventi che si basano sulle funzioni comunicative dei comportamenti problematici Molto speciale solo per l’alunno speciale Interventi psicoeducativi senza una lettura funzionale dei comportamenti problematici

  20. I BES nella prospettiva dell’ICF

  21. I BES nella prospettiva ICF Assunzione prospettiva ICF conseguenza Intervenire sul contesto per ridurre la disfunzionalità. Intervenire sulla classe ?

  22. I BES nella mappa ICF Condizioni fisiche: malattie, Ospedalizzazioni, anomalie, lesioni… Partecipazione Sociale: diff a integrarsi con pari/ con adulti, a socializzare anche fuori Funzioni corporee: memoria, attenzione , diff sensoriali, motorie.. Attività personali: Diff di apprendimento, Comunicazione, relazione,.. Strutture corporee Fattori ambientali e contestuali: Famiglia problematica Difficoltà economiche Cittadinanza non italiana Docenti problematici,.... Fattori personali: Autostima Autocontrollo Motivazione, identità,...

  23. Partire dall’analisi della classe • Perché è nelle dinamiche della classe che vanno rilevati i Bes • Perché per rispondere ai Bisogni Educativi Speciali di alcuni alunni è necessario riprogettare le azioni in classe

  24. Proposta di procedura settembre- ottobre ottobre- novembre novembre- dicembre- gennaio- febbraio- marzo- aprile- maggio Maggio- giugno Analisi della classe Individuazione BES Predisposizione PEI Predisposizione PDP per alunni DSA Attivazione Piani Predisposizione PDP per alunni altri BES Monitoraggio abilità strumentali Valutazione efficacia Piani 24

  25. Prima tappa settembre- ottobre • analisi della classe • mappa orientativa e griglia di rilevazione per le classi [assunzione modello concettuale ICF] • prove disciplinari (monitoraggio di maggio , a.s.precedente) • altri strumenti di osservazione • individuazione alunni con bisogni educativi speciali • risultati prove di maggio • altre prove di tipo disciplinare/strumentale • altri strumenti di osservazione Analisi della classe Individuazione BES

  26. Esempio di mappa orientativa per l’osservazione CONDIZIONI DI SALUTE • l'alunno presenta problemi di salute tali da determinare un funzionamento fisico, emotivo o relazionale problematico? FUNZIONI E STRUTTURE CORPOREE FUNZIONI MENTALI • L'alunno ha difficoltà ad orientarsi nello spazio ? • L'alunno ha difficoltà ad orientarsi nel tempo ? • L'alunno ha difficoltà a costruirsi un'adeguata immagine di sé ? • L'alunno ha difficoltà percettive/sensoriali ? • L'alunno ha difficoltà cognitive di base (acquisizione, organizzazione e applicazione di esperienze e conoscenze)? • L'alunno ha difficoltà di memoria ? • L'alunno ha difficoltà di articolazione di fonemi o parole ? • L'alunno manifesta disprassia verbale ? • L'alunno ha difficoltà a controllare le proprie emozioni? ATTIVITA` • L'alunno ha difficoltà a mantenere e focalizzare l'attenzione ? • L'alunno ha difficoltà nella lettura decifrativa? • L'alunno ha difficoltà a comprendere quanto legge ? • L'alunno ha difficoltà nella scrittura ( ortografia, sintassi, lessico, grafia...) ? • L'alunno ha difficoltà nella conoscenza dei numeri e nel calcolo? • L'alunno ha difficoltà nelle abilità di studio ? • L'alunno ha difficoltà ad intraprendere, eseguire, portare a termine un compito? • L'alunno ha difficoltà nella comprensione e produzione del linguaggio verbale ? • L'alunno ha difficoltà relazionali con i pari o gli adulti ? PARTECIPAZIONE • L'alunno assume un comportamento non adattivo alle richieste e al contesto ? • L'alunno assume comportamenti problematici ? • L'alunno ha difficoltà nella gestione dei conflitti ? • L'alunno ha difficoltà nella stima del pericolo ? • …. FATTORI AMBIENTALI FATTORI PERSONALI 26

  27. Stili di Insegnamento VERBALE VISUALE GLOBALE ANALITICO SISTEMATICO INTUITIVO

  28. Stili di Insegnamento

  29. Griglia di rilevazione sintetica

  30. ottobre- novembre Seconda tappa Predisposizione PDP per alunni DSA • Acquisizione della segnalazione specialistica • Predisposizione del PDP anche se il percorso di valutazione è solo avviato • Possibile, ma non dovuto, un incontro con • l’equipe che ha formulato la certificazione • Stesura finale e sottoscrizione del documento (modello assunto dall’Istituto sulla base delle indicazione della C. M.)

  31. ottobre- novembre Maggio- giugno Seconda tappa • Definizione del PROFILO • checklistpersonalizzata • descrizione del funzionamento delle abilità strumentali (prove e altri strumenti) • altri strumenti di osservazione • Didattica personalizzata • Strategie e metodi di insegnamento • Individuazione di eventuali modifiche all’interno degli obiettivi disciplinari (competenze fondamentali) • Misure dispensative • Strumenti compensativi / tempi aggiuntivi • Strategie utilizzate dall’alunno nello studio • Strumenti utilizzati dall’alunno nello studio • Accordi scuola – famiglia • Valutazione prevista Predisposizione PDP per alunni BES Monitoraggio abilità strumentali e valutazione 32

  32. Esempio di scheda di progettazione Primo consiglio di classe e di modulo del………… …...settembre / a.s 2013/14 ANALISI DELLA CLASSE: PROBLEMI, APPRENDIMENTI, COMPORTAMENTI, SITUAZIONI PARTICOLARI,…. Che cosa ci si propone di fare per controllare i problemi emersi COSA FANNO I DOCENTI: MAPPA DELLE ESPERIENZE TRASVERSALI / PROGETTI DI CLASSE / LABORATORI / INDIVIDUAZIONE DEI CRITERI DI VERIFICA E VALUTAZIONE / REGOLE E ACCORDI TRA I DOCENTI… COSA FA LA/E FAMIGLIA/ E: PATTI EDUCATIVI SUPPORTI … ELEMENTI DEL CONTESTO SUI QUALI SI DECIDE DI AGIRE: ORGANIZZAZIONE ATTIVITA’ DIDATTICA, SCELTE METODOLOGICHE , UTILIZZO DELLE EVENTUALI ORE DI SOSTEGNO O DICONTEMPORANEITà….

  33. ottobre- novembre Seconda tappa Predisposizione PEI • Utilizzo modello condiviso per aree • Utilizzo dispositivo per costruzione PEI su base ICF

  34. Procedura

  35. Caratteristiche del PDP (Triani, 2013) Piano Didattico Personalizzato: • Descrizione del profilo delle difficoltà!! • Descrizione degli obiettivi • strategie didattiche • misure dispensative • strumenti compensativi • modalità di verifica e valutazione

  36. Elementi del PDP • DATI GENERALI (alunno, profilo, insegnanti, referenti, rapporti scuola-famiglia…) • Analisi della classe • Profilo dell’alunno • Checklist • Abilità scolastiche 2. FUNZIONAMENTO NELLE ABILITÀ DI LETTURA, SCRITTURA E CALCOLO (elementi desunti dall’osservazione in classe) 3. DIDATTICA PERSONALIZZATA • Strategie e metodi di insegnamento • Misure dispensative • Strumenti compensativi / tempi aggiuntivi • Accordi scuola – famiglia 4. VALUTAZIONE • Misure dispensative • Strumenti compensativi • Tempi aggiuntivi

  37. Strategie Metodologiche • Incoraggiare l’apprendimento collaborativo (“Imparare non è solo un processo individuale: la dimensione comunitaria dell’apprendimento svolge un ruolo significativo”); • favorire le attività in piccolo gruppo e il tutoraggio; • promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere “al fine di imparare ad apprendere” • privilegiare l’apprendimento esperienziale e laboratoriale “per favorire l’operatività e allo stesso tempo il dialogo, la riflessione su quello che si fa”; • sollecitare le conoscenze precedenti per introdurre nuovi argomenti e creare aspettative; • sviluppare processi di autovalutazione e autocontrollo delle proprie strategie di apprendimento • individuare mediatori didattici che facilitano l’apprendimento (immagini, schemi, mappe …).

  38. Misure Dispensative L’alunno è dispensato da: • la presentazione contemporanea dei quattro caratteri (nelle prime fasi dell’apprendimento); • la lettura ad alta voce; • prendere appunti; • tempi standard (la consegna delle prove scritte in tempi maggiori di quelli previsti per gli alunni senza DSA); • copiare dalla lavagna; • la dettatura di testi/o appunti; • un eccessivo carico di compiti; • lo studio mnemonico delle tabelline; • lo studio della lingua straniera in forma scritta.

  39. Misure Compensative L’alunno usufruisce di: • tabelle, formulari, procedure specifiche … sintesi, schemi e mappe elaborati dai docenti (le strutture grafiche (tipo diagrammi e/o mappe) possono servire ai ragazzi con DSA per trasporre e organizzare le loro conoscenze) • calcolatrice o computer con foglio di calcolo e stampante • computer con videoscrittura, correttore ortografico, stampante e scanner • risorse audio (cassette registrate, sintesi vocale, audiolibri, libri parlati, libri digitali …) • software didattici free • tavola pitagorica • computer con sintetizzatore vocale

  40. Criteri e Modalità di Verifica e Valutazione Si concordano: • interrogazioni programmate • compensazione con prove orali di compiti scritti • uso di mediatori didattici durante le prove scritte e orali • valutazioni più attente ai contenuti che non alla forma • programmazione di tempi più lunghi per l’esecuzione di prove scritte • prove informatizzate

  41. Patto con la Famiglia Si concordano: • i compiti a casa (riduzione, distribuzione settimanale del carico di lavoro, modalità di presentazione …) • le modalità di aiuto: chi, come, per quanto tempo, per quali attività/discipline segue il bambino nello studio • gli strumenti compensativi utilizzati a casa • le interrogazioni

  42. PDP nel consiglio di classe

  43. PDP e consiglio di classe

  44. Strategia a cerchi concentrici

  45. Piano annuale inclusività: Modello MIUR ferraboschi 2013 46

  46. A PARTIRE DAL POF POF PAI

  47. Piano annuale inclusività • P.A.I. = parte integrante del POF • P.A.I. = non un documento per alunni BES ma strumento di progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo • P.A.I. = Linee guida dell’istituto scolastico per l’inclusione: • Obiettivi di miglioramento • Gestione delle classi • Organizzazione dei tempi e degli spazi • Gestione delle relazioni • P.A.I. = non sostituisce le richieste di organico di sostegno (risorse attribuite in relazione alla L.111 / 2011)

  48. Dalla riflessione iniziale Siamo una scuola inclusiva ? Farsi le domande “legittime” Affrontare i problemi Far evolvere il sistema

  49. Punto di partenza: processo di autoanalisi • ….Siamo una scuola inclusiva ? • Che cosa fa la nostra scuola per promuovere l’integrazione scolastica e sociale degli studenti con difficoltà? • Quali procedure la scuola ha attivato a sostegno dell’integrazione ? • Quali strategie didattiche integranti vengono attivate nelle classi ? • Esiste/ funziona il GLH ? • Come concorre la famiglia all’integrazione? • La nostra scuola conosce utilizza l’ICF ? • Come il territorio promuove l’integrazione ? • …. Le domande servono alla scuola per riflettere su di sé , sulle proprie pratiche e per individuare gli oggetti del possibile miglioramento

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