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Seminario di criminologia

Seminario di criminologia. Docente: Raffaella Sette A.A. 2006-2007 - I semestre 3 crediti, 21 ore di lezione Esame scritto. Vittimologia.

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Seminario di criminologia

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Presentation Transcript


  1. Seminario di criminologia Docente: Raffaella Sette A.A. 2006-2007 - I semestre 3 crediti, 21 ore di lezione Esame scritto

  2. Vittimologia • Fornisce un indirizzo bidimensionale per lo studio del reato (autore-vittima) come alternativo all’approccio tradizionale unidimensionale focalizzato esclusivamente sul delinquente

  3. Criminologia  Vittimologia • Il delitto è interazione, scambio, scontro • Le interpretazioni della criminalità fanno prevalentemente riferimento al reo senza alcun preciso richiamo alla vittima • Se il delitto è interazione, occorre porre in una situazione simmetrica coloro che interagiscono

  4. Vigile di quartiere  Vittima • Instaurazione di più stretti rapporti con i cittadini nell’ottica di una maggiore attenzione alla questione sicurezza •  momento repressivo delle condotte criminose + attività di prevenzione della vittimizzazione, contatto con l’utenza, acquisizione di informazioni per operare dinamicamente sul territorio

  5. Strumenti empatici in criminologia applicata: la grafologia • Grafologia --> scienza che studia il gesto grafico spontaneamente liberato dal soggetto e che consente di risalire al carattere dello scrivente, al suo temperamento, alle sue motivazioni, alle dinamiche intellettive riguardanti il tipo di pensiero e le sue predisposizioni

  6. La grafologia • Fondatore della grafologia italiana: Padre Girolamo Moretti • La grafologia interpreta l’energia che si libera nell’esecuzione del tracciato grafico attraverso i dati che la concretizzano (segni): nei movimenti di ampiezza verticale, di ampiezze orizzontali, nei valori di velocità di esecuzione, nelle componenti di continuità e discontinuità, nei valori di intensità pressoria

  7. Sindrome di Stoccolma • Particolare legame affettivo che si può talora instaurare tra sequestratore e sequestrato e che spesso ha per quest'ultimo il significato di un meccanismo di difesa • Sorta di transfert patologico basato sul terrore, la gratitudine e la dipendenza infantile • Tre elementi interagenti: sentimenti positivi dell'ostaggio verso il carceriere, sentimenti positivi del carceriere per l'ostaggio e sentimenti negativi della vittima nei riguardi delle autorità che hanno concorso alla sua liberazione

  8. Fonti ufficiali per lo studio della criminalità • Statistiche giudiziarie penali • Relazioni inaugurali degli anni giudiziari

  9. Statistiche giudiziarie penali • Statistica della criminalità --> delitti per i quali l’Autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale • Statistica della delittuosità --> tutte le denunce per fatti delittuosi presentate all’Autorità giudiziaria dalle forze dell’ordine • Criminalità apparente --> reati dei quali l’Autorità giudiziaria è venuta a conoscenza

  10. Delitti e persone denunciate per i quali è iniziata l’azione penale - Anno 2003 • Delitti contro il patrimonio --> 2.151.097 (74,4% totalità) • Delitti contro la persona --> 298.864 • Minorenni --> 43.533 (di cui ignoti 2.321) • Minorenni noti --> il 16,2% femmine, il 27,8% stranieri, 15,6% non imputabili • Condannati --> 219.679 (di cui 14% donne e 21,4% stranieri)

  11. Materia penitenziaria - Anno 2003 • “Entrati dallo stato di libertà” --> 81.790 (8,7% donne) • Delitti che hanno dato luogo all’ingresso in carcere -->contro il patrimonio (38%) e connessi alla droga (30,1%) • Entrati stranieri --> 38,9% del totale • Detenuti presenti negli istituti per adulti al 31/12/2003 --> 54.237

  12. ANDAMENTO DELLA DELITTUOSITA' NELL’ANNO 2005Fonte: Ministero dell'Interno, Note sulla sicurezza in Italia, Agosto 2006 • Aumento del 6,5% del totale dei delitti rispetto al 2004 • Totale delitti: 2.575.168 • Tentati omicidi +4,1%; Violenze sessuali +5%; Furti in generale +2,5%; Estorsioni +2,2%; Truffe e frodi informatiche +35,9%; Reati inerenti gli stupefacenti +6,2%; Omicidi volontari -15,3%; Rapine -0,8%; Scippi -3% • 602 omicidi volontari, di cui 71 di camorra, 43 di 'ndrangheta, 17 di mafia e 7 di criminalità organizzata pugliese

  13. ANDAMENTO DELLA DELITTUOSITA' NELL’ANNO 2005Fonte: Ministero dell'Interno, Note sulla sicurezza in Italia, Agosto 2006 Autori ignoti: il 41% per gli omicidi volontari; il 43% per le violenze sessuali; circa il 90% per i furti; circa l'80% per le rapine

  14. ANDAMENTO DELLA DELITTUOSITA' NELL’ANNO 2005Fonte: Ministero dell'Interno, Note sulla sicurezza in Italia, Agosto 2006 Stupefacenti • Trend crescente • Sequestrate 31.597 Kg. di sostanze • Aumento domanda per marijuana e cocaina • Maggiore presenza criminalità organizzata nella gestione del traffico • Denunciate all’A.G. 31.460 persone (di cui 28% stranieri e 3,8% minorenni)

  15. La criminalità e le sue manifestazioni nell’anno giudiziario 2005 • Accanto alla criminalità organizzata endemica si è aggiunta quella transnazionale • Organizzazioni criminali russe: investimento di capitali in ambito immobiliare e finanziario • Criminalità cinese: contraffazione dei marchi, gioco d'azzardo, estorsioni e traffico di sostanze stupefacenti • Criminalità albanese: traffico di sostanze stupefacenti, tratta di esseri umani e controllo della prostituzione • Immigrazione clandestina: nel decennio 1990-2000 circa 200.000 persone rintracciate, nel 2005 e solo in Sicilia circa 150.000

  16. Elementi di criminologia - quadro teorico di riferimento • Scuola Classica • Teorie bio-antropologiche: Lombroso • Teorie psicodinamiche: Freud, Alexander e Staub • Teorie sociologiche: Durkheim, Merton, teorie della sub-cultura, • teorici dell’etichettamento

  17. Scuola Classica • Seconda metà del XVIII secolo • Cesare Beccaria (1738-1794): “Dei delitti e delle pene” (1764) • Jeremy Bentham (1748-1832)

  18. Caratteristiche del pensiero della Scuola Classica (1) • Visione edonista del comportamento umano • Enfasi posta sulla libera scelta e sulla razionalità umana • Moralità e responsabilità • Interesse verso i diritti fondamentali • Deterrenza quale unica giustificazione della punizione

  19. Tipi di deterrenza 1)Carattere specifico o individuale 2)Carattere generale o sociale • Deterrenza specifica  rivolta all’individuo che ha commesso un reato: infliggere un dolore sufficiente a controbilanciare il piacere ottenuto dalla commissione del reato • Deterrenza generale  deve servire a scoraggiare i rei potenziali, mostrando loro che un individuo punito non trae guadagno dal suo reato

  20. Caratteristiche del pensiero della Scuola Classica (2) • Definizione puramente legale del delitto • Pena: chiarezza, certezza, rapidità, proporzione fra delitti e pene, mitezza,funzione disincentivante

  21. Le interpretazioni bio-antropologiche del crimine (1) • Seconda metà del XIX secolo • Scopo: determinare i tipi “predisposti” alla deviazione ed al comportamento criminale • Concezione deterministica che trova nelle condizioni non controllabili dagli individui le radici del comportamento patologico o illegale • Una delle teorie che influenza il positivismo biologico è il darwinismo

  22. Le interpretazioni bio-antropologiche del crimine (2) • Evoluzionismo --> come la civiltà occidentale è l’apice dell’umanità e le altre popolazioni sono considerate meno evolute, i criminali sono individui che non si sono evoluti come le persone più civilizzate

  23. Scuola Classica e Scuola Positiva a confronto

  24. Le interpretazioni bio-antropologiche del crimine (3) • Cesare Lombroso (1836-1909) • “L’uomo delinquente”: 1876 • I criminali rappresentano una forma di regressione evolutiva verso un tipo umano primitivo • Classificazione dei delinquenti --> delinquente nato o antropologico: nato con cattivi istinti che non è possibile modificare; delinquente occasionale; delinquente pazzo;delinquente per passione; delinquente d’abitudine

  25. Le interpretazioni bio-antropologiche del crimine (4) Errore delle teorie bio-antropologiche: sovrappone dimensioni appartenenti a diversi piani logici perché presuppone che un comportamento sociale, quale la criminalità, possa essere spiegato attraverso variabili interne al corpo dell’uomo (bio-antropologiche, genetiche, costituzionali)

  26. Teorie psicodinamiche (1) • “I criminali per senso di colpa” (1916) di S. Freud • “Costui soffriva di un opprimente senso di colpa di origine sconosciuta e, dopo aver commesso un misfatto, il peso veniva mitigato. Perlomeno il senso di colpa era attribuito a qualche cosa” • Il senso di colpa non solo precede il crimine, ma ne costituisce addirittura la causa • Il senso di colpa viene inconsciamente trasferito dai due desideri, provenienti dal complesso edipico (uccidere il padre e avere rapporti sessuali con la madre), al reato effettivamente commesso

  27. Teorie psicodinamiche (2) • “Coazione a confessare e bisogno di punizione” (1925) di Theodor Reik • Casi di involontaria auto-accusa "si ripetono regolarmente" in obbedienza a quella ferrea legge che è la "inconscia coazione a confessare” • Fenomeni indicanti inconscia coazione a confessare: lapsus calami, lapsus linguae, dimenticanze e trascuratezze, criminali che “tornano sul luogo del delitto”, quelli che mandano messaggi anonimi alle redazioni dei quotidiani, etc. • Il senso di colpa (bisogno di punizione) è anteriore al compimento di un crimine, mentre la coazione a confessare è posteriore ad esso e ad esso si rende poi funzionale

  28. Teorie psicodinamiche (3) • “Coazione a confessare e bisogno di punizione” (1925) di Theodor Reik • Se è vero che il criminale ha un senso di colpa insostenibile prima di commettere un delitto, allora la punizione diventa non un impedimento, bensì un pericolosissimo incoraggiamento inconscio al crimine, poiché essa è in grado di appagare il bisogno di punizione del delinquente • La minaccia della punizione non trattiene il criminale, ma lo spinge inconsciamente verso l'atto proibito

  29. Teorie psicodinamiche (4) • “Il delinquente e i suoi giudici” (1929) di Franz Alexander e Hugo Staub • Quando si vuole comprendere un delitto è indispensabile una valutazione psicologica del colpevole, per non separare i fatti dal loro autore • Lo psicanalista è in grado di indicare i meccanismi inconsci dinamicamente operanti nel comportamento criminale • "Diagnostica criminale psicoanalitica": classificazione delle condotte criminose in base alla partecipazione rispettiva dell'Io cosciente e dell'inconscio all'azione

  30. Teorie psicodinamiche (5) • “Il delinquente e i suoi giudici” (1929) di Franz Alexander e Hugo Staub • Due generi di criminalità: criminalità cronica e criminalità occasionale • Criminalità cronica: appartengono a questa categoria quegli individui che tendono a commettere delitti in conseguenza delle loro strutture psichiche, cioè della loro personalità criminale • Criminalità occasionale: i crimini occasionali si caratterizzano non per determinate qualità dei soggetti che li compiono, ma per la peculiarità dideterminate situazioni

  31. Teorie sociologiche (1) • Concetto di anomia: Emile Durkheim e Robert Merton • E. Durkheim (1859-1917)

  32. Teorie sociologiche (2) • E. Durkheim (1859-1917)

  33. Teorie sociologiche (3) • E. Durkheim (1859-1917) • Crimine quale “fatto sociale normale” • Il crimine, inevitabile per una società, diventa "disfunzionale" solo quando la sua incidenza è troppo alta • Non è la presenza del crimine e della devianza che costituisce di per sé un'anomalia, ma l'aumento improvviso dell'indice medio di criminalità in una società • Inevitabile esistenza dei comportamenti devianti senza la quale un gruppo sarebbe caratterizzato da immobilità assoluta

  34. Teorie sociologiche (4) • E. Durkheim (1859-1917) • Diritto simbolo vivente della solidarietà sociale • Reato  rottura della solidarietà sociale • Pena  vendetta sociale per la violenza arrecata alla solidarietà

  35. Teorie sociologiche (5) • R. Merton (1910-2003) • E' deviante quel comportamento che, in una società che prevede per i suoi membri mete strutturate e mezzi adeguati per raggiungerle, non segue i valori condivisi

  36. Teorie sociologiche (6) • R. Merton (1910-2003) • Mete culturali: scopi, interessi definiti culturalmente e sono obiettivi legittimi per tutti i membri della società • Mezzi istituzionalizzati: elementi della struttura culturale che definiscono, regolano e controllano i modi accettabili secondo i quali raggiungere le mete • L'importanza culturale attribuita a certe mete varia indipendentemente dal grado di importanza attribuito ai mezzi istituzionalizzati • Il comportamento deviante è un sintomo della dissociazione fra le aspirazioni che vengono prescritte culturalmente e le vie strutturate socialmente per la realizzazione di queste aspirazioni

  37. Teorie sociologiche (7) • R. Merton (1910-2003) • + = accettazione; - = rifiuto ; +- = rifiuto e sostituzione con nuovi fini e nuovi valori

  38. Teorie sociologiche (8) • R. Merton (1910-2003) • Innovazione: si mantiene l'enfasi sulle mete legittime della società, ma si ricorre a mezzi illegittimi per raggiungerle • Ritualismo: si rinuncia alle mete per ricorrere solo a mezzi legittimi • Rinuncia: i rinunciatari sono quegli individui che non optano per l'innovazione e, nello stesso tempo, hanno bisogno di evitare il confronto con la loro incapacità di raggiungere gli obiettivi che contano nella vita • Ribellione: mentre gli altri modi di adattamento vertono sul rifiuto di mete e/o mezzi, la ribellione si concentra sulla loro sostituzione

  39. Teorie sociologiche (9) • R. Merton (1910-2003) • Rinuncia: individui che vivono nella società, ma non sono della società; sono sociologicamente dei veri e propri estranei. Passività improduttiva e messa in questione dei valori della società. Modo di adattamento prevalentemente privato e non strutturati

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