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Sociologia ambiente e territorio, Pianificazione territoriale. Quali relazioni ?

Sociologia ambiente e territorio, Pianificazione territoriale. Quali relazioni ?. Dr.ssa Nunzia Borrelli Sociologia ambiente e territorio. La lezione si propone di affrontare le seguenti questioni:. Breve Presentazione del Modulo di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio

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Presentation Transcript


  1. Sociologia ambiente e territorio, Pianificazione territoriale. Quali relazioni ? Dr.ssa Nunzia Borrelli Sociologia ambiente e territorio

  2. La lezione si propone di affrontare le seguenti questioni: • Breve Presentazione del Modulo di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio • Di cosa si occupa la Sociologia Generale • Di cosa si occupa la Sociologia dell’Ambiente e del Territorio • I nuovi indirizzi della Pianificazione territoriale • Le ragioni dei nuovi indirizzi? • Su quali temi la sociologia dell’ambiente e del territorio interagisce con la Pianificazione Territoriale?

  3. Bibliografia Alfredo Mela, 2006 Sociologia della citta', ed. carroccio (i capitoli da studiare saranno segnalati durante il corso). Alfredo Mela, 2000 Sociologia e progettazione del territorio, ed. carroccio (i capitoli da studiare saranno segnalati durante il corso). Marianella Scalvi, 2000, Avventure Urbane. Progettare la città con gli abitanti. Wekerle Gerda, 1995 Safe cities: guidelines for planning, design and management Reinhold, New York i capitoli da studiare saranno segnalati durante il corso). Smandych Russel,2000, Governable Places. Readings on governmentality and crime control, Ashgate i capitoli da studiare saranno segnalati durante il corso). Fairfield J., 1992, Alienation of social control: the Chicago Sociologist and origins of Urban Planning, Planning Perspectives (7) pp. 418-434. Borrelli, 2009, Governance e territorialità. Definizione e applicazione di una griglia di analisi, La città del sole (i capitoli da studiare saranno segnalati durante il corso). Borrelli, 2007, Citta' e territorio. Politiche europee e prospettive nazionali, la citta' del sole (i capitoli da studiare saranno segnalati durante il corso).

  4. Qual è l’oggetto della Sociologia • La sociologia è la scienza che studia le strutture sociali, le norme ed i processi che uniscono (e separano) le persone non solo come individui, ma come componenti di associazioni, gruppi ed istituzioni. • Il campo di interesse della sociologia spazia dall'analisi dei brevi contatti fra individui allo studio di processi sociali globali. • Comte la definisce strumento di azione sociale, per Durkheim diviene la scienza dei fatti sociali, infine per Weber è la scienza che punta alla comprensione interpretativa dell'azione sociale.

  5. Qual è l’oggetto della Sociologia • Soluzione gerarchica (Comte): la sociologia è la madre di tutte le scienze • Soluzione residuale: la sociologia si occupa di tutto ciò di cui non possono occuparsi le altre scienze (Runciman) • Soluzione analitica o formale: la sociologia non si definisce in base ad una classe di oggetti, piuttosto in base ad una prospettiva analitica che dall’infinita varietà dei fenomeni sociali, oggetto delle singole discipline, isoli le forme di associazione dal loro contenuto particolare. Studia le forme pure di relazioni (Simmel).

  6. Sapere sociologico e sociologia come scienza sociale • Il sapere sociologico comune ci offre soltanto le conoscenze minime necessarie ad affrontare in qualche modo i problemi di tutti i giorni, la sociologia come scienza sociale formula interrogativi sulla base di una riflessione teorica sedimentata e cerca risposte a questi interrogativi sulla base di informazioni raccolte sistematicamente. • La sociologia aiuta a capire meglio il mondo in cui viviamo, ma non ci può dare certezze assolute.

  7. Sociologia del territorio • Muove dal presupposto che ogni fenomeno sociale è il risultato del ripetersi di pratiche svolte da attori, che agiscono entro particolari condizioni di spazio e di tempo e si rapportano con un ambiente materiale. • Essa tocca ogni livello dell’analisi sociologica: da quello che si interessa dell’azione sociale dei singoli soggetti, a quello che si occupa dell’interazione e delle relazioni intersoggettive sino a quello che studia i sistemi sociali di grandi dimensioni e di forte complessità.

  8. Sociologia del Territorio • ….come Sociologia dell’Ambiente, si occupa di come l’Ambiente fisico influenza ed è influenzato dall’azione del soggetto. • Nell’ambito di questo campo di interesse di particolare rilievo sono gli studi sul rischio ambientale legato soprattutto ai disastri.

  9. Sociologia del territorio • ... come sociologia della città, si occupa dell’agire dei soggetti che compongono la popolazione urbana, delle relazioni che essi istaurano tra loro e con soggetti esterni, della formazione di legami di complementarietà o di competizione che esistono tra le entità prima citate.

  10. Quale è la metodologia di ricerca in Sociologia • La ricerca sociologica è svolta essenzialmente sul campo ed implica: • Raccolta dati, • attraverso osservazioni, interviste, questionari, analisi documenti • Lettura, scrittura ed elaborazione della struttura epistemologica sulla base delle teorie.

  11. Osservazione • L’Osservazione designa quei processi di studio nei quali il ricercatore vive dall’interno la realtà oggetto di studio: • insediandosi presso di essa per un periodo piuttosto lungo; • utilizzando un approccio prevalentemente qualitativo di osservazione e raccolta di dati

  12. Osservazione 5 Tipologie di osservazione: • Partecipante – il ricercatore è riuscito a farsi accettare, a prescindere dal suo ruolo di ricercatore, come membro del gruppo e vive dall’interno la situazione • Non partecipante – il ricercatore mantiene un ruolo distinto dal gruppo • Quasi partecipante – il ricercatore è riconosciuto come tale, ma comunque partecipa alla vita di gruppo. • Semplice – si usano strumenti non strutturati si acquisizione delle informazioni, mancano idee precise sulla realtà da studiare. E la distanza culturale tra ricercatore e oggetto è molto elevata • Sistematico – maggiore accuratezza delle ipotesi, schemi più articolati di classificazione dei fatti e comportamenti, registrazione dei dati più precisa. Si possono usare schemi di domanda e questionari

  13. Osservazione partecipante • Ruolo chiave Mediatore, elemento costante nell’osservazione partecipante, non è solo una figura di contatto di comunicazione fra ricercatore e realtà osservata, ma può diventare fonte di informazione. • Testimone privilegiato è fonte indispensabile di informazioni. Egli può essere dotato di qualità particolari o possedere informazioni riservate o può semplicemente rispecchiare le opinioni ed i valori del gruppo.

  14. Intervista • Tecnica di ricerca utilizzata nell’ambito della ricerca sociale. • È una pseudo - conversazione tendenzialmente aperta che può seguire una traccia più o meno rigida. • Deve essere condotta da un ricercatore esperto e preparato sulla codifica e trattamento dei dati qualitativi.

  15. Una classificazione delle Interviste • 7 coppie di interviste • Interviste libere o guidate (presenza assenza di un filo conduttore) • Aperte o chiuse (assenza o presenza di risposte prefissate) • Strutturate o non strutturate (assenza o presenza di una traccia strutturata) • Direttive non direttive (ruolo intervistatore centrale) • Focalizzate o non focalizzate (attenzione ad un tema o a un problema specifico) • In profondità (analisi problema da più punti di vista) • Cliniche

  16. Questionario • È uno strumento tendenzialmente strutturato con un’organizzazione rigida nell’articolazione dei vari items. • Formato da una batteria di domande definite, con risposte generalmente prefissate: quando si parla di questionario si può convenzionalmente ritenere che esso ha una configurazione “chiusa” e quindi costituisce uno strumento che consente una maggiore standardizzazione delle domande e delle risposte.

  17. Questionario • Caratteristiche: • Gestione facile, ma complessa la costruzione • Codifica e trattamento dati più semplice di altre tecniche, ma deve avere una precisa articolazione. • La somministrazione può essere effettuata su campioni vasti • Il contenuto delle informazioni va meno in profondità rispetto alle interviste ed è quindi più generico.

  18. Lettura e scrittura. Il lavoro sulla struttura epistemologica • Analisi dei dati qualitativi e quantitativi • Descrizione e interpretazione della realtà oggetto di studio • Conoscenza degli approcci teorici • Sviluppo dei concetti • Redazione dei rapporti di ricerca

  19. Recenti Sviluppi della Pianificazione Territoriale Negli ultimi quindici anni si è registrato un cambiamento nelle pratiche di governo del territorio e nella pianificazione territoriale in Italia e più in generale in Europa.

  20. Recenti Sviluppi nella Pianificazione Territoriale Tali mutamenti hanno destato l’interesse di studiosi e ricercatori che, nello sforzo di comprendere le caratteristiche dei nuovi modi di fare governo del territorio, hanno iniziato a ragionare in termini di governance urbana e territoriale (Balducci, 2000; Benninghton, 2001; Healey, 1995,1997; Le Galès, 1997).

  21. Definizione governance urbana e territoriale L’azione di governo svolta da una molteplicità di soggetti che sono in posizioni diverse sia per livello d’appartenenza – locale, nazionale, sovranazionale - sia per statuto – pubblico, semipubblico, privato (Balducci, 2000), e finalizzata al riconoscimento di un obiettivo di sviluppo del territorio ed alla definizione di una strategia d’azione per lo sviluppo del territorio stesso (Le Galès, 1997).

  22. Nuovi sviluppi e nuovi strumenti nella pianificazione territoriale L’orientamento alla governance implica l’introduzione di nuovi strumenti d’azione, ad esempio: • Pianificazione strategica • Consensus building • Communicative planning • La partecipazione

  23. La pianificazione strategica • La pianificazione strategica indica “un’azione politico-tecnicavolontaria rivolta alla costruzione di una coalizione intorno ad alcune linee strategiche condivise (la “strategia”). • La coalizione ha la volontà e la capacità di mettere in atto la strategia individuata. • Pertanto, un’azione strategica è essenzialmente informale, non si può ordinare la pianificazione strategica per legge, perché non si può ordinare per legge la formazione di una coalizione” (Mazza, 2000).

  24. La Pianificazione Strategica Concentrando l’attenzione sul consenso e sull’interazione, Ciciotti, Florio e Perulli (1997) definiscono la pianificazione strategica come “un mezzo di decisione su scelte future, un luogo di mobilitazione e aggregazione degli interessi; un momento di confronto fra attori pubblici e privati e un processo di formazione del consenso”. È quindi un’azione condotta da differenti soggetti mirata ad elaborare un documento, ovvero il piano.

  25. Consensus Building Il consensus building ha le sue radici nelle pratiche e nelle teorie che si basano sulla definizione d’accordi, sulla mediazione e sulla risoluzione delle dispute. • Tale approccio ha funzioni normative, ossia implica la definizione di alcune condizioni che devono essere rispettate per costruire realmente consenso. • Le condizioni da rispettare sono: 1. l’uso di strategie inclusive, 2. la mutua conoscenza tra i soggetti coinvolti nei processi, 3. pari opportunità tra i partecipanti nel senso che tutti hanno lo stesso “diritto di parola” (Innes, 2004).

  26. Il Communicative planning Il Communicative Planning, similmente al consensus building, enfatizza il ruolo dei processi interattivi per la definizione dei problemi, la costruzione di interessi, l’evoluzione dell’agenda politica (Healey, 1998).

  27. La Partecipazione La partecipazione (non solo come partecipazione dei cittadini, ma più in generale come strategie di coinvolgimento degli attori rilevanti - e di mobilitazione di nuovi attori nei processi decisionali), è un processo di progettazione collettiva. Questo si caratterizza come evento locale il cui obiettivo primario è la produzione e messa in gioco di conoscenza utilizzabile (di diverso tipo: scientifica, ordinaria, interattiva) e/o di sviluppo di processi di apprendimento da parte degli attori coinvolti, al fine di incrementare l’efficacia e conseguentemente l’efficienza del processo decisionale (Fareri, 2000).

  28. L’insieme di questi approcci ha indirizzato, e sta indirizzando, la pianificazione e le politiche territoriali verso il superamento di modelli che pretendono molto dal pubblico, dallo Stato e dalle istituzioni centrali. Tali approcci muovono dal presupposto che il processo di piano e di politiche sia anche: un Processo di Interazione Sociale nel quale “gli attori riproducono i quadri di riferimento che conferiscono un senso comune alle loro azioni”.

  29. Perché la pianificazione si è data questo indirizzo ?

  30. Perché la pianificazione si è data questo indirizzo? Il crescente interesse e la maggiore applicazione della governance urbana e territoriale in Europa e in Italia sono state dovute alle trasformazioni che hanno investito il sistema sociale e nello specifico i territori locali urbani e non urbani.

  31. Tali cambiamenti sono riconducibili a 4 eventi principali. • La globalizzazione (Bauman) • Ridefinizione dello Stato • Integrazione Europea • La consequenziale maggiore complessità dell’organizzazione sociale

  32. Tali cambiamenti sono riconducibili a 4 eventi principali. Il primo riguarda la globalizzazione (Bauman) che, dovuta in larga parte alla crisi economica del modello fordista, ha implicato la crescita della deregolazione dei mercati finanziari e della volatilità del capitale e l’aumento di istituzioni politiche transnazionali.

  33. Il secondo concerne la crisi e la ri-definizione dello Stato, sia come organizzazione territoriale sia come Istituzione.

  34. Il terzo riguarda l’integrazione Europea: • Ridefinizione dei territori locali in relazione alla costituzione dell’Unione Europa • Introduzione delle politiche comunitarie per città e territorio che si basano su concetti di integrazione, intersettorialità e territorialità.

  35. L’ultimo riguarda l’organizzazione sociale e in particolare: • la crescita della complessità e della frammentazione • La necessità per i territori locali di definire un progetto strategico che li rendesse più competitivi all’esterno.

  36. Le novità organizzative delle imprese e il processo di terziarizzazione hanno aumentato la differenziazione delle classi sociali, il che ha implicato che la struttura sociale diventasse più complicata e difficile da decifrare (Bagnasco, Le Gales, 2001, p. 31).

  37. La globalizzazione, l’integrazione europea e l’indebolimento dello Stato-nazione hanno sollecitato i territori sub-nazionali ad entrare nelle arene internazionali come soggetti autonomi dallo Stato-nazione e a dotarsi di una loro progettualità e intenzionalità.

  38. In che modo la sociologia dell’ambiente e del territorio interagisce con i nuovi modi di fare Pianificazione territoriale ?

  39. Perché nei nuovi indirizzi della pianificazione conta la sociologia In recenti sviluppi della pianificazione territoriale e delle politiche urbane e territoriali puntano: • alla governance urbana • alla definizione di strategie definite dagli attori locali • all’integrazione, ossia all’intersettorialità ed alla territorialità • alla sostenibilità

  40. INTERSETTORIALITA’ • Implica la necessità di interventi che considerino la società in un ottica complessa e complessiva, ossia che siano in grado di pensare e di mettere a sistema le “n” dimensioni della realtà.

  41. INTERSETTORIALITA’ • Intersettorialità obbliga a far lavorare insieme professionalità differenti ed ognuno di queste contribuisce analizzando la realtà dal suo punto di vista e proponendo dei possibili modi per affrontare i problemi (costituzione di gruppi interdisciplinari, antropologi, architetti, pianificatori).

  42. TERRITORIALITA’ • Attivazione della rete locale di attori per la definizione della strategia d’azione che il territorio deve darsi per poter raggiungere obiettivi di sviluppo (GOVERNANCE / PROGETTO STRATEGICO). • Valorizzazione delle dotazioni endogene

  43. Sostenibilità • La sostenibilità è la caratteristica di un processo o di uno stato che può essere mantenuto ad un certo livello indefinitamente. • In anni recenti questo concetto è stato applicato più specificamente agli organismi viventi ed ai loro ecosistemi. Con riferimento alla società tale termine indica un "equilibrio fra il soddisfacimento delle esigenze presenti senza compromettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle proprie" (Rapporto Brundtland del 1987).

  44. Chi si occupa della costruzione della rete locale degli attori? • Il facilitatore si occupa di attivare nel territorio azioni di sviluppo locale che prevedono il coinvolgimento diretto degli attori locali. • Il facilitatore può essere uno scienziato sociale, un analista delle politiche pubbliche del territorio, un pianificatore. • Se il pianificatore lavora come facilitatore, adotta in prima persona i metodi dell’osservazione partecipata, delle interviste, della scrittura di documenti.

  45. Questioni urbane e nuovi modi di fare pianificazione territoriale richiedono Professionisti in grado di analizzare e attivare la rete locale, e di definire progetto strategico e azioni di governance Più competenze, per la definizione di azioni intersettoriali È necessario far lavorare assieme diverse professionalità per poter comprendere la realtà Il facilitatore di processo deve saper utilizzare i metodi delle scienze sociali

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