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Lezioni di microeconomia

Lezioni di microeconomia. La massimizzazione del profitto e l’offerta concorrenziale. Come noto, obiettivo primario delle imprese è la massimizzazione del profitto.

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Lezioni di microeconomia

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Presentation Transcript


  1. Lezioni di microeconomia La massimizzazione del profitto e l’offerta concorrenziale

  2. Come noto, obiettivo primario delle imprese è la massimizzazione del profitto • Prima di individuare le condizioni che garantiscono la massimizzazione del profitto occorre identificare “il contesto di mercato della concorrenza” entro il quale le imprese agiscono • Vedremo infatti che le condizioni suddette assumono caratteristiche peculiari a secondo della forma che il mercato assume • Individuato un mercato (oggetto di studio) questo, potrà essere studiato, facendo riferimento al tipo di interazioni fra gli operatori presenti sul mercato • Si possono individuare così le seguenti forme di mercato concorrenza, monopolio, oligopolio, concorrenza monopolistica, osservando il tipo di interazioni esistenti fra i venditori

  3. Il modello di concorrenza perfetta si basasu quattro ipotesi fondamentali: • Le imprese operanti sul mercato sono “price taker” Frazionamento della domanda e dell’offerta; ogni singola impresa vende una percentuale abbastanza piccola della produzione totale di mercato, per cui, le sue decisioni non influiscono sul prezzo di mercato • Omogeneità dei prodotti Quando i prodotti di tutte le imprese operanti sul mercato sono perfettamente sostituibili l’uno all’altro, ossia quando i prodotti sono omogenei, nessuna impresa è in grado di aumentare il prezzo del suo prodotto al di sopra del prezzo delle altre imprese senza perdere in termini di profitti

  4. Assenza di barriereNon devono essere sostenuti costi speciali (es. R&S) che rendono difficile ad una nuova impresa entrare sul mercato e produrre o uscirne se non è in grado di realizzare un profitto (questa hp. è importante affinché la concorrenza sia efficace: i consumatori possono facilmente passare a un’ impresa rivale se il fornitore originario aumenta il prezzo) • Informazione perfetta Ambo i lati del mercato sono in possesso di tutta l’informazione rilevante: caratteristiche del prodotto scambiato sul mercato, i prezzi offerti, ecc.. (Un’informazione incompleta potrebbe indurre i consumatori a credere che i beni siano diversificati giustificando diversità nei prezzi che in realtà non avrebbero ragione d’esistere.)

  5. La concorrenza perfetta Per effetto di tali caratteristiche, in un mercato concorrenziale il prezzo si determina sulla base dell’interazione tra la domanda e l’offerta di MERCATO. La domanda di mercato è data dalla somma delle domande individuali dei singoli consumatori mentre l’offerta di mercato è la somma delle offerte di tutte le imprese. La singola impresa NON PUÒ INFLUIRE SUL PREZZO DI MERCATO.

  6. Obiettivo di qualsiasi impresa, concorrenziale o non, è la massimizzazione dei profitti (differenza tra ricavi totali e costi totali) • Determinare il livello di produzione che massimizza il profitto dell’impresa significa analizzare il suo ricavo • Analogamente a quanto fatto per i costi, anche nel caso dei ricavi è necessario analizzare la relazione che si stabilisce tra i ricavi e le quantità prodotte.

  7. Considereremo le seguenti funzioni di ricavo: • Ricavo totale (RT) = è dato dal prezzo del singolo bene moltiplicato per il numero di unità prodotte: RT = p٠q • Ricavo marginale (RMg) = è la variazione di ricavo totale che si ottiene al variare della quantità prodotta: RMg = ΔRT/Δq • Ricavo medio (RMe) = è il ricavo riferito ad una singola unità ed è dato dal rapporto tra ricavo totale e unità vendute (cioè quantità): RMe = RT/q = p ٠ q/q = p

  8. In concorrenza perfetta l’impresa è price-taker (non può influire sul prezzo) A prescindere dalla quantità che l’imprenditore immetterà sul mercato, le unità del bene saranno vendute sempre allo stesso prezzo. Questa caratteristica della concorrenza ha un’importante conseguenza: IN CONCORRENZA PERFETTA IL PREZZO È UGUALE AL RICAVO MEDIO E AL RICAVO MARGINALE

  9. RT RT P=RMg=RMe Q Q Il ricavo totale aumenta proporzionalmente all’aumento delle unità prodotte: poiché RT aumenta proporzionalmente, graficamente genera una retta Il ricavo marginale è costante e uguale al prezzo perché ogni unità aggiuntiva è venduta sempre allo stesso valore, quello del prezzo di mercato. Inoltre il ricavo medio, essendo RT/q, è anch’esso costante e uguale al prezzo Consideriamo un’impresa in concorrenza che vende il bene prodotto al prezzo di mercato

  10. In un mercato concorrenziale un’impresa vende soltanto una piccola quota delle vendite dell’intero settore • Poiché l’impresa prende il prezzo come dato la curva di domandadi una singola impresa concorrenzialeè una retta orizzontale • La curva di domanda di mercato, invece, mostra la quantità prodotta che tutti i consumatori compreranno in corrispondenza di ogni possibile prezzo. Ha pendenza negativa perché i consumatori compreranno quantità maggiori in corrispondenza di prezzi più bassi

  11. $4 d $4 D Il prezzo nell’industria è determinato dall’interazione fra tutte le imprese e tutti I consumatori nel mercato, non dalle decisioni di produzione di una singola impresa Prezzo Prezzo Impresa Industria Output Output 100 200 100

  12. La concorrenza perfetta CT R π Livelli di produzione: 0- q0: • C(q)> R(q) • Profitto negativo • FC + VC > R(q) • Aumentando l’output aumenta il profitto ( a destra di q0 la curva RT si trova al di sopra di quella CT Livelli di produzione : q0 - q* • R(q)> C(q) • Rmg > Cmg • Aumentando l’output aumenta il profitto • Profitto è crescente RT = p q A CT B π q0 0 q* Output

  13. Ricavo marginale, costo marginale e massimizzazione del profitto • In corrispondenza di bassi livelli di produzione il profitto è negativo (v.d. figura slide precedente) perché il ricavo è insufficiente per coprire il CF e il CV. Tra q0 e q* : Cmg<Rmg • In corrispondenza di livelli di produzione maggiori di q*, anche se la curva CT si trova al di sotto della curva RT, il costo aumenta più rapidamente del ricavo: Cmg > Rmg (la pendenza della curva CT è maggiore di quella della curva RT) • Il profitto è massimizzato quando Cmg = Rmg ossia: Δπ/Δq = ΔR/Δq - ΔC/Δq = 0

  14. La massimizzazione del profitto nel b. p. da parte di un’impresa concorrenziale • Nel b.p. un’impresa opera con una quantità fissa di capitale e deve scegliere i livelli dei suoi fattori di produzione variabili in modo da massimizzare il profitto • In concorrenza perfetta: P = Rmg = Rme • Considerando l’andamento seguito dalle curve del Cmg, del CMT e riportandole su di un grafico è possibile verificare di nuovo la condizione di massimizzazione del profitto: Rmg = Cmg E’ possibile verificare che, solo in corrispondenza del livello di output per il quale tale condizione è valida, l’impresa non incorre in perdite di profitto.

  15. CM Perdita di profitto q1< q* Perdita di profitto q2 > q* Rme = Rma=P q0 q1 q* q2 Condizione massimizzazione π: il Rmg è uguale al Cmg in un punto in cui il Cmg è ascendente Prezzo 60 In A : Cmg= Rmg Ma non è un punto di massimo profitto 50 A B 40 CMT 30 20 10 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Output

  16. La decisione dell’impresa di produrre o cessare l’attività in un mercato • Nel b.p. è possibile che l’impresa trovi conveniente restare attiva nel mercato, pur in presenza di perdite, se tali perdite sarebbero maggiori uscendo immediatamente dal mercato • Ciò accade in presenza di costi irrecuperabili che l’impresa ammortizza come un costo fisso corrente • In questo caso, all’impresa conviene restare sul mercato se il prezzo (il ricavo unitario) copre almeno il CVM dal momento che cessando l’attività dovrebbe comunque sostenere i costi fissi (irrecuperabili)

  17. CM In A: P = Rmg, ma il prezzo del prodotto è minore del costo economico medio di produzione. In presenza di costi irrecuperabili l’area del rettangolo CBEF rappresenta una componente del Ct che non può essere evitata nemmeno se l’impresa cessa l’attività Prezzo Nel B.p.l’impresa dovrebbe proseguire l’attività fino a che p > CMV al livello di produzione che massimizza π. La perdita in questo caso è data dall’area del rettangolo BCDA CMT B C P = Rmg D A CMV F E 0 q* Output

  18. La curva di offerta di un’impresa dice quanto prodotto essa produrrà in corrispondenza di ogni possibile prezzo • Nel caso in cui tutti i costi fissi siano in realtà costi irrecuperabili ammortizzati, per ogni prezzo maggiore del CMV minimo, il livello di produzione che massimizza il profitto può essere letto direttamente sul grafico (vd. slide successiva) • Per P inferiore del costo medio variabile minimo (punto A), il livello di produzione che massimizza il profitto è uguale a zero. All’impresa non conviene restare sul mercato, anche nel b. p., perché, in questo caso, i ricavi non riescono a coprire nemmeno i costi variabili

  19. P2 P1 P = CMV q1 q2 Curva di offerta di un’impresa concorrenziale nel b.p. Prezzo Cmg CMeT CMeV A Output 0

  20. La funzione di offerta fornisce il valore della produzione dell’impresa in corrispondenza di ogni livello di prezzo • Ciascun punto della funzione di offerta deriverà dalla scelta di massimizzazione del profitto • Nel b.p. l’impresa non produce finchè il prezzo assume valori che si trovano al di sotto del CMV • Una volta che il prezzo abbia raggiunto il valore che uguaglia il minimo del CMV la curva di offerta verrà a coincidere con la curva del Cmg (ciò avviene a partire dal punto in cui il Cmg incontra la curva del CMV)

  21. La curva di offerta in concorrenza presenta una pendenza positiva • Nel b.p., per date quantità degli input fissi, incrementi successivi della produzione possono essere ottenuti utilizzando quantità crescenti dei fattori variabili • Infatti, la Pma dei fattori variabili è decrescente, per cui i Cmg crescono all’aumentare dell’output prodotto (Cmg = w/ PmaL) • L’elasticità dell’offerta è un indicatore del grado di reazione della quantità offerta rispetto a variazioni del prezzo

  22. Es= Δq/q Δp/p • Poiché la curva del Cmg ha pendenza positiva la Es nel b.p. è sempre positiva • Curva di offerta elastica → curva relativamente poco inclinata. L’impresa può accrescere la produzione senza che ciò comporti un aumento consistente dei Cmg • Curva di offerta poco elastica o rigida→ curva inclinata, i costi di produzione crescono rapidamente al crescere della produzione

  23. Spostamenti della curva di offerta dell’impresa • Dati i prezzi dei fattori e la tecnologia, le imprese scelgono la quantità di output da produrre, per ogni valore del prezzo di vendita, in modo tale che sia soddisfatta la condizione di massimizzazione del profitto (P = Cmg) • Al variare di uno o di entrambi i fattori summenzionati avremo spostamenti della curva di offerta

  24. Sappiamo che Cmg = wL / PmaL wL → costo del lavoro input variabile di produzionePmaL → sintetizza il livello della tecnologia adottata nella produzione Spostamento a destra P P S(q) = Cmg q q Δ wL> 0→ Cmg maggiori in corrispondenza di ciascun livello di produzione: la curva S si sposta verso l’alto (o a sinistra) Analogamente Δ wL < 0→la curva S si sposta verso il basso Δ PmaL> 0→ perché, per esempio le imprese dispongono di una tecnologia migliore. Ciascuna impresa è in grado di offrire una quantità > maggiore allo stesso prezzo di prima

  25. La curva di offerta dell’impresa nel l.p. S(q) = Cmg P Nel l.p. l’impresa può modificare anche l’impiego dei fattori che nel b.p. sono fissi per produrre nel modo più efficiente possibile. I ricavi devono coprire i costi medi totali CTme A q

  26. L’equilibrio del mercato e della singola impresa nel b.p. e nel l.p. • Nel l.p. l’impresa può modificare i suoi impianti in modo da essere in grado di produrre nel modo più efficiente possibile. Tutti i costi sono variabili • La curva di offerta di l.p. coincide con l’asse delle ordinate fino al punto in cui il prezzo eguaglia il minimo del costo totale medio. A partire da quel punto, la curva di offerta coincide con quella del costo marginale • Nel b.p. il mercato può dar luogo ad un prezzo di equilibrio tale da consentire profitti positivi. (questo accade per la presenza di CF e di eventuali barriere all’entrata di nuove imprese) • Se si hp. che altre imprese con tecnologia simile possono essere attratte dalla presenza di profitti positivi ed entrare nel mercato la curva di offerta aggregata del mercato di b.p. si sposta verso il basso

  27. L’ingresso di nuove imprese, che per hp presentano la medesima tecnologia, prosegue finché la riduzione del prezzo di equilibrio non ha azzerato i profitti di l.p. delle imprese (che non hanno più incentivo ad entrare nel mercato) Si P D P Sf Cmg CTme Pi PCP PCP qCP q q

  28. In concorrenza perfetta (C. P.) la libertà di ingresso provoca l’annullamento dei profitti • Questo implica che tutti i fattori produttivi sono remunerati in relazione al loro costo-opportunità • Remunerazioni dei fattori superiori al loro costo-opportunità testimoniano che il mercato sta deviando dal modello della concorrenza (non si verifica l’annullamento dei profitti e sul mercato viene offerta una quantità inferiore di output)

  29. Concorrenza perfetta ed efficienza • La libertà di entrata in C.P. implica che le imprese nel l.p. producano in corrispondenza del minimo dei CTme (efficienza della produzione). Pertanto gli impianti sono utilizzati nel modo migliore e il prezzo di mercato è il più basso fra quelli ammessi dalla tecnologia. • La C. P. e in particolare l’ipotesi della libertà di entrata avvantaggia i consumatori che pagano il prezzo più basso possibile

  30. Il surplus del produttore • Fornisce la misura del beneficio che l’impresa ricava dall’aver offerto la quantità di output che massimizza il profitto • Profitto del produttore e surplus del produttore non sono concetti coincidenti • Es. Nel b.p. l’impresa continua a produrre se il prezzo è superiore al punto di minimo dei CVme, nonostante il ricavo medio non copra i costi totali medi (ossia non copra i CF) • Continuando a produrre migliora la sua situazione l’impresa migliora la sua situazione, ma di quanto?

  31. Il guadagno rispetto al caso in cui la produzione è nulla è la differenza tra il RT e il CVT calcolati in corrispondenza del livello di output per cui P = Cmg (mentre π = RT-CT) Surplus del produttore P P Cmg Cmg P* CVme Q Q

  32. Il grafico a destra nella slide precedente rappresenta un modo equivalente di misurare il surplus del produttore • Tale misura alternativa si basa sul fatto che il CVT per ogni livello di output corrisponde all’area sottostante la curva del costo marginale • Quindi la differenza tra il Rt e il CVT può essere rappresentata dall’area ombreggiata nel grafico di destra • Per misurare il surplus aggregato di tutti i produttori attivi su un mercato si sommano i surplus del produttore di tutte le imprese • Nel tratto rilevante della curva del Cmg (inclinazione positiva della curva), il surplus aggregato dei produttori può essere approssimato dall’area compresa tra la curva di offerta e la retta del prezzo di equilibrio

  33. Esercizi • Che rapporto c’è tra la legge dei rendimenti marginali decrescenti e la concavità o la convessità della curva del costo variabile? • Un’impresa rileva che, indipendentemente da quanto produce e da quanto variano i prezzi dei fattori, minimizza sempre i costi acquistando metà unità di capitale rispetto a quelle di lavoro. Si disegni la mappa degli isoquanti di questa impresa • Un’impresa acquista il capitale e il lavoro su un mercato concorrenziale al prezzo di r=6 e w= 4, rispettivamente. Se impiega una combinazione di fattori tale che il PmaK è pari a 12 e quello del lavoro è apri a 18, l’impresa sta minimizzando i costi? Se si, spiegare perché. Se no, spiegare cosa dovrebbe fare l’impresa.

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