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PSICOPATOLOGIA DELL’ ETA EVOLUTIVA E DISTURBI NEUROPSICOLOGICI

PSICOPATOLOGIA DELL’ ETA EVOLUTIVA E DISTURBI NEUROPSICOLOGICI. Dott.ssa Daniela Moroni Consulente CTS Cremona Trainee in Psicoterapia Cognitiva e Neuropsicologia Neuropsicologa Clinica. NON CONOSCENZA DELLA CULTURA E DELLA LINGUA ITALIANA. DIFFICOLTA MOTORIE. DSA. BES.

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PSICOPATOLOGIA DELL’ ETA EVOLUTIVA E DISTURBI NEUROPSICOLOGICI

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Presentation Transcript


  1. PSICOPATOLOGIA DELL’ ETA EVOLUTIVA E DISTURBI NEUROPSICOLOGICI Dott.ssa Daniela Moroni Consulente CTS Cremona Trainee in Psicoterapia Cognitiva e Neuropsicologia Neuropsicologa Clinica

  2. NON CONOSCENZA DELLA CULTURA E DELLA LINGUA ITALIANA DIFFICOLTA MOTORIE DSA BES DIFFICOLTAEMOZIONALI DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI DIFFICOLTA NEUROPSICOLOGICHE SVANTAGGIO SOCIALE E CULTURALE

  3. “LA PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO RIGUARDA ANCHE LA SCUOLA” Il bambino trascorre quasi 2/3 del suo tempo a scuola Alcuni disturbi si rendono evidenti maggiormente a scuola Altri hanno una rilevanza maggiore nella ricaduta sull’ambiente scolastico Ogni intervento deve esser condiviso con la scuola, gli insegnanti devono esser supportati!

  4. Ruolo del caregiver nello sviluppo infantile • Altro significativo: - fonte di significati condivisi - possibilità di accedere a se stesso Consapevolezza dell’attenzione su di sé Modo di sentirsi, coscienza affettiva su di sé Dai legami affettivi primari emerge come ognuno di noi si sente

  5. Dalla relazione prendono forma le modalità ricorrenti del nostro sentirci vivere Con l’altro significativo il bambino fa esperienza di sé stesso IDENTITA’ PERSONALE Primi legami si acquisiscono e si stabilizzano i tratti emozionali

  6. Differenti modi di emozionarsi • Differenti modi di percepirsi • Differenti modi di essere

  7. Tipi di sollecitazioni ricorrenti a cui il bambino è sottoposto determinano modalità differenti di interpretazione di se e del mondo • Interazioni che elicitano emozioni basiche, coinvolgimento emotivo viscerale Polarizzazione interna, messa a fuoco di stati emotivi interni • Interazioni che non determinano un riconoscimento ma strutturano un individualità mediata dalla partecipazione dell’ adulto. Prevede l’ancoraggio mediato su una fonte esterna, messa a fuoco di sè sull’alterità

  8. Bambini ansiosi Perdita del supporto fisico Rumori forti ed improvvisi Altezza Persone, oggetti e luoghi sconosciuti Buio Animali Eventi naturali Morte Dai 4 ai 7 anni: 71 % Intorno ai 9 anni: 90% Dagli 11 anni: 70%

  9. Paura fisiologica o segnale di problema più strutturato? (Beidel, Alfano 2011) • La paura manifestata è proporzionale alla difficoltà riscontrata? • Può esser eliminata attraverso le spiegazioni e il ragionamento? • La possibilità di regolare la paura è completamente al di fuori del controllo volontario del bambino? • La paura permane immutata per un periodo di tempo relativamente lungo? • La paura porta il bambino ad evitare la situazione? • La paura è coerente con la sua età anagrafica? • La paura interferisce con il funzionamento relazionale, sociale e scolastico?

  10. Tendenza a percepire emozioni corporee come ansia e paura. • Focus viscerale, sugli stati interni. Alterazione emotiva, percepita a livello corporeo. Segnale percepito come minaccia, pericolo, fragilità. • Tendenza ad anticipare le situazioni che potrebbero alterare l’emotività • Tendenza alla prevedibilità e al controllo • Evitamento di situazioni attivanti

  11. I disturbi d’Ansia secondo il dsmiv-tr • Disturbo di panico senza agorafobia, caratterizzato da attacchi di panico inaspettati, riguardo ai quali vi è una preoccupazione persistente. Il disturbo con agorafobia è caratterizzato da attacchi di panico innescati da situazioni all’aria aperta. • Agorafobia senza attacchi di panico, è caratterizzata da sensazione di eccessivo fastidio manifeste in situazioni all’aperto senza i sintomi di attacco di panico. • Fobia specifica, è provocata da un ansia clinicamente significativa provocata dall’esposizione a un oggetto o situazione temuti, che spesso determinano condotte di evitamento.

  12. Fobia Sociale, è provocata da un ansia clinicamente significativa provocata dall’esposizione a certi tipi di situazioni o di prestazioni sociali, che spesso determina condotte di evitamento • Disturbo Post da Traumatico da Stress, è caratterizzato dal rivivere un evento estremamente traumatico accompagnato da sintomi di aumento dell’arousal e da evitamento di stimoli associati al trauma. • Disturbo Acuto da Stress è caratterizzato da sintomi simili a quelli del Disturbo post Traumatico da Stress che si verificano immediatamente a seguito di un evento estremamente traumatico • Disturbo d’Ansia Generalizzato, è caratterizzato da almeno 6 mesi di ansia e preoccupazione persistenti ed eccessivi

  13. Il meccanismo dell’ansia: modello tripartito (Lang 1968) • Aspetti somatici: Fatica a respirare Senso di svenimento Sensazione della bocca secca Debolezza delle gambe svenimento Mani sudate • Aspetti cognitivi Temi di vulnerabilità e pericolo Processi attenzionali rivolti agli stimoli minacciosi Ricordo selettivo di eventi paurosi e negativi Catastrofizzazione

  14. Interpretazione falsata, la tendenza ad associare la percezione di una potenziale minaccia a stimoli ambigui o neutri • Aspetti comportamentali: Comportamenti di evitamento Rituali

  15. La storia di Alessio “ Alessio 7 anni, non vuole più allontanarsi dalla sua mamma, da qualche mese non va più agli allenamenti e non accetta di andare a giocare dagli amici. Si reca a scuola con il numero di telefono della mamma in tasca, teme di esser abbandonato. Mezz’ora prima della fine della scuola, Alessio scruta attentamente fuori dalla finestra, alla ricerca della sua mamma, teme che nessuno lo vada a prendere. La sua paura più grande è la morte, la morte della mamma e del papà. Evita di guardare Nemo e il Re Leone e tutto quello che possa riguardare il tema della morte”

  16. Disturbo d’Ansia da separazione • Ansia inappropriata rispetto al livello di sviluppo ed eccessiva che riguarda la separazione da casa o da coloro a cui il soggetto è attaccato, come evidenziata da 3 dei seguenti punti: • Malessere eccessivo e ricorrente quando avviene la separazione • Persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo la perdita dei personaggi di attaccamento • Persistente ed eccessiva preoccupazione relativa alla possibilità che accada un evento spiacevole e imprevisto che comporti la separazione con le figure di attaccamento

  17. Preoccupazione NON realistica su incidenti alle persone cui il soggetto è legato (FdA) • Paura che esse vadano via e non ritornino • Preoccupazione che qualche evento possa separare il b. dalle FdA • Riluttanza ad andare a scuola per la paura della separazione • Riluttanza o rifiuto a dormire SENZA vicino una Fda • Paura a stare solo durante il giorno senza una delle FdA • Incubi ripetuti relativi alla separazione • Comparsa di sintomi somatici nelle occasioni di separazione • Sofferenza intensa prima, durante e dopo la separazione

  18. Durata di almeno 4 mesi • Esordio prima dei 18 anni • L’anomalia causa disagio clinicamente significativo nell’ area sociale, scolastica e di altre importanti aeree di funzionamento

  19. Sofferenza intensa • Ricerca continua • Distrazione • Comportamento “appiccicoso” Quando la separazione viene forzata, due reazioni: • Rabbia o aggressività • Tristezza

  20. Epidemiologia e comorbidità • Disturbo poco stabile, Prognosi nel tempo : 11% mantiene la diagnosi 44% diagnosi di altro tipo 45% remissione completa Predittivo di altri disturbi in età adulta. 76% di correlazione con attacchi di panico o depressione dell’età adulta ( Lewinsohn, Small 2008)

  21. Prevalenza: 3- 5% dai 7 ai 9 anni 2,3% età adolescenziale Diverse manifestazioni in base all’età Comorbidità elevata: 92% doppia diagnosi: Disturbo d’ansia, fobia scolare Disturbo depressivo

  22. Origine • Tratti temperamentali e personologici (focus interno) e fattori ambientali • Figura di riferimento insicura, non riesce a farsi carico della paura del bambino • Comportamento genitoriale iperprotettivo, spesso maschera la difficoltà del genitore stesso a tollerare la solitudine e il distacco. • Limitato il comportamento esploratorio • Disregolazione degli stati di paura o rabbia per mantenere la relazione

  23. Fattori scatenanti • Lutto per un genitore, persona cara, anche per un animale domestico • Malattia del b. o dell’FdA • Divorzio, separazione • Cambiamento di residenza • Ingresso a scuola o cambio di scuola • Cambiamento di stato (emigrazione/immigrazione)

  24. Intervento.. • Aiutare i bambini ad articolare e comunicare gli stati di paura • Normalizzare l’esperienza e le reazioni di paura e di ansia • Fornire al bambino un modello per fronteggiare le situazioni ansiose • Associare un personaggio eroico alla situazione temuta • Esporre gradualmente il bambino alla situazione temuta, rinforzando i piccoli progressi • Aiutare il bambino ad operare graduali trasformazioni dei suoi scenari immaginativi

  25. Disturbo d’ansia generalizzato • Ansia e preoccupazione eccessive presenti la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi • Scarso controllo della preoccupazione • Ansia e preoccupazione associate ad almeno 3 dei 6 sintomi seguenti • Irrequietezza, sentirsi tesi • Facile affatticabilità • Difficoltà a concentrarsi, vuoti di memoria • Irritabilità • Tensione muscolare L’ansia causa disagio clinicamente significativo nell’ area sociale, scolastica e di altre importanti aeree di funzionamento

  26. Rimuginio, pensiero verbale di valenza negativa Mancanza di aspetti immaginativi Inibizione di altri aspetti emotivi che non siano l’ansia Ripetizione mentale continua dei vari aspetti di un problema, insieme a previsioni catastrofiche Pensieri anticipatori Ipotesi di soluzione non risolutiva, i bambini a differenza dell’adulto non rimugina sulla soluzioni Preoccupazioni intense, frequenti e limitanti

  27. Epidemiologia e comorbidità • Esordio 10-11 anni • Doppia diagnosi con disturbo depressivo disturbo ossessivo -compulsivo

  28. Origine • Aspetti neurobiologici negli adulti non confermati nei bambini • Aspetti temperamentali + variabili ambientali • Modalità genitoriale ipercontrollante e iperprotettiva

  29. Trattamento.. • Permettere alla mente di tornare ad abitare il corpo • Identificare e distinguere le diverse reazioni fisiche all’ansia • Tecniche di autoregolazione, tecniche di rilassamento • Regolare le emozioni

  30. La storia di ernesto “Ernesto, 12 anni, fin da piccolo non ha mai dato molta confidenza ai cani, non gli piacciono, dice di preferire i rettili. Nell’ultimo anno la paura si è intensificata, sente le gambe tremare, non riesce a far nulla come se fosse bloccato … Non raggiunge più casa della zia a piedi perchè sulla via c’è un cane NEL GIARDINO di una villetta che abbaia e Erni ha paura. Dal giorno che al parco ha visto una signora con il cane al guinzaglio, non vuole più andarci a giocare con i suoi amici. In montagna quest’estate, ha scelto di rimanere in casa, temeva di trovare un cane nei sentieri, ci pensava tutta la notte e alla mattina rifiutava l’invito dei genitori..”

  31. La fobia specifica • Paura marcata e persistente, eccessiva e irragionevole provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazione specifica • L’esposizione allo stimolo fobico quasi inevitabilmente provoca una risposta immediata, che può prender forma di attacco di panico. • Situazione fobica viene evitata o sopportata con marcato disagio • L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nella situazione interferiscono in modo significativo con il funzionamento lavorativo, con le relazioni sociali e con le attività • Durata di almeno 6 mesi

  32. Epidemiologia e comorbidità • Dai 4 ai 18 anni: da 2,4 a 4,5% • Tra i disturbi d’ansia: 15-36% fobia specifica • Si raggruppano in 3 categorie: - animali - iniezioni/sangue - il resto Differenze di genere per tipo di fobia Doppia diagnosi: - disturbo d’ansia da separazione - disturbo d’ansia generalizzato - fobia scolare

  33. Origini.. • Familiarità • Mancanza rassicurazione della figura di riferimento in presenza di specifiche e temute situazioni TRATTAMENTO • Immaginare la situazione temuta per far emergere pensieri, sensazioni fisiche, emozioni e comportamenti • Desensibilizzazione sistematica • Modelling • Coinvolgere la classe, lettura di storie e riflessione in classe sulle paure e sulla possibilità di vincerle

  34. La storia di marta “ Marta si sveglia la notte, piange ed è sempre in preda ai brutti sogni. Questo accade dalla Domenica al Giovedì, notti che precedono i giorni di scuola. Mi chiede di non portarla.. E’ terrorizzata. La mattina è un tormento, non si vuole alzare dal letto, non si vuole vestire, non vuole uscire di casa, cosi tutte le mattine”.

  35. Fobia scolare • Rifiuto di andare a scuola: • Difficoltà a separarsi dall’ambiente protetto • Preoccupazioni rispetto alle relazione che il bambino possiede nel contesto scolastico • Preoccupazioni relative alla qualità e quantità delle attività svolte a scuola • Reazione di ansia associata all’uscita da casa o all’ingresso a scuola • Panico al momento di entrare a scuola • Sintomi somatici (dolori addominali, nausea, vomito, inappetenza, cefalea, dolori agli arti) • I sintomi somatici anche la sera prima, insonnia • Al di fuori della scuola bimbo tranquillo

  36. Conseguenze: • - Ansia cronica • - Ridotte competenze sociali • - Diminuzione dell’autostima

  37. Sono bambini Timidi Hanno paura delle aggressioni Temono la presa in giro Preoccupati delle interrogazioni e dei compiti in classe Evitare la scuola consente al bambino di (Kearney,2007): Evitare uno o più stimoli che generano stati emotivi negativi Allontanarsi da situazioni sociali e di prestazione Ottenere maggior attenzioni da parte dei genitori Ottenere dei rinforzi positivi tangibili

  38. Epidemiologia Bambini in età scolare: 1-5% Adolescenti: > del 5% ORIGINE: • Caratteristiche della madre, iperprotettiva, intrusiva con scarsa differenziazione • Disfunzioni importanti nel funzionamento famigliare • Scarso supporto genitoriale, minor capacità di risolvere i problemi e fronteggiare la crisi • Rimanere a casa ed evitare la situazione difficile agisce da rinforzo e consolida il comportamento

  39. Intervento • Rientro graduale, solo alcune ore • In classe poche ore, la scelta delle quali appartiene al bambino • Nei casi più gravi lasciare che un genitore rimanga con il bambino, riducendo progressivamente il tempo insieme • Far scegliere al bambino il giorno del rientro, per favorire più controllo sulla situazione • Parlare con i compagni per una miglior accoglienza al rientro

  40. Fobia SOCIALE • Paura marcata e persistente di una o più situazione sociale nella quale la persona è esposta a persone non famigliari o al possibile giudizio sociale. • L’esposizione alla situazione temuta \ quasi inevitabilmente provoca una risposta immediata, che può prender forma di attacco di panico. • Situazione fobica viene evitata o sopportata con marcato disagio • L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nella situazione interferiscono in modo significativo con il funzionamento lavorativo, con le relazioni sociali e con le attività • Durata di almeno 6 mesi

  41. Manifestazioni • Vulnerabilità • Il soggetto si sente minacciato • Inadeguatezza • Sensazione di non essere competente • Paura del giudizio altrui • Timore di essere sempre giudicato in modo negativo dagli altri • Vergogna • Timore di perdere la propria buona immagine sociale • Meta-vergogna • Paura di mostrare la propria vergogna

  42. Epidemiologia e comorbidità • Bambini in età scolare: 3% • Più diffusa a partire dagli 11 anni • Doppia diagnosi: -10% DAG - 10% fobia specifica - 8% mutismo selettivo

  43. Problema dell’accettabilità sociale • Ipersensibilità ai segnali mandati dalle altre persone • La sicurezza personale è funzione della percezione soggettiva della propria accettazione da parte di un altro ritenuto importante o da parte del gruppo • Adesione alle aspettative dell’altro

  44. Atteggiamenti tipici • Autostima • Bassa autostima • Sentimenti di inferiorità • Difficoltà ad essere assertivi • Giudizio • Ipersensibilità alla critica, giudizio negativo, rifiuto • Scarse capacità sociali • Segni di ansia • Mani fredde/sudate, tremori, voce esitante • Evitamento • Ansia anticipatoria

  45. Sono bimbi.. Impacciati, goffi davanti agli altri Non si sentono all’altezza , arrossiscono Rimangono isolati, in silenzio, per non farsi notare Ansia anticipatoria La situazione sociale vissuta come fallimento, umiliazione ed imbarazzo Non si sentono integrati nel gruppo dei pari Sensazione di esclusione e di rifiuto

  46. Il disagio nasce da un eccesso di consapevolezza di sé in rapporto agli altri, dal continuo assumere il punto di vista dell’osservatore esterno, applicando i propri schemi di valutazione severi e giudicanti Assenza di abilità sociali o della loro attuazione? Eccessivo monitoraggio degli effetti delle loro interazioni consapevolezza delle proprie Difficoltà enfatizzare gli insuccessi

  47. origine • Clima famigliare improntato sull’importanza del giudizio degli altri, vergogna sociale, isolamento. • No origine episodica • Genitori rifiutanti e giudicanti • Poche spiegazioni e supporto in caso di errori • Senso di se poco definito e fragile • Desiderio di accettazione sociale

  48. Trattamento • Aiutare il bambino a sviluppare le competenze necessarie per stare in relazione • Insegnare a riconoscere l’espressione del volto come espressione emotiva • Esposizione graduale alla situazione sociale con adeguato supporto • Decentramento

  49. Dieci comandamenti per superare l’ansia sociale • Non ti far abbattere dai giudizi altrui • Non cercare di essere perfetto • Impara a controbattere ai pensieri illogici • Impara a conoscere ed apprezzare le tue buone qualità • Prova a rilassarti • Impara l’arte del conversare • Prova e riprova le tue buone qualità • Esponiti alle situazioni sociali senza inutili protezioni • Agisci in modo assertivo • Esplora liberamente il mondo sociale

  50. Intervento alla scuola dell’infanzia • L’attenzione positiva fa sentire il bambino pensato e riconosciuto • Quando si parla con i bimbi accovacciarsi per raggiungere la loro altezza • Davanti a situazioni nuove permettere al bambino di osservarle per familiarizzare • Non metterli al centro dell’attenzione • Invitarli a star con gli altri

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