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corso di ECONOMIA PUBBLICA

corso di ECONOMIA PUBBLICA. lezione 16. Luigi Mundula Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia Manageriale A.A. 2009-2010. Luigi Mundula luigimundula@unica.it. Il sistema pensionistico. Pensioni di vecchiaia Pensioni di anzianità Pensioni per superstiti Pensioni di invalidità

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Presentation Transcript


  1. corso di ECONOMIA PUBBLICA lezione 16 Luigi Mundula Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia Manageriale A.A. 2009-2010 Luigi Mundula luigimundula@unica.it

  2. Il sistema pensionistico • Pensioni di vecchiaia • Pensioni di anzianità • Pensioni per superstiti • Pensioni di invalidità • Pensioni sociali • Sistema a capitalizzazione • Sistema a ripartizione

  3. Sistema a capitalizzazione - funded • adotta criteri analoghi a quelli propri delle assicurazioni di tipo privato. Durante il periodo di attività lavorativa, dal salario o dallo stipendio del lavoratore vengono effettuate trattenute, obbligatorie o volontarie, che, versate presso istituti assicurativi o fondi pensionistici, sono poi impiegate nel mercato finanziario.

  4. Sistema a ripartizione - unfunded • si fonda su principi che implicano necessariamente un accordo sociale fra individui che appartengono a diverse generazioni. Sulle retribuzioni di coloro che sono occupati vengono effettuati prelievi che servono per alimentare gestioni pensionistiche che pagano le pensioni a coloro che nello stesso periodo hanno abbandonato il lavoro per ragioni di età. I lavoratori di oggi pagano quindi le pensioni, di altri soggetti, di oggi.

  5. Trasferimenti in natura • Lo Stato fornisce assistenza alle classi povere attraverso molti trasferimenti in natura, cioè, il trasferimento diretto di beni e servizi anziché l’erogazione di sussidi monetari. • Buoni alimentari • Assistenza medica agevolata • Edilizia popolare • Istruzione • Stimarne il valore è difficile perché non sempre sono beni valutabili in base al loro valore monetario (se la rivendita è difficile o impossibile).

  6. Trasferimenti in natura • Consideriamo come l’erogazione di un trasferimento in natura altera il vincolo di bilancio nella Figura 7.4. • In questo caso, il trasferimento in natura conferisce un’utilità inferiore a quella associata a un trasferimento monetario che ha lo stesso costo. • Il trasferimento in natura migliora le condizioni dell’individuo, ma la sua utilità sarebbe ancora maggiore se ricevesse il trasferimento monetario.

  7. Un trasferimento in natura determina un livello di utilità inferiore di un trasferimento in contanti

  8. Trasferimenti in natura • Un individuo non potrà mai ricevere un’utilità superiore da un trasferimento in natura che ha lo stesso costo di un trasferimento monetario. • Vi sono casi, tuttavia, nei quali l’individuo è indifferente tra le due forme di trasferimento. • Vedi Figura 7.5.

  9. Un trasferimento in natura può anche determinare lo stesso livello di utilità di un trasferimento monetario

  10. Trasferimenti in natura • In questo caso, il trasferimento in natura non è vincolante.

  11. Esempio numerico: caso base • Ipotizziamo che il sig. Bianchi abbia la seguente funzione di utilità: Dove C indica la quantità consumata di formaggio e O la quantità consumata di altri beni. I prezzi del formaggio e degli altri beni sono, rispettivamente, PC = 2 e PO = 1.

  12. Esempio numerico: caso base • Quale allocazione sceglie Bianchi se il suo reddito è I = 300 euro? • Con questa funzione di utilità Cobb-Douglas, la curva di domanda di formaggio di Bianchi è:

  13. Esempio numerico: caso base • Inoltre, la sua curva di domanda di altri beni è: L’utilità di Bianchi è dunque pari a:

  14. Esempio numerico: trasferimento monetario • Ipotizziamo adesso che lo Stato eroghi a Bianchi un trasferimento monetario di 120 euro. • Qual è il paniere di consumo scelto adesso da Bianchi, e qual è la sua utilità?

  15. Esempio numerico: trasferimento monetario • Inoltre, la sua curva di domanda di altri beni è: L’utilità di Bianchi è dunque pari a:

  16. Esempio numerico: trasferimento in natura vincolante • Ipotizziamo adesso che lo Stato eroghi a Bianchi un trasferimento in natura di 60 chili di formaggio, che Bianchi non può rivendere. • Qual è il paniere di consumo scelto adesso da Bianchi, e qual è la sua utilità?

  17. Esempio numerico: trasferimento in natura vincolante • Si noti che il trasferimento in natura costa allo Stato 120 euro (60 chili per 2 euro/chilo). • Quando percepiva il trasferimento monetario, Bianchi usava i 120 euro addizionali per consumare il paniere {C,O}={52.5,315}. • Bianchi adesso non può attingere a questo paniere di consumo, perché la quantità minima di formaggio che deve consumare è C = 60 chili (pari all’ammontare del trasferimento in natura).

  18. Esempio numerico: trasferimento in natura vincolante • Di conseguenza, Bianchi usa tutto il suo reddito fungibile (300 euro) per comprare il bene O: L’utilità di Bianchi è dunque pari a:

  19. Esempio numerico: trasferimento in natura non vincolante • Ipotizziamo adesso che lo Stato eroghi a Bianchi un trasferimento in natura di 30 chili di formaggio, che Bianchi non può rivendere, e un trasferimento monetario di 60 euro. • Qual è il paniere di consumo scelto adesso da Bianchi, e qual è la sua utilità?

  20. Esempio numerico: trasferimento in natura non vincolante • Si noti che il trasferimento costa complessivamente allo Stato 120 euro. Il trasferimento in natura costa 60 euro (30 chili x 2 euro/chilo) e il trasferimento monetario costa altri 60 euro. • Quando percepiva unicamente il trasferimento monetario, Bianchi usava i 120 euro addizionali per consumare il paniere {C,O}={52.5,315}. • Bianchi adesso può attingere a questo paniere di consumo, perché la quantità minima di formaggio che deve consumare è C = 30 chili (l’ammontare del trasferimento in natura), che è inferiore a C = 52,5 chili (la quantità ottima che desidera consumare).

  21. Esempio numerico: trasferimento in natura non vincolante • Di conseguenza, Bianchi usa parte del proprio reddito fungibile (360 euro) per acquistare i beni C e O. • Bianchi desidera consumare C = 52,5 chili, quindi acquista 22,5 chili di formaggio con il suo reddito fungibile (per integrare i 30 chili acquisiti con il trasferimento in natura). • Bianchi acquista 315 unità di O con la parte restante del suo reddito fungibile. • Bianchi attinge al medesimo livello di utilità cui attingeva nel caso del trasferimento monetario.

  22. Trasferimenti in natura • Perché si erogano i trasferimenti in natura se questi sono inefficienti? • Egualitarismo dei beni • Permettono di combattere le frodi al sistema assistenziale (specialmente se il trasferimento in natura è un bene inferiore) • Politicamente accettabili perché aiutano anche i produttori del bene che viene erogato nel trasferimento in natura.

  23. Le diverse prospettive di distribuzione di reddito • Distribuzione personale • Il modo in cui il reddito si distribuisce fra i soggetti che compongono la comunità • Distribuzione funzionale • Come il reddito si distribuisce fra i fattori produttivi che hanno concorso a produrlo • Distribuzione sociale • Il modo in cui il redditosi ripartisce fra le classi sociali • Distribuzione spaziale • Il modo in cui il reddito si ripartisce fra le aree geografiche di un’economia • Distribuzione settoriale • Come il reddito si ripartisce fra i settori che compongono un’economia

  24. Analisi delle imposte: tassazione e distribuzione del reddito • Il dibattito politico sui sistemi fiscali si concentra sull’interrogativo di quale sia un’equa distribuzione del carico tributario. • Non si tratta semplicemente di analizzare l’ammontare versato al fisco dal singolo contribuente, perché l’imposizione fiscale provoca un cambiamento dei prezzi.

  25. Incidenza e traslazione d’imposta • Due importanti concetti per la distribuzione del carico tributario: • Incidenza legale – indica il soggetto giuridicamente tenuto al pagamento dell’imposta • Incidenza economica – l’effettiva variazione delle distribuzione del reddito causata dall’introduzione dell’imposta. • I due concetti differiscono tra loro a causa della traslazione dell’imposta.

  26. L’incidenza dell’imposta: osservazioni generali • Soltanto le persone fisiche sopportano il carico fiscale • Le imprese che pagano la propria parte di imposte trasferiscono l’onere tributario a diversi individui. • Si possono studiare gli individui il cui reddito totale è costituito in proporzioni diverse da reddito da lavoro, reddito da capitale e così via. • A volte è appropriato studiare come varia l’incidenza dell’imposta su base regionale. • Si dovrebbero considerare sia le fonti sia gli impieghi del reddito • Le imposte influiscono sui consumatori, sui lavoratori del settore e sui proprietari • Gli economisti spesso trascurano il lato delle fonti

  27. L’incidenza dell’imposta: osservazioni generali (cont.) • L’incidenza dipende dalle modalità di determinazione dei prezzi • La struttura del settore è rilevante • Reazioni di breve e di lungo periodo • L’incidenza dipende dalla destinazione del gettito fiscale • Con l’analisi dell’incidenza con bilancio in pareggio si calcola l’effetto combinato dell’imposizione fiscale e della spesa pubblica finanziata con stesse imposte. • Con l’analisi dell’incidenza differenziale dell’imposta si mette a confronto l’incidenza di un’imposta in relazione a un’altra, ignorando come viene speso il gettito. • Spesso l’imposta di riferimento è un’imposta a somma fissa, cioè i cui effetti non dipendono dal comportamento del singolo.

  28. Tipologie d’imposta • Un’imposta può essere: • Progressiva • Regressiva • Proporzionale • Le imposte proporzionali sono le più semplici: il rapporto tra l’ammontare dell’imposta e il reddito è costante, indipendentemente dal livello di reddito.

  29. L’incidenza dell’imposta: misura del grado di progressività • Vi sono molti modi per definire un’imposta progressiva (o regressiva). • La progressività può essere definita in termini di • Aliquota fiscale media (rapporto tra l’imposta totale e il reddito totale) • Aliquota fiscale marginale (l’aliquota applicata sull’ultima unità di reddito)

  30. L’incidenza dell’imposta: misura del grado di progressività (cont.) • La misurazione del grado di progressività di un sistema fiscale è ancora più complessa. Consideriamo due semplici definizioni. • Secondo la prima definizione, il sistema tributario è tanto più progressivo quanto maggiore è l’incremento delle aliquote medie al crescere del reddito.

  31. L’incidenza dell’imposta: misura del grado di progressività (cont.) • La seconda definizione stabilisce che un sistema fiscale è più progressivo di un altro se l’elasticità del gettito fiscale rispetto al reddito è più elevata. • Rammentate che l’elasticità è definita come il rapporto tra la variazione percentuale di una variabile e la variazione percentuale di un’altra:

  32. L’incidenza dell’imposta: misure di progressività (cont.) • Queste due misure intuitivamente convincenti della progressività possono dare risultati molto contrastanti. • Esempio: immaginiamo che si debbano aumentare le imposte corrisposte da ciascun contribuente del 20%.

  33. Modelli di equilibrio parziale • Poiché le imposte producono variazioni nei prezzi relativi è necessario capire le modalità di determinazione dei prezzi • Considereremo innanzitutto modelli di equilibrio parziale: considerano unicamente il mercato nel quale viene imposto il tributo, ignorando gli effetti su altri mercati. • È estremamente appropriato quando il mercato dei beni soggetto a imposta è relativamente ridotto rispetto all’economia nel suo insieme. • Il modello di riferimento è quello di domanda e offerta in concorrenza perfetta

  34. Modelli di equilibrio parziale:le imposte specifiche in concorrenza • Le imposte specifiche sono pari a un ammontare fisso su ogni unità di bene venduto • Ipotizziamo la concorrenza perfetta. Il punto di equilibrio iniziale è (Q0, P0) • Ipotizziamo che in questo mercato venga introdotta un’imposta specifica di u euro al litro ai consumatori. • Elemento fondamentale: in presenza di un’imposta, il prezzo pagato dai consumatori differisce dal prezzo ricevuto dai produttori. • In precedenza si usava l’analisi della domanda e dell’offerta per determinare un unico prezzo di mercato; adesso ci sono due prezzi diversi, uno per i produttori e uno per i consumatori.

  35. Modifica della curva di domanda • Qual è l’impatto dell’imposta sulla curva di domanda? • Considerate il punto a. Pa è il massimo prezzo che i consumatori sono disposti a pagare per Qa. • La disponibilità a pagare dei consumatori NON cambia a seguito dell’introduzione dell’imposta. Cambia però la curva di domanda come viene percepita dai produttori. • I produttori percepiscono di poter ricevere soltanto (Pa–u) se offrono la quantità Qa. Cioè i produttori percepiscono che la curva di domanda si sposta verso il basso, al punto b

  36. Modifica della curva di domanda (cont.) Ripetendo questo procedimento per ogni punto lungo la curva di domanda, si ottiene una nuova curva di domanda Dc', Questa nuova curva di domanda, è quella che interessa ai produttori perché mostra quanto possono ricevere per ogni unità venduta. • L’equilibrio adesso consiste di una nuova quantità e di una coppia di prezzi (uno pagato dai consumatori, l’altro ricevuto dai produttori). • Il prezzo dei produttori (Pn) si determina all’intersezione della nuova curva di domanda e della vecchia curva di offerta. (prezzo al netto dell’imposta) • Il prezzo pagato dai consumatori è Pg= Pn+ u. (prezzo al lordo dell’imposta) • La quantità Q1 si ottiene come D(Pg) o S(Pn).

  37. Il gettito fiscale • Il prezzo pagato dai produttori corrisponde al prezzo inferiore ottenuto per litro venduto da P0 a Pn • Il gettito fiscale è pari a uQ1, cioè all’area kfhn • L’incidenza economica dell’imposta è divisa tra i consumatori e i produttori • Il prezzo pagato dai consumatori aumenta da P0 a Pg, un aumento che (in questo caso) è inferiore al valore nominale dell’imposta, u.

  38. Esempio numerico • Supponiamo che il mercato dello champagne sia caratterizzato dalle seguenti curve di offerta e di domanda: • L’introduzione di un’imposta specifica sui consumatori, in misura di 8 euro all’unità, crea un divario tra il prezzo pagato dai consumatori e quello ricevuto dai produttori. Prima dell’imposta, possiamo riscrivere il sistema di equazioni come:

  39. Esempio numerico • Dopo l’introduzione dell’imposta i produttori ricevono, per ogni confezione, 8 euro in meno del prezzo pagato dai consumatori. Quindi: • Risolvendo il sistema iniziale (prima dell’imposta) otteniamo un prezzo P = 20 e una quantità Q = 60. Risolvendo il sistema dopo l’introduzione dell’imposta, otteniamo:

  40. Esempio numerico • In questo caso l’incidenza legale cade al 100% sui consumatori, ma l’incidenza economica è ripartita in uguale misura tra produttori e consumatori:

  41. Imposte sui produttori e sui consumatori a confronto • L’incidenza di un’imposta specifica è indipendente dal fatto che gravi formalmente sui consumatori o sui produttori. • Se l’imposta fosse introdotta dal lato dell’offerta, la curva di offerta come percepita dai consumatori traslerebbe verso l’alto di un ammontare pari all’imposta. I consumatori percepiscono che è diventato più costoso per le imprese fornire una data quantità del bene.

  42. Imposte sui produttori e sui consumatori a confronto (cont.) • Nel precedente esempio numerico, l’imposta sui consumatori dava luogo alla seguente relazione: Se invece tassassimo i produttori, la relazione sarebbe:

  43. Imposte sui produttori e sui consumatori a confronto (cont.) • Chiaramente, queste equazioni sono identiche fra loro. In equilibrio si troveranno la stessa quantità e gli stessi prezzi. • Implicazione: L’incidenza legale di un’imposta non ci dice nulla circa l’incidenza economica dell’imposta stessa. • Si definisce cuneo fiscale la differenza tra il prezzo pagato dai consumatori e quello ricevuto dai produttori.

  44. Incidenza di un’imposta specifica ed elasticità • L’incidenza di un’imposta specifica dipende dalle elasticità della domanda e dell’offerta. • In generale, quanto più elastica è la curva di domanda, tanto minore è l’imposta che grava sui consumatori, a parità di altre condizioni. • L’elasticità fornisce una misura della capacità di un agente economico di “sfuggire” all’imposta. • Quanto più elastica è la domanda, tanto più facile è per i consumatori passare ad altri prodotti quando il prezzo aumenta. I produttori devono quindi sopportare una maggiore quota dell’imposta. • Quanto più è elastica la curva di offerta tanto minore sarà l’imposta che grava sui produttori, a parità di altre condizioni

  45. Curva di offerta anelastica • il prezzo pagato dai consumatori non cambia dopo l’introduzione dell’imposta. • I produttori sopportano l’intero onere

  46. Curva di offerta perfettamente elastica • il prezzo che i consumatori pagano aumenta in misura esattamente uguale all’aumentare dell’imposta. • Il prezzo ricevuto dai produttori non cambia

  47. Modelli di equilibrio parziale:le imposte ad valorem • Un’imposta ad valorem è un’imposta con un’aliquota proporzionale al prezzo. • L’analisi grafica è molto simile a quella delle imposte specifiche. • Anziché traslare verso il basso la curva di domanda di uno stesso importo assoluto per ciascuna quantità, la si fa traslare della stessa percentuale.

  48. Modelli di equilibrio parziale:le imposte ad valorem • La Figura mostra un’imposta ad valorem applicata ai consumatori. • Come nel caso dell’imposta specifica, la curva di domanda come percepita dai produttori cambia; si usa la stessa analisi per trovare i prezzi e la quantità di equilibrio.

  49. Esempio numerico • Ritorniamo all’esempio precedente. Con un’imposta specifica sui consumatori, il sistema di equazioni era scritto come: • Adesso, con un’imposta ad valorem (τD), il sistema diventa:

  50. Esempio numerico • Se sui consumatori gravasse un’imposta ad valorem del 10%, la relazione tra i prezzi sarebbe:

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