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Corso di Economia degli Intermediari Finanziari

Corso di Economia degli Intermediari Finanziari. I mercati finanziari. I mercati. I mercati si identificano con l’insieme degli scambi di strumenti finanziari;

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Corso di Economia degli Intermediari Finanziari

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Presentation Transcript


  1. Corsodi Economiadegli IntermediariFinanziari I mercati finanziari

  2. I mercati • I mercati si identificano con l’insieme degli scambi di strumenti finanziari; • Si tenga presente che attraverso la determinazione dei prezzi degli strumenti finanziari negoziati esprimono una valutazione delle attività che con quegli strumenti sono state finanziate (es. azioni); • Nello scambio di strumenti finanziari si parla di m. efficiente con riguardo a: • Efficienza informativa; • Efficienza tecnico-operativa.

  3. A - Efficienza informativa • Non si ha efficienza valutativa se esiste informazione riservata sull’impresa non resa disponibile agli investitori; • L’efficienza informativa è quindi un requisito indispensabile e un m. si definisce efficiente sotto il profilo informativo se i prezzi dei titoli osservati in ogni momento sono basati su un a corretta valutazione di tutte le informazioni disponibili in quel momento; • I m. possono essere efficienti, ma in forma differente: • debole: i prezzi incorporano tutte le informazioni di tipo storico= non c’è informazione riguardante al passato dell’emittente che consenta di di trarre benefici economici; • semi-forte: i prezzi incorporano tutta l’informativa di dominio pubblico; • forte: i prezzi incorporano tutte l’informativa proponibile, sia pubblica che privata, storica e prospettica.

  4. B - Efficienza tecnico-operativa e forme organizzative • Il prezzo è l’incontro delle curve di domanda e offerta:

  5. B - Efficienza tecnico-operativa e forme organizzative • Il funzionamento del mercato risulta condizionato da un insieme di fattori che riguardano: • Le caratteristiche in termini di volume e frequenza gli ordini di acquisto e vendita di strumenti; • Le forme organizzative dei mercati; • Il ruolo degli intermediari che intervengono nei mercati.

  6. 1 - ampiezza, spessore ed elasticità dei mercati • L’efficienza dei mercati, in termini di volumi e frequenza, è sintetizzata in 3 concetti: • Ampiezza: sul m. pervengono ordini consistenti (in termini di volumi) in acquisto e vendita ; • Spessore: la domanda e l’offerta sono bene articolate; esprimono con continuità diverse articolazioni di prezzo e quantità; eventuali squilibri fra d. e o. trovano espressione in un p. immediatamente superiore o inferiore; • Elasticità: eventuali squilibri fra d. e o. attraggono nuovi ordini in grado di riportare tempestivamente in equilibrio il mercato.

  7. 1 - Ampiezza e spessore dei mercati (esempio)(Fonte: Ferrari, Gualandri, Landi, Vezzani, Strumenti, mercati, Intermediari finanziari, Giappichelli, Torino) • L’offerta di titoli è pari a 300 e punta al miglior prezzo realizzabile sul mercato.

  8. 1 - Ampiezza e spessore dei mercati (esempio)(Fonte: Ferrari, Gualandri, Landi, Vezzani, Strumenti, mercati, Intermediari finanziari, Giappichelli, Torino) • Il mercato A è POCO ampio e POCO spesso • La d. è insufficiente a soddisfare le vendite (poco ampio) • La domanda si concentra su pochi prezzi (poco spesso);

  9. 1 - Ampiezza e spessore dei mercati (esempio)(Fonte: Ferrari, Gualandri, Landi, Vezzani, Strumenti, mercati, Intermediari finanziari, Giappichelli, Torino) • Il mercato B è POCO ampio, ma spesso • La d. è insufficiente a soddisfare le vendite (poco ampio) • La domanda si distribuisce su una certa gamma di prezzi (spesso);

  10. 1 - Ampiezza e spessore dei mercati (esempio)(Fonte: Ferrari, Gualandri, Landi, Vezzani, Strumenti, mercati, Intermediari finanziari, Giappichelli, Torino) • Il mercato C è ampio, ma POCO spesso • La d. è rilevante è sufficiente a soddisfare le vendite (ampio) • La domanda si distribuisce su una limitata gamma di prezzi (poco spesso);

  11. 1 - Ampiezza e spessore dei mercati (esempio)(Fonte: Ferrari, Gualandri, Landi, Vezzani, Strumenti, mercati, Intermediari finanziari, Giappichelli, Torino) • Il mercato D è ampio e spesso • La d. è rilevante è sufficiente a soddisfare le vendite (ampio) • La domanda si distribuisce su una ampia gamma di prezzi (spesso);

  12. 2 - Mercati ad asta e con market making • Fattore distintivo: la procedura di negoziazione adottata; • Nel m. ad asta: • Il pricing deriva da un processo order driven; • La priorità nell’incrocio dei flussi in acquisto ed in vendita è assegnata al prezzo ed al tempo: i prezzi si muovono al rialzo in funzione del prevalere di ordini di acquisto che attirano vendite per prezzi via via più convenienti.

  13. 2 - Mercati ad asta e con market making • Nel m. con market making: • Il processo di pricing è “quote driven”; • Nel mercato vi sono intermediari che agiscono da dealer (assumendo proprie posizioni) e svolgendo una f. di market making. Il dealer espone prezzi e quantità a cui è disposto a “scambiare”. Gli operatori possono quindi chiudere lo scambio direttamente in contropartita con il dealer.

  14. …… altre classificazioni ……

  15. Mercati creditizi e mobiliari • Fattore distintivo: natura degli strumenti negoziati (trasferibilità/negoziabilità); • Conseguenze in termini di: • Rapporto tra scambisti: personalizzato nei mercati creditizi (rapporti bilaterali e di lunga durata); • Significato dei prezzi: prezzi negoziati bilateralmente nei mercati creditizi; • Grado di liquidità delle negoziazioni: indica la faciltà di provvista di nuovi fondi e di smobilizzo degli investimenti (con ridotto impatto sui prezzi). Dipende da: • Spessore degli scambi; • Negoziabilità degli strumenti.

  16. Mercati monetari e dei capitali • 2 possibili fattori distintivi: 1) la durata degli strumenti e 2) la funzione dei circuiti finanziari; • Sotto il primo profilo: • Il m. monetario si caratterizza per strumenti a breve termine (12 mesi); • Il m. dei capitali tratta strumenti a medio-lungo termine.

  17. Mercati monetari e dei capitali • Sotto il secondo profilo: • Il m. monetario si occupa di assicurare la f. di gestione della liquidità degli intermediari; • Il m. dei capitali tratta strumenti che, tenuto conto della durata del contratto, sono a fronte di fabbisogni durevoli legati ad investimenti.

  18. Mercati cash e derivati • Fattore distintivo: la natura degli strumenti finanziari; • Nei m. Cash oggetto di negoziazione sono strumenti “base”; • Lo scambio è tra titoli e denaro. • Nei m. derivati si negoziano contratti che “derivano” dagli strumenti “base”; • Presuppongono la circolazione e la negoziazione degli strumenti stessi.

  19. I m. derivati - Il ruolo della clearing house • Nel mercato dei derivati la clearing house (stanza di compensazione) svolge diversi importanti compiti: • e’ controparte di tutti i contratti; • tiene la contabilità di tutti gli operatori ammessi a trattare, dal momento che il regolamento delle posizioni avviene giornalmente; • Per molti contratti impone limiti massimi giornalieri di oscillazione; • Comunica quotidianamente a tutti gli operatori lo stato dei conti; • Verifica l’effettiva consegna delle attività.

  20. I m. derivati - Il regolamento delle posizioni • Il procedimento adottato per il regolamento delle posizioni è il seguente: • Gli operatori depositano presso la clearing house un ammontare iniziale, detto initial margin, ed un ulteriore importo, detto maintenance margin; questi versamenti possono essere effettuati in contanti, titoli di Stato o lettere di credito; • i due importi sono variabili in funzione del tipo di contratto trattato e della posizione (di speculazione o di copertura) dell’operatore; • Al termine di ogni giornata, la clearing house accredita (o addebita) sul conto dove è depositato il maintenance margin le somme derivanti dall’oscillazione dei future; • gli eventuali versamenti per reintegrare il maintenance margin (variation margin) devono essere effettuati in contanti.

  21. Mercati primari e secondari • Attiene al mercato mobiliare; • Il m. primario è rappresentato dagli scambi in sede di emissione dei titoli; • Il m. secondario è costituito dalle negoziazioni che hanno per oggetto i titoli mobiliari già in circolazione

  22. Mercati al dettaglio e all’ingrosso • La distinzione fa riferimento al taglio delle transazioni che avvengono sul mercato; • Cambiano: • Le procedure di negoziazione; • Gli operatori; • Gli intermediari. • Possono esistere mercati distinti (es. titoli di stato) o possono esistere sezioni diverse all’interno del medesimo mercato (es. azioni).

  23. Mercati fisici e telematici • Fattore distintivo: il “luogo” di incontro degli operatori; • Le nuove tecnologie consentono di “scambiare” anche con operatori distanti fra loro; • Esiste quindi un circuito telematico in cui immettere gli ordini.

  24. Mercati regolamentati e over the counter • Fattore distintivo: la presenza di una specifica regolamentazione per l’organizzazione ed il funzionamento del mercato; • Un m. regolamentato si orienta verso criteri di uniformità e di standardizzazione, rendendo il m. più semplice e trasparente; • Il m. o.t.c. si giustifica con la presenza di strumenti molto personalizzati o ad ampia diffusione, ma non quotati.

  25. Mercati pubblici e privati • Fattore distintivo: l’assetto istituzionale e proprietario del mercato; • I m. privati si rifanno al concetto di “mercato-impresa” che opera secondo una logica economica in concorrenza con altri mercati; • I m. pubblici nasce per volere dell’Autorità pubblica, è di proprietà pubblica e nel suo governo è forte la componente pubblica.

  26. Mercati domestici e internazionali • Fattore distintivo: la dimensione geografica del mercato.

  27. 3 – Il ruolo degli intermediari sul mercato: il rating • Il rating è una valutazione del rischio delle attività finanziarie che consiste in un giudizio di tipo qualitativo sul grado di affidabilità delle stesse; • Il compito delle agenzie di rating consiste nell’effettuare analisi sulla performance futura dell’emittente, sulla base delle quali attribuiscono una categoria di rischio ai titoli di debito da questa emessi; • Le società sono di due tipi: • di informazione commerciale che forniscono analisi e giudizi sulla futura solvibilità di una società, per vendere questa informazione a chiunque la desideri; • quelle che svolgono analisi direttamente su richiesta degli emittenti.

  28. L’attribuzione del rating • Gli aspetti e i dati presi in considerazione sono: • i documenti previsionali dell’emittente; • i piani di spesa e le strategie di marketing dell’emittente; • i modelli statistici di previsione delle insolvenze; • i rischi principali che l’emittente può correre. • Dopo una prima analisi, gli analisti della società di rating e il management della società emittente perfezionano la valutazione, il cui processo ha termine con l’attribuzione di un livello di rischio al titolo di debito analizzato.

  29. Il rating - Considerazioni finali • Il rating è un veicolo di informazioni a costo nullo per gli utilizzatori; • Il rating è solitamente affidabile data l’indipendenza dei valutatori da condizionamenti da parte di qualunque soggetto esterno; • Per l’emittente il rating è un modo semplice di ottenere credibilità senza rendere pubbliche informazioni riservate.

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