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Neoplasie

Neoplasie. Cos’è una neoplasia ? Popolazione cellulare patologica generata da una cellula staminale geneticamente trasformata (cancer stem cell, CSC) e capace di replicarsi autonomamente.

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Neoplasie

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Presentation Transcript


  1. Neoplasie Cos’è una neoplasia ? Popolazione cellulare patologica generata da una cellula staminale geneticamente trasformata (cancer stem cell, CSC) e capace di replicarsi autonomamente. L’evento neoplastico è generato da mutazioni genetiche che si sommano fino a realizzare una linea cellulare autonoma

  2. Neoplasie Cellule neoplastiche • attività proliferativa autonoma • differenziazione alterata in tutti i suoi caratteri (compresi quelli morfologici) • alterate relazioni con il microambiente circostante dovute a produzione di molecole diverse da quelle della cellula normale I tumori sono pertanto un gruppo di patologie estremamente eterogeneo per caratteri morfologici, funzionali e proprietà biologiche

  3. Neoplasie Neoplasie benigne Crescono lentamente e rimangono localizzate Il danno all’ospite è assente o legato alle dimensioni, alla sede anatomica o alla produzione di molecole (ormoni) Es. Nevo cutaneo; leiomioma uterino; meningioma intracranico

  4. Neoplasie Neoplasie maligne Crescono rapidamente e presentano aggressività sia locale (attraverso l’infiltrazione e la distruzione dei tessuti limitrofi) che a distanza (metastasi); se non trattate portano a morte l’ospite

  5. N. Benigne Mitosi rare e tipiche Maturazione tessuto Forma regolare Vascolariz. Scarsa Non infiltrazione Non metastasi N. Maligne Mitosi frequenti e atipiche Non maturazione tessuto Forma irregolare Vascolar. abbondante Infiltrazione presente Metastasi NeoplasieDifferenze morfobiologiche

  6. Neoplasie benigne Fibroadenoma della mammella

  7. Neoplasie maligne Carcinoma della mammella

  8. Neoplasie benigne Crescita lenta Manifestazioni cliniche locali o da secrezione ormonale Prognosi buona (tranne che per alcune sedi) Neoplasie maligne Crescita rapida Manifestazioni cliniche locali e sistemiche Prognosi infausta in assenza di terapia NeoplasieDifferenze cliniche

  9. Neoplasie maligneGrado di malignità (grading) Le cellule di una neoplasia maligna sono caratterizzate da: • alterazione delle dimensioni • incremento del contenuto di DNA (nuclei più colorati all’osservazione) • anomalie della disposizione della cromatina • aumentato rapporto nucleo-citoplasma • crescita disordinata • frequenti mitosi

  10. Neoplasie maligneGrado di malignità (grading) L’entità delle alterazioni morfologiche e della loro organizzazione è alla base del sistema di “grading” una classificazione delle neoplasie in base al grado di differenziazione valutato su due parametri • Grading citologico: grado di perdita di differenziazione della cellula neoplastica rispetto a quella normale • Grading istologico: misura le alterazioni strutturali del tessuto neoplastico rispetto al normale

  11. Neoplasie maligneGrado di malignità (grading) I sistemi di grading sono scale numeriche dove il valore più basso corrisponde alle forme meglio differenziate e viceversa G1: neoplasia ben differenziata G2: neoplasia moderatamente differenziata G3: neoplasia scarsamente differenziata G4: neoplasia indifferenziata (anaplastica) L’anaplasia indica assenza di differenziazione

  12. Neoplasie maligneStadiazione (staging) Diffusione delle neoplasie maligne • invasione dei tessuti circostanti per estensione diretta • diffusione attraverso i canali linfatici verso i linfonodi • diffusione per via ematica agli organi distanti • impianti all’interno di cavità sierose (peritoneo, pleura e pericardio)

  13. Neoplasie maligneStadiazione (staging) Disseminazione metastatica delle neoplasie maligne • Diffusione per via linfatica: i vasi linfatici vengono infiltrati alla periferia del tumore. La disseminazione segue le vie del drenaggio linfatico • Diffusione ematogena: le cellule neoplastiche raggiungono il torrente ematico attraverso la penetrazione dei capillari o indirettamente dopo il passaggio nei vasi linfatici. Si può verificare un’aggressione diretta sulla parete dei vasi venosi (quella delle arterie è più rara). Alcuni tumori (rene) possono crescere all’interno dei vasi venosi formando trombi neoplastici

  14. Neoplasie maligneStadiazione (staging) La stadiazione di una neoplasia maligna definisce lo stato di evoluzione della neoplasia nel singolo paziente ed ha un significato sia prognostico che in termini di approccio terapeutico La stadiazione si basa sulle dimensioni del tumore primitivo, sull’estensione ai linfonodi regionali e sulla eventuale presenza di metastasi a distanza

  15. Neoplasie maligneStadiazione (staging) Il sistema di stadiazione più usato è quello sviluppato dall’Unione Internazionale contro il cancro (UICC) ed è definito TNM • T descrive lo stato di avanzamento locale del tumore attraverso la valutazione della dimensione e/o l’invasione locale • N descrive l’interessamento linfonodale regionale • M presenza o assenza di metastasi a distanza

  16. Neoplasie maligneStadiazione (staging) Esempio di stadiazione Carcinoma del colon T1: neoplasia confinata alla mucosa T2:neoplasia estesa alla tonaca muscolare T3: neoplasia estesa alla tonaca sottosierosa T4:neoplasia che perfora il peritoneo o infiltra strutture adiacenti N0: non metastasi linfonodali N1: metastasi a 1-3 linfonodi N2: metastasi a 4 o + linfonodi M0: assenza di metastasi a distanza M1: presenza di metastasi a distanza

  17. Anatomia Patologica in oncologia (1) • Diagnosi corretta con identificazione dell’istotipo tumorale in accordo con i modelli di classificazione conosciuti e standardizzati • Stadiazione patologica della lesione • Eventuale caratterizzazione biologica della lesione (es. carcinoma mammario) • Eventuali studi di biologia molecolare

  18. Anatomia Patologica in oncologia (2) • Diagnosi morfologica di recidiva locale o a distanza e valutazione di malattia residua dopo terapia (esempio focolai residui di carcinoma mammario dopo terapia neo-adiuvante) • Raccolta di dati utili per studi epidemiologici (es. registri tumori) • Riconoscimento di lesioni iatrogene

  19. Anatomia Patologica in oncologia (3) • Studio delle lesioni precancerose: Gruppo di quadri patologici con conosciuta ma variabile potenzialità evolutiva (obbligata, probabile o rara) in senso neoplastico Esempi: poliposi familiare del colon, lesioni displastiche della cervice uterina, iperplasia atipica dell’endometrio Compito del patologo: identificare una lesione precancerosa attraverso l’identificazione di alterazioni morfologiche del tessuto (es. displasia)

  20. Lesioni precancerose: nomenclatura (1) • Iperplasia: aumento del numero delle cellule di un determinato tessuto per spostamento dell’equilibrio tra perdita e produzione cellulare. Significato oncologico: basso, se non associate ad atipia citologica (es. iperplasia atipica dell’endometrio)

  21. Lesioni precancerose: nomenclatura (2) • Metaplasia:sostituzione di un tessuto maturo con altro diverso ma affine e anch’esso maturo (anomalia della differenziazione) Reazione adattativa che può regredire dopo rimozione dello stimolo. Non ha potenzialità maligna Es. metaplasia squamosa dell’epitelio bronchiale in presenza di stimoli infiammatori (epitelio ciliato sostituito da epitelio squamoso)

  22. Lesioni precancerose: nomenclatura (3) • Displasia: insieme di modificazioni cito-architetturali di un tessuto la cui identificazione consente di attribuire un rischio concreto di evoluzione verso una neoplasia maligna In pratica in una lesione displastica si possono riconoscere quadri morfologici intermedi tra una condizione normale ed una di chiara malignità

  23. Lesioni precancerose: nomenclatura (4) Le lesioni displastiche possono essere graduate generalmente come • Displasia lieve • Displasia moderata • Displasia severa • Carcinoma in situ* * Il CIS è una condizione di trasformazione maligna dell’epitelio ancora confinata entro la membrana basale e senza aspetti infiltrativi, quindi privo della capacità di generare metastasi

  24. Lesioni precancerose Cervice uterina Gli studi sul carcinoma della cervice uterina hanno dimostrato che il principale agente causale è il virus del papilloma umano (HPV). Se ne conoscono diversi tipi ma solo alcuni sono associati con il carcinoma cervicale • Le infezioni da HPV 6,11,42 e 44 hanno un basso rischio di progressione • Le infezioni dei tipi 16,18,33 (HPV oncogeni) sono associate ad alto rischio neoplastico

  25. Lesioni precancerose Cervice uterina Le infezioni da HPV sono in genere transitorie e di breve durata. Una piccola percentuale di donne infettate continua a mantenere DNA virale nel genoma delle cellule cervicali (valutabile con metodiche di biologia molecolare)

  26. Lesioni precancerose Cervice uterina Le lesioni displastiche HPV correlate sono asintomatiche e vengono identificate con l’esame citologico degli strisci cervicali (PAP test). La presenza delle lesioni viene confermata con l’esame istologico dei frammenti prelevati tramite biopsia

  27. Lesioni precancerose Cervice uterina Le lesioni precancerose della cervice (CIN: neoplasia cervicale intraepiteliale) vengono suddivise in tre gradi: • CIN 1: Le cellule displastiche occupano il terzo inf. dell’epitelio • CIN 2: le cellule displastiche occupano fino a 2/3 dello spessore dell’epitelio • CIN 3 (Carcinoma in situ): le cellule displastiche occupano oltre 2/3 dello spessore dell’epitelio

  28. Lesioni precancerose Cervice uterina In ambito citologico le lesioni da HPV visualizzabili nel PAP test vengono suddivise in • L-SIL (lesione squamosa intraepiteliale di basso grado) • H-SIL (lesione squamosa intraepiteliale di alto grado)

  29. Lesioni precancerose Cervice uterina Gli studi sulla progressione delle lesioni cervicali hanno concluso che: • Le L-SIL anche non curate • Regrediscono nel 60% dei casi • Persistono in circa il 25% dei casi • Progrediscono verso H-SIL nel 15%

  30. Lesioni precancerose Cervice uterina Le lesioni H-SIL (corrispondenti al CIN 3) hanno un elevato potere evolutivo verso il carcinoma infiltrante che varia a secondo delle statistiche dal 20 al 70% L’incidenza del carcinoma cervicale è particolarmente elevata nei paesi in cui non viene praticato lo screening di massa tramite pap test In Italia si è passati dai 34 casi annui per 100000 ab. del 1948 ai 10 casi annui del 1986

  31. Lesioni precancerose Cervice uterina Pap test L-SIL

  32. Lesioni precancerose Cervice uterina Esame istologico CIN 1 (displasia lieve)

  33. Lesioni precancerose Cervice uterina Pap test H-SIL

  34. Lesioni precancerose Cervice uterina Esame istologico CIN 2 (displasia moderata)

  35. Lesioni precancerose Cervice uterina Pap test H-SIL

  36. Lesioni precancerose Cervice uterina Esame istologico CIN 3 (displasia severa)

  37. Cervice uterina Pap test Carcinoma infiltrante

  38. Cervice uterina Esame istologico Carcinoma infiltrante

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