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La Settimana del Geometra I.T. G. Quarenghi 4-9 Febbraio 2013. La Stabilizzazione delle Terre con calce. UNICALCE SPA . La Calce aerea viva. La calce aerea viva (ossido di calcio, CaO) si ottiene per cottura in forno a circa 1000°C del calcare naturale (CaCO 3 ). +calore. CaCO 3. CaO.

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Presentation Transcript


  1. La Settimana del Geometra I.T. G. Quarenghi 4-9 Febbraio 2013 La Stabilizzazione delle Terre con calce UNICALCE SPA

  2. La Calce aerea viva • La calce aerea viva (ossido di calcio, CaO) si ottiene per cottura in forno a circa 1000°C del calcare naturale (CaCO3) +calore CaCO3 CaO CO2 + (ossido di calcio) (carbonato di calcio) • le zolle di calce viva sono ridotte in polvere; in questa forma la calce e’ impiegata nel trattamento delle terre limo - argillose

  3. La Calce aerea idrata • La calce viva si trasforma in calce idrata per combinazione con acqua sviluppando calore: + CaO Ca(OH)2 H2O (acqua) (calce viva) (calce idrata) • Il calore sviluppato nella reazione di idratazione è importante, poichè aiuta ad asciugare le terre argillose troppo umide • Solubilità della calce idrata: 1,65g/l a 20°C; pH della soluzione satura: 12,45 • Durante la buona stagione, il trattamento delle terre secche, può essere fatto anche con la calce idrata.

  4. REQUISITO CO2 CaO+MgO PASSANTE A: TITOLO SiO2+Al2O3+Fe2O3+SO3 GRANULOMETRIA  2 mm  5%  84% -  5% CALCE VIVA 200 m  90% 90 m  85% -  85% - - CALCE IDRATA  5% La Calce aerea • Caratteristiche qualitative della calce riconosciuta adatta alla stabilizzazione delle terre in Italia secondo i capitolati nazionali esistenti.

  5. La Calce aerea – normativa di riferimento EN 459-1 2010 NON CONSENTITA

  6. EN 459-1 2010 R4 P2

  7. Le Argille (mineralogia) CHIMICAMENTE LE ARGILLE SONO SILICATI DI ALLUMINIO IDRATI, CONTENENTI ANCHE IONI Mg++, Fe+++, Na+, K+, ecc. 1m 1m 1m CRISTALLI DI ILLITE CRISTALLI DI CAOLINITE CRISTALLI DI HALLOYSITE • Le argille appartengono alla sottoclasse dei fillosilicati. I cristalli si presentano sempre come particelle molto fini (normalmente inferiori a 2 m) e formano la frazione argillosa del suolo.

  8. IONI IN SOLUZIONE ACQUOSA OH- OH- OH- OH- Ca++ Ca++ Na+ Na+ H+ H+ SUPERFICIE DI SCAMBIO CORPO DEL CRISTALLO CON CARICHE NEGATIVE Trasformazioni “immediate” argilla-calce 1. REAZIONI DI SCAMBIO CATIONICO SULLA SUPERFICIE DEI MINERALI DI ARGILLA • Gli ioni calcio (Ca++) in soluzione acquosa sostituiscono gli ioni (H+, Na+, K+) presenti sulla superficie del cristallo di argilla. Gli ioni sostituiti compensano le cariche elettriche negative degli ioni (OH-) della calce presenti nella soluzione acquosa. • Esempio di compensazione di cariche elettriche in soluzione acquosa: H+ + OH- = H2O; Na+ // OH-

  9. Argilla tal quale Argilla trattata ACQUA ACQUA PARTICELLA DI ARGILLA PARTICELLA DI ARGILLA Trasformazioni “immediate” argilla-calce 2. FENOMENI DI AGGLOMERAZIONE DELLE PARTICELLE DI ARGILLA CALCE • I cristalli di argilla (fillosilicati) sono allineati e scorrono facilmente gli uni sugli altri; ciascun cristallo trattiene una notevole quantità d’acqua. • La terra manifesta elevata plasticità. • I cristalli di argilla modificati si dispongono reciprocamente con gli spigoli puntati verso le altre superfici piane; il volume d’acqua trattenuto da ciascuna particella è ridotto. La terra manifesta plasticità ridotta.

  10. Wn Umidità della terra (%) W’n 0 1 2 3 4 Dosaggio della calce (%) Trasformazioni “immediate” argilla-calce 3. L’INDICE DI PLASTICITA’ DI UNA TERRA ARGILLOSA DIMINUISCE SIGNIFICATIVAMENTE DOPO TRATTAMENTO CON CALCE • La terra argillosa, caratterizzata dallo stato plastico, passa immediatamente allo stato solido quando è trattata con una piccola percentuale di calce aerea; le terre troppo umide diventano molto più facilmente lavorabili.

  11. Terra tal quale Terra+1% di calce Terra+3% di calce Trasformazioni “immediate” argilla-calce 4. MODIFICA DELLA CURVA PROCTOR IN FUNZIONE DEL CONTENUTO DI CALCE DELLA TERRA 1,9 1,8 Densità secca (t/m3) 1,7 1,6 10 12 22 14 16 18 20 24 26 28 Contenuto d’acqua (%) • Le curve Proctor delle miscele terra-calce sono più appiattite rispetto a quella della terra tal quale; il massimo della curva si posiziona a valori di umidità crescente in funzione della calce aggiunta. Il campo di lavorabilità delle miscele terra-calce in cantiere è notevolmente incrementato.

  12. 50 40 30 Indice di portanza immediata IPI (%) 20 10 10 12 14 16 18 20 22 Umidità della terra (%) Trasformazioni “immediate” argilla-calce 5. MODIFICA DELLA PORTANZA IMMEDIATA (IPI) IN FUNZIONE DELL’UMIDITA’ DELLA TERRA PER DIVERSI CONTENUTI DI CALCE • L’indice di portanza immediata (IPI) è stato introdotto dai francesi per valutare la trasformazione immediata di una terra trattata con calce (miglioramento) per la costruzione di strati di rilevato che devono essere transitabili dai mezzi d’opera poco dopo il costipamento.

  13. 11 10 Al2O3 9 8 7 6 Millimoli per litro 5 4 SiO2 3 2 1 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 pH Trasformazioni “a lungo termine” argilla-calce 1. SOLUBILIZZAZIONE DEI MINERALI ARGILLOSI (SILICATI DI ALLUMINIO) IN AMBIENTE BASICO • E’ possibile formare silico-alluminati di calcio solubili per reazione chimica tra i minerali di argilla (silicati di allumino) e una soluzione acquosa satura di calce (solubilità a 20°C del Ca(OH)2 1,65g/l; pH della soluzione satuta 12,45). • La velocità di dissoluzione dipende dal tipo di argilla e aumenta rapidamente con l’aumentare della temperatura, mentre rallenta fino a esaurimento sotto i 5 °C. • La quantità di silicati prodotti è proporzionale sia alla quantità di calce aggiunta sia al trascorrere del tempo

  14. Trasformazioni “a lungo termine” argilla-calce 2. MICROGRAFIE AL MICROSCOPIO ELETTRONICO A SCANSIONE DELL’ARGILLA DI DENVER, COLORADO PRIMA E DOPO UN TRATTAMENTO CON CALCE Microcristalli di argilla Struttura aghiforme ancorata all’argilla derivata dalla reazione con la calce • Dopo essersi formati in soluzione acquosa, i silico-alluminati di calcio, polimerizzano e riprecipitano; essi formano strutture aghiformi che cementano tra loro i minerali della terra trattata con la calce, indurendola. • Affinché la reazione proceda regolarmente è necessaria la presenza di una sufficiente quantità di acqua. La velocità di reazione (velocità di indurimento) aumenta o diminuisce all’aumentare o al diminuire della temperatura.

  15. L’importanza del Laboratorio LA MISCELA DI PROGETTO E LE LAVORAZIONI • Terre diverse richiedono dosaggi di calce e modalità di lavorazioni differenti, in relazione alle caratteristiche finali degli strati da costruire (sottostrutture o sovrastrutture) • Le terre di scavo in cantiere possono essere pretrattate nel luogo stesso di scavo, trasferendo poi la miscela sull’opera; il Laboratorio definisce le migliori condizioni di lavorazione • Alcune terre richiedono un trattamento misto calce + cemento o altri leganti; il Laboratorio stabilisce le modalità di aggiunta dei leganti e quando necessario dell’acqua.

  16. fasi di lavorazione La tecnica di stabilizzazione delle terre si realizza attraverso 5 fasi, ognuna delle quali riveste fondamentale importanza per la buona riuscita del processo: • PREPARAZIONE DEL TERRENO • CONTROLLO DELL’UMIDITA’ NATURALE • STESA DELLA CALCE • MISCELAZIONE • CONTROLLO E CORREZIONE DELL’UMIDITA’ • COMPATTAZIONE • PROTEZIONE

  17. attrezzature Oltre alle classiche attrezzature per il movimento terra, sono necessarie le seguenti macchine operatrici specifiche: • LO SPANDICALCE • IL PULVIMIXER • IL RULLO A PIEDE DI MONTONE • IL GRAEDER • IL RULLO LISCIO FERRO-GOMMA • IL RULLO GOMMATO

  18. 1. PREPARAZIONE DEL TERRENO

  19. Fase 1:PREPARAZIONE DEL TERRENO • Consiste nell’asportazione della parte vegetale e degli eventuali trovanti presenti nello spessore di terreno da trattare. L’entità della asportazione si valuta di volta in volta in funzione della presenza di sostanza organica decomposta. • Contestualmente si predispone la superficie piana in coerenza con il progetto altimetrico dell’opera. • Sul terreno preparato si procederà alla misura dell’umidità per capire se durante la successiva lavorazione si dovrà aggiungere o togliere acqua. • IMPORTANTE:La sostanza organica decomposta sottrae calce alla reazione con l’argilla, depotenziandone fortemente l’azione stabilizzante.

  20. 2. STESA DELLA CALCE

  21. FASE 2:STESA DELLA CALCE • Si esegue con idonee attrezzature a dosaggio volumetrico o gravimetrico a seconda della tecnologia disponibile. • La quantità (q) di calce in kg da stendere per ogni m2 di superficie si calcola nel seguente modo: q=gx (c/100) x s dove: g=densità max secca della terra da trattare in kg/m3; c= la quantità di calce (in %) stabilita dallo studio di mix-design; s= spessore dello strato finito in m;

  22. FASE 2:LA STESA DELLA CALCE • Il controllo della quantità di calce stesa si esegue quotidianamente pesando il quantitativo raccolto su di una superficie nota, al passaggio dello spandicalce. • E’ ammessa una tolleranza del 10% circa che corrisponde al grado di precisione delle macchine spandicalce. AVVERTENZA: non si deve commettere l’errore di diminuire il quantitativo di calce in presenza di terre asciutte: il dosaggio è stabilito in fase di progetto delle miscele in funzione della reattività con l’argilla. Il sottodosaggio della calce compromette la durabilità dell’opera a lungo termine perché limita le reazioni pozzolaniche.

  23. 3. MISCELAZIONE

  24. FASE 3:MISCELAZIONE • La miscelazione della terra con la calce avviene mediante il pulvimixer. La profondità di lavorazione varia da 30cm a 50cm a seconda delle indicazioni del progetto. • La velocità di avanzamento del pulvimixer dipende dal tipo di terreno, dal grado di addensamento, dall’umidità e dalla potenza della macchina, e incide in modo determinante sulla produttività. • La larghezza di lavorazione varia a seconda del tipo di macchina da 2m a 2,5m.

  25. FASE 3: miscelazione • Dopo la miscelazione della terra con la calce si devono controllare la granulometria, la omogeneità e la profondità dello strato miscelato. • La miscela si ritiene idonea quando appare di colore omogeneo e la componente limo - argillosa è interamente passante al setaccio da 25 mm. • Mediamente, per raggiungere un grado di miscelazione soddisfacente il pulvimixer deve effettuare da 2 a 3 passaggi. 1° MISCELAZIONE 2° MISCELAZIONE 3° MISCELAZIONE

  26. FASE 3:MISCELAZIONE • IMPORTANTE 1: una miscelazione insufficiente lascia nello strato zolle di materiale limo-argilloso “non modificato” che causano problemi di rigonfiamento e ritiro a contatto con l’acqua; • IMPORTANTE 2: la non omogenea distribuzione della calce crea “zone deboli” nello strato che causeranno problemi alla pavimentazione stradale.

  27. FASE 3B:CONTROLLO E CORREZIONE UMIDITA’ • Il contenuto d’acqua della miscela, al momento della compattazione, deve essere vicino al contenuto ottimo Proctor. • Quando si è nella necessità di aggiungere acqua, l’operazione deve essere sempre seguita da un passaggio di pulvimixer per omogeneizzare la distribuzione dell’acqua nello strato. • IMPORTANTE: lavorare in eccesso d’acqua impedisce il conseguimento della densità di progetto; al contrario in una miscela troppo asciutta non si sviluppano le reazioni pozzolaniche di indurimento.

  28. 4. COMPATTAZIONE

  29. FASE 4:COMPATTAZIONE • L’operazione di compattazione inizia quando la calce viva si è completamente spenta e si sono conclusi i cosiddetti “effetti di breve termine”. • Per garantire il completo spegnimento della calce si devono attendere circa 2h dalla fine della miscelazione all’inizio della compattazione. • Il peso dei rulli deve essere adeguato allo spessore dello strato da compattare: è quasi sempre sconsigliato eccedere i 40cm di strato finito compattato.

  30. FASE 4:COMPATTAZIONE • Il tipo ed il numero dei passaggi dei rulli si stabilisce con l’obiettivo di raggiungere la densità massima Proctor indicata dal laboratorio, lungo tutto lo spessore dello strato in lavorazione. • Per la compattazione in profondità delle terre coesive si usano i rulli “a piede di montone”. • L’operazione si completa con un rullo liscio ferro-gomma e/o un rullo interamente gommato, che permettono di ottenere la chiusura in superficie.

  31. FASE 4:COMPATTAZIONE • IMPORTANTE 1: una compattazione insufficiente, o con rulli non adeguati compromette pesantemente tutto il lavoro svolto in precedenza. • IMPORTANTE 2: anche un eccesso di compattazione, se eseguito su di uno strato esile appoggiato su di un terreno naturale soffice può danneggiare lo strato appena realizzato. • IMPORTANTE 3: è sempre sconsigliato riprendere la compattazione su di uno strato eseguito nei giorni precedenti, perché si andrebbero a demolire i legami formatisi nel frattempo.

  32. 5. PROTEZIONE

  33. FASE 5:PROTEZIONE • Le terre stabilizzate con la calce non costituiscono mai uno strato di finitura. • Nelle ore successive alla compattazione si deve provvedere alla posa di uno strato di protezione che consenta il mantenimento del giusto grado di umidità. • Durante la realizzazione dei rilevati, la protezione si ottiene con la posa dello strato di rilevato successivo.

  34. FASE 5:PROTEZIONE • Nel caso di realizzazione dell’ultimo strato della sottostruttura, la protezione si può ottenere posando, tutto o in parte, lo strato di fondazione in misto granulare. • IMPORTANTE 1: l’eccessivo essiccamento superficiale dello strato trattato provoca la formazione di crepe che permettono l’infiltrazione di acqua e il deterioramento progressivo dell’intero strato. • IMPORTANTE 2: il gelo costituisce un rischio serio; in questo caso la protezione si ottiene posando uno spessore di almeno 15 cm di materiale protettivo

  35. LA GESTIONE DEI PROBLEMI

  36. LA GESTIONE DEI PROBLEMI I problemi che si manifestano durante la lavorazione, se correttamente interpretatati, si possono risolvere in corso d’opera. In alcuni casi la comparsa dei problemi si manifesta anche dopo diverso tempo dalla messa in opera. In ogni caso, anche in queste situazioni, nella maggioranza dei casi si è in grado di risalire alla causa e successivamente di porvi rimedio.

  37. ALCUNI DEI PROBLEMI PIU’ FREQUENTI • LAVORAZIONE IN DIFETTO D’ACQUA: è causa frequente di ammaloramento dello strato dopo l’apertura del traffico. In mancanza del necessario quantitativo d’acqua, non solo non si ottengono le densità in fase di compattazione, ma soprattutto non si innescano le reazioni pozzolaniche di indurimento. Il materiale rimane sciolto e poco addensato: va da sé che sotto l’effetto dei carichi vi saranno dei cedimenti.

  38. ALCUNI DEI PROBLEMI PIU’ FREQUENTI • LAVORAZIONE ESEGUITA A TEMPERATURE TROPPO BASSE: Il trattamento con calce eseguito a temperature inferiori ai 5°C non apporta nessun beneficio. A queste temperature la calce si comporta come un inerte, pertanto non si innescano ne i processi di scambio ionico ne le reazioni pozzolaniche. Se lo strato trattato in queste condizioni, viene sollecitato prima che vi sia un significativo periodo di rialzo delle temperature, si deteriorerà molto rapidamente comportando la necessità di un completo rifacimento.

  39. ALCUNI DEI PROBLEMI PIU’ FREQUENTI • MANCATA PROTEZIONE Anche quando il trattamento fosse stato eseguito a regola d’arte, la mancata protezione dall’eccessivo essiccamento o dal gelo comporterà il progressivo deterioramento a partire dalla superficie superiore. Quando il danno è localizzato in pochi cm della parte superiore, basterà provvedere all’asportazione di questi prima della posa del successivo strato. Nel caso in cui l’esposizione sia stata prolungata, e si siano formate fessure profonde, può rendersi necessario il rifacimento completo dello strato, con l’apporto di nuovo legante e verifica dell’umidità.

  40. ALCUNI DEI PROBLEMI PIU’ FREQUENTI • TIPO E/O QUANTITATIVO DI LEGANTE NON IDONEO Il tipo ed il quantitativo di legante da utilizzare sono determinanti dal laboratorio per il conseguimento delle prestazioni di progetto. Accade, che in presenza di terreni limo – sabbiosi con scarso contenuto di argilla, al mancato ottenimento dei risultati si cerca di porre rimedio addizionando dell’altra calce, ottenendo cosi risultati ancora peggiori. Anche l’utilizzo di calce con alto contenuto di Magnesio (MgO>7%) genera due tipi di problemi: - il sottodosaggio di Ossido di Calcio (CaO); - un potenziale pericolo di rigonfiamento per la tardiva idratazione del Ossido di Magnesio.

  41. LOGISTICA E PRODUZIONI

  42. Logistica e produzioni • Un cantiere ben organizzato produce mediamente da 1000 a 1200 m3/giorno di miscela stabilizzata in opera per ogni squadra di lavorazione. • Per movimentare 1000 m3 di terra dalla zona di scavo alla zona di lavorazione ci vogliono circa 40 viaggi con mezzi d’opera da 38 tonnellate. • Ipotizzando di operare con una miscela di calce al 3%, sarà necessario ricevere in cantiere dalle 50 alle 60 tonnellate di calce giornaliere.

  43. Logistica e produzioni • Per evitare che la mancata consegna della calce provochi la fermata di tutte le attività del cantiere, si deve predisporre un adeguata capacità di stoccaggio che garantisca l’autosufficienza per almeno due giornate di lavoro.

  44. Logistica e produzioni • E’ molto importante predisporre nelle vicinanze del luogo di lavoro un punto di approvvigionamento di acqua dolce: spesso nei periodi estivi la carenza d’acqua è causa di rallentamento della produzione. • Si consideri che per alzare del 5% l’umidità di 1000 m3 di terre possono servire fino a 90.000 litri d’acqua ogni giorno.

  45. GRAZIE PER L’ATTENZIONE

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