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CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA AZIENDALE

CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA AZIENDALE. Prof. Carmelo Provenzano. INTEGRAZIONE VERTICALE IMPRESA A MONTE E A VALLE. Presentazione di:. Calogero Reina. Claudio Pellitteri. Dario Novara. Luca Mazzola. Sebastiano Emmolo. Integrazione verticale.

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Presentation Transcript


  1. CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA AZIENDALE Prof. Carmelo Provenzano INTEGRAZIONE VERTICALE IMPRESA A MONTE E A VALLE Presentazione di: Calogero Reina Claudio Pellitteri Dario Novara Luca Mazzola Sebastiano Emmolo

  2. Integrazione verticale L’integrazione è un fenomeno molto attuale, e dimostra che il settore economico è caratterizzato da imprese che praticano fusioni o acquisizioni al fine di espandersi. Perché si verificano? La ragione di fondo sta nella massimizzazione dei profitti e efficienza raggiunta tramite la riduzione dei costi di produzione e/o per eliminare esternalità di mercato . Un’impresa viene definita “integrata verticalmente” quando realizza internamente due o più stadi successivi di produzione oppure distribuzione di beni e servizi. Le imprese integrano verticalmente quando i benefici superano costi connessi all’integrazione.

  3. INTEGRAZIONE Benefici dell’integrazione Costi dell’integrazione Aumento dei costi fissi Aumento dei costi di gestione e dei costi legali Costi di fornitura dei fattori produttivi • Riduzione costi di produzione • Costanza della fornitura • Maggiore potere di mercato

  4. Iniziamo il grafico costruendo la Dv con parallela la Dm, avente distanza W. Tracciamo la MRm e la rispettiva MCm; individuiamo la condizione di ottimo del monopolista, ossia MRm = MCm. W Determiniamo Q , e proiettiamo questo punto su Dm, per trovare E* (prezzo di equilibrio del Monopolista). A E* + w B E* MCv M + w C D MCm M Dv Dm Q MR m MR Valle (MRm + W)

  5. L’impresa a valle paga E* + w, per cui i costi dell’impresa non sono esclusivamente E* ma E*+w. Successivamente, si tracciano le curve di MRv (parallela a MRm) e MCv. La curva di MCv deve intersercareMRv in corrispondenza di quella quantità dove MCm interseca MRm. W A E* + w Il Profitto dell’integrazione è pari a : [(E* + w) – (M + w)] Q (E* - M) Q B E* MCv M + w C D MCm M Dv Dm Q MR m MR Valle (MRm + W)

  6. A E* + w L’area raffigurata in verde riproduce il profitto che realizza l’impresa nel caso di integrazione verticale. π= [(E* - W) – (M – W)] Q M + w C B E* L’area raffigurata in rosso produce il profitto che l’impresa realizza quando non vi è integrazione e fornisce i fattori produttivi all’impresa concorrenziale: π= (E* - M) Q M D Quindi, anche se l’impresa integra, ha lo stesso profitto. Però, integrare o no dipende soprattutto anche dalla tecnologia dell’impresa concorrenziale. Nel caso in cui l’impresa a valle ha una tecnologia fissa, allora per l’impresa monopolistica non è conveniente integrare. Invece, nel caso in cui l’impresa a valle ha una tecnologia flessibile, allora per l’impresa monopolistica è conveniente integrare.

  7. Caso Disney - Pixar La Walt Disney Pictures, da sempre monopolista nel settore di produzione dell’animazione per bambini e ragazzi, nel 2006 ha acquisito la PixarAnimationsStudios per la cifra di 7,4 miliardi di dollari per lo sviluppo di lungometraggi in computer grafica. Questo esempio mette in evidenza come il monopolio Disney abbia acquisito la Pixar ( impresa in un contesto concorrenziale nel campo degli studi di animazione) mettendo in atto una integrazione verticale.

  8. La Disney forniva agli studi di animazione a cui si rivolge i fondi necessari per realizzare un determinato progetto, e le trame dei cartoni da produrre. Gli studi di animazione utilizzavano questi fattori produttivi per completare il prodotto (cartone animato) che sarà consegnato nelle sale (consumatori finali). Dal 2006 ad oggi, la Disney ha affidato la realizzazione delle animazioni esclusivamente alla Pixar, che è stata integrata nel gruppo Disney, diventando un fattore critico di successo.

  9. Nel nostro caso la Disney può aumentare i suoi profitti integrandosi verticalmente con la Pixar per ottenere benefici e monopolizzare il settore dell’animazione. La Pixar è diventata famosa negli anni per lo sviluppo di animazioni in computergrafica, che l’hanno resa in breve tempo famosa e competitiva nel mercato degli studi di animazione. In quest’industria gli utenti finali (cinema e consumatori) acquistano al prezzo p , Q unità di bene e prodotto (film) in modo concorrenziale. L’impresa concorrenziale , nel nostro caso la Pixar , produce il film utilizzando come funzione di produzione f, che dipende dai fattori di produzione: sviluppo (idea, sceneggiatura, storyboard),E, e montaggio, L : Q=f(E;L) Questi input sono venduti alle imprese in concorrenza ai prezzi e (per i diritti di sviluppo) e w (costo di montaggio). La Pixar riceve dalla Disney gli input e grazie al lavoro dei propri tecnici e grafici informatici , riesce a realizzare film d’animazione in computergrafica di ottima qualità Fattori produttivi m Sviluppo E Montaggio L A monte e w Prodotto finito Q=f(E,L) A valle p Consumatori Q

  10. La Pixar utilizza nei suoi lavori macchinari altamente tecnologici, data dalla propria capacità di avere una tecnologia flessibile, tecnici molto competenti e possiede una solida struttura aziendale. Tutto questo le ha fatto ottenere sempre ottimi risultati dai film prodotti. Questi successi hanno permesso al brand Pixar di crescere e contare sempre più nel settore dell'animazione. La Disney, volendo ampliare le proprie quote di mercato e portare l'arte dell'animazione in computergrafica a casa propria ha fatto un ottima operazione di mercato acquisendo la Pixar in quanto ne ottiene molti benefici come: correzioni dei fallimenti di mercato, riduzione dei costi di transazione, eliminazione del potere di mercato e aumento del valore del proprio brand.

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