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MODULO 2

MODULO 2. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE. Il PIANO REGIONALE DEL PIEMONTE DEL 1952. IL PIANO REGIONALE DEL VENETO. IL PIANO REGIONALE DELLA LOMBARDIA. IL PIANO INDIRIZZO TERRITORIALE - TOSCANA. IL PIT DELLE MARCHE. Gli studi per IL PIANO TERRITORIALE 1993 -98.

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Presentation Transcript


  1. MODULO 2 IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  2. Il PIANO REGIONALE DEL PIEMONTE DEL 1952 IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  3. IL PIANO REGIONALE DEL VENETO IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  4. IL PIANO REGIONALE DELLA LOMBARDIA IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  5. IL PIANO INDIRIZZO TERRITORIALE - TOSCANA IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  6. IL PIT DELLE MARCHE IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  7. Gli studi perIL PIANO TERRITORIALE 1993 -98 IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  8. La nuova Legge urbanisticaIL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE • Il Quadro Territoriale Regionale (Q.T.R.) è lo strumento di indirizzo per la pianificazione del territorio con il quale la Regione, in coerenza con le scelte ed i contenuti della programmazione economico-sociale, stabilisce gli obiettivi generali della propria politica territoriale, definisce gli orientamenti per la identificazione dei sistemi territoriali, indirizza ai fini del coordinamento la programmazione e la pianificazione degli enti locali. • Il Q.T.R. ha valore di piano urbanistico-territoriale, ed ha valenza paesistica riassumendo le finalità di salvaguardia dei valori paesistici ed ambientali di cui all’articolo 149 e seguenti del Decreto Legislativo 29 ottobre 1999 n. 490. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  9. La nuova Legge urbanisticaIL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE II Q.T.R. prevede: • la definizione del quadro generale della tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio regionale, con l’individuazione delle azioni fondamentali per la salvaguardia dell’ambiente; • le azioni e le norme d’uso finalizzate tanto alla difesa del suolo, in coerenza con la pianificazione di bacino di cui alla legge n. 183/89, quanto alla prevenzione ed alla difesa dai rischi sismici ed idrogeologici , dalle calamità naturali e dagli inquinamenti delle varie componenti ambientali; • la perimetrazione dei sistemi naturalistico-ambientale, insediativi e relazionale costituenti del territorio regionale, individuandoli nelle loro relazioni e secondo la loro qualità ed il loro grado di vulnerabilità e riproducibilità; • le possibilità di trasformazione del territorio regionale determinate attraverso la individuazione e la perimetrazione delle modalità d’intervento di cui al precedente articolo 6 • l’analisi dei sistemi naturalistici ambientali ai fini della loro salvaguardia e valorizzazione. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  10. REGIONECALABRIAQUADRO TERRITORIALE REGIONALE IL GRUPPO DI LAVORO Arch. Rosaria Amantea (RUP) Prof. Ing. Alberto Clementi (coordinatore) La direzione tecnico - scientificaProf. Arch. Giuseppe FeraProf. Arch. Giuseppe ScaglioneProf. Ing. Alberto Ziparo Segreteria Tecnica Arch. Maria Grazia Buffon Arch. Antonio Dattilo Consulenti Arch. Antonio Riverso, Geol. Beniamino Tenuta, Dott. Domenico Marino (aspetti economici) IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  11. IL DOCUMENTO DI AVVIO Il documento è finalizzato ad orientare le prime fasi di lavoro per la redazione del piano all'interno di una programmazione complessiva delle attività per raggiungere i risultati auspicati nel rispetto delle scadenze assunte ( 12 mesi per la presentazione del documento preliminare comprensivo del quadro conoscitivo, schema delle scelte di pianificazione e valutazioni di sostenibilità). IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  12. IL DOCUMENTO DI AVVIO Tenuto conto dell’Atto di Indirizzo dell’Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio, il documento illustra: • le prestazioni attese dal piano; • La metodologia di riferimento; • gli elaborati previsti; • la organizzazione del lavoro; • percorsi di costruzione del piano e i tempi di riferimento. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  13. PRESTAZIONI DEL PIANO In base alla legislazione regionale vigente si può assumere che il Quadro Territoriale Regionale, tenuto conto delle Linee Guida di cui alla DCR 10 novembre 2006, n.106, debba assolvere a cinque funzioni fondamentali: • di organizzazione del territorio; • di tutela e valorizzazione del paesaggio; • di coerenza per le strategie di settore; • di attivazione dei progetti di sviluppo sostenibile del territorio e delle città; • di indirizzo alla pianificazione degli enti locali. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  14. ORGANIZZAZIONE DEL TERRITORIO • Favorire la convergenza dei diversi strumenti di governo nella prospettiva riassunta dalla formula “un territorio-un piano”, armonizzando le previsioni ai diversi livelli. • Identificazione delle diverse parti in cui si articola il territorio regionale a partire dal riconoscimento condiviso dei valori identitari dei singoli territori. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  15. LA VALENZA PAESAGGISTICA • Il QTR assume la valenza di piano urbanistico-territoriale con specifica considerazione dei valori paesaggistici • Attua i contenuti della Carta Calabrese del Paesaggio che dovrà integrare le Linee Guida per gli aspetti paesaggistici. • La qualità del paesaggio come valore fondativo del Piano • I Piani paesaggistici di Ambito come articolazione locale dello schema generale IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  16. COERENZA CON LE STRATEGIE DI SETTORE • Il QTR detta gli obiettivi generali delle politiche territoriali regionali, in coerenza con le scelte e i contenuti della programmazione economico-sociale ( L.R.n. 19/2002 integrata dalla LR n.14/2006, art. 17, comma 1 ). Questa funzione è rafforzata dagli obiettivi di integrazione del paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanistiche e in quelle di carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  17. INDIRIZZI PER LA PIANIFICAZIONE COMUNALE • Il QTR assume il compito di indirizzare opportunamente il processo di revisione della strumentazione urbanistica locale attivato dalla LR n.19/2002 e successive Linee Guida. • In particolare il piano, individuerà alcuni criteri di fondo quali “invarianti programmatiche” a cui dovrebbero obbligatoriamente fare riferimento i Comuni nelle loro procedure di formazione dei rispettivi Piani Strutturali Comunali. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  18. LA FORMA DEL PIANO • APPARATO CONOSCITIVO • APPARATO PREVISIONALE • APPARATO DISCIPLINARE IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  19. SISTEMA DELLA CONOSCENZA Il sistema della conoscenza si articola in due dispositivi: Il Quadro conoscitivo distinto per gli aspetti territoriali e quelli paesaggistici. Utilizza il SITO, sistema Informativo Territoriale e Osservatorio delle Trasformazioni territoriali di cui all’art.8 della LR 19/2002, nonché la “Carta Regionale dei Luoghi” Sistema di valutazione integrata, comprensivo della VAS, valutazione ambientale strategica, e della ValSost, valutazione di sostenibilità, articolata in valutazioni di compatibilità e di coerenza ( LR 19/2002, art.10 ). La valutazione non si esercita a posteriori, ma interviene già nelle fasi di impostazione delle scelte del piano al fine di garantire la sostenibilità. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  20. IL SISTEMA PREVISIONALE • QUADRO PROGRAMMATICO TERRITORIALE • SCHEMA DI ASSETTO TERRITORIALE PAESISTICO • LABORATORI PROGETTUALI IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  21. IL QUADRO PROGRAMMATICO TERRITORIALE Il QPT è mirato a conferire coerenza alle diverse strategie di settore applicate a territori riconosciuti come rilevanti ai fini dello sviluppo competitivo, coeso e sostenibile dello spazio regionale. Lo caratterizzano due articolazioni: • VISIONE GUIDA, una immagine del territorio regionale al futuro che rappresenta lo scenario voluto dalla amministrazione regionale di concerto con le altre amministrazioni di governo del territorio e con rappresentanze qualificate del mondo delle imprese e della società; • AGENDA TERRITORIALE STRATEGICA, definita come selezione dei temi di intervento per i territori-chiave della regione, su cui far convergere una molteplicità di strategie di diverso livello e settore in sintonia anche con le politiche di programmazione dello sviluppo. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  22. LO SCHEMA DI ASSETTO TERRITORIALE E PAESISTICO • SCHEMA TERRITORIALE, fondato sulla Carta regionale dei Luoghi e sul riconoscimento delle unità territoriali da assumere come riferimento per le politiche insediative e infrastrutturali, rispetto a cui lo STERR specifica gli obiettivi prestazionali e le dimensioni di riferimento. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  23. LO SCHEMA DI ASSETTO TERRITORIALE E PAESISTICO • SCHEMA PAESAGGISTICO-AMBIENTALE, fondato sull’Atlante dei Paesaggi da assumere come riferimento per le strategie di tutela e valorizzazione del paesaggio, rispetto a cui lo SPAE specifica gli obiettivi di qualità e le condizioni della trasformazione. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  24. LO SCHEMA DI ASSETTO TERRITORIALE E PAESISTICO • SCHEMA DI COERENZA DELLE RETI, mirato a mettere in coerenza i programmi di sviluppo delle reti infrastrutturali più rilevanti (mobilità e logistica, energia, telecomunicazioni, acque, trattamento dei rifiuti, prevenzione del rischio ambientale). IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  25. I LABORATORI PROGETTUALI Lo strumento principale per sviluppare un’attività organica di proposte progettuali è la istituzione di “Laboratori progettuali” promossi dalla Regione nell’ambito del QTR e aperti alla partecipazione delle istanze provinciali e comunali. I Laboratori progettuali sono finalizzati in particolare alla predisposizione di pacchetti integrati di proposte prioritarie , utili ad elevare la efficacia dei Programmi di Sviluppo Urbano e le ricadute positive di sviluppo sui territori, nella prospettiva della programmazione POR 2007-2013. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  26. IL METODO DELLA CONCERTAZIONE Il Comitato interistituzionale è composto da: • - un rappresentante per ciascuna provincia; • - un rappresentante dell' ANCI regionale; • - un rappresentante regionale dei piccoli comuni; • - il Direttore regionale dei Beni culturali e Paesaggistici della Calabria; • - un rappresentante dell’Autorità Regionale Ambientale IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  27. IL METODO DELLA CONCERTAZIONE Il forum regionale è composto dai rappresentanti delegati delle seguenti istituzioni e/o organizzazioni: • A.N.C.I. Calabria • U.P.I. Calabria • Associazione Nazionale Piccoli Comuni – sezione Calabria; • U.N.C.E.M. • A.N.C.E. • Direzione Regionale Beni culturali e paesaggistici della Calabria • Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio • Soprintendenza per i Beni Archeologici • Università degli stranieri Dante Alighieri • Autorità di Bacino • Unione regionale delle bonifiche e delle Irrigazione per la Calabria • La Consigliera regionale di parità • Un rappresentante unitario dei Parchi nazionali e regionali • Un rappresentante unitario degli ordini professionali provinciali degli Architetti PPC • Un rappresentante unitario degli ordini professionali provinciali degli Ingegneri • Un rappresentante dell’ordine professionale dei geologi della Calabria • Un rappresentante unitario degli ordini professionali provinciali dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali • Un rappresentante unitario dei collegi provinciali dei Geometri • Un rappresentante unitario dei collegi provinciali dei Periti Agrari • Un rappresentante unitario delle Università calabresi • Un rappresentante unitario delle associazioni ambientaliste e protezioniste • Un rappresentante unitario delle organizzazioni sindacali dei lavoratori • Un rappresentante regionale delle organizzazioni professionali agricole • Un rappresentante della Lega delle Autonomie Locali. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  28. LA CONCERTAZIONE CON LE PROVINCE • Obiettivo generale degli incontri è stato l’individuazione di un percorso comune per la redazione coerente dei piani ai diversi livelli, tendendo conto anche dello stato di avanzamento nella elaborazione dei PTC Provinciali. Al tempo stesso è stata avviata la verifica delle criticità relativamente alle questioni di maggior rilevanza su cui confrontare i rispettivi punti di vista, anche al fine di selezionare i temi e i territori prioritari sui quali la Regione può impegnarsi a prevedere azioni mirate da introdurre nel QTR, anche a supporto dei PTCP, creando le condizioni di riferimento e le reti di coinvolgimento più adeguate rispetto alla natura e alla scala delle questioni in gioco. • Inoltre si è cercato di definire una prima ipotesi di visione strategica regionale tenendo conto delle specificità e delle potenzialità dei singoli territori provinciali e delle loro proiezioni rispetto al contesto regionale complessivo. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  29. LO SCHEMA DI ASSETTO TERRITORIALE IL SISTEMA INSEDIATIVO REGIONALE IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  30. GLI OBIETTIVI DELLO SCHEMA DI ASSETTO • UNA RETE DELLE CITTA’ CALABRESI COME RISPOSTA ALLA DEBOLEZZA DEL SISTEMA URBANO DELLA REGIONE per: • Promuovere la qualità della vita; • Promuovere lo sviluppo economico e produttivo • UNA POLITICA DEI SERVIZI E DELLE ATTREZZATURE DEL TERRITORIO MIRATA • UN SISTEMA DI ACCESSIBILITA’ SOSTENIBILE IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  31. I SISTEMI TERRITORIALI UNITARI Con STU si intende indicare un sistema territoriale a carattere prevalentemente insediativo (distinto per questo dai sistemi naturali ed ambientali) che presenta al suo interno degli elementi di complessità, variabile (disomogeneo) da un punto di vista dei caratteri dell’insediamento, della geografia e del paesaggio, ma che nel suo complesso si presenta come un sistema unitario da un punto di vista funzionale, ovvero del sistema dei flussi di relazione che lo caratterizzano. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  32. L’ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA URBANO REGIONALE • CENTRI URBANI DI LIVELLO REGIONALE • CENTRI URBANI DI LIVELLO SUB REGIONALE • CENTRI URBANI DI LIVELLO COMPRENSORIALE • POLARITA’ URBANE MINORI IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  33. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  34. LA GERARCHIA DEI CENTRI IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  35. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  36. I SISTEMI TERRITORIALI UNITARI Sono stati nel complesso individuate 20 Sistemi territoriali unitari, secondo le seguenti tipologie: • Sistemi urbani regionali, ovvero quei sistemi territoriali a forte caratterizzazione urbana organizzati attorno ai poli urbani regionali di Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro; • Sistemi urbani sub-regionali, ovvero quei sistemi territoriali a forte caratterizzazione urbana organizzati attorno ai poli urbani sub-regionali di Crotone, Lamezia e Vibo Valenzia; • Sistemi complessi policentrici; sono dei sistemi territoriali complessi, caratterizzati dalla presenza di più polarità urbane, comprendenti in buona parte quelli che abbiamo definito centri urbani di livello comprensoriale, con i rispettivi bacini gravitazionali, collegate da un sistema di relazioni che tendono a configurare una unità geografico funzionale. • Sistemi territoriali minori. Sono delle unità territoriali demograficamente ed economicamente meno rilevanti, caratterizzate da specializzazione funzionale, con forte presenza di aree a caratterizzazione rurale o agricola. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  37. AREE METROPOLITANE • Area metropolitana dello Stretto (220.000 ab. circa). • Area metropolitana di Cosenza – Rende e dei Casali (ab. 216.000 circa).. • L’area metropolitana di Catanzaro (146.668 abitanti). IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  38. SISTEMI TERRITORIALI SUB REGIONALI • Crotone ed il Marchesato (121.000 ab.) • L’area urbana di Lamezia Terme (112.476 abitanti) • Il sistema urbano di Vibo Valenzia – Pizzo Calabro IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  39. SISTEMI URBANI POLICENTRICI • LA PIANA DI SIBARI: Rossano, corigliano, Cassano allo ionio • Il Sistema lineare- turistico del Tirreno cosentino • Il sistema lineare della Locride • La Piana di Gioia Tauro IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  40. I SISTEMI TERRITORIALI MINORI Sistemi a carattere prevalentemente rurale. • L’alta Valle del Crati e la comunità Arbereshe. • La Valle del Savuto. • L’Alto Marchesato. • Le Pre Serre catanzaresi. I sistemi a prevalente carattere turistico • Soverato e la costa ionica catanzarese. • Il sistema turistico di Tropea ed il monte Poro. Le aree dei parchi naturali • Castrovillari ed il Pollino. • La Sila. • Le Serre. • L’Aspromonte. L’Area Grecanica. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  41. I SISTEMI TERRITORIALI UNITARI IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  42. I SISTEMI TERRITORIALI UNITARI IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  43. LA BOZZA DELLO SCHEMA TERRITORIALE IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  44. LA BOZZA DELLO SCHEMA TERRITORIALE IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  45. LO SCHEMA DI ASSETTO DEL PAESAGGIO IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  46. I VINCOLI IDROGEOLOGICI IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  47. IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  48. I LABORATORI DI PROGETTAZIONE IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  49. COSENZA IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

  50. AREA DELLO STRETTO IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE

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