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Trauma

Trauma. Percorso diagnostico, prognostico, terapeutico Riabilitazione. Diagnosi della patologia Ortopedico/Reumatologo/FISIATRA Valutazine terapeutica Reumatologo/FISIATRA Ortopedico conservativa cruenta/chirurgica Kinesiterapia/Terapia fisica.

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Presentation Transcript


  1. Trauma Percorso diagnostico, prognostico, terapeutico Riabilitazione

  2. Diagnosi della patologiaOrtopedico/Reumatologo/FISIATRAValutazine terapeuticaReumatologo/FISIATRA Ortopedicoconservativa cruenta/chirurgicaKinesiterapia/Terapia fisica Diagnosi della patologia Ortopedico/Reumatologo/Neurologo/Neurochirurgo Soluzione terapeutica Progetto riabilitativo FISIATRA Programma riabilitativo Fisiochinesiterapia

  3. Classificazione fisiopatologica dei Traumi Traumi di natura ortopedica: Ossei Articolari Muscolari complessi (osteo-arto-muscolari)

  4. Classificazione topograficadei Traumi di natura ortopedica • Traumi del torace: lesioni toraciche chiuse ed aperte • Traumi addominali: lesioni addominali chiuse ed aperte

  5. Classificazione topograficadei Traumi di natura ortopedica • Arto superiore: • Lesioni del cingolo scapolare • Traumi dell’articolazione della spalla e dell’omero • Traumi dell’articolazione del gomito

  6. Classificazione topograficadei Traumi di natura ortopedica • Arto superiore: • Fratture dell’avambraccio ( per es. frattura del radio e dell’ulna). • Traumi della mano • Traumi del rachide: • traumi vertebro-spainali e traumi spinali.

  7. Classificazione topograficadei Traumi di natura ortopedica • Arto inferiore: • Traumi del bacino e dell’anca • Fratture del femore • Fratture di tibia e perone • Traumi del piede

  8. Classificazione topograficadei Traumi di natura ortopedica • Arto inferiore: • Traumi del ginocchio nello specifico…

  9. Classificazione topograficadei Traumi di natura ortopedica Traumi del ginocchio • Lesioni capsulo-ligamentose • Lesioni meniscali • Lesioni di tessuti molli • Osteocondrosi dissecante • Lussazione della rotula • Fratture della rotula

  10. Entità anatomo-patologica dei Traumi di natura ortopedica • Stiramento • Distorsione • Lussazione • Frattura

  11. Quale intervento riabilitativo in Traumatologia? • I parametri di riferimento sono: • Età del paziente • Entità del danno • Età dell’evento traumatico • Età dell’intervento terapeutico chirurgico/conservativo

  12. Gli strumenti della riabilitazione • Distinguiamo essenzialmente: • La Terapia fisica nelle sue molteplici applicazioni: magnetoterapia elettroterapia ultrasuonoterapia Laserterapia • La Kinesiterapia : esercizio terapeutico.

  13. Trattamento riabilitativo Da un punto di vista riabilitativo possiamo individuare il seguente percorso terapeutico:

  14. Trattamento riabilitativo La Cinesiterapia: Allineamento posturale passivo Mobilizzazione passiva Mobilizzazione attiva Mobilizzazione attiva assistita

  15. Trattamento riabilitativo Allineamento posturale passivo: Sono manovre passive che richiedono il mantenimento di posture. Il loro obbiettivo è la prevenzione di atteggiamenti viziati che possono portare alla comparsa o all’agravamento di limitazioni articolari per retrazioni muscolotendinee e legamentose. Può essere utilizzato come fonte di informazioni propiocettive e statestesiche.

  16. Trattamento riabilitativo Allineamento posturale passivo: Si può servire dei mezzi comunemente impiegati in ortopedia (gessi, docce, ortesi) di forme e resistenze adeguate. L’intervento di allineamento posturale più diffuso e più importante è quello che corregge le posizioni viziate in caso di allettamento prolungato.

  17. Trattamento riabilitativo Allineamento posturale passivo: Sufficiente rigidità del piano di appoggio, altezza idonea dei cuscini, atteggiamento simmetrico dei segmenti corporei, sostegno ai piedi per evitare la caduta in flessione plantare e dell’intero arto in rotazione esterna. Altri dispositivi sono il reggibraccio, il tutore per evitare i recurvato del ginocchio, le ortesi piede-caviglia per la posizione a 90° del piede.

  18. Trattamento riabilitativo Mobilizzazione passiva Mobilizzazione passiva in rilasciamento. Mobilizzazione passiva forzata.

  19. Trattamento riabilitativo Mobilizzazione passiva in rilasciamento Ha effetto preventivo. Tende a conservare l’estensibilità e l’elasticità delle parti molli, la normalità dei piani di scorrimento, la lubrificazione delle superfici articolari. Serve poi ad incrementare il circolo locale.

  20. Trattamento riabilitativo Mobilizzazione passiva in rilasciamento La mobilizzazione passiva in rilasciamento richiede la conoscenza delle caratteristiche dell’articolazione da mobilizzare. Non deve trascurare i movimenti che interessano al contempo più segmenti per lo stiramento di un muscolo poliarticolare.

  21. Trattamento riabilitativo Mobilizzazione passiva forzata Tende a recuperare l’ampiezza di un movimento limitata in seguito ad un evento morboso. La tecnica più utilizzata è quella manuale che consente al fisioterapista una valutazione diretta delle reazioni del paziente.

  22. Trattamento riabilitativo Mobilizzazione passiva forzata Una forma partcolare di mobilizzazione passiva forzata è rappresentato dalla manipolazione. Altra forma particolare è lo stretching

  23. Trattamento riabilitativo Mobilizzazione attiva Prevede la partecipazione di contrazioni ottenute volontariamente dal soggetto in trattamento. E’ l’atto motorio che introduca all’esercizio terapeutico.

  24. I presupposti dell’atto riabilitativo L’Esercizio Terapeutico Costituisce l’elemento fondamentale del recupero motorio. Rappresenta l’essenza della pratica riabilitativa. Si caratterizza di un significato unico: L’APPRENDIMENTO

  25. I presupposti dell’atto riabilitativo L’Esercizio Terapeutico Dal punto di vista operativo questo significa ricercare, per ricreare in sede terapeutica, le informazioni che il sistema alterato utilizza fisiologicamente per la sua ordinaria costituzione. • Tali informazioni dovranno poi essere inserite nella proposta di esercizi, con l’obiettivo di ristrutturare o rievocare componenti di schemi motori alterati o perduti.

  26. I presupposti dell’atto riabilitativo L’Esercizio Terapeutico Nella riacquisione dei movimenti, attraverso l’esercizio terapeutico, si mira a regolare questi parametri che sono: temporalità: caratteristica dell’atto motorioche ordina nel tempo la posizione dell’arto nello spazio. spazialità: posizioni nello spazio dell’arto durante l’atto motorio. intensità: contrazione muscolare che determina l’atto motorio, in relazione della temporalità e spazialità dell’atto motorio stesso.

  27. I presupposti dell’atto riabilitativo L’Esercizio Terapeutico Il ripristino dei movimenti dell’articolazione secondo questa impostazione permette al soggetto di recuperare il proprio schema corporeo, espressione del complesso collegamento che ogni articolazione possiede con il Sistema Nervoso Centrale.

  28. L’approccio all’articolazione Controllo del dolore Recupero R.O.M. Controllo e limitazione dei compensi articolari

  29. L’approccio all’articolazione Recupero R.O.M. Prevede l’utilizzo dell’esercizio terapeutico finalizzato a ristabilire l’articolarità secondo le potenzialità reali: stato di deterioramento anatomico, tempi post-chirurgici definiti.

  30. L’approccio all’articolazione DOLORE Schema dello specifico patologico all’inizio del trattamento riabilitativo LIMITAZIONE ARTICOLARE RICERCA DI COMPENSI DEFICIT MUSCOLARE

  31. L’approccio all’articolazione

  32. I presupposti dell’atto riabilitativo Terapia fisica: per il dolore Esercizio terapeutico Fase di potenziamento: è tardiva, finale

  33. I presupposti dell’atto riabilitativo: esempi di riabilitazione per anca e ginocchio.

  34. Percorso riabilitativo • riprogrammazione della fase oscillante del passo; • recupero quantitativo e qualitativo del carico sull'arto operato; • riduzione dei compensi e ottimizzazione della deambulazione; • rieducazione alle ADL.

  35. Rieducazione alla stazione eretta • Mobilizzazione attiva e passiva

  36. Rieducazione al cammino • La rieducazione al cammino deve riguardare entrambi gli arti e il bacino al fine di fare apprendere al protesizzato un corretto schema deambulatorio.

  37. Finalità della Idrokinesiterapia Idrokinesiterapia: • in acqua il dolore e la limitazione articolare presenti alla mobilizzazione a secco scompaiono quasi del tutto; è più facile il rilassamento e quindi la riduzione dello spasmo muscolare

  38. Finalità della Idrokinesiterapia Idrokinesiterapia: • possibilità di deambulare in assenza quasi totale di carico (20%) e di ripristinare in fase precoce lo schema del passo (le protesi non cementate richiedono maggiore attenzione nel concedere il carico progressivamente)

  39. Controllo del carico ed ausili • Se il paziente ha acquistato una discreta stabilità di bacino e un controllo limitato di carico sull'arto operato, con l’uso di due bastoni canadesi attua dapprima la marcia a due tempi e in seguito lo schema a quattro tempi. Quando si è ottenuto il carico sull'arto operato senza basculamento del bacino si può eliminare il bastone omolaterale all'anca operata.

  40. Uso delle scale • Contemporaneamente si istruisce il paziente all‘ uso delle scale con schemi di complessità crescente che egli utilizzerà in funzione delle sue momentanee possibilità.

  41. ESERCIZI DI RECUPERO SCHEMA POSTURALE • Dedicati al raggiungimento della percezione dei vari segmenti corporei e dei loro rapporti in fase statica e dinamica, attraverso l’analisi delle informazioni provenienti dal sistema propriocettivo

  42. ESERCIZI DI RECUPERO SCHEMA POSTURALE • L’atleta viene aiutato a percepire globalmente ciò che avviene nel suo corpo

  43. RECUPERO DELLO SCHEMA DEL PASSO • La deambulazione corretta è la prima delle gestualità globali in cui il ginocchio si trova ad agire

  44. RECUPERO DELLO SCHEMA DEL PASSO • Correzione di tutte le anomalie interferenti con una armonica deambulazione

  45. RECUPERO DELLO SCHEMA DEL PASSO Esercizi a difficoltà crescenti

  46. ESERCIZI IN ACQUA • COMPLEMENTARITA’ • Anticipare tempi riabilitativi • Riduzione del carico gravitario e delle sollecitazioni funzionali Diminuzione delle limitazioni articolari e dolore

  47. ESERCIZI IN ACQUA • Simmetria del movimento • Non esercizi di tipo segmentario ma per l’intero corpo in condizioni di scarico ponderale Valutare le differenze che esistono fra arto sano e malato, focalizzare l’attenzione sull’esecuzione del movimento dell’arto leso Esecuzione ottimale per una condizione di facilitazione meccanica

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