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ORDINAMENTI 1° CICLO DI ISTRUZIONE

ORDINAMENTI 1° CICLO DI ISTRUZIONE. Ordinamento.

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ORDINAMENTI 1° CICLO DI ISTRUZIONE

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Presentation Transcript


  1. ORDINAMENTI1° CICLO DI ISTRUZIONE

  2. Ordinamento • Con il termine “ordinamento giuridico” si intende sia una comunità organizzata in vista del perseguimento di uno scopo comune (quindi, in questo senso, si può dire che lo Stato è un ordinamento giuridico) sia l'insieme delle norme (il diritto positivo o diritto oggettivo) che regolano la vita di questa comunità (in questo senso, quindi, si dirà che lo Stato ha un ordinamento giuridico). • Si utilizza il termine anche in maniera più specifica, per indicare delle norme relative ad un dato settore; un esempio è l’ordinamento scolastico, per indicare la regolamentazione del sistema scolastico in uno Stato (quindi si parlerà dell’ordinamento scolastico italiano o spagnolo o finlandese ecc.)

  3. Esercizio del potere attribuito per soddisfare interessi pubblici : = FUNZIONE il titolare della funzione E’ TENUTO AD AGIRE (diritto-dovere) per la soddisfazione di interessi di altre persone (la comunità) Es. DIRIGENTE SCOLASTICO

  4. PROSPETTIVA EVOLUTIVA Riforme della P. A. Riforme della struttura dello Stato Riforme della scuola

  5. Fra le Riforme MECCANISMO DI FORMAZIONE DELLE LEGGI LEGGE 23.08.1988 n.400

  6. delegificazione fonte legislativa primaria = mutamento di FONTE normativa in materie ben individuate, consente attività diretta del GOVERNO considerata più rapida e flessibile. fonte secondaria i REGOLAMENTI

  7. 23.08.1988 n.400Art.17 c.2 • 2. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio di Stato, sono emanati i regolamenti per la disciplina delle materie, non coperte da riserva assoluta di legge prevista dalla Costituzione, per le quali le leggi della Repubblica, autorizzando l'esercizio della potestà regolamentare del Governo, determinano le norme generali regolatrici della materia e dispongono l'abrogazione delle norme vigenti, con effetto dall'entrata in vigore delle norme regolamentari.

  8. 23.08.1988 n.400Art.17 c.3 • 3. Con decreto ministeriale possono essere adottati regolamenti nelle materie di competenza del Ministro o di autorità sottordinate al ministro, quando la legge espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per materie di competenza di più ministri, possono essere adottati con decreti interministeriali, ferma restando la necessità di apposita autorizzazione da parte della legge. …..

  9. RIFORME P.A.(anni ’90) L. 400 / 88 L. 241 / 90 Carte dei Servizi – DPCM 1995 Sviluppo delle AUTONOMIE Legge n.59 15.03.1997 D. L.vo 281 / 97 D. L.vo 112 / 98 D. P. R. 275 / 99 E altri …

  10. L.59/97 D. L.vo 281 / 97 Conferenza Stato – Regioni Conferenza Stato Città ed Autonomie Locali D. L.vo 112 / 98 Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali D. L.vo 267 / 00 Testo Unico Enti Locali (TUEL) L. 59 / 97 D. L.vo 286 / 98 Riordino e potenziamento dei meccanismi e degli strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell’attività svolta dalle P. A. D. L.vo 165 / 01 Organizzazione del lavoro alle dipendenze delle P. A. Norme delegate sulla scuola (art.21) …... ……. …….

  11. Legge n.59 15.03.1997 Art.21 . AUTONOMIA SCOLASTICA 1. L'autonomia delle istituzioni scolastiche e degli istituti educativi si inserisce nel processo di realizzazione della autonomia e della riorganizzazione dell'intero sistema formativo. Le funzioni dell'Amministrazione centrale e periferica della pubblica istruzione [ … ] in materia di gestione del servizio di istruzione [ … ] sono progressivamente attribuite alle istituzioni scolastiche

  12. Legge n.59 15.03.1997 Art.21 . AUTONOMIA SCOLASTICA Per far questo i regolamenti devono 2. Armonizzare le norme sulle scuole non statali 3. Stabilire i requisiti dimensionali ottimali per l'attribuzione della personalità giuridica e dell'autonomia alle istituzioni scolastiche 8 e 9. stabilire le articolazioni dell’autonomia 14. Dettare istruzioni generali per l'autonoma allocazione delle risorse, per la formazione dei bilanci, per la gestione delle risorse ivi iscritte …. 15. Riformare gli organi collegiali della pubblica istruzione di livello nazionale e periferico …. 16. … ferma restando l'unicità della funzione, ai capi d'istituto è conferita la qualifica dirigenziale 17. Il rapporto di lavoro dei dirigenti scolastici sarà disciplinato in sede di contrattazione collettiva del comparto scuola, articolato in autonomearee.

  13. FUNZIONE DIRIGENTE QUALIFICA INCARICO presupposto dell’ • SPECIFICO • A TEMPO DETERMINATO • CON CONTRATTO INDIVIDUALE • DECISO DA • ORGANO POLITICO • DIRIGENTE SUPERIORE UNICA Articolata in 2 fasce STABILE ACCESSO PER CONCORSO

  14. FUNZIONE DIRIGENTE Aree di dirigenza e comparti • Area I – Ministeri • Area II – Regioni e Autonomie Locali • Area III – Servizio Sanitario Nazionale (ammin., san., tecnica e profess.) • Area IV – Medici, veterinari e odontoiatri del comparto Sanitario • Area V – Scuola e AFAM • Area VI – Agenzie Fiscali ed Enti Pubblici non economici • Area VII – Università e Istituzioni ed Enti di Ricerca e Sperimentazione • Area VIII – Presidenza Consiglio dei Ministri • Enti (CNEL; ENEA, CONI, ecc.)

  15. c.1 – conferimento di funzioni alle ISA D. P. R. 275 / 99 Regolamento dell’autonomia scolastica L. 59 / 97 art.21 c.3 – dimensioni ottimali come condizione per il conferimento dell’autonomia D.P.R. 233/98 Dimensionamento delle ISA cc.7-8-9 – rispetto obiettivi nazionali e standard Indicazioni Nazionali c. 14 - bilanci D. I. 44 / 01 Regolamento amministrativo - contabile delle istituzioni scolastiche c.16 – qualifica dirigenziale capi di Istituto D. L.vo 59 / 98 Dirigenza scolastica ALCUNI PROVVEDIMENTI DERIVATI DI INTERESSE PER LA SCUOLA c.17 – rapporto di lavoro d.s. e contrattazione coll. C.C.N.L. 2006 e 2010 D. L.vo 165 / 01 (art.25) Organizzazione del lavoro alle dipendenze delle P. A.

  16. Decreto Legislativo n.165 del 30.03.2001 Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche

  17. L. 400 / 88 L. 241 / 90 Carte dei Servizi – DPCM 1995 Sviluppo delle AUTONOMIE L. 59 / 97 D. L.vo 281 / 97 D. L.vo 112 / 98 D. P. R. 275 / 99 Necessità di revisione costituzionale, per dare legittimità costituzionale ai nuovi assetti già annunciati dalle norme di un quindicennio E altri … Legge n.3 del 2001

  18. LEGGE COSTITUZIONALEn. 3 del 18.10.2001 • RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE: in particolare all’art.117 viene consolidata l’autonomia delle diverse istituzioni della Repubblica • 3 SOGGETTI INTERAGENTI PER LA SCUOLA: • STATO • REGIONI • ISTITUZIONI SCOLASTICHE AUTONOME

  19. Il MPI Conferenza Unificata Le Regioni e gli EELL Le scuole

  20. L’ULTIMO PERIODOalcune particolaritàdell’ultimo decennio

  21. COPIOSITA’ DELLA PRODUZIONE LEGISLATIVA • INFLUENZA DELLE DETERMINAZIONI UE • COLLEGAMENTO STRETTO CON LA POLITICA DI GOVERNO • TECNICA • AGGIUSTAMENTI PROGRESSIVI • PROVVEDIMENTI ONNICOMPRENSIVI • AMPLIAMENTI DELLE DELEGHE AL GOVERNO

  22. CONSEGUENZE • DEFINIZIONI PROGRESSIVE • SOVRAPPOSIZIONI • RISCHIO DI CONTRADDIZIONI • NECESSITA’ DI ARMONIZZAZIONE

  23. «una fase storica nella quale le dinamiche della produzione normativa italiana appaiono essere divenute, forse più che in passato, intense ed accelerate [… poiché la normazione è …] sottoposta ad incessanti rimaneggiamenti, ritocchi o sostituzioni, che si susseguono a ritmo frenetico. [ … ] Se a tanto si assomma l'intreccio, spesso difficile a dipanarsi, tra norme primarie, secondarie, regolazioni pattizie, disposizioni interne di vario genere e con variegata nomenclatura [ … ] ne scaturisce un quadro d'insieme la cui ricostruzione mette a dura prova l'interprete prima ancora che i funzionari amministrativi e gli operatori chiamati a dare applicazione al diritto oggettivo e scritto e finisce con l'alimentare sovrapposizioni, incertezze esegetiche, zone d'ombra e confusione» Sergio Auriemma, Prefazione al Codice Leggi scuola, Ed. Tecnodid, Napoli 2010

  24. RIFORME E LEGGIANNI 2000 - 2010 BERLINGUER (2000) MORATTI (2004) FIORONI (2007) GELMINI (2008-10)

  25. RIFORME E LEGGIANNI 2000 - 2010 BERLINGUER (2000) Linee di Indirizzo per il curricolo (De Mauro) MORATTI (2004) Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Personalizzati (Bertagna, Moratti) FIORONI (2007) Indicazioni Nazionali Per il Curricolo (Ceruti, Fiorin, Fioroni) GELMINI (2008-10) Atto di Indirizzo per l’armonizzazione delle Indicazioni Nazionali (Gelmini)

  26. I differenti ritmi nell’avvicendarsi delle norme in materia di istruzione Programmi Indicazioni Nazionali Moratti Indicazioni Nazionali Fioroni Atto di Indirizzo Gelmini DPR 104 Ermini 19 … 70 90 2010 60 50 80 2000 L 148 L 169 e segg. L 30 L 53 e segg. L 296 Ordinamenti

  27. CAMMINO DELLA RIFORMA DEL ‘90 SAPERI ESSENZIALI PROGRAMMI DEL 1985 SPERIMENTAZIONE DEI MODULI PIANO NAZIONALE DI AGGIORNAMENTO LEGGE 148

  28. COMPLESSITA’ DEI SAPERI SONO NECESSARI: - PIU’ TEMPO SCUOLA - INSEGNANTI PIU’ FORMATI SPERIMENTARE, OSSERVARE, CAPIRE, DISCUTERE, COSTRUIRE FORMAZIONE DEL PENSIERO CRITICO

  29. Idea base • Inscindibilità di un’idea pedagogica da un’idea ordinamentale • La struttura data al sistema scolastico dall’ordinamento deriva dai fini attribuiti alla scuola ed è coerente con essi o almeno dovrebbe …..

  30. Sviluppo delle AUTONOMIE Legge n.3 del 2001 D. L.vo 59 / 04 – I ciclo D. L.vo 76 / 05 – diritto dovere all’istruzione Legge n.53 28.03.2003 D. L.vo 77 / 05 – alternanza scuola-lavoro D. L.vo 226 / 05 – II ciclo

  31. L. 28.03.2003 n.53 Provvedimenti derivati • Delega al Governo • per la definizione delle norme generali sull’istruzione • e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale Competenza esclusiva dello Stato Competenza esclusiva delle Regioni

  32. L. 28.03.2003 n.53(Art.1 c.1) Al fine di favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e dell’identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il principio di autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i princìpi sanciti dalla Costituzione, il Governo è delegato ad adottare, [ … ] uno o più decreti legislativi per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di istruzione e formazione professionale.

  33. L. 28.03.2003 n.53(Art.2) I decreti di cui all’articolo 1 definiscono il sistema educativo di istruzione e di formazione princìpi e criteri direttivi a) è promosso l’apprendimento in tutto l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, c) è assicurato a tutti il diritto all’istruzione e alla formazione per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età; l’attuazione di tale diritto si realizza nel sistema di istruzione e in quello di istruzione e formazione professionale, secondo livelli essenziali di prestazione definiti su base nazionale a norma dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione

  34. L. 28.03.2003 n.53(Art.2) d) il sistema educativo di istruzione e di formazione si articola nella scuola dell’infanzia, in un primo ciclo che comprende la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado, e in un secondo ciclo che comprende il sistema dei licei ed il sistema dell’istruzione e della formazione professionale;

  35. L. 28.03.2003 n.53(Art.2) l) i piani di studio personalizzati, nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, contengono un nucleo fondamentale, omogeneo su base nazionale, che rispecchia la cultura, le tradizioni e l’identità nazionale, e prevedono una quota, riservata alle regioni, relativa agli aspetti di interesse specifico delle stesse, anche collegata con le realtà locali.

  36. L. 28.03.2003 n.53(Art.3) • la valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli studenti del sistema educativo di istruzione e di formazione, e la certificazione delle competenze da essi acquisite, sono affidate ai docenti • ai fini del progressivo miglioramento e dell’armonizzazione della qualità del sistema di istruzione e di formazione, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa • ) l’esame di Stato conclusivo dei cicli di istruzione considera e valuta le competenzeacquisite dagli studenti nel corso e al termine del ciclo e si svolge su prove organizzate dalle commissioni d’esame e su prove predisposte e gestite dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione

  37. D Lvo 19.02.2004 n.59(primo ciclo di istruzione) • Struttura a bienni (periodi didattici) articolati in verticale • Monte ore annuale • Attività facoltative • Anticipo iscrizione • Insegnante tutor di classe • Indicazioni Nazionali (allegati)

  38. D Lvo 19.02.2004 n.59(primo ciclo di istruzione) Esame di Stato 3^ Scuola Secondaria di 1° grado (media) 2^ 1^ PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE 5^ 4^ Scuola Primaria (elementare) 3^ 2^ 1^ Scuola Dell’Infanzia (materna)

  39. D Lvo 19.02.2004 n.59(primo ciclo di istruzione) SCUOLA PRIMARIA Organizzazione delle attività educative e didattiche(art.7) Quote orarie annuali • Base : 891 – 27 / sett • Att F/O: 99 (Totale 990: 30 / sett) • Eventuale mensa e dopomensa: 330 (Totale: 1320: 40 / sett) Personalizzazione dei percorsi di studio Scelta prevalente delle famiglie Organico a disposizione Gratuità e opzionalità Frequenza e valutazione obbligatorie, una volta scelte

  40. Orari settimanali D Lvo 19.02.2004 n.59(primo ciclo di istruzione) SCUOLA PRIMARIA Organizzazione delle attività educative e didattiche Tempo normale Tempo normale 27 ore Attività obbligatorie fino a 10 ore mensa 3 ore Attività Facoltative Opzionali aggiuntive Tempo pieno Tempo lungo

  41. D Lvo 19.02.2004 n.59(primo ciclo di istruzione) SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO Organizzazione delle attività educative e didattiche(art.10) Quote orarie annuali • Base : 891 – 27 / sett • Att F/O: 198 (Totale 1089: 33 / sett) • Eventuale mensa e dopomensa: 231 (Totale: 1320: 40 / sett) Personalizzazione dei percorsi di studio Orientamento per la scuola futura Scelta prevalente delle famiglie Organico a disposizione Gratuità e opzionalità Frequenza e valutazione obbligatorie, una volta scelte

  42. Orari settimanali D Lvo 19.02.2004 n.59(primo ciclo di istruzione) SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO Organizzazione delle attività educative e didattiche Tempo normale Tempo normale 27 ore Attività obbligatorie fino a 7 ore mensa aggiuntive 6 ore Attività Facoltative Opzionali Tempo pieno Tempo lungo

  43. INGLESE La regolamentazione si trova nell’allegato E al Decreto Lvo 226/05 (relativo alla secondaria di secondo grado) PRIMARIA 1° anno – 1 h / settimana 2° e 3° anno – 2,5 h / settimana 4° e 5° anno – 3 h / settimana SECONDARIA DI 1° GRADO 1° e 2° anno – 3 h / settimana 3° anno – 2 h /settimana

  44. Quota curricolo locale D M 26.06.200 n.234 : 15% L 28.03.2003 n.53, art.7 c.1 lett a) D Lvo 17.10.2005 n.226, art 27 c.1 lett c) – rimanda a D. M. 28.12.2005 art.1 (unico) 1. La quota oraria nazionale obbligatoria, riservata alla realizzazione del nucleo fondamentale dei piani di studio, omogeneo su base nazionale, è pari all’80% del monte ore annuale delle singole attività e discipline obbligatorie 2. La quota oraria riservata alle singole istituzioni scolastiche, e da esse determinata nell’ambito degli indirizzi definiti dalle Regioni, [ … ] è costituita dal restante 20% del monte ore annuale obbligatorio di cui al comma 1. 5. Il decremento orario di ciascuna disciplina e attività non può essere comunque superiore al 20% del relativo monte orario annuale.

  45. Indicazioni Nazionali 2004 : Moratti 2007 : Fioroni 2009 : Gelmini

  46. 2004 : Moratti Indicazioni Nazionali per i Piani Personalizzati delle Attività Educative • nelle Scuole dell'Infanzia – ALLEGATO A • nella Scuola Primaria – ALLEGATO B • nella Scuola Secondaria di 1° grado – ALLEGATO C Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo di istruzione (6-14 anni) – PECUP – ALLEGATO D

  47. Tendenza a “mettere tutto” • Tendenza a “definire tutto” • Sostanziali “non scelte”, ad esempio il concetto di competenza non è affrontato o almeno è contraddetto dall’enfasi sulle voci singole, minute e specifiche • Si arriva a degli errori veri e propri • Tendenza nel PECUP • Vicenda delle competenze negli atti della scuola (errore sulla RC, lista delle competenze e loro gradi anche per la primaria, alla fine volontarietà delle competenze)

  48. 2004 : Moratti L’ordinamento degli obiettivi specifici di apprendimento sotto alcuni titoli non obbedisce a nessuna particolare teoria pedagogica e didattica da rispettare e da seguire, ma ad una pragmatica e contingente esigenza di chiarezza espositiva. Né tantomeno costituisce una specie di ‘tabella di marcia’ per la successione logica o cronologica delle Unità di Apprendimento da svolgere nei gruppi classe. Esso ha soltanto lo scopo di indicare i livelli essenziali di prestazione(intesi qui nel senso di standard di prestazione del servizio) che le scuole pubbliche della Repubblica sono tenute in generale ad assicurare ai cittadini per mantenere l’unità del sistema educativo nazionale di istruzione e di formazione, per impedire la frammentazione e la polarizzazione del sistema e, soprattutto, per consentire ai bambini la possibilità di maturare in termini adatti alla loro età tutte le dimensioni tracciate nel Profilo educativo, culturale e professionale.

  49. 2004 : Moratti È compito esclusivo di ogni scuola autonoma e dei docenti, infatti, nel concreto della propria storia e del proprio territorio, assumersi la libertà di mediarli, interpretarli, ordinarli, distribuirli ed organizzarli negli obiettivi formativi delle diverse Unità di Apprendimento, considerando, da un lato, le capacità complessive di ogni bambino e, dall’altro, le teorie pedagogiche e le pratiche didattiche più adatte a trasformarle incompetenze. Allo stesso tempo, tuttavia, è compito esclusivo di ogni scuola autonoma e dei docenti assumersi la responsabilità di “rendere conto” delle scelte fatte e di porre le famiglie e il territorio nella condizione di conoscerle e di condividerle. Per quanto presentati in maniera elencatoria, infine, va ricordato che gli obiettivi specifici di apprendimento obbediscono, in verità, ciascuno, al principio della sintesi e dell’ologramma: l’uno rimanda sempre funzionalmente all’altro e non sono mai, per quanto possano essere minuti e parziali, richiusi su se stessi, bensì aperti ad un complesso, continuo e unitario rimando reciproco.

  50. 2004 : Moratti TUTTAVIA RIMANE: ENFASI SUGLI OBIETTIVI SPECIFICI (o.s.a.) STRETTA SUDDIVISIONE DISCIPLINARE (NON C’E’ UN RIFERIMENTO AD AREE E ANCHE LA SCHEDA DI VALUTAZIONE HA UN’IMPOSTAZIONE MOLTO ANALITICA) PRESENZA DELLE “EDUCAZIONI” NELL’AMBITO PIU’ GENERALE DELLA “EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA”: educazione alla cittadinanza, stradale, ambientale, alla salute, alimentare all’affettività

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