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Confraternita del Carmine P.zza Vitt. Veneto Faggiano (TA) CATECHESI SU ORIGINE, SIMBOLI E REGOLE DELLA CONFRATERNITA D

Confraternita del Carmine P.zza Vitt. Veneto Faggiano (TA) CATECHESI SU ORIGINE, SIMBOLI E REGOLE DELLA CONFRATERNITA DEL CARMINE. Cos’è una Confraternita ?. Le Confraternite, sono associazioni ecclesiastiche pubbliche di fedeli , tra le più antiche della Chiesa,

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Confraternita del Carmine P.zza Vitt. Veneto Faggiano (TA) CATECHESI SU ORIGINE, SIMBOLI E REGOLE DELLA CONFRATERNITA D

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Presentation Transcript


  1. Confraternita del Carmine P.zza Vitt. Veneto Faggiano (TA) CATECHESI SU ORIGINE, SIMBOLI E REGOLE DELLA CONFRATERNITA DEL CARMINE

  2. Cos’è una Confraternita ?

  3. Le Confraternite, sono associazioni ecclesiastiche pubbliche di fedeli, tra le più antiche della Chiesa, sono erette con decreto vescovile, a norma dei cann. 301 e 312 del c.i.c. e hanno personalità giuridica canonica (can.313) e sono parte integrante della Parrocchia in cui insistono

  4. La Confraternita Partecipa con pieni diritti e doveri alla vita pastorale della medesima, offrendo un apporto responsabile e costruttivo.

  5. …. Cos’è una Confraternita • La Confraternita è il luogo in cui i membri, rispondendo alla vocazione universale alla santità • si impegnano ad alimentare, • nella Chiesa, • la loro vita di unione con Cristo tramite • gli aiuti spirituali, • l’attività di partecipazione alla sacra liturgia, • la promozione del culto pubblico, • a norma delle leggi liturgiche generali diocesane

  6. LA CONFRATERNITA DEL CARMINE: ORIGINI

  7. GLI EREMITI DEL MONTE CARMELO Il Carmelo è una catena montagnosa della lunghezza di oltre 25 km., che si estende dal golfo di Haifa, sul Mediterraneo, fino alla pianura di Esdrelon, in Palestina. L’altezza massima raggiunge i 546 metri.

  8. Nella sacra Scrittura, dove è ricordato per la sua vegetazione lussureggiante, è richiamo a bellezza e fecondità. La tradizione, confermata dal nome che ancora gli danno gli arabi (Gebel Mar Elyas), lo lega al profeta Elia, benché la Bibbia ponga il profeta in relazione col Carmelo una sola volta (1 Re 18,19-46). Che li si rifugiò, perseguitato, per dedicarsi, come eremita, alla preghiera Disegno tracciato da Prospero dello Spirito santo. Rappresenta la baia di Hiafa e il promontorio del Monte Carmelo, con l'indicazione dei luoghi di interesse per i Carmelitani (Roma, Archivio generale O.C.D).

  9. Dopo di Lui, fiorisce in quel posto una scuola di profeti e di eremiti, in una ininterrotta tradizione, che attirati appunto dall’esempio di Elia, volevano consacrarsi al servizio della Madonna sul Monte Carmelo: si chiamarono perciò "Eremiti del Carmelo" (o "Eremiti Latini") e si situarono sulla principale via di pellegrinaggio che conduceva da Akko a Cesarea.

  10. Giovanni De Venuta (anno 1368) sul suo libro "Cronache" dice Nell'anno dell'incarnazione 83, i frati Carmelitani, demolendo I'antica casa di preghiera, edificarono alla prima Vergine, cioè alla Beata Maria Madre di Dio, una cappella sul monte Carmelo, vicino alla fonte di Elia. Da qui detti frati furono chiamati Fratelli della beata Maria del monteCarmelo (i Carmelitani) e a questo si fa risalire il titolo di Madonna del Carmelo

  11. Verso il 1238, la Terra Santa, invasa ormai dai Saraceni, diveniva inospitale ai frati rimasti vivi dopo le persecuzioni; essi si trasferirono in Europa, soprattutto in Sicilia. Nel 1252, le difficoltà religiose e sociali del tempo, rendevano difficile la sopravvivenza dei nuovi arrivati in Europa. Il generale dell'ordine Carmelitano dell’epoca, Simone Stok, ricorre alla Madonna che è impegnata a fondo con I'ordine... In questa atmosfera avviene I'apparizione della Vergine Benedetta che circondata da una moltitudine di Angeli: tiene in mano lo scapolare dell'Ordine e mostrandolo dice:

  12. “Questo sarà per te e per tutti i Carmelitani un privilegio, chiunque morirà con questo non patirà il fuoco eterno”

  13. Si dice the il Papa Giovanni XXII, ricorrendo incessantemente alla Madonna affinché liberasse la Chiesa dalle prepotenze di Filippo il Bello e Ludovico il Bavaro, ebbe una visione durante la quale Ella gli promise I'intervento, e lo invitò a pubblicare un privilegio da Lei ottenuto da Dio: pronta liberazione dalle pene del purgatorio, di quelle anime che avessero coltivato la devozione dello scapolare del Carmelo. Era I'anno 1322.

  14. Più tardi si cominciò a credere piamente che la Vergine avrebbe liberato presto dal Purgatorio, il primo sabatodopo la morte, i Carmelitani e anche i confratelli che avessero osservato la castità secondo il loro stato, recitato preghiere e portato l’abito del Carmelo. È il cosiddetto “privilegio sabatino”.

  15. I fedeli allora compresero subito che rivestire l’abito significava entrare nella fraternità dell’Ordine e di Maria. Rispondendo all’amore della Vergine, vivono sicuri della sua protezione nei pericoli della vita e nell’ora della morte, fiduciosi che anche dopo la morte interverrà per loro colei che con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo… fino a che non siano condotti nella patria beata.

  16. DEVOZIONE ALLA BEATA VERGINE DEL MONTE CARMELO Nella seconda metà del ‘300, ha inizio in Inghilterra una "solemnis memoria beatae Mariae virginis". “Solenne commemorazione della beata Vergine Maria” Essa man mano andò prendendo una fisionomia completa anche nelle varie parti liturgiche, con l’oggetto preciso del "ricordo e del ringraziamento dei benefici impartiti da Maria al Carmelo, e quale esaltazione della Patrona."

  17. La primitiva data della festa 17 luglio sembra richiamarsi alla data dell’ultima sessione del concilio di Lione (17-7-1274) nella quale si decretò: "Concediamo all’Ordine Carmelitano di rimanere nel suo stato attuale, finché non si decida altrimenti". Decreto che lo salvò praticamente dalla soppressione.

  18. In seguito la data venne spostata al "16 luglio" per ricordare l’apparizione di Maria a San Simone Stock Nel ‘500 la festa - già diffusa in altre nazioni europee e nella stessa America - pur non perdendo la sua fisionomia primitiva di celebrazione di Maria Patrona, vide prevalere il carattere di "festa dell’abito",

  19. la festa del 16 luglio si è trasformata man mano fino a divenire nel 1606 "festa delle confraternite carmelitane". Tale festa, dapprima diffusasi spontaneamente in molte nazioni - ed anche nei riti mozarabico, caldeo, maronita, ambrosiano, greco-albanese -, nel 1726 venne estesa da Papa Benedetto XIII a tutta la Chiesa. Si tratta di una celebrazione che direttamente riguarda soltanto un Ordine religioso e quanti ad esso si aggregano per amore di Maria, alla quale l’Ordine è dedicato per mezzo del segno dello Scapolare. Tale segno è, insieme al rosario, il più diffuso nella pietà dei fedeli di tutto il mondo.

  20. La celebrazione della Madonna del Carmelo - quindi - è la festa dell’Ordine Carmelitano e di quanti sono uniti al Carmelo nel riconoscere Maria quale sorgente di ogni bene in Cristo, e quale modello evangelico nel vivere l’ideale della preghiera contemplativa. Contemporaneamente la festa predica la certezza di fede nell’aiuto di grazia di Maria. L’amore particolare e la fedele imitazione danno sicura speranza che Colei che ha l’ufficio di essere "Madre nell’ordine della grazia....ha cura dei fratelli del Figlio ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli ed affanni fino a che non siano introdotti nella patria beata" (LG. 61,62).

  21. LO SCAPOLARE Lo Scapolare è essenzialmente un "abito". Indica una striscia di stoffa che i monaci indossavano sopra l'abito religioso durante il lavoro manuale. Col tempo assunse un significato simbolico: quello di portare la croce di ogni giorno, come i discepoli e i seguaci di Gesù. In alcuni Ordini religiosi, come nel Carmelo, lo Scapolare divenne segno della loro identità e della loro vita. Per questo, chi lo riceve diventa membro della Famiglia Carmelitana, e si impegna a vivere la sua spiritualità con le caratteristiche del proprio stato di vita. Lo Scapolare o "abitino", infatti è l'abito in miniatura di questo Ordine, il quale per vivere "nello ossequio di Gesù Cristo" , ha scelto l'esperienza spirituale di familiarità con Maria, sorella, madre e modello.

  22. Lo Scapolare è, quindi, il segno sensibile, approvato dalla Chiesa, con il quale rendiamo manifesta la nostra consacrazione a Maria e i vincoli che ci legano a Lei. "Chi indossa lo Scapolare- come affermò esattamente Pio X - per mezzo di esso viene associato, in modo più o meno stretto, all'Ordine Carmelitano". Egli perciò deve sentirsi impegnato ad una speciale dedizione alla Vergine, al suo culto e alla sua imitazione: elementi essenziali di quella vocazione carmelitana di cui nella Chiesa lo Scapolare rende partecipi.

  23. "Per tutti coloro che lo indossano, lo Scapolare diventi - come disse ancora Pio XII – memoriale della Madonna, specchio di umiltà e di castità, breviario di modestia e di semplicità, eloquente espressione simbolica della preghiera d'invocazione dell'aiuto divino“ In tale ottica, anche il "segno" costituito dallo Scapolare ha il significato più autentico.  

  24. SIMBOLISMO BIBLICO Già nel Vecchio Testamento il vestito – e specialmente il manto – era simbolo dei benefici divini, della protezione dall’alto, della potenza trasmessa ad un inviato da Dio. Il vestito speciale di Giuseppe fu simbolo di predilezione (cf Gen 37,7); il mantello di Gionata regalato a Davide un simbolo di amicizia (1 Sam 18,4). In Isaia leggiamo: ”Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia” (61,10).

  25. Quando il profeta Elia fu rapito dalla terra, il suo mantello cadde sul suo discepolo Eliseo, trasmettendogli lo spirito del maestro (cf 2 Re 2,14 ss.) Nel Nuovo Testamento persino le frange del mantello di Gesù, toccate con fede, comunicano la sua potenza benefica (cf Mc 5,25 ss.) S. Paolo più di una volta rappresenta la vita in Cristo come un rivestirsi di Cristo (Rm 13,14; Gal 3,27); indossare gli stessi sentimenti di Gesù, cioè la vita di grazia filiale del cristiano, viene descritta con l’immagine delle vesti. L’abito religioso, del quale lo Scapolare è parte e simbolo, significa tutto questo.

  26. LE REGOLE Statuto delle confraternite Regolamento dei carmelitani Codice di diritto canonico Regolamento interno Statuto confraternita del carmine di Faggiano

  27. PRINCIPI FONDAMENTALI DELLE CONFRATERNITE DEL CARMINE La Confraternita dello Scapolare del Carmine è un’associazione di fedeli che, tendendo alla perfezione della carità nel mondo secondo lo spirito dell’Ordine Carmelitano, partecipa alla sua vita e alle grazie spirituali in un intima comunione di pensieri, ideali e opere con Maria. Per l’erezione di una Confraternita è competente il Moderatore supremo dell’Ordine, il consenso dato dal vescovo diocesano per l’erezione della casa religiosa, vale anche per l’erezione della Confraternita

  28. Invece per l’erezione in altre chiese e luoghi è necessario il consenso scritto del vescovo diocesano. Può ammettere alla Confraternita dello Scapolare del Carmine una persona autorizzataad agire nel nome dell’Ordine. L’ammissione alla Confraternita avviene secondo il Rito proprio approvato dalla Santa Sede, mediante l’imposizione dello Scapolare.

  29. Lo Scapolare Questo è composto da due pezzi di stoffa colore marrone o bruno, uniti assieme da due fettucce o cordoncini. Dell’ammissione deve far fede l’iscrizione del nome del fedele, e la data, nell’apposito libro. Può venire anche rilasciata un’attestazione con l’indicazione della Confraternita o della chiesa alla quale far riferimento.

  30. Ricevuto lo Scapolare, il fedele può liberamente sostituirlo con una medaglia, recante da una parte il Sacro Cuore di Gesù e dall’altra la Madonna. Sia la medaglia che lo Scapolare possono essere cambiati senza che intervenga una nuova benedizione. I membri della Confraternita porteranno sempre e devotamentelo Scapolare o la medaglia, come segno sensibile della loro appartenenza a Maria nella fraternità del Carmelo.

  31. I membri sono tenuti a dedicare abitualmente del tempo all’incontro con Dio nell’orazione, alla frequente partecipazione all’Eucaristia, alla recita quotidiana di qualche Ora della Liturgia, o di alcuni Salmi, o del Rosario, o di preghiere analoghe. • Per quanto è possibile avranno degli incontri periodici nei quali • alimenteranno il senso della fraternità, • la conoscenza dello spirito del Carmelo, • l’attenzione ai fratelli e alle sorelle in particolari necessità, • realizzando tutto in intima comunione con Maria.

  32. Possono acquistare l’indulgenza plenaria, alle solite condizioni nel giorno dell’ingresso nella Confraternita e nelle seguenti ricorrenze: Festa della B. V. Maria del Monte Carmelo (16 luglio), di San. Simone Stock (16 maggio), di S. Teresa di Gesù Bambino (1 ottobre), di S. Teresa di Gesù (15 ottobre), di tutti i Santi del Carmelo (14 novembre) e di S. Giovanni della Croce (14 dicembre). La celebrazione solenne della Confraternita è la Commemorazione della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo (16 luglio). I membri la celebreranno con intimi sentimenti di amore e di gratitudine verso Maria, rinnovando in tale giorno l’impegno del devoto servizio a lei, la fedeltà a Cristo e alla Chiesa, e affidando al cuore materno della Vergine l’intera Famiglia del Carmelo.

  33. STATUTO DELLE CONFRATERNITE DELLA DIOCESI DI TARANTO

  34. LE REGOLE Statuto delle confraternite Regolamento dei carmelitani Codice di diritto canonico Regolamento interno Statuto confraternita del carmine di Faggiano

  35. Obiettivi della Confraternita • perfezione della vita cristiana • sintonia tra la vita pratica e la professione di fede • accogliere e proclamare la verità di fede e di morale • realizzare la comunione fraterna • evangelizzare • promuove opere di carità fraterna • servire umilmente la Chiesa e non di servirsi della Chiesa

  36. ( ART. 5) DEVE COLLABORARE PER L’EDIFICAZIONE DEL REGNO DI DIO CON : • L’ORDINARIO DEL LUOGO • CON IL PARROCO • CON LE ALTRE CONFRATERNITE • CON GLI ORGANISMI DI PARTECIPAZIONE PASTORALE A LIVELLO PARROCCHIALE, VICARIALE, DIOCESANO

  37. (ART. 7) A chi è assoggettata La Confraternita è assoggettata alla giurisdizione, alla vigilanza ed alla superiore direzione dell'Ordinario Diocesano (can.305 e 315) ed è tenuta a prestare sempre obbedienza ai suoi orientamenti pastorali e alle disposizioni canoniche.

  38. A chi è assoggettata ORDINARIO PADRE SPIRITUALE (PARROCO)

  39. (Art. 8) L'Abito di Rito dei Confratelli • L'Abito di Rito della Confraternita del Carmine, è indossato solo dai Confratelli in quasi tutte le manifestazioni di culto esterno e interno e : • nella Processione della Madonna del Carmine, • nella Processione della Madonna del Rosario, • nella processione del Santo Patrono • nella Processione del Corpus Domini • nel Pellegrinaggio del Giovedì e Venerdì Santo, • nella processione dei Sacri Misteri (Venerdì Santo)

  40. Lo Scapolare E’ l'elemento significativamente più importante dell'Abito. Esso è il segno dell'appartenenza alla famiglia carmelitana e rappresenta visivamente l'impegno assunto dal Confratello, al momento dell'aggregazione, di vivere secondo i dettami evangelici e nella devozione per la Vergine Santissima. Lo scapolare, che tradizionalmente ha due facce che pendono davanti e da tergo.  Anche le Consorelle nelle manifestazioni di culto recano lo Scapolare, unico segno visivo per le donne, di appartenenza al Sodalizio. Lo Scapolare delle Consorelle reca su un lato lo stemma della Confraternita, sull'altro la riproduzione del quadro della Vergine.

  41. Altro elemento è la Corona del Santo Rosario. La Mozzetta è una mantellina color crema, con bottoni. L'elemento della Mozzetta è caratteristico dell'abbigliamento dei Pellegrini medievali e da lì deriva alle Confraternite contemporanee e dell'epoca successiva. Altri elementi derivano alla Confraternita dall'abito dei Pellegrini.

  42. Il Cappello e il Bordone erano considerate le Insegne del Pellegrino medievale. I Confratelli portano la testa coperta da con Cappuccio bianco. Per le funzioni della Settimana Santa, il Cappuccio è calato sul viso; due piccoli fori all'altezza degli occhi consentono una minima visuale. Per tutte le altre funzioni dell'Anno Liturgico, il Cappuccio è alzato sulla testa in modo da tenere il viso scoperto.

  43. La Confraternita non ha scopi di lucro ma persegue soltanto fini di religione e di culto promuove opere di carità fraterna.

  44. Cosa devono fare i confratelli

  45. (ART. 25) Gli associati sono tenuti a conoscere e ad osservare quanto previsto dallo Statuto e dal regolamento interno per la realizzazione dei fini della Confraternita

  46. (ART. 26) • I confratelli sono tenuti a: • Frequentare gli incontri di catechesi • Condurre una vita esemplarmente cristiana partecipando alla Santa Messa almeno la domenica e nei giorni festivi ed accostandosi assiduamente ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucarestia • Partecipare alle processioni obbligatorie • Visitare e soccorrere materialmente e spiritualmente i confratelli ammalati, anziani o soli. • ascoltare la Parola di Dio, • partecipare assiduamente alle celebrazioni liturgiche e religiose • favorire iniziative di catechesi per la formazione permanente

  47. …. Cosa devono fare i confratelli collaborare Con l'Ordinario Diocesano, con il parroco nel cui territorio opera la Confraternita, Con il clero, Con le altre Confraternite, con gli Organismi di pastorale, per l'edificazione del regno di Dio, offrendo il contributo della presenza e della operosità nelle attività pastorali ai vari livelli (parrocchiale, foraniale e diocesano)

  48. …. Cosa devono fare i confratelli compiere opere di misericordia spirituale e corporale verso i confratelli anziani,soli o malati (visite, viatico, funerali, sepoltura, ecc.) e verso le altre persone, in una visione cristiana della vita e della morte

  49. …. Cosa devono fare i confratelli attivare iniziative stabili o temporanee per una presenza significativa nella vita sociale contribuire alla crescita di una società più giusta con la creazione e animazione di opere caritative, culturali e spirituali.

  50. Gli organi sociali della Confraternita Assemblea Consulta Collegio dei revisori dei conti Consiglio

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