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Piano di Sviluppo forestale (2007-2013) Lino Zanichelli - Commissione Ambiente 14 settembre 2006

Piano di Sviluppo forestale (2007-2013) Lino Zanichelli - Commissione Ambiente 14 settembre 2006. Regione Emilia-Romagna Assessorato Ambiente e sviluppo sostenibile. LA CONSISTENZA DELLE RISORSE FORESTALI. * L’area forestale regionale è di 550.000 ettari

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Piano di Sviluppo forestale (2007-2013) Lino Zanichelli - Commissione Ambiente 14 settembre 2006

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  1. Piano di Sviluppo forestale (2007-2013)Lino Zanichelli - Commissione Ambiente14 settembre 2006 Regione Emilia-Romagna Assessorato Ambiente e sviluppo sostenibile

  2. LA CONSISTENZA DELLE RISORSE FORESTALI * L’area forestale regionale è di 550.000 ettari (il 25% dell’intero territorio, ma solo il 5% in pianura). * La metà dei boschi della nostra Regione ha attitudini produttive (il resto è su pendici molto acclivi o di scarso valore commerciale). * Foreste di proprietà pubblica, il 20% del totale (37.000 ha di proprietà regionale), contenuta ed inferiore a quella di altre regioni limitrofe. In gran parte fa parte delle Aree protette nazionali e regionali. * L’80% dei boschi è di proprietà privata, in gran parte di proprietari che non conducono direttamente l’azienda e che svolgono altre attività professionali. * Il 40% dei boschi presenti in Regione sono all’interno di aziende agricole attive.

  3. AREE PROTETTE • PARCHI. • 2 Nazionali (35.000 ettari) • 13 Regionali(113.048 ettari) • 14 Riserve (1.856 ettari) Totale 150.000 ettari di cui 80.000 di superficie boscata. • SIC 127 • ZPS 75 Per 256.866 circa 11% superficie • Emilia-Romagna

  4. Il 10% della superficie forestale regionale è gestita in base a Piani di Assestamento. * Circa 40 Consorzi forestali volontari tra produttori boschivi (costituitisi a seguito della legge regionale n. 30/81). * 29 sono i complessi forestali( riconducibili agli “usi civici”(presenti soprattutto in Emilia). * 30 milioni di euro/anno è il valore economico stimato della produzione legnosa (dati ISTAT). * La metà del legname prodotto è dato dai pioppeti specializzati, mentre la restante parte è utilizzata soprattutto come legna da ardere (in parte esportata anche nelle regioni limitrofe). * Da alcuni decenni i prelievi di legname dai boschi dell’Emilia-Romagna sono nettamente inferiori all’incremento annuo di massa legnosa prodotta.

  5. OCCUPAZIONE: Circa il 30% delle aziende agricole ( soprattutto in collina ed in montagna) ha al proprio interno dei boschi e, quindi, trae una parte, seppur minima, del proprio reddito anche dalla utilizzazione del bosco. Le giornate annue lavorate, stimate sulla base della massa legnosa prelevata, sono circa 140.000.(Dati Istat, sottostima) La Pioppicoltura: a fronte delle circa 1.500 aziende che gestiscono impianti specializzati, si è in presenza di un forte ricorso al contoterzismo.

  6. La cooperazione forestale Attualmente operano circa 50 imprese con 1.200 addetti che agiscono, nel caso delle aziende più solide e moderne, anche nel settore del verde pubblico e delle opere edili o per la difesa idrogeologica. E’ crescente la difficoltà a reperire la stessa manodopera per lo sviluppo del contoterzismo (lavoro nero, immigrati, sicurezza, turn-over,professionalità….).

  7. Normativa in materia forestale • D. Lgs. 18 maggio 2001, n. 227 “Modernizzazione del settore forestale” • Piano di Azione dell’Unione Europea per la gestione sostenibile delle foreste (15 giugno 2006) • L.R. 30/1981 (Legge forestale regionale) • Prescrizioni Regionali di Massima e di Polizia Forestale LE COMPETENZE NEL SETTORE FORESTALE 1) Attuazione degli interventi finanziati attraverso la L.R. 30/81: Province e Comunità Montane; 2) Gestione del Demanio Forestale Regionale: Aree protette, Province e Comunità Montane; 3) Attuazione degli interventi che sono stati finanziati con il PRSR 2000-2006: Province e Comunità Montane, Consorzi forestali e Privati;

  8. LA MULTIFUNZIONALITA’ DEL BOSCO • PRODUZIONE LEGNA (da opera, da ardere, ecc.); • BIODIVERSITA’ (habitat e specie selvatiche animali e vegetali); • IMMAGAZZINAMENTO DI CO2; • IDROGEOLOGICO (difesa del suolo); • IDRICO (immagazzinamento delle risorse idriche); • TURISTICO-RICREATIVO (prodotti sottobosco, escursionismo,….); • ESTETICO-PAESAGGISTICO

  9. L’andamento del prezzo legname tondo (1955-2005)CROLLO MERCATO LEGNAME DI QUALITA’ • 82% prezzo di macchiatico (276 > 52 euro/mc) Fonte: Prof. D. Pettenella

  10. L’andamento delle retribuzioni lorde (1955-2005) +400% settore agricolo+230% settore artigianato/industria Fonte: Prof. D. Pettenella

  11. PRINCIPALI FATTORI DELLA CRISI DEL MERCATO DEL LEGNAME • Competizione piantagioni specializzate; • Importazioni legname dall’estero a prezzi inferiori; • Sostituzione materiali da opera con altri materiali o prodotti ricostruiti (truciolari, lamellari, ecc.); • Delocalizzazione delle imprese di trasformazione. • Servizi erogati “senza prezzo” • Aree protette e siti della rete Natura 2000: occorrono strumenti di promozione e non solo le limitazioni. • Carbon sink: attualmente le foreste non rientrano nel mercato delle quote di CO2; • Risorse idriche: andrebbe valutato in termini finanziari e tariffari quanto erogare a favore della manutenzione delle foreste.

  12. UNA STRATEGIA PER LA FORESTAZIONE DEL FUTURO • 1. Sicurezza del territorio e regolazione del ciclo dell’acqua; • 2.Tutela della biodiversità e difesa dei cambiamenti climatici; • 3.La gestione dei prodotti e servizi forestali in aree montane per il sostegno delle economie; • 4.La valorizzazione delle varie funzioni produttive per conferire stabilità ed efficienza ai boschi.

  13. La Localizzazione delle strategie Occorre sviluppare strategie diversificate sul territorio: • Alta e media montagna: protezione idrogeologica e naturalistica. Forestazione per contrastare diminuzione della popolazione • Collina e bassa montagna: Sistema più variegato con cultura del castagno. Rischio abbandono cultura bosco e minaccia antropica. • Pianura: necessità di nuovi impianti per finalità multiple (corridoi, reti ecologiche, habitat, ecc.), ricostituzione dei boschi storici e qualità urbana.

  14. Metodo tariffario normalizzato • Nella proposta di nuovo sistema tariffario abbiamo affermato all’art.18: • “Gli oneri relativi agli eventuali interventi per la tutela della risorsa idrica nel territorio montano sono individuati all’interno di uno specifico accordo tra l’Agenzia d’ambito e la Provincia.”

  15. PROSPETTIVE DELLA POLITICA FORESTALE REGIONALE In base agli accordi di Kyoto e di Johannesburg, le foreste servono per: • immagazzinamento di CO2 per ridurre i cambiamenti climatici in atto; • conservazione della biodiversità; soprattutto nelle aree che si sono impoverite di naturalità (es. pianura); • contrastare la desertificazione, l’erosione dei suoli, a migliorare la stabilità dei versanti e a contribuire alla regolarizzazione dei deflussi idrici. Le foreste sono anche una componente importante dello sviluppo sostenibile e per radicare la presenza dell’uomo nelle aree montane, fornendo occasioni di lavoro e di reddito attraverso la produzione di legname, l’utilizzo dei prodotti del sottobosco, la fruizione turistico-ricreativa, per integrare il reddito delle aziende agricole.

  16. BIOMASSE A FINI ENERGETICI • AUTOCONSUMO: autonomia energetica delle aziende agro-forestali e dei proprietari boschivi; B) TELERISCALDAMENTO: reti di piccola e media taglia a cui i proprietari boschivi vendono il cippato; C) VENDITA ENERGIA: piccoli e medi impianti gestiti da imprese boschive che vendono l’energia prodotta.

  17. GLI STRUMENTI Per perseguire questi obiettivi, oltre alle risorse economiche pubbliche, è essenziale sviluppare azioni tra loro integrate: • Elevare il valore commerciale dei prodotti forestali, anche tramite moderni strumenti di marketing  (accorpamento e classificazione dei lotti in vendita, borse del legno, certificazione forestale, ecc.); • Rafforzare le forme di associazionismo tra proprietari forestali su aree molto estese (attualmente le proprietà coinvolte sono limitate nel numero e nella superficie); • Sostenere l’arboricoltura da legno; • Favorire l’aggiornamento professionale degli addetti; • Promuovere la divulgazione delle informazioni sulle esperienze più virtuose; • Realizzare nuovi impianti forestali nelle aree di pianura e collina per finalità multiple (ricostruzione di habitat, assorbimento di nitrati ed altri inquinanti, creazione di schermi visivi, costruzione di corridoi ecologici, miglioramento del paesaggio).

  18. RISORSE FINANZIARIE • Le risorse finanziarie pubbliche che sono state rese disponibili dal Piano Regionale di Sviluppo Rurale 2000-2006 per l’attuazione delle 5 Azioni previste per la Forestazione, sono ammontate complessivamente a 26.000.000 euro. • A queste vanno aggiunte le risorse regionali annuali destinate a finanziare la forestazione pubblica e privata, la gestione del Demanio Forestale regionale, i programmi di ricerca, ecc. per un totale di 2.500.000 euro.

  19. IL NUOVO PIANO DI SVILUPPO RURALE 2007-2013:IL RUOLO DELLA FORESTAZIONE REGOLAMENTO (CE) n. 1698 del 20 settembre 2005 • Il regolamento ha una caratterizzazione fortemente ambientale, le azioni sono suddivise in 3 assi principali: • 1 Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale; • 2 Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale; • 3 Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale.

  20. PFR e PSR, compagni di viaggio • Il Piano Forestale è necessario all'Unione Europea per verificare la coerenza tra le azioni e le misure in campo forestale che verranno proposte dalla Regione all'interno del nuovo Programma Regionale di Sviluppo Rurale 2007-2013 e la programmazione Regionale in questo settore. • Pertanto il nuovo Piano di Sviluppo del settore Forestale dovrà essere approvato in sintonia temporale con il nuovo PRSR. • Si è inoltre scelto di dare al Piano una durata di validità pari a quella del PRSR, e cioè 2007-2013, per determinare il massimo di coerenza e di sinergia tra i due strumenti. • Gruppo di lavoro misto Regione – UPI – Uncem. Documento in fase di elaborazione e confronto con sistema locale.

  21. LE NUOVE PROPOSTEDELLE MISURE FORESTALIE DELLA RETE NATURA 2000 Asse 1 • Interventi forestali produttivi. Asse 2 • Interventi forestali non produttivi; • Interventi per la riduzione del rischio incendi boschivi; • Indennità Natura 2000 (forestali e non forestali); • Indennità per interventi silvo-ambientali; • Imboschimento delle superfici agricole e non agricole. Asse 3 • Azioni per la conservazione dei siti della rete Natura 2000 (SIC-ZPS).

  22. Asse 1) Interventi forestali produttivi Servizi di consulenza alla gestione aziendale Servizio di assistenza tecnica (per 5 anni) Attrezzature per le lavorazioni in bosco e prima trasformazione (30% - 40%) Imprenditori agroforestali (aziende agricole, consorzi , cooperative) Infrastrutture viarie, sistemazioni idraulico-forestali microimpianti aziendali a biomassa Certificazione forestale e associazionismo • Interventi forestali: • conversioni di boschi cedui in alto fusto • diradamento di impianti artificiali di conifere • miglioramento nei boschi di castagno: trasformazioni di boschi cedui in castagneti da frutto, interventi fitosanitari

  23. Asse 2) Interventi forestali non produttivi Interventi per potenziare la multifunzionalità dei boschi Miglioramenti forestali Interventi negli habitat forestali siti Sic e Zps Manutenzioni interventi storici di sistemazione idraulico-forestale Province Comunità Montane Enti Parco Interventi per lo sviluppo equilibrato della fauna selvatica Interventi per la regolamentazione del ciclo idrologico Interventi di manutenzione dei boschi artificiali Aree interessate: proprietà comunali, collettive, private Impegno 10 anni Contributo 80% Interventi di ingegneria naturalistica Interventi minori intesi a valorizzare in termini di pubblica utilità le foreste e i boschi e a mantenere lo stato di salute e la vitalità dell'ecosistema forestale

  24. Asse 2) Interventi per la riduzione del rischio incendi boschivi Interventi di selvicolturali nei boschi di conifere (diradamenti) Province Comunità Montane Enti Parco Interventi di manutenzione della viabilità di accesso ai boschi a rischio di incendio Aree interessate Aree classificate a medio e alto rischio incendio Impegno 10 anni Contributo 80%

  25. Asse 2) Indennità Natura 2000 (forestali) • Per limitazioni all’utilizzo economico dei boschi e per la realizzazione di interventi selvicolturali con modalità operative più onerose conseguenti alle prescrizioni contenute nelle valutazioni di incidenza: • Divieto di utilizzazione parziale o totale dei boschi • Limitazione del periodo di esecuzione degli interventi • Modalità particolari di esbosco • Altre limitazioni alla normale utilizzazione dei boschi Proprietari boschivi ed altri soggetti gestori di foreste Aree interessate Siti della Rete Natura 2000 (Sic-Zps) Contributo 40-200 €/ha/anno

  26. Asse 2) Indennità silvo-ambientali • Per l’assunzione di impegni gestionali specifici nei boschi attraverso azioni attive o passive finalizzati al miglioramento o alla conservazione di boschi di elevato valore ambientale: • Realizzazione di interventi manutenzione straordinaria • Interventi conservativi di specie e piante di elevato valore ambientale • Modalità particolari di esbosco • Mantenimento di aree forestali quali aree idonee alla raccolta del seme Proprietari boschivi ed altri soggetti gestori di foreste Aree interessate Intero territorio regionale Siti della Rete Natura 2000 (Sic-Zps) Contributo 40-200 €/ha/anno

  27. Asse 2) - Imboschimento delle superfici agricole e non agricole Rimboschimenti da attuarsi prevalentemente in territori di pianura e fondovalle (es. aree direttiva 2000/60/CE): Boschi periurbani (soggetti a fruizione pubblica) Boschi perifluviali (direttiva acque) Boschi per immagazzinamento carbonio (carbon sink) Boschi per costruzione e ampliamento rete ecologica Impianti forestali per il filtraggio degli inquinanti Proprietari di terreni privati e pubblici Impianti forestali a ciclo medio corto per la produzione di legname di pregio o biomassa Aree interessate Aree idonee al rimboschimento per motivi ambientali Impegno variabile in funzione delle tipologie di impianto Contributo 70- 80% dei costi impianto + perdita reddito 15 anni

  28. Asse 3) Azioni per la conservazione dei siti della rete Natura 2000 (SIC-ZPS) • Azione a) predisposizione di indirizzi gestionali e redazione piani di protezione e gestione: • analisi dei fattori di rischio degli habitat e delle specie nelle aree SIC-ZPS; • analisi territoriale e individuazione delle aree particolarmente sensibili; • analisi dei dati disponibili per ciascuna area o specie; • individuazione delle attività antropiche critiche; • individuazione delle misure ed azioni da intraprendere per la salvaguardia degli habitat e delle specie; • Individuazione delle aree rappresentative per il monitoraggio dell’efficacia delle azioni poste in essere • Azione b) realizzazione di un sistema informativo per il monitoraggio: • Progettazione • attuazione-costruzione rete di monitoraggio • analisi e condivisione dei dati sulla rete informativa della RER • gestione degli aggiornamenti periodici Regione Province Comunità Montane Enti Parco • Azione c) aggiornamento banche dati forestali: • aggiornamento carta forestale con particolare riguardo alle cenosi di particolare interesse ambientale; • costruzione di una banca dati delle procedure autorizzative per la valutazione di incidenza e integrazione con le banche dati forestali (es. PMPF, carta forestale, carta habitat) Aree interessate: Intero territorio regionale Contributo: 100%

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