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UN SERVIZIO SOCIALE UNICO IN OGNI ZONA SOCIOSANITARIA

UN SERVIZIO SOCIALE UNICO IN OGNI ZONA SOCIOSANITARIA. Patrizia Castellucci e Donatella Frullano Firenze 12 ottobre 2012. UN SERVIZIO SOCIALE UNICO IN OGNI ZONA SOCIOSANITARIA. S.

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UN SERVIZIO SOCIALE UNICO IN OGNI ZONA SOCIOSANITARIA

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Presentation Transcript


  1. UN SERVIZIO SOCIALE UNICO IN OGNI ZONA SOCIOSANITARIA Patrizia Castellucci e Donatella Frullano Firenze 12 ottobre 2012

  2. UN SERVIZIO SOCIALE UNICO IN OGNI ZONA SOCIOSANITARIA S L’esperienza di Arezzo: il servizio sociale unico si colloca nell’ambito della zona socio sanitaria aretina ma riguarda al momento solo il Comune di Arezzo Il processo di integrazione dei due servizi sociali inizia nel 2006: la direzione dei servizi sociali della ASL8 insieme alla direzione del Comune di Arezzo costituisce formalmente un Gruppo tecnico composto dal direttore dei servizi sociali dell’Azienda, il dirigente del servizio sociale del Comune di Arezzo e due assistenti sociali rispettivamente del comune e della asl Compito del gruppo l’analisi e lo studio delle criticità attuali e la proposta di un nuovo modello organizzativo da realizzare nel territorio

  3. UN SERVIZIO SOCIALE UNICO IN OGNI ZONA SOCIOSANITARIA A luglio 2007 la Giunta del Comune di Arezzo e la ASL deliberano la proposta del Gruppo tecnico sul servizio sociale integrato utilizzando la forma giuridica dell’Accordo di Programma L’Accordo individua le condizioni essenziali per la realizzazione dell’integrazione fra i due servizi sociali: • L’ unicità del percorso di presa in carico della persona • L’unicità del coordinamento professionale degli assistenti sociali affidato al coordinatore sociale di zona • L’individuazione delle sedi comuni in cui operare • L’individuazione di aree omogenee di intervento cui assegnare il personale • La predisposizione di protocolli operativi per ciascun ambito tematico da realizzare con il coinvolgimento di tutte le Unità funzionali dell’Azienda ed i Servizi del Comune

  4. AMBITI DI INTERVENTO Gli ambiti di intervento sono: • Sostegno alla persona anziana autosufficiente e non autosufficiente • Sostegno alla persona disabile in età evolutiva e in età adulta • Tutela della salute delle persone socialmente fragili • Tutela del minore e del suo nucleo familiare • Prevenzione e cura delle condotte delle dipendenze • Tutela della salute mentale infanzia, adolescenza e adulti In questi ambiti tematici lavorano complessivamente e in cinque sedi distribuite sul Territorio, venticinque assistenti sociali

  5. PROCESSO DI PRESA IN CARICO • L’unicità della presa in carico integrata si realizza nella gestione in modo globale dell’intero percorso partendo dall’analisi della domanda, alla definizione del problema, alla predisposizione del progetto personalizzato di intervento per la cui attuazione possono essere attivate tutte le risorse necessarie al raggiungimento degli obiettivi individuati. • La presa in carico è garantita dall’assistente sociale che opera nell’ambito di intervento di riferimento per il problema e prescinde dalla sua appartenenza al Comune o alla ASL

  6. I PROTOCOLLI OPERATIVI • Nel corso del 2008 sono stati costituiti gruppi di professionisti con il compito di elaborare, con modalità condivise, protocolli operativi e procedure d’integrazione per definire le attività sociali che necessitano di essere integrate con i servizi e le strutture sanitarie (Ser.T, Unità Funzionale Salute Mentale Adulti e Infanzia, GOIF, Unità Funzionale Cure Primarie, Presidi ospedalieri..) • Obiettivo dei Gruppi: ricomporre il percorso di presa in carico in un processo che garantisca il rispetto della globalità della persona che si traduce nella identificazione di un chiaro livello di sintesi e di regia che costituisca il terminale di coordinamento delle attività socio sanitarie e socio assistenziali territoriali

  7. PUNTI DI FORZA DEL SERVIZIO SOCIALE UNICO • Il “gruppo” degli assistenti sociali che promuove collaborazione e integrazione sulla base di stima e fiducia reciproca • L’approfondimento e analisi dell’approccio metodologico nelle singole aree tematiche per condividere e consolidare prassi operative • Il coordinamento professionale che promuove il confronto e mira a rendere omogeneo l’azione professionale nelle varie aree tematiche, nel rispetto della centralità della persona • La formazione congiunta per approfondire e acquisire competenze e strumenti di lavoro comuni • Maggiore consapevolezza dell’agire professionale alla luce della partecipazione ai processi di programmazione • L’appropriatezza dell’intervento, esito di una presa in carico globale ed integrata

  8. PUNTI DI DEBOLEZZA DEL SERVIZIO SOCIALE UNICO • Le procedure informatiche ancora separate • Le procedure amministrative che autorizzano le prestazioni economiche e socio assistenziali • La mancanza di un budget unico costituito da risorse economiche e servizi dell’Azienda e del Comune • La definizione dei ruoli e funzioni di responsabilità afferenti all’organizzazione del servizio • Il processo di integrazione non esteso a tutti i comuni della Zona Socio Sanitaria

  9. Grazie per l’attenzione

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