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Fisica e Beni Culturali

Fisica e Beni Culturali.

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Fisica e Beni Culturali

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Presentation Transcript


  1. Fisica e Beni Culturali Lo scopo delle analisi scientifiche, in generale, nel campo dei Beni Culturali non è diretto solo alla tutela, alla conservazione, al restauro, che ovviamente sono di prioritaria importanza, ma esse assolvono anche allo scopo di fornire gli elementi di caratterizzazione materica che integrano i dati dell’analisi storico-stilistica e che possono prescindere del tutto da scopi di conservazione e di restauro.

  2. Cos’è l’Archeometria? E’ l’area delle applicazioni delle discipline scientifiche, inclusa la Fisica, che hanno come oggetto le misure riferite a oggetti antichi. In particolare, ma non esclusivamente, le datazioni. I metodi di analisi fisiche devono essere non distruttivi e perciò sono importanti alcuni metodi di fisica atomica (ion beam analysis) e nella totalità i metodi della Fisica nucleare.

  3. Rappresentazione delle transizioni elettroniche XRF

  4. PIXE XRF

  5. Università degli Studi di Milano - Istituto di Fisica Generale Applicata

  6. Università degli Studi di Milano - Istituto di Fisica Generale Applicata PIXE: ceramics analysis

  7. Università degli Studi di Milano - Istituto di Fisica Generale Applicata PIXE: external proton beam

  8. Università degli Studi di Milano - Istituto di Fisica Generale Applicata XRF SET UP

  9. Università degli Studi di Milano - Istituto di Fisica Generale Applicata

  10. Università degli Studi di Milano - Istituto di Fisica Generale Applicata

  11. Università degli Studi di Milano - Istituto di Fisica Generale Applicata NUCLEAR METHODS APPLIED TO CULTURAL HERITAGE International Conference Roma-Venezia, May 24 –29 1973

  12. 2÷3 mm gABSORPTION NAA 5÷10 μ SEM XRF PIXE PIGE NRA RBS PAA 100÷150 μ R/C (BINARY ALLOYS) 300÷400 μ PAA IBA

  13. Alcune applicazioni della tecnica PIXE nel campo dei Beni Culturali Materiale didattico ricevuto dal Prof. Mandò dell’Università degli Studi di Firenze

  14. Analisi di materiali - COME? • analisi chimica • spettrometrie nel visibile, I.R., U.V. • tecniche “nucleari”: tecniche di attivazione (con neutroni o particelle cariche) fluorescenza X (XRF) • Ion Beam Analysis(PIXE, PIGE, NRA, RBS, ....)

  15. Tecniche di Ion Beam Analysis • insieme di metodologie della fisica nucleare, basate sull’uso di piccoli acceleratori di particelle • estremamente efficaci per determinare la composizione di un qualsiasi campione

  16. rivelatore radiazione caratteristica segnali spettro di energie fascio di particelle campione Ion Beam Analysis (IBA)

  17. Ion Beam Analysis • quantitativa, multi-elementale • molto sensibile  veloce, basse correnti difascio  non distruttiva • analisi di superficie (15-20 mm tipicamente) • micro-analisi • fasci esterni

  18. Principio dell’analisi PIXE • le energie degli elettroni nei diversi livelli atomici sono caratteristiche di ciascuna specie atomica • dunque, anche le differenze tra di esse, cioè le energie dei raggi X, sono caratteristiche della specie atomica da cui sono emessi • la rivelazione e classificazione delle energie X permette di identificare e quantificare i differenti elementi presenti nel campione-bersaglio del fascio

  19. Analisi di composizione di qualunque materiale possa interessare

  20. Analisi di miniature

  21. Analisi di inchiostri in manoscritti di interesse storico

  22. Miniatura inizio XII secolo

  23. Miniatura inizio XII secolo

  24. Miniatura fine XII secolo

  25. Miniatura da una Bibbia del XIII secolo

  26. Frontespizio Pl.16,22 (XV secolo)

  27. Misure con PIXE-esterno sui manoscritti -tempere blu • uso esteso del lapislazzulo fin dal secolo XII • probabilmente il carattere “sacro” del contenuto dei testi implicava l’uso di un materiale prezioso, indipendentemente dal valore artistico della decorazione • il carattere quantitativo delle misure consente una differenziazione fra i differenti tipi di lapislazzulo

  28. Esempi di spettri PIXE(pigmenti di miniature)

  29. Note di spesa nelMs.Gal.26

  30. Il riordino cronologico delle note manoscritte sul moto è della massima importanza per la Storia della Scienza • per ricostruire l’evoluzione del pensiero di Galileo • per correlarlo agli eventi della sua vita • e allo sviluppo parallelo del pensiero scientifico nel mondo della cultura europea del suo tempo

  31. Misura della composizione degli inchiostri - Obbiettivi • confronto della composizione con ricette antiche scarsa documentazione storica terminologia ambigua e qualitativa • indagine sugli effetti del restauro delle carte • discriminazione fra inchiostri diversi per attribuzioni o datazioni indirette

  32. Inchiostri antichi • inchiostri di nerofumo (non analizzabili con PIXE) • inchiostri metallo-gallici miscele di vetrioli (solfati di ferro e altri metalli, che spesso ne contengono diversi in quantità rivelabili) con tannini (essenze vegetali estratte dalle noci di galla)

  33. Caratterizzazione PIXEdegli inchiostri metallo-gallici • i parametri caratterizzanti più utili sono i rapporti fra le quantità dei diversi metalli • le quantità relative di Fe, Ni, Cu, Zn, Pb possono variare di molto fra inchiostro e inchiostro

  34. Esempi di spettri X di inchiostri differenti

  35. Principi dell’analisi RBS (Rutherford Back Scattering) In una collisione elastica di una particella del fascio con un nucleo del bersaglio la particella viene deflessa Per collisioni all’ indietro con nuclei di una data massa M, l’energia della particella retrodiffusa è tanto più piccola quanto maggiore è la massa del nucleo urtato

  36. Analisi RBS

  37. Prima di subire una collisione con un nucleo, le particelle del fascio penetrano nel bersaglio perdendo progressivamente energia a causa delle interazioni con gli elettroni. Anche dopo l’urto, la particella retrodiffusa perde energia prima di “uscire” all’indietro verso il rivelatore l’energia misurata di una particella diffusa dipende dunque anche dalla profondità alla quale è avvenuta la collisione IN CONCLUSIONE lo spettro di energia delle particelle diffuse fornisce informazioni sulla composizione del bersaglio e sulla distribuzione degli elementi in funzione della profondità

  38. Esempio di spettro RBS (simulazione)protoni 3 MeV su un target infinitamente sottile con elementi variq = 170°, risoluzione rivelatore (irrealistica) 1 keV FWHM Si noti (C, Si, S, Ca, Fe, Cu) la rivelazione dei diversi isotopi dello stesso elemento

  39. Simulazione di spettro RBS ottenuto con alfa da 3 MeV su un campione spesso • Bulk di Cu ricoperto con doratura di 1 mm di spessore • = 170°, risoluzione 15 keV FWHM Dalla larghezza del “picco” dell’oro si determina lo spessore della doratura (in quanto il dE/dx è noto)

  40. Simulazione di spettro RBS ottenuto con alfa da 3 MeV su un campione spesso • Carta spessa con strato di FeSO4 in superficie, di 2 mm di spessore • = 170°, risoluzione 15 keV FWHM Si noti il contributo dell’ossigeno allo spettro, che deriva sia dall’ossigeno nel solfato (in superficie) che da quello nella cellulosa della carta.

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