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Tecniche di memorizzazione

Tecniche di memorizzazione. Regione Toscana. Obiettivi del corso. Il corso di propone di fornire strumenti, tecniche e metodi utili per: Comprendere il funzionamento della memoria e imparare a gestirla; Potenziare il ricordo a medio-lungo termine;

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Tecniche di memorizzazione

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Presentation Transcript


  1. Tecniche di memorizzazione Regione Toscana

  2. Obiettivi del corso • Il corso di propone di fornire strumenti, tecniche e metodi utili per: • Comprendere il funzionamento della memoria e imparare a gestirla; • Potenziare il ricordo a medio-lungo termine; • Organizzare le informazioni con metodo al fine di fissarle nella mente con più efficacia; • Diminuire il livello di stress fisico e mentale dovuto alla fatica di ricordare le informazioni, i visi, i numeri di telefono, etc; • Sviluppare agilità e prontezza mentale nel superare temporanei blocchi di memoria.

  3. La memoria La memoria è il fenomeno più straordinario di tutto il mondo naturale. Richard F. Thompson “II cervello”

  4. La memoria: come funziona Memoria sensitiva 25% Memoria primaria (a breve termine) Memoria secondaria (a lungo termine) Le informazioni che raccogliamo durante la nostra vita vengono raccolte in tre “depositi” differenti a seconda della durata del ricordo: La memoria sensitiva La memoria a breve termine La memoria a lungo termine

  5. La memoria: come funziona Chi decide cosa si ricorda? L'ippocampo (parte del sistema limbico, cioè della zona del cervello deputata a gestire le emozioni) regola i comportamenti relativi ai bisogni primari per la sopravvivenza dell'individuo e della specie: il mangiare, il bere, il procurarsi cibo e le relazioni sessuali nonché, per una specie evoluta come l'uomo, l'interpretazioni dei segnali provenienti dagli altri e dall'ambiente. Poiché l'ippocampo si occupa della funzione di selezionare le informazioni da trasferire nella memoria secondaria, ne deriva che l'apprendimento e l'oblio sono notevolmente influenzate dalle emozioni positive e negative.

  6. La catena della memoria Necessità e interesse Motivazione Attenzione Concentrazione Organizzazione

  7. La memoria: come funziona La nostra mente memorizza i dati non come se fossero una fotografia (memoria seriale), ma attraverso associazioni (memoria associativa). È perciò possibile che richiamare i ricordi nonostante manchino alcune informazioni che li compongono. In questo caso il ricordo sarà completo ma sfuocato. Memoria associativa Memoria seriale Dati completi Dati completi Dati incompleti Dati incompleti

  8. La memoria: come funziona Attenzione: La capacità della memoria a breve termine è limitata: se un'informazione non viene ripetuta con sufficiente frequenza, scompare, o meglio viene sostituita da un’informazione nuova. La memoria a lungo termine si considera essere virtualmente illimitata, ma la riattivazione di un'informazione può essere impedita dall'incompletezza delle associazioni necessarie alla sua identificazione.

  9. La memoria: come funziona La memoria sensoriale: si intende la fase del processo percettivo durante la quale le informazioni provenienti dagli organi di senso vengono trattenute, analizzate e riconosciute. Le più recenti classificazioni concordano nel suddividere la memoria in tre componenti separate: La memoria a breve termine: viene definita come la memoria che trattiene una quantità limitata di informazioni per un breve periodo di tempo (pochi secondi). Dal punto di vista neurofisiologico la M.B.T. è associata ad una attivazione elettrica di alcuni neuroni , senza modificazioni durature. La memoria a lungo termine: è considerata come un magazzino dove vengono raccolti per un periodo di tempo più lungo le informazioni. Con il trascorrere del tempo (ore, giorni, mesi), parte delle informazioni si estingue, parte si consolida e diviene memoria permanente. La memoria a lungo termine implica la creazione di nuove connessioni tra i neuroni del cervello, grazie all'attivazione della produzione di Rna e specifiche proteine.

  10. La memoria: come funziona La memoria sensoriale o percettiva: intensa, ma di breve durata legata ai 5 sensi. Es.: quando cammino per la strada, vedo una quantità di "cose" che rimangono impresse nella mia memoria un tempo brevissimo, subito sostituite da altre. Le più recenti classificazioni concordano nel suddividere la memoria in tre componenti separate: La memoria a breve termine: è come una lavagna su cui si possono scrivere da 4 a 7 voci o concetti indipendenti per volta Es.: se ascolto in modo distratto una lezione che non mi interessa, anche se comprendo tutto lì per lì, le informazioni resteranno impresse nella mia memoria soltanto per pochi secondi. La memoria a lungo termine: richiede una registrazione cosciente di una informazione significativa Es.: quando studio concetti che voglio memorizzare, cercherò di organizzarli in qualche modo e di connetterli con quello che già so; forse li ripeterò più volte, in modo da trattenerli il più a lungo possibile.

  11. La memoria: come funziona Il vasto archivio di informazioni acquisite e consolidate nel magazzino a lungo termine viene suddiviso in due sottoarchivi: la memoriadichiarativa esplicita , che contiene informazioni (conoscenze culturali ed eventi) che possono essere rievocate consapevolmente; la memorianon dichiarativa o implicita (procedurale), che contiene apprendimenti che si svolgono in modo automatico (es.: movimenti necessari per la guida, per andare in bicicletta, per suonare uno strumento, etc)

  12. Diversi tipi di memoria Esistono varie memorie specializzate più o meno sviluppate a seconda degli individui • La memoria visiva o fotografica (ricordi le pagine del libro, le figure, i grafici, un luogo?) • La memoria per i numeri o per i nomi (ricordi facilmente i numeri del telefono o i nomi delle persone?) • La memoria che si basa sulle organizzazioni di tipo logico • La memoria che si basa su associazioni di qualunque tipo, utilizzate dalla mnemotecniche (tecniche per rafforzare la memoria).

  13. Perché dimentichiamo? • Una prima teoria dice che dimentichiamo quando la traccia mnemonica (il nostro ricordo) svanisce, così come si cancella una striscia sulla sabbia • Una seconda teoria, detta dell’interferenza, sostiene che noi dimentichiamo perché altro materiale, appreso successivamente (ma anche in concomitanza) interferisce con il primo in maniera retroattiva (la nuova informazione sostituisce quella vecchia) o in maniera proattiva (la vecchia informazione ricompare inibendo quella più recente)

  14. Perché dimentichiamo? • Una prima teoria dice che dimentichiamo quando la traccia mnemonica (il nostro ricordo) svanisce, così come si cancella una striscia sulla sabbia • Una seconda teoria, detta dell’interferenza, sostiene che noi dimentichiamo perché altro materiale, appreso successivamente (ma anche in concomitanza) interferisce con il primo

  15. Le 4 fasi dell’apprendimento Acquisizione, ovvero la presa di coscienza degli argomenti tramite l’ascolto o la lettura. Quante volte ci è capitato, a causa della distrazione, di non riuscire a seguire con attenzione un discorso, perdendone le parti essenziali? Oppure quante volte ci è capitato di leggere un testo e dopo qualche minuto accorgerci che mentre l’occhio continuava ad avanzare la nostra mente in realtà stava pensando a tutt’altro? Comprensione, non possiamo ovviamente passare alla memorizzazione se prima non siamo certi di aver compreso pienamente i concetti e i dettagli espressi nel testo o nel discorso. Organizzazione, ovvero ordinare ed impostare le informazioni in modo da poterle studiare ed imparare. Ciò fa appello ad una buona capacità di sintesi. Anche qui emergono alcune difficoltà, come il problema del prendere appunti quando in una lezione non si conosce approfonditamente l’argomento trattato e l’esposizione è troppo veloce; come la sottolineatura, che dopo qualche pagina si trasforma in una linea interminabile che invece di evidenziare solamente i concetti principali ricalca tutto il testo, od infine come la difficoltà a sintetizzare o schematizzare efficacemente un argomento. Ritenzione, ossia della memorizzazione a medio o lungo termine del frutto delle tre fasi precedenti. In questa fase vengono utilizzate le mnemotecniche, vere e proprie strategie che permettono di memorizzare in modo efficace e duraturo qualunque tipo di dato od informazione.

  16. Le mnemotecniche Lemnemotecniche sono tecniche che, facendo leva sui normali meccanismi di funzionamento della mente umana, permettono di accrescere e di rendere più duraturi i ricordi. Principalmente utilizzano il ricorso a immagini e storie, al paradosso e all’inverosimile.

  17. PAV • Il PAV(PARADOSSO AZIONE VIVIDA) è una delle tecniche di memoria più importanti, se non la più importante. • Consiste nell’associare ad un determinato elemento sia esso numerico, letterale, concettuale e via discorrendo UN PARADOSSO trasformando l’elemento in un’AZIONE, movimentata, VIVIDA. • Ciò genera un’emozione che si comporta come una sorta di appiglio mentale a cui aggrapparci quando vogliamo cercare un informazione già memorizzata. • Evitare le associazioni troppo logiche, • L’azione deve essere movimentata, ma non esageratamente. Nel caso vi siano molte cose da dover ricordare con un unico paradosso, si rischia di trascurare, e conseguentemente, di non ricordare qualcosa che può essere importante; • Se si incorre in un oggetto che possa essere facilmente confuso, bisogna legare ad esso qualcos’altro che lo identifichi meglio.

  18. La tecnica dei “loci” • Marco Tullio Cicerone, il celebre oratore romano, nel suo “De Oratore” affermava che nella memoria si fissano meglio le immagini provenienti dai sensi ed in particolar modo quelle che si presentano alla vista. Occorreva dunque aggiungere o associare ai dati, un elemento visivo, possibilmente un “luogo”. • Per una corretta attuazione della tecnica dei loci sono necessari dei luoghi che abbaiano le seguenti caratteristiche: • I luoghi devono essere posti a distanza ridotta e costante tra loro. • Devono essere numerosi. • Devono essere chiaramente definiti. • Le immagini dovranno essere inoltre dotate di un elevato grado di rappresentatività, e tali da catturare al momento del ricordo l’attenzione con rapidità.

  19. La tecnica delle stanze • La tecnica delle stanze è una forma perfezionata della tecnica dei “loci”, in questo caso però, al posto di fare riferimento a luoghi immaginari o legati per associazione alle cose da ricordare, si utilizzerà invece un luogo ben conosciuto (es.: casa, azienda, etc). • I mobili, le suppellettili, gli arredamenti vari presenti all’interno delle stanze saranno associati ai vari elementi da ricordare, in base a connessioni logiche o associative. • Scegliete un ambiente noto, che conoscete a fondo • Percorrete questo ambiente più volte, osservando attentamente tutti gli elementi che ne fanno parte • Suddividete ciò che dovete ricordare in sequenze significative, legate tra loro • Collegate ognuna di queste sequenze ad elementi dell’arredamento e della composizione delle stanze, come se li vedeste passandoci a fianco

  20. Parole-perno Quando si legge un libro, si ascolta una canzone, si assiste ad un dibattito è facile ricordare alcune parole chiave, o parole perno, delle frasi. Più difficile invece è ricordare l’intera frase. Una tecnica utile per imparare a memoria le poesie, o alcuni brani di romanzi o libri, è quello di ricordare, anche attraverso l’utilizzo ad altre tecniche, le prime parole (o comunque le più significative) di ogni capoverso. In questo modo, il naturale criterio associativo attraverso il quale funziona il nostro cervello, recupererà le parole che seguono in maniera più semplice.

  21. Conversione fonetica di Leibniz La conversione fonetica di Leibniz è una tecnica utile per memorizzare numeri. Si basa sul presupposto che i numeri sono più difficilmente memorizzabili rispetto alle parole o alle frasi (pensate con quanta facilità vi ricordate di una filastrocca da bambini rispetto alle date storiche). I numeri vengono convertiti in consonanti, con le quali, aggiungendo delle vocali è possibile trasformarle in parole (o in frasi nel caso di sequenze piuttosto lunghe), così da renderli più facilmente memorizzabili. È poi possibile associare altre tecniche a questa (per esempio la PAV)

  22. Conversione fonetica di Leibniz

  23. Alfabeto fonetico Così come per i numeri, anche le formule risultano a volte particolarmente difficili da ricordare, perché uniscono alla difficoltà dei numeri anche l’introduzione di lettere. Una tecnica utile in questo caso è quella dell’alfabeto fonetico. Consiste nell’associare ad ogni lettera dell’alfabeto una parola che suoni in maniera simile (utilizzando, per esempio gli alfabetieri che vengono utilizzati per insegnare l’alfabeto ai bambini) per poi costruire frasi o storie che comprendano le parole utilizzate. In questo modo, unito al metodo della conversione fonetica, saremo in grado di memorizzare qualsiasi formula in pochissimo tempo.

  24. Sequenze di figure Il modo più naturale per ricordare le sequenze di figure è quello dell’associazione mentale. È necessario immaginare delle storie (anche utilizzando a supporto la tecnica PAV) nelle quali introdurre le figure e le immagini da ricordare in sequenza. Infatti, un’associazione è molto più semplice da ricordare anche perché desta in noi un’emozione che può essere creata con un’associazione ridicola, assurda, movimentata o sproporzionata. Occorrono delle associazioni molto precise per distinguere due informazioni simili, ma sostanzialmente diverse: ad esempio, TAVOLO è diverso da SCRIVANIA, anche se la forma è simile. Se vogliamo ad esempio ricordare una sequenza di fiori, è chiaro che potremmo immaginare di essere da un fioraio o in un prato fiorito e così via.

  25. Schedario mentale • Come già detto, dato che la mente è in grado di elaborare facilmente le immagini, il nostro schedario mentale, ovviamente virtuale, sarà composto da immagini che sono convertibili in un numero che ne determina la posizione tramite il codice di conversione all’interno dello stesso schedario; cosicché, dato un certo numero, lo si converte in immagine e la si fissa mentalmente, associando ad essa un preciso riferimento in memoria. Lo schedario andrà quindi appreso con estrema precisione ed usato con scioltezza e velocità. • Occorre tuttavia tenere presente che: • Vi dev’essere un’unica immagine per ogni scheda per non confondersi al momento del richiamo; • Che tale immagine non deve accavallarsi con le altre immagini di riferimento già esistenti; • Deve essere vivida e familiare per non creare rallentamenti nella sua ricostruzione (dopo un po’ di esercizio tale ricostruzione sarà comunque lampante).

  26. Tecniche per memorizzare articoli e testi scritti PQ4R Preview: scorrere in modo preliminare il capitolo per determinare i principali argomenti trattati, individuare le sezioni di cui è composto ed esaminare le figure e i grafici. Le quattro fasi successive andranno applicate ad ogni sezione individuata in questa fase di lettura preliminare Questions: porsi le domande inerenti a ogni sezione. Spesso è possibile fare ciò trasformando il titolo del paragrafo in altrettante domande. Read: leggere la sezione attentamente, cercando di rispondere alle domande precedentemente formulate. Reflect: riflettere su quanto si sta leggendo, capirne il significato, cercare degli esempi, mettere in relazione quanto di nuovo è contenuto nel testo con le conoscenze possedute in precedenza. Recite: ala fine di una sezione, cercare di ricordare le informazioni in essa contenute e rispondere alle domande formulate, ripentendo quanto si è detto senza guardare il testo. Se non si ricorda a sufficienza rileggere le parti in cui si sono incontrate difficoltà di rievocazione. Review: alla fine dell’intero capitolo ripensarlo nel suo insieme, ricordarne i principali concetti espressi e ripassati

  27. L’immaginazione L’immaginazione è di due tipi diversi: Riproduttiva Permette di riprodurre immagini reali già viste e memorizzate Creativa Permette di rappresentarci immagini irreali attraverso l’associazione di immagini reali memorizzate in precedenza

  28. L’immaginazione L’immaginazione è quindi influenzata dalla quantità e dalla varietà di esperienze vissute dall’individuo: Alla base dell’immaginazione sta, quindi, la curiosità di sperimentare senza porsi dei limiti. Nemici dell’immaginazione sono il timore di infrangere le regole, l’indolenza e la pigrizia.

  29. Cos’è la creatività… La creatività considerata come attitudine a creare si distingue dall’immaginazione nella misura in cui è orientata verso la ricerca dell’efficienza e, quindi, sulla base della sua utilità.

  30. Cos’è la creatività… Esistono due tipi di creatività: La creatività che “assembla in maniera originale e utile associando elementi preesistenti” La creatività che “fa partendo dal nulla” "Creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili". Henri Poincaré (matematico, fisico, astronomo e filosofo)

  31. I criteri di misurazione della creatività John Paul Guilford definisce quattro criteri di misurazione della creatività (o “intelligenza divergente”) Fluidità Flessibilità Originalità Elaborazione

  32. I criteri di misurazione della creatività Viene misurata secondo il numero di risposte che una persona è capace di trovare ad una domanda o a una stimolazione data Fluidità Misura l’elasticità mentale; il punteggio si ottiene in funzione del numero di categorie nelle quali è possibile classificare le idee prodotte Flessibilità

  33. I criteri di misurazione della creatività È il fattore più relativo poiché dipende dall’ambiente nel quale l’idea è prodotta; un’idea originale per noi non lo sarà forse per un aborigeno Originalità Elaborazione Valuta il grado di precisione secondo il quale le idee sono presentate

  34. La persona creativa Le caratteristiche che ha: Fede in alcuni ideali Sta bene con se stesso Sogno Coraggio Buon umore Senso dell’humour Senso della bellezza Volontà Perseveranza Capacità di sintesi Volontà di vincere Sensibilità Senso della comunicazione Simpatia Gioia di vivere Curiosità Fierezza Desiderio di piacere Narcisismo Manualità Senso critico Gusto del rischio Ambizione Spirito giovane Buon senso Intuizione Dinamismo

  35. La persona creativa Le caratteristiche che non ha: Timidezza Eccesso di sicurezza Rigidità mentale Autocompiacimento Timore del ridicolo Critica sistematica Non ascolto degli altri Apatia Antipatia Orgoglio Aggressività Paura Apprensione Desiderio di non dispiacere Passività Comfort Dilettantismo Super specializzazioni Pigrizia Scoraggiamento Routine Gusto del lusso Amore del denaro Pessimismo Modestia eccessiva Disprezzo degli altri

  36. Il metodo creativo Il principio di base di ogni pensiero creatore è la divisione tra due momenti: È importante evitare ogni forma di censura, di critica e d’autocritica Un momento di apertura, detto di “divergenza” Nella quale si individuano tutte le soluzioni possibili al problema, non solamente le più evidenti Un momento di focalizzazione e di chiusura, detto di “convergenza”

  37. Il metodo creativo: prima Il primo passo del metodo creativo consiste nel raccogliere più dati possibili di natura diversa (informazioni, impressioni, sensazioni, idee, ipotesi, referenze, citazioni...), prendendone nota per evitare di dimenticarsene qualcuno e, successivamente, nell’analizzarli per individuare correttamente i termini del problema. Una buona tecnica per prendere note è il metodo della mappa mentale... Qual è il vostro?

  38. Il metodo creativo: durante L’obiettivo in questa fase è quello di individuare il metodo migliore per risolvere il problema attraverso l’individuazione di tutte le possibili soluzioni. Esistono tre tecniche principali utili da utilizzare in questa fase: LA RUOTA LIBERA è un’evoluzione del brainstorming. Consiste nel dedicare 45 minuti di “pensieri a ruota libera” e 45 minuti di valutazione e analisi critica L’ANALOGIA consiste nell’identificare delle rassomiglianze tra una cosa e un’altra (radar e sistema di percezione del pipistrello; telefono e membrana dell’orecchio) IL SOGNO AD OCCHI APERTI consiste nell’immedesimarsi nell’oggetto o nella persona che rappresenta il problema, mettendosi nei suoi panni e cercando di comprendere più profondamente il nocciolo della questione

  39. Il metodo creativo: durante • Le quattro regole CQSM della Ruota Libera: • Critica abolita: è vietato vietare. • Quantità prima di tutto: è necessario produrre il più grande numero di idee possibile nel tempo stabilito • Stravaganza benvenuta: più un’idea sembra bizzarra, più ha possibilità di contenere in sé i germi di originalità dai quali nascerà la soluzione creativa • Moltiplicazione sistematica: da un’idea ne viene un’altra, e così via

  40. Il metodo creativo: dopo La terza fase del metodo creativo è quella del passaggio alla realizzazione. Prima di dedicarsi alla realizzazione vera e propria, tuttavia, è bene dedicare un po’ di tempo al giudizio e alla ponderazione. Questo momento è utile per superare i fenomeni di resistenza e di rigetto che, a nostra insaputa, si scatenano di fronte ad un’idea nuova. Per superare queste resistenze si possono utilizzare delle tecniche come, ad esempio, quelle chiamate “L’avvocato dell’Angelo” che consiste nell’individuare in qualsiasi idea, anche la più bizzarra, un aspetto positivo; e “La strategia della catastrofe”, che consiste nell’individuare tutti i mezzi possibili e immaginabili per fallire nel procedimento in corso.

  41. E per finire Le parole chiave per un’efficace memorizzazione MENTALITA’ POSITIVA: occorre fare proprio il motto: “posso riuscire a fare meglio!”. EMOZIONI: l’impronta emozionale collegata ad ogni informazione acquisita, consente la permanente conservazione e un più rapido e facile recupero dei dati. MANIPOLARE: occorre avere la capacità di “giocare” con le informazioni acquisite. ORGANIZZARE: tale capacità consente di avere sempre a portata di mano e nella giusta dimensione ogni dato. In caso contrario, si rischia di andare alla ricerca disperata dell’informazione senza essere in grado di trovarla. RIPETIZIONE: quanto correttamente appreso va inoltre ripassato periodicamente, onde rendere sempre attuale e di pronto richiamo l’informazione immagazzinata. La reiterazione del ricordo equivale ad un ripasso mentale di questo o quel cassetto dell’archivio e diminuisce la possibilità che informazioni non utilizzate cadano nell’oblio. INTERAZIONE: bisogna assolutamente evitare di accettare e immagazzinare i dati passivamente. Il “processo attivo” costituito dalla memoria, richiede la viva partecipazione all’assunzione delle informazioni esterne. ATTENZIONE: la concentrazione, come processo di selezionamento dei dati della realtà circostante gioca un ruolo determinante. Le piccole disattenzioni di ogni giorno sono sintomi di scarsa attenzione verso determinati gesti abituali ed automatici. Focalizzarsi sui singoli eventi significa mantenere elevato il proprio livello di concentrazione e favorire un’efficace archiviazione dei dati rilevati.

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