1 / 30

FIGURE PROFESSIONALI E RUOLI NELLE STRATEGIE RIABILITATIVE: DAL CURARE AL PRENDERSI CURA

FIGURE PROFESSIONALI E RUOLI NELLE STRATEGIE RIABILITATIVE: DAL CURARE AL PRENDERSI CURA. Università degli Studi di Trieste Dipartimento di Scienze Cliniche, Morfologiche e Tecnologiche U.C.O. di Clinica Psichiatrica. E. Aguglia, E. Maso, A. Ogriseg.

Antony
Télécharger la présentation

FIGURE PROFESSIONALI E RUOLI NELLE STRATEGIE RIABILITATIVE: DAL CURARE AL PRENDERSI CURA

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. FIGURE PROFESSIONALI E RUOLI NELLE STRATEGIE RIABILITATIVE: DAL CURARE AL PRENDERSI CURA Università degli Studi di Trieste Dipartimento di Scienze Cliniche, Morfologiche e Tecnologiche U.C.O. di Clinica Psichiatrica E. Aguglia, E. Maso, A. Ogriseg

  2. Il concetto di riabilitazione è fondato sul presupposto che, nonostante il disagio psichico, la sofferenza e la disabilità, si possa riacquisire e sviluppare capacità perdute e recuperare quindi ruoli adeguati.

  3. La riabilitazione non punta l’accento sulla patologia, ma su ciò che rimane di sano nell’individuo.

  4. In Italia i programmi riabilitativi si diffondono dagli anni ’60 ma assumono un ruolo di primaria importanza solo dopo l’entrata in vigore della legge 180, con l’applicazione clinica e con una definizione teorica sempre più specifica delle tecniche e delle metodologie.

  5. I LUOGHI DELLA RIABILITAZIONE • day hospital • centri residenziali di terapia psichiatrica e di risocializzazione • comunita’ terapeutiche • centri psicosociali • ambito lavorativo • famiglia

  6. In un ottica riabilitativa si deve riconsiderare il concetto di malattia e cura, ponendosi come obiettivo non più una guarigione completa, quanto piuttosto una guarigione sociale INTEGRAZIONE ARMONICA DELL’INDIVIDUO CON LA SUA ”REALTA’ SOCIALE”

  7. L’INTERVENTO RIABILITATIVO Sviluppare le risorse e le abilità del soggetto Sviluppare le risorse e le abilità dell’ ambiente per amplificare l’intervento sul paziente

  8. Il campo operativo e gli strumenti d’intervento saranno quindi: • la vita quotidiana • le relazioni interpersonali • il rapporto tra l’individuo e il suo ambiente

  9. Relazione terapeutica La riabilitazione viene influenzata in primo luogo dalla relazione terapeutica che deve essere stabile e costituire un obiettivo e uno strumento di lavoro accompagnando il paziente lungo il percorso terapeutico e fungendo da punto di riferimento per le problematiche che via via affronterà.

  10. Il lavoro con pazienti gravemente disturbati spesso comporta per gli operatori: • vissuti di inutilità e di impotenza • perdita del senso di identità personale comparsa di atteggiamenti difensivi che possono vanificare l’intervento terapeutico

  11. Gli operatori della riabilitazione sono di diversa formazione: • PSICHIATRI • PSICOLOGI • TERAPISTI OCCUPAZIONALI • INFERMIERI I ruoli che devono svolgere non sono definiti entro i limiti della propria qualifica professionale

  12. Necessità di una formazione specifica condivisione dicompetenzecomuni specializzazione dell’intervento

  13. Il percorso formativo deve consentire di integrare al meglio l’interscambiabilità dei ruoli con il rispetto delle reciproche competenze svolgere un lavoro di squadra di alta qualità

  14. Stabilità emotiva Capacità di assumersi responsabilità Operatore ideale Capacità di apprendere dall’esperienza Spontaneità nei confronti degli eventi e dei rapporti con i pazienti

  15. …MA IN REALTÀ A CHE PUNTO SIAMO? 56% FORMAZIONE GENERICA/ NESSUNA! 115 operatori del Triveneto, tutti impegnati in attività riabilitative per pazienti psichiatrici, anche se in contesti diversi e con professionalità differenti (Lamonaca, Pascolo-Fabrici, Zolli 1996)

  16. Quale formazione? • la formazione tradizionale è prevalentemente teorica e centrata sul rapporto duale inibizione della capacità di relazioni plurime e di identificazione con sistemi più complessi della coppia • passare dal sapere al saper fare

  17. Sul piano organizzativo appare indispensabile la riunione sistematica dell’ equipe terapeutica che consenta di conoscere l’operato degli altri, di esporre il proprio, di discuterlo, di elaborare sul piano psicologico l’esperienza individuale di partecipazione emotiva e di confrontarla con gli altri.

  18. IL RUOLO DELLE FIGURE PROFESSIONALI • MEDICI SPECIALISTI • PSICOLOGI • ASSISTENTI SOCIALI • EDUCATORI • TERAPISTI DELLA RIABILITAZIONE • INFERMIERI • PERSONALE AUSILIARIO • PERSONALE AMMINISTRATIVO • VOLONTARI • OBIETTORI DI COSCIENZA UNITA’ OPERATIVA PSICHIATRICA

  19. MODELLI DI RIFERIMENTO MEDICO-BIOLOGICO PSICOTERAPEUTICO PSICOSOCIALE

  20. MODELLO MEDICO-BIOLOGICO Disturbo organico o prevalentemente organico (+/- conosciuto) MALATTIA MENTALE TERAPIA FARMACOLOGICA

  21. MODELLO PSICOTERAPEUTICO Distorsione dovuta a cause in parte costituzionali e in parte ambientali, del normale processo di sviluppo della persona umana e delle sue relazioni con l’ambiente MALATTIA MENTALE CAPACITA’ DISPONIBILITA’ DEL PAZIENTE CAPACITA’ DISPONIBILITA’ DEI FAMILIARI Correzione di tale distorsione tramite un processo interattivo con: TERAPEUTA EQUIPE CURANTE PROPRIO AMBIENTE

  22. MODELLO PSICOTERAPEUTICO E’ prevista la possibilità di usare farmaci in funzione però degli obiettivi della psicoterapia La funzione psicoterapeutica orienta gli interventi di tutti gli operatori e il modo di costruire il progetto terapeutico

  23. MODELLO PSICOSOCIALE Disadattamento sociale e varie carenze dell’ ambiente MALATTIA MENTALE • Modificazione del contesto ambientale di origine • Inserimento sociale • Offerta di nuove opportunità di vita

  24. MODELLO PSICOSOCIALE • Gli operatori svolgono una funzione di sostegno attivo per provvedere ai bisogni materiali e morali dei pazienti • Le competenze mediche e psicologiche sono meno determinanti e i compiti più uniformemente distribuiti • Scarso valore terapeutico viene dato alle istituzionalizzazioni

  25. L’INTERVENTO RIABILITATIVO CONTESTO MEDICO-BIOLOGICO PIU’ STANDARDIZZATO VIENE DATA PIU’ IMPORTANZA ALLE PERFORMANCE RAGGIUNTE RISPETTO A SPECIFICI COMPITI

  26. L’INTERVENTO RIABILITATIVO CONTESTO PSICOTERAPEUTICO PIU’ SPAZIO ALLE TECNICHE ESPRESSIVE E MAGGIOR INTEGRAZIONE CON IL TRATTAMENTO PSICOTERAPEUTICO

  27. L’INTERVENTO RIABILITATIVO CONTESTO PSICOSOCIALE LA PRATICA RIABILITATIVA E’ MOLTO SVILUPPATA MA RIGUARDA PREVALENTEMENTE IL LAVORO SOCIALE E LA QUOTIDIANITA’

  28. Strutturare progetti riabilitativi Valutare la presenza di eventuali disturbi organici concomitanti Diagnosi psichiatrica Individuare l’assetto psicodinamico del paziente, con particolare attenzione al tipo di evoluzione possibile Decodificare il modo di porsi del paziente nei confronti delle persone a lui care e delle difficoltà Definire il trattamento farmacologico, psicoterapeutico e riabilitativo più adeguato alle necessità del paziente Quantificare il livello di disabilità attuale

  29. Attualmente è in corso un’ integrazione fra questi modelli che possono tutti fornire contributi importanti La valutazione della riiuscita dell’ intervento consente una verifica dell’ adeguatezza del progetto stesso e del modello di riferimento prevalentemente impiegato

  30. Ogni operatore deve saper conciliare la possibilità di interventi non standardizzati e creativi, con una strategia metodologica e tecnica ben precisa

More Related