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Tesi per la Scuola Nazionale di Perfezionamento in Alcologia (Scuola delle 300 ore)

Tesi per la Scuola Nazionale di Perfezionamento in Alcologia (Scuola delle 300 ore) . Roberto Moser Servitore-Insegnante CLUB Camminando Insieme Baselga di Pinè Trento. Relatore Renzo De Stefani Co-relatore Roberto Cuni. SERVITORE INSEGNANTE. IL MIO CAMMINO PER UN CAMBIAMENTO.

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Tesi per la Scuola Nazionale di Perfezionamento in Alcologia (Scuola delle 300 ore)

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Presentation Transcript


  1. Tesi per la Scuola Nazionale di Perfezionamento in Alcologia (Scuola delle 300 ore) Roberto Moser Servitore-Insegnante CLUB Camminando Insieme Baselga di Pinè Trento Relatore Renzo De Stefani Co-relatore Roberto Cuni

  2. SERVITORE INSEGNANTE IL MIO CAMMINO PER UN CAMBIAMENTO

  3. Tutto è iniziato nel frequentare il Corso di Sensibilizzazione sui problemi alcol correlati che si è svolto nel giugno del 2001 a Breguzzo, in Trentino. Ancora oggi non so bene cosa mi ha spinto fino a lì e cosa mi ha trattenuto fino alla fine di quella settimana, che inizialmente ho giudicato come un qualche cosa per folli. So solo che sono rimasto fino alla fine, e che il non capire niente di quello che veniva detto ha fatto scaturire in me quella curiosità che mi ha indotto a rimanere, per cercare di capire. Una cosa solo avevo capito: che le persone, durante il corso,cambiavano i loro atteggiamenti nei riguardi del “problema alcol”. E la cosa più bella è che anche io cominciavo a vedere le cose in maniera un po’ diversa: lo stesso corso non era più solo per folli, potevo starci anch’io.

  4. Finito il corso sono stato invitato alla riunione mensile per i servitori insegnanti della zona Alta Valsugana, dove io vivo. Da lì sono stato invitato a frequentare un club in un paesino non lontano dal mio, come “tirocinante”, avevo capito io (tanto per cambiare non avevo capito niente). Io credo che il servitore-insegnante di quel numeroso club, prima di pronunciare la parola moltiplicazione - o divisione - abbia aspettato che io dessi un minimo segnale di sapere dove mi trovavo e perché. Così sono passati alcuni mesi; poi, a novembre, l’impensabile è accaduto: il club si è moltiplicato ed io sono diventato servitore-insegnante in un club.

  5. Non so neanch’io quanti errori avrei fatto se le famiglie mi avessero dato retta: credevo di essere lì per far smettere di bere le persone, per giudicare i loro comportamenti e dare delle risposte ai loro problemi, ritenendo di essere migliore di loro. Per mia fortuna ho potuto verificare quanto sia vero quello che si diceva al corso: il servitore-insegnante non è lì per dare risposte e trovare soluzioni, sono le famiglie a trovare le risorse per superare le difficoltà e cercare di risolvere i loro problemi. Così sono stato io a ricevere aiuto e ad imparare dalle famiglie. Nel tempo mi sono scusato con loro per questo mio atteggiamento e la mia speranza sincera è di non ricadere in un comportamento a dir poco assurdo.

  6. Senza voler togliere nulla ai corsi, sicuramente indispensabili al nostro sistema, sono convinto che un servitore-insegnante sia principalmente un membro di club, e che sia prima di tutto la frequenza al club a dargli la possibilità di fare un proprio cammino, di cambiare, di crescere e di maturare assieme alle altre famiglie che lo frequentano. Dopo i molti corsi che ho frequentato, non so che ipotetico voto potrei darmi come servitore-insegnante. Oggi,devo dire che mi trovo bene al club, mi sento veramente membro di una grande famiglia.

  7. La metodologia ideata e applicata dal Professor Hudolin dà alle famiglie con problemi alcol correlati una concreta possibilità di uscire dal problema. Uno dei miei tanti errori era di credere di essere io, come servitore-insegnante, a dare questa possibilità. Oggi mi trovo a vivere in questo sistema con i miei dubbi, le mie perplessità e le mie poche certezze. Forse è per questo che in poco più di un anno ho riscritto tre volte questa tesi, cambiando continuamente idea sulla figura del servitore-insegnate nei club degli alcolisti in trattamento

  8. Mi sono chiesto il perché di questi continui cambiamenti; in realtà credo che essi facciano parte di un percorso, di un processo di crescita e di maturazione che sta alla base della nostra metodologia. Non so dire se questo è del tutto vero, visto che oggi, pur condividendo gran parte della metodologia, mi trovo in discordia con me stesso sulla figura del servitore- insegnate. I miei dubbi nascono soprattutto da una constatazione: in un approccio ecologico sociale rivolto alle famiglie della comunità, o, per meglio dire, a loro disposizione, e basato su un momento di incontro (club) per parlare dei propri problemi, le famiglie hanno davvero bisogno di un “catalizzatore”?

  9. Dove i programmi sono ormai da tempo una realtà, come nel caso della Provincia di Trento, dove i club esistono da più di vent’anni ed abbiamo il più alto numero di club in rapporto alla popolazione, mi sembra un po’ riduttivo pensare che le famiglie, nei club, abbiano bisogno di un catalizzatore. Si dice che le famiglie fanno un percorso di crescita, ma fino a che punto, visto che c’è sempre bisogno di un servitore-insegnante nel club? Questa è una domanda che io continuo a pormi. Una risposta può essere trovata nel fatto che, ad un certo punto del percorso, un membro di club può decidere di frequentare il Corso di Sensibilizzazione e diventare a sua volta servitore-insegnante di club, logicamente senza abbandonare il proprio club di appartenenza.

  10. A questo punto credo che la cosa diventi veramente impegnativa: due riunioni settimanali di club, scuole alcologiche territoriali, riunioni mensili di auto mutua supervisione dei servitori insegnanti, riunioni A.C.A.T., corsi di aggiornamento per Servitori Insegnanti, Interclub, congressi ecc. Dico questo per sottolineare lo sforzo che fanno le famiglie per impadronirsi del loro sistema, della metodologia. Sicuramente quello che penso è molto confuso e non so dare una risposta alle mie domande, risposta che sicuramente verrà nel continuare a frequentare il club, come membro servitore- insegnante. Leggendo il vario materiale a nostra disposizione, come ad esempio i capitoli dedicati dal Professor Hudolin alla figura del servitore-insegnante nel manuale “Club degli Alcolisti in trattamento”, non posso che condividerne i contenuti.

  11. Interessante è vedere l’evoluzione della figura da “terapeuta” a “operatore”, quindi a “servitore” ed infine a “servitore-insegnante”. Alla nascita dei club, nell’ex Jugoslavia nel 1964, il servitore-insegnante si chiamava “terapeuta”; nel 1985, in occasione del Congresso Italo Jugoslavo, da “terapeuta” passiamo ad “operatore”; nel 1994, in occasione dei corsi di aggiornamento nazionali, da “operatore” diventa “servitore” ed infine, nel 1996 da “servitore” si passa a “servitore-insegnante”. Non si tratta di semplici cambiamenti di terminologia, essi riflettono modi completamente diversi di intendere questa figura ed il suo rapporto con il club. Possiamo vedere chiaramente come nei primi trent’anni di vita dei club, la figura del servitore-insegnante abbia subito quattro radicali cambiamenti.

  12. Oggi dobbiamo dire invece che negli ultimi dieci anni questa figura è rimasta uguale e forse dieci anni sono un po’ troppo per un sistema che dovrebbe essere in continuo cambiamento. Spero di cuore che queste mie riflessioni non vengano colte come critiche alla metodologia o al sistema che io amo tanto, voglio semplicemente dire che sarebbe bellissimo arrivare ad un punto in cui le famiglie non delegassero più a nessuno la conduzione del sistema, ma che se ne appropriassero al 100%, aggiornandosi nei più svariati modi: frequenza del club, degli interclub, di congressi, corsi, scuole territoriali ecc. ecc. Sarebbe bello arrivare a dire che, se il club ha veramente bisogno del servitore-insegnante, questo sia un ruolo come tutte le altre cariche che nel club ruotano periodicamente.

  13. Ma oggi non è così, e dal momento che io faccio parte di un’associazione (A.I.C.A.T), ho tutte le intenzioni, logicamente, di rispettare le direttive e la metodologia insegnataci dal nostro caro Professor Hudolin, cercando di essere un servitore-insegnante come lui ci ha detto di essere. Parole scritte dal Professore Hudolin nel manuale “Club degli alcolisti in trattamento”: “Oggi al servitore-insegnante nei programmi alcologici si chiede di: continuare il lavoro nel club anche se svolge altre attività nel sistema (insegnamento, ricerca, impegni nell’associazione dei club ecc.ecc.); prepararsi bene per il lavoro dei club e negli altri programmi, in particolare per la multidimensionalità della sofferenza umana;

  14. aggiornarsi con lo scopo di inserirsi come insegnante nelle scuole alcologiche territoriali ed in altri tipi di insegnamento; collaborare alle ricerche alcologiche; veicolare negli altri programmi alcologici le esperienze maturate e le ricerche svolte. In verità non possiamo standardizzare le caratteristiche comportamentali del servitore-insegnante, ma, in linea generale, egli dovrebbe essere in grado di suscitare empatia, di ascoltare, di non giudicare e di essere aperto ad un contatto umano.” Questa è un po’ una sintesi del tanto materiale che possiamo trovare scritto, sul servitore-insegnante, dal Professore.

  15. Ripetendomi, oggi cerco di impegnarmi per seguire le istruzioni lasciateci in eredità dal Professore, senza nessuna ombra di dubbio le più efficaci e concrete che possiamo trovare per dare una risposta positiva ai problemi alcool correlati e complessi che noi condividiamo con la nostra comunità. Credo anche, però, che ognuno di noi debba cercare di dare delle risposte ai dubbi che si pone, o per meglio dire, che io debba dare delle risposte ai miei dubbi. Per provare a fare questo ho fatto una ricerca sulla figura del servitore-insegnante, inviando un questionario ai 170 servitori-insegnanti della Provincia di Trento.

  16. Il questionario si può suddividere in due parti: la prima parte, relativa alle informazioni sul servitore-insegnante, è uguale al questionario della Banca Dati Nazionale; in questo caso è stato quindi possibile raffrontare i dati. La seconda parte, relativa al cambiamento del servitore-insegnante nella metodologia, è basata su domande che dovrebbero servire per una ipotetica valutazione del percorso svolto dai servitori-insegnanti in questi anni (sobrietà). Ora proverò a trasformare le risposte in numeri e percentuali.

  17. Ricerca sulla figura del Servitore – Insegnantenei club degli alcolisti in trattamento della Provincia di Trento Roberto Moser Servitore - Insegnante Dati relativi all’anno 2004

  18. Questionari inviati ai 170 servitori insegnanti della Provincia di Trento Innanzitutto vorrei sottolineare con soddisfazione la grande partecipazione dei servitori-insegnanti che hanno risposto al questionario (l’84,12%) e che, cosi facendo mi hanno aiutato nel mio lavoro. Credo che ciò si possa interpretare come un chiaro segnale di partecipazione attiva ai programmi da parte dei servitori-insegnanti e di interesse alle varie iniziative che richiedono la loro collaborazione.

  19. P A R T E P R I M A Questionario Informazioni del servitore- insegnante Banca Dati Nazionale

  20. EtàServitore – InsegnanteDomanda n°1 Dati relativi alla Provincia di Trento Banca Dati Nazionale La risposta alla domanda n°1, sull’età del servitore – insegnante, è da confrontarsi con la risposta alla domanda n°6, la quale ci dice che la maggior parte dei servitori – insegnanti hanno cominciato a frequentare il club, come tali, negli ultimi cinque anni. Si potrebbe pensare che l’età avanzata dei servitori–insegnanti sia dovuta all’età del sistema, ma così non è: dal confronto tra le due risposte emerge che quasi il 60% dei servitori-insegnanti che entrano a far parte del sistema hanno un’età superiore ai quarant’anni.

  21. Sesso Servitore – InsegnanteDomanda n°2 Banca Dati Nazionale Dati relativi alla Provincia di Trento La risposta alla domanda n°2 dice che il nostro sistema ha una bella “quota rosa”: la percentuale di donne supera di quasi il 10% quella dei maschi, sia in provincia di Trento che a livello nazionale.

  22. 2001 Titolo di studio Servitore – InsegnanteDomanda n°3 Dati relativi alla Provincia di Trento Banca Dati Nazionale Passando all’esame della risposta alla domanda n°3, riguardante il titolo di studio dei servitori – insegnanti, possiamo notare come vi sia una certa differenza tra la situazione nazionale e quella della Provincia di Trento, dove minore è la percentuale di servitori-insegnanti laureati e diplomati, mentre maggiore è il numero di servitori-insegnanti con la licenza media. A cura di Guido Guidoni e Angela Tilli

  23. Stato lavorativo Servitore – InsegnanteDomanda n°4 Dati relativi alla Provincia di Trento Banca Dati Nazionale

  24. Tipologia del lavoro Servitore – InsegnanteDomanda n°5 Dalle risposte alle domande n°4 e n°5, possiamo vedere che una percentuale di servitori – insegnanti sono professionisti, vale a dire persone che provengono dall’area sanitaria, mentre una parte di essi sono persone che non hanno una professionalità specifica nel campo sanitario, così come previsto dalla metodologia. Importante, secondo me, è anche evidenziare il numero di pensionati i quali hanno sicuramente più tempo a disposizione da dedicare alle varie attività che sono svolte nel mondo dei club, rispetto alle persone che impegnano una parte del loro tempo per lavorare.

  25. Anno inizio attività come Servitore – InsegnanteDomanda n°6 Dati relativi alla Provincia di Trento Banca Dati Nazionale 1 - Non risponde La risposta alla domanda n°6, riguardante l’anno di inizio dell’attività come servitore-insegnante, pur tenendo conto del numero inferiore di club presenti sul territorio negli anni passati, evidenzia un notevole abbandono dell’attività da parte dei servitori-insegnanti, sia a livello provinciale che a livello nazionale.

  26. Hanno frequentato il corso di sensibilizzazioneai problemi alcol correlatiDomanda n°7 Banca Dati Nazionale Dati relativi alla Provincia di Trento Alla domanda n°7, dove si chiedeva se tutti i servitori-insegnanti hanno frequentato il corso di sensibilizzazione ai problemi alcol correlati, passaggio obbligato per poter frequentare il club come servitore-insegnante, troviamo una percentuale,anche se bassa,che non ha fatto questo percorso previsto dalla metodologia e necessario nei confronti delle famiglie che frequentano il club.

  27. Hanno frequentato lascuola di perfezionamento in alcologiaDomanda n°8 Dati relativi alla Provincia di Trento Banca Dati Nazionale Alla domanda n°8, con la quale veniva chiesto quanti servitori-insegnanti hanno frequentato la scuola di perfezionamento in alcologia, troviamo una risposta un po’ strana. A livello nazionale vediamo che, nel 2000, il 13,2% risponde affermativamente, mentre nel 2001 la percentuale si abbassa al 10,1%. Secondo me ciò significa che, fra il 2000 e il 2001, il 3,1% dei servitori-insegnanti che ha frequentato la scuola delle 300 ore ha abbandonato il mondo dei club.

  28. Insegnano nelle scuole alcologiche territorialiDomanda n°9 Banca Dati Nazionale Dati relativi alla Provincia di Trento Alla domanda n°9, riguardante l’insegnamento nelle scuole alcologiche territoriali, possiamo vedere che in Provincia di Trento vi è una percentuale maggiore di servitori-insegnanti che si impegna anche nell’insegnamento. Personalmente posso dire che è un po’ strano: sembra che la figura del servitore-insegnante sia stata divisa in solo servitore e in servitore-insegnante. La metodologia non prevede questo, bensì un’unica figura, quella del servitore-insegnante.

  29. Dati relativi alla Provincia di Trento Banca Dati Nazionale Insegnano nei corsi di sensibilizzazioneDomanda n°10 Alla domanda n°10, la quale chiedeva quanti servitori-insegnanti insegnano nei corsi di sensibilizzazione, troviamo una percentuale notevolmente maggiore di servitori-insegnanti della Provincia di Trento che risponde affermativamente. Questo può essere dovuto al fatto che, in Provincia di Trento, vengono svolti tre corsi all’anno, coinvolgendo un gran numero di servitori-insegnanti. La metodologia ci insegna che, ogni cinquanta club, sarebbe opportuno venisse svolto un corso di sensibilizzazione all’anno. Esistendo in Provincia di Trento 170 club, è naturale che vengano svolti tre corsi.

  30. Sono membri di una famiglia che partecipa o ha partecipato al club ?Domanda n°11 Dati relativi alla Provincia di Trento Banca Dati Nazionale La domanda n°11 chiedeva quanti servitori – insegnanti sono membri di una famiglia che partecipa o ha partecipato al club. La risposta ci dice che il 53,85% frequenta un club con la propria famiglia. Credo che ciò sia positivo perché dimostra che le persone inserite nel sistema si adoperano per questo, non dimenticandoci che lo fanno anche per la propria crescita personale.

  31. Se si, hanno frequentato il club di appartenenza nel 2003 ?domanda n°11a Dati relativi alla Provincia di Trento Banca Dati Nazionale QUANTI HANNO FREQUENTATO IL CLUB DI APPARTENENZA ? Dati 2000 e 2001

  32. La domanda n°11a chiedeva se i servitori - insegnanti che sono anche membri di una famigli che frequenta il club, hanno frequentato il club di appartenenza nell'anno precedente; secondo me la risposta è abbastanza preoccupante, visto che una percentuale del 25%, sia in provincia di Trento che a livello nazionale, risponde di non frequentare più il club di appartenenza. Io ritengo questo un fatto piuttosto negativo, che può generare confusione nelle famiglie che frequentano il club assieme a questi servitori - insegnanti. Il messaggio che si rischia di trasmettere è che il club può essere frequentato solo per un certo periodo (fino alla "guarigione") non tenendo conto che, nell'ottica del sistema ecologico-sociale, la frequenza al club non ha come scopo ultimo quello di "smettere di bere", ma ha un significato molto più profondo, cioè quello di ottenere un cambiamento di stile di vita, di migliorare la qualità della nostra vita, per un futuro migliore nostro, delle nostre famiglie, della nostra comunità, e per un futuro migliore del nostro pianeta. A questo problema credo si possa mettere rimedio con la frequenza, da parte dei servitori - insegnanti, dei vari corsi di aggiornamento che vengono svolti su tutto il territorio nazionale. Forse questa domanda era troppo aperta, visto che leggendo il manuale “Club degli Alcolisti in Trattamento”, a pagina 136, paragrafo 9, Hudolin scrive: “(…) Quando i figli formano una famiglia propria, assumendo un ruolo autonomo nella comunità, si può pensare che iniziato un processo di cambiamento del comportamento, non sia più necessaria la loro presenza nel club.”

  33. Livello di soddisfazione per l’attività di Servitore-InsegnanteDomanda n°12 Mi piace la risposta alla domanda n°12, relativa al livello di soddisfazione per l’attività svolta come servitore-insegnante: il 90,21% risponde in maniera positiva.

  34. In quanti club sono Servitore-Insegnante?Domanda n°13 Dati relativi alla Provincia di Trento Banca Dati Nazionale La domanda n°13, che chiedeva “In quanti club sono servitore – insegnante”, ci conferma nuovamente che la metodologia viene seguita dalla maggior parte dei servitori – insegnanti (99,51%), laddove questa sconsiglia di essere servitore – insegnante in più di un club.

  35. Dati relativi alla Provincia di Trento Fanno il primo colloquio alle famiglie che entrano nel club per la prima volta?Domanda n°14 Banca Dati Nazionale PRIMO COLLOQUIO Dati 2001 La risposta alla domanda n°14, evidenzia come la percentuale dei servitori - insegnanti che non fa il primo colloquio con le famiglie che entrano al club, sia maggiore a livello nazionale (più del 6%) rispetto a quella della Provinciale. Ciò può essere dovuto al fatto che i dati nazionali risalgono al 2001 mentre di dati della Provincia di Trento sono del 2004.

  36. Distanza tra il domicilio ed il clubDomanda n°15 Dati relativi alla Provincia di Trento Banca Dati Nazionale Dalla risposta alla domanda n°15 - distanza tra domicilio e club - possiamo capire due cose: i club sono diffusi in maniera omogenea sul territorio e i servitori - insegnanti frequentano il club nella loro comunità, sia a livello Nazionale che in Provincia di Trento

  37. Modalità con cui prestano servizio nel club ?Domanda n°16 Dati relativi alla Provincia di Trento Banca Dati Nazionale

  38. La risposta alla domanda n°16, sulle modalità con cui i servitori– insegnanti prestano servizio al club, evidenzia il fatto che, sia in provincia di Trento (42%) che a livello nazionale (33%), è molto alta la percentuale di servitori-insegnanti ai quali vengono rimborsate le spese. Anche alle famiglie che frequentano il club assieme a loro vengono rimborsate le spese? Io credo di no. Una percentuale (l’8% circa) frequenta il club in orario di servizio. A livello nazionale troviamo poi una percentuale di servitori-insegnanti (dal 4% al 5%) che frequentano il club con compenso. Non credo che in questo caso si possa parlare di cambiamento, crescita, maturazione, “spiritualità antropologica”. Vediamo anche, però, che la maggior parte dei servitori-insegnanti frequenta il club come volontari, cioè per una propria crescita, per un proprio cambiamento, per una propria maturazione.

  39. Partecipano alla riunione mensile dei Servitori-Insegnanti ?Domanda n°17 Dati relativi alla Provincia di Trento Banca Dati Nazionale

  40. Dati relativi alla Provincia di Trento Banca Dati Nazionale Se si, con quale frequenza ?Domanda n°17a Le risposte alle domande n°17 e 17a possono essere collegate, visto che riguardano la partecipazione, e con quale frequenza, alla riunione mensile dei servitori – insegnanti. I dati che emergono sono molto confortanti: a livello provinciale, il 91,30% dei servitori – insegnanti partecipa alla riunione e, di questi, l’85,72%, vi partecipa regolarmente; queste percentuali sono più alte in provincia di Trento che a livello nazionale. A queste domande mi piacerebbe aggiungere in che modalità viene svolta la riunione di auto mutua supervisione, sicuramente perché io faccio molta fatica a parteciparvi.

  41. Hanno partecipato ai corsi di aggiornamento nel 2003 ?Domanda n°18 Dati relativi alla Provincia di Trento Banca Dati Nazionale

  42. Se sì, a quanti corsi ?Domanda n°18a Dalla risposta alla domanda n°18 emerge, a livello nazionale, una maggiore frequenza alle giornate di aggiornamento; io credo che, considerando come aggiornamento anche le iniziative relative alle domande 8, 9 e 10, dalle quali invece appare una maggiore partecipazioni dei servitori-insegnanti della Provincia di Trento, possiamo dire che le percentuali arrivano ad essere quasi equivalenti.

  43. P A R T E S E C O N D A Questionario Il cambiamento del servitore-insegnante nella metodologia Realizzato ad hoc per la ricerca

  44. Qual è la tua posizione nei confronti dell’alcol ?Domanda n°1 Con la domanda n°1 veniva chiesto quale fosse la posizione del servitore-insegnante nei confronti dell’alcol: nonostante la metodologia non richieda al servitore-insegnante di non fare uso di sostanze alcoliche, ma semplicemente di essere chiaro riguardo alla propria posizione nei confronti dell’alcol, l’88,79% dei servitori-insegnanti del Trentino ha scelto di non fare più uso di bevande alcoliche.

  45. Se sei astinenteDomanda n°2

  46. Hai smesso di bere entrando nel club ?Domanda n°2a Anche le risposte alle domande n°2 (“Se sei astinente…”) e n°2a (“Hai smesso di bere entrando nel club?”) possono essere collegate e confrontate. La maggioranza dei servitori – insegnanti (55,50%) ha smesso di bere entrando al club, il 37,32% per una scelta di salute, mentre il 21,13% perché aveva problemi; il 17,61% per coerenza. Questo vuole chiaramente dire, come sappiamo, che la frequenza al club serve a tutti i suoi componenti.

  47. Hai smesso di bere daDomanda n°2b Trovo una logica nella risposta n°2b (“Hai smesso di bere da….”), confrontandola con la risposta n°6 (“Anno di inizio attività come servitore – insegnante”); io credo che possiamo vedere come i servitori – insegnanti, ciascuno con i suoi tempi, iniziando a frequentare il club, fanno una scelta nei confronti dell’alcol.

  48. Per me la sobrietà èDomanda n°3 Interessante è anche la risposta alla domanda n°3, “Per me la sobrietà è”, risposta multipla nella quale troviamo come più scelte le risposte: mettermi in discussione, essere in pace con me stesso, essere in pace con gli altri.

  49. Consideri la sobrietà un punto della metodologia ?Domanda n°4 La risposta alla domanda n°4 (“Consideri la sobrietà un punto della metodologia….”) conferma che i servitori - insegnanti hanno ben chiara l’importanza del concetto di sobrietà all’interno della nostra metodologia. In una scala che va da 1 a 10, ha optato per l’8 il 15,50%, per il 9 il 35,45%, per il 10 il 42,95%.

  50. Rispetto all’idea di sobrietà, ti consideri sobrio ?Domanda n°5 La domanda n°5 chiedeva: “Rispetto all’idea di sobrietà, ti consideri sobrio?”. In una scala che va da 1 a10, il 24,08% si è dato un bel 10, il 29,93% un bel 9, il 21,90% un bell’8. Leggendo le risposte alle domande n°3 e n°5, non posso che provare un grande senso di invidia (io mi sono dato 6) nei confronti di questi servitori-insegnanti che, credo, si considerino arrivati.

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