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Il problema rifiuti

Il problema rifiuti. I RIFIUTI. "Si chiama rifiuto qualsiasi sostanza o oggetto derivante da attività umane o da cicli naturali, abbandonato o destinato all’abbandono" (DPR 915 del 10/9/82). In natura i rifiuti non esistono.

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Il problema rifiuti

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Presentation Transcript


  1. Il problema rifiuti

  2. I RIFIUTI "Si chiama rifiuto qualsiasi sostanza o oggetto derivante da attività umane o da cicli naturali, abbandonato o destinato all’abbandono" (DPR 915 del 10/9/82).

  3. In natura i rifiuti non esistono La natura nonabbandonaquello che non serve più, tutto viene riciclato. Ogni essere vegetale o animale morto, ogni sostanza di scarto, viene utilizzata da altri esseri viventi come fonte alimentare, fino ad diventare un insieme di semplici molecole nel terreno , dove verrà nuovamente utilizzata dai vegetali. Così riprende la catena alimentare. Un esempio? un tronco di un albero morto viene utilizzato da larve di insetti e funghi come fonte di sostanze nutritive; verrà prodotto humus ed infine trasformato in sostanze minerali ed anidride carbonica che serviranno ad un nuovo albero per crescere. Quindi i rifiuti sono un’invenzione dell’ uomo.

  4. LA CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI: Rifiuti urbaniRifiuti speciali Un’ulteriore divisione viene effettuata secondo le caratteristiche: I rifiuti vengono classificati in liquidi, solidi e gassosi; un’ altra divisione viene effettuata secondo l’origine: Rifiuti non pericolosi Rifiuti pericolosi rifiuti industriali - combustione dei rifiuti - rifiuti urbani

  5. a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua; e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali; I rifiuti urbani

  6. I rifiuti speciali I rifiuti da lavorazione industriale i rifiuti da attività commerciali i rifiuti derivanti dall’attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i rifiuti derivanti da attività sanitarie i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti

  7. I rifiuti industriali, perché molti di questi contengono sostanze chimiche ad azione tossica, cancerogena, teratogena. Per tale motivo la legge definisce questi “rifiuti pericolosi”, stabilendo che devono essere smaltiti secondo particolari procedure per impedire o minimizzare il rischio di effetti negativi sull’uomo e sull’ambiente. Alcuni rifiuti pericolosi sono presenti anche nelle nostre case: pile, farmaci scaduti, cartucce delle stampanti, detersivi, vernici, solventi (es. acqua ragia, trielina) ecc. Una singola pila, per esempio, contiene circa un grammo di mercurio, quantità più che sufficiente per inquinare 1.000 litri di acqua. I rifiuti industriali

  8. I rifiuti urbani I rifiuti urbani (la spazzatura) possono essere pericolosi perché contengono sostanze putrescibili (la cosiddetta “frazione umida”), che possono favorire il proliferare di germi patogeni o dei cosiddetti “vettori di malattie”, cioè quegli animali, come scarafaggi, mosche, topi, ratti che possono trasportare microbi patogeni, facendoli venire a contatto con l’uomo. La frazione umida, decomponendosi, può dare anche origine ad un liquame ricco di composti tossici (il percolato) con possibilità di inquinamento del suolo, delle falde acquifere e dei corsi d’acqua. Per tale motivo le discariche di rifiuti devono essere costruite in siti idonei. La legge oggi vieta lo smaltimento in discarica della frazione umida. La frazione secca dei rifiuti (plastiche, metalli, inerti) non è pericolosa per la salute, ma può esserlo per l’ambiente . Inoltre nei lunghi tempi di degradazione possono essere rilasciate nell’ambiente sostanze tossiche o cancerogene (es. metalli pesanti),con le quali poi l’uomo (oppure altri animali, piante, microrganismi) può venire a contatto.

  9. Quanto tempo occorre perché la natura degradi i rifiuti? Sigarette con filtro: da 1 a 2 anni Fazzolettini di carta: 3 mesi Torsolo di mela: 3 mesi Giornali e riviste: se sminuzzati circa 3 mesi, se accatastati più di 10 anni Gomme da masticare: 5 anni Plastiche in genere: da 100 a 1000 anni Polistirolo: oltre 1000 anni Schede telefoniche, carte di credito e simili: oltre 1000 anni Fiammiferi: 6 mesi Vetro: oltre 4000 anni Lattine in alluminio per bibite: da 10 a 100 anni

  10. Lo smaltimento dei rifiuti La parola smaltimento reca in sé l’idea che i rifiuti sono privi di valore e che quindi bisogna solo cercare di disfarsene nella maniera più sicura, più semplice, meno costosa. I principali sistemi di smaltimento DiscaricheInceneritori.

  11. Le discariche La discarica tecnicamente è un enorme fosso, con uno strato impermeabile sul fondo e un sistema di drenaggio del percolato, che viene raccolto ed inviato ad impianti per la depurazione. In questa vengono versati i rifiuti fino al riempimento della stessa che a volte viene sormontata da cumuli di terra, fino a farla diventare all’apparenza una splendida collinetta, ma in realtà una bomba pronta ad esplodere.

  12. Gli inceneritori Gli inceneritori oggi vengono definiti “termovalorizzatori” perché sono progettati con l’obiettivo di produrre energia elettrica utilizzando il calore derivante dalla combustione. I rendimenti energetici e le emissioni dipendono dalla tipologia dell’impianto , dai rifiuti che vi si bruciano e dalla gestione dell’impianto. Le plastiche, la carta, il legno sono le sostanze che bruciano meglio, mentre la frazione umida brucia con difficoltà, quella inerte non brucia e i metalli, fondendo, possono creare problemi all’impianto. Per tale motivo all’inceneritore deve andare solo il cosiddetto combustibile da rifiuto (cdr) che viene prodotto in impianti (detti impianti di deselezione o di produzione di cdr)che allontanano dai rifiuti le componenti non idonee all’incenerimento Poiché le sostanze che bruciano meglio sono anche prodotti che possono essere riciclati, si comprende come gli inceneritori finiscano per fare concorrenza al riciclaggio, più conveniente. anche dal punto di vista del recupero energetico. Infatti producendo la plastica dai prodotti plastici raccolti nelle campane, anziché dal petrolio, si risparmiano circa 10.000 calorie per ogni Kg di plastica prodotta, mentre bruciando 1 Kg di plastica in un inceneritore si produce meno della metà di energia. L’inceneritore comunica un’illusione: i rifiuti vi entrano e, come d’incanto, scompaiono. Purtroppo non è così! ne cambia solamente la composizione chimica e, al limite, lo stato fisico (gas, liquido, solido), perché in natura “nulla si crea e nulla si distrugge: tutto si trasforma”.

  13. Cosa si dovrebbe fare? Per risolvere il problema dei rifiuti basterebbe applicare la legge quadro sui rifiuti (“decreto Ronchi”). Esso indica infatti che il problema dei rifiuti solidi deve essere affrontato con i seguenti principali interventi le comunemente note 3R: riduzione della produzione (reducing), Riuso (riusing), 3) Riciclaggio (recicling)

  14. Sintesi del Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 "Decreto Ronchi" Il Decreto Ronchi ha il merito di spostare l’attenzione dallo smaltimento alla gestione dei rifiuti, attuando le direttive europee in merito. Il nuovo sistema parte da una logica di prevenzione, con la riduzione a monte dei rifiuti e del loro riutilizzato. Pone i seguenti obiettivi qualitativi : protezione dell’ambiente nello svolgimento delle attività di recupero e smaltimento applicazione del principio di prevenzione applicazione del principio di responsabilit estesa e condivisa cooperazione tra pubblico e privato applicazione del principio "chi inquina paga" Pone i seguenti obiettivi quantitativi nella raccolta differenziata dei rifiuti urbani : 15% entro il 2 marzo 1999 25% entro il 2 marzo 2001 35% a partire dal 2 marzo 2003

  15. Ridurre Ridurre la produzione dei rifiuti è la prima cosa da fare. La normativa europea e nazionale lo indica come il primo degli obbiettivi da raggiungere: malgrado ciò si è fatto pochissimo. Molte aziende hanno compreso che produrre meno rifiuti spesso significa risparmiare molti soldi. Stato e Regioni possono legiferare vietando o tassando gli imballaggi eccessivi, i vuoti a perdere, i prodotti usa e getta, i prodotti più difficili da smaltire ecc… Si possono anche dare incentivi a quelle imprese che rivedono i loro cicli produttivi per ridurre i rifiuti e che utilizzano il sistema dei contenitori a rendere.

  16. Riuso La raccolta differenziata è il presupposto per risolvere il problema dei rifiuti, infatti più è completa e selettiva la raccolta differenziata e più i rifiuti, invece di essere un problema, diventano una risorsa che può fare guadagnare e, quindi, ridurre fin quasi allo zero la tassa sui rifiuti. Per la racconta differenziata si possono utilizzare: contenitori familiari e condominiali, campane e altri contenitori in strada e centri di conferimento. Dobbiamo prendere in esempio quelle città che hanno adottato il sistema porta a porta e quello condominiale, integrato con le isole ecologiche, hanno raggiunto percentuali molto elevate di raccolta differenziate con buona selettività dei materiali

  17. Riciclaggio Il riciclaggio, invece, è la maniera più conveniente di utilizzare i rifiuti, sia dal punto di vista economico, che energetico ed ambientale, infatti, ogni tonnellata di carta raccolta in maniera differenziata e riciclata consente un risparmio di 14 alberi di alto fusto, circa 350 tonnellate di acqua e 250 Kg di petrolio. Molti rifiuti sono riciclabili e occorre quindi raccoglierli in modo differenziato ; anche i rifiuti organici possono essere trasformati in qualcosa di utile : il compost, un terriccio fertilizzante per terreni agricoli, vivaismo e piante in vaso.

  18. La combustione dei rifiuti La combustione dei rifiuti è pericolosa perché nei fumi sono rilasciate molte sostanze nocive, capaci di provocare e/o favorire il cancro, le malattie cardiovascolari (infarto, ictus ecc.), l’aborto, le malformazioni, le malattie genetiche, ecc. Inoltre i fumi inquinano l’aria con danni agli ecosistemi, anche di tipo globale (effetto serra, piogge acide, buco dell’ozono ecc.).

  19. Fine

  20. Cosa fare secondo noi… Limitare l’USA E GETTA. Come? Vuoti a rendere Materiali di plastica nel quotidiano Promozione buste per la spesa realizzate con materiali naturali.

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