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Francesco Monaco Res.le Dipartimento Mezzogiorno e politiche di coesione - ANCI

Il ruolo delle città nella politica regionale unitaria. Indicazioni degli Orientamenti strategici per la coesione (OSC) [1] e priorità di intervento nel Quadro strategico nazionale (QSN) [2]. Francesco Monaco Res.le Dipartimento Mezzogiorno e politiche di coesione - ANCI

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Presentation Transcript


  1. Il ruolo delle città nella politica regionale unitaria.Indicazioni degli Orientamenti strategici per la coesione (OSC)[1] e priorità di intervento nel Quadro strategico nazionale (QSN)[2] Francesco Monaco Res.le Dipartimento Mezzogiorno e politiche di coesione - ANCI Napoli, 12 gennaio 2007 Sala dei Baroni – Castelnuovo (Maschio Angioino) [1]Decisione del Consiglio sugli orientamenti strategici comunitari in materia di coesione, fascicolo interistituzionale: 2006\0131 (AVC), Bruxelles 18 agosto 2006, 11807/06, consultabile in http://ec.europa.eu/regional_policy/index_it.htm[2] Quadro strategico nazionale per la politica regionale di sviluppo 2007-2013, testo approvato dal CIPE previo parere della Conferenza Unificata, Roma 22 dicembre 2006, consultabile in http://www.postit.anci.it/postit.asp

  2. Priorità degli OSC • A) Rendere più attraenti gli Stati membri, le regioni e le città migliorando l’accessibilità, garantendo una qualità e un livello adeguati di servizi e tutelando l’ambiente • B) Promuovere l’innovazione, l’imprenditorialità e lo sviluppo dell’economia della conoscenza mediante lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione, comprese le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione • C) Creare nuovi e migliori posti di lavoro attirando un maggior numero di persone verso il mercato del lavoro o l’attività imprenditoriale, migliorando l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese e aumentando gli investimenti nel capitale umano

  3. La dimensione urbana negli OCS • La politica di coesione intende rispondere alle sfide dei contesti territoriali (aree urbane e rurali, zone transfrontaliere e transnazionali, insularità, regioni ultraperiferiche o artiche, scarsamente popolate o montuose) • 60% della popolazione UE vive in città con oltre 50.000 ab. • Concentrazione la maggior parte dei posti di lavoro, imprese e istituti di istruzione superiore (capacità di attrazione) • Concentrazione maggiori problemi come disoccupazione, emarginazione sociale (working poors e sacche di povertà), tassi di criminalità crescenti, congestione • Prendere in considerazione problemi e sfide delle aree urbane attraverso la delega alle città dei fondi dedicati

  4. Tipologie di programmi • A) Azioni volte a promuovere le città in quanto motori di sviluppo regionale • B) Azioni volte a promuovere la coesione interna alle aree urbane • C) Azioni volte a promuovere uno sviluppo più equilibrato e policentrico

  5. Principi guida • Protagonismo delle autorità locali e dei soggetti sociali ed economici (governance multilivello) • Ampia delega alle città della responsabilità dei programmi di sviluppo urbano • Elaborazione di un piano (strategico) urbano a medio-lungo termine come prerequisito di efficacia degli interventi

  6. Profili analitici • Indirizzi comunitari su città trovano riscontro in Italia – che presenta un forte policentrismo istituzionale, culturale ed economico - già in questa programmazione con Progetti Integrati Urbani (Asse 5) e Urban Italia • Elementi validi: decentramento, approccio integrato, raccordo programmazione regionale e comunale, cooperazione interistituzionale, cooperazione territoriale • Elementi di debolezza: fragile cornice di programmazione (regionale) e di pianificazione (comunale), inadeguata capacità di gestione dei progetti, debolezza dei sistemi di governance, disattesa sostanziale degli obiettivi di servizio • Lezioni: rafforzare la cooperazione Regioni città\comuni, potenziare programmi e piani, migliorare selettività degli interventi, innalzare qualità progettuale (stimolando apporto dei privati), aumentare capacità gestionale

  7. “Riconoscimento” priorità urbana Le priorità del QSN e relativi pesi finanziari

  8. Articolazione programmatica • La programmazione operativa regionale, a cui spetta il compito di sostenere le politiche e i progetti per la priorità, potrà individuare i “territori di progetto” per lo sviluppo di iniziative su comuni singoli o associati, anche - laddove ne ricorreranno le condizioni - in ambiti territoriali inter-regionali e/o transfrontalieri o che perseguano obiettivi transnazionali • La tipologia di territori interessata riguarda: A) città metropolitane e altre cittàidentificate dagli strumenti di pianificazione territoriale e strategici regionali, in quanto dotate di strutture economico-produttive trainanti, caratterizzate da concentrazione di funzioni diversificate, fornitrici di servizi e infrastrutture per i territori circostanti, e di rilievo significativo per la realtà regionale, nazionale e transnazionale B) sistemi territorialirilevanti sotto il profilo economico-funzionale composti da agglomerazioni intercomunali caratterizzate da sistemi produttivi inter-connessi o da aree-bacino per servizi a scala territoriale (ad es. ricerca, servizi sociali, turismo e cultura, tempo libero) e composte da centri urbani diversi per numero, estensione e dimensione • Queste tipologie rappresentano i luoghi privilegiati di integrazione tra politica ordinaria e politica regionale unitaria, da sostenere attraverso appropriati sistemi di cooperazione interistituzionale. Ai fini della loro selezione, la programmazione operativa stabilirà eventuali soglie dimensionali o altri criteri di ammissibilità.

  9. Obiettivo generale e specifici • Promuovere la competitività, l’innovazione e l’attrattività delle città e delle reti urbane attraverso la diffusione di servizi avanzati di qualità, il miglioramento della qualità della vita, e il collegamento con le reti materiali e immateriali (Obiettivo generale) • 1) Promuovere la diffusione di servizi avanzati di qualità nei bacini territoriali sovracomunali e regionali di riferimento (Obiettivo specifico) • 2) Elevare la qualità della vita, attraverso il miglioramento delle condizioni ambientali e la lotta ai disagi derivanti dalla congestione e dalle situazioni di marginalità urbana, al contempo valorizzando il patrimonio di identità e rafforzando la relazione della cittadinanza con i luoghi (Obiettivo specifico) • 3) Favorire il collegamento delle città e dei sistemi territoriali con le reti materiali e immateriali dell’accessibilità e della conoscenza (Obiettivo specifico)

  10. Interventi prioritari • Interventi che stimolino la crescita e la trasformazione delle economie urbane: investimenti in ricerca e produzione tecnologica, servizi avanzati, stimoli a fattori di vantaggio competitivo (turismo-cultura, alta formazione, intrattenimento, connessione ad infrastrutture e reti sovra-regionali ed internazionali) • Interventi volti ad aumentare la vivibilità nelle aree urbane e la sostenibilità ambientale • Azioni di cooperazione territoriale europea • Interventi che incidano sulla riduzione del disagio abitativo

  11. Indirizzi comuni • Capacità di selezione e progettazione delle iniziative • Apertura alla conoscenza e alle risorse esterne • Integrazione programmazioni alle diverse scale tramite governance multilivello • Attivazione sistema di deleghe gestionali • Apertura Tavoli regionali permanenti di confronto con le città (Comuni capoluogo e altri comuni ritenuti ‘rilevanti’ per l’attuazione della Priorità Urbana), obbligatori nelle Regioni della Convergenza

  12. POR FERS: analisi • Armatura urbana caratterizzata dalla grande area metropolitana di Napoli, città intermedi della costa, interland e zone interne • Le aree urbane ed i sistemi territoriali della Campania, oltre ad avere problemi comuni ad altre aree metropolitane quali congestione, disagio sociale, degrado ambientale, criminalità e microcriminalità, presentano ancora notevoli squilibri sia al proprio interno sia rispetto ad altri sistemi regionali del contesto europeo e del Mediterraneo. La condizione delle aree urbane campane è infatti aggravata dalla difficile situazione occupazionale e dal significativo livello di degrado ambientale, le cui cause sono da attribuire: alla elevata densità demografica, alla sovrapposizione di aree residenziali e produttive, alla congestione della mobilità, alla crescita incontrollata delle periferie, ad una inadeguata politica di infrastrutturazione primaria e di offerta di servizi alla persona e alla comunità (pag.14, bozza 20 12 2006) • Il 49% dei Comuni e il 10,7% della popolazione ricade in aree a “disagio insediativo” Pag. 14, Bozza FESR, 20 12 2006

  13. POR FERS: lezioni 2000-2006 • Il disegno complessivo non ha trovato compiuta attuazione a causa dell’assenza di un esplicita impostazione strategica per le politiche di sviluppo e di una carenza del sistema istituzionale di governo • Il principio di integrazione, negli aspetti operativi, è stato interpretato prevalentemente come modalità di spesa e ciò ha declinato la concertazione locale secondo criteri solo distributivi, parcellizzando in moltissimi casi le risorse su investimenti di portata ridotta, incapaci di innescare un processo propulsivo di sviluppo sociale ed economico della regione(frammentazione dell’intervento e dispersione delle risorse) • Per quanto riguarda il principio di concentrazione, la sua applicazione è stata disattesa soprattutto per ciò che riguarda la numerosità dei soggetti beneficiari coinvolti nell’attuazione delle operazioni (deriva redistributriva e perdita degli obiettivi generali) • Le grandi questioni ambientali e sociali, affrontate in maniera emergenziale, restano irrisolte (rifiuti, bonifica siti inquinati, difesa del suolo, criminialità, disagio sociale e disoccupazione femminile e giovanile • Occorre continuare ad investire nel rafforzamento della coalizione istituzionale tra politiche di livello urbano, di area vasta e regionali e sostenere un maggiore coinvolgimento degli attori locali nel processo di programmazione Pagg.45-48, Bozza FESR, 20 12 2006

  14. POR FERS: prospettive\1 • Centralità della città di Napoli, nel quadro del disegno complessivo per lo sviluppo urbano regionale, ed orientare il suo patrimonio di infrastrutture, servizi e capitale sociale ad assumere la funzione di traino verso la rete delle altre città • Connessione con grandi corridoi europei (I e VIII) per migliorare accessibilità e “ridare un nuovo ruolo alle aree interne e alle città intermedie (…) nell’ottica di un riequilibrio territoriale tra aree interne e costiere” • Riammagliare il tessuto connettivo territoriale attraverso la valorizzazione delle migliori esperienze di sviluppo locale degli ultimi anni, attraverso gli accordi di reciprocità • Accrescere la capacità delle città nelle attività di gestione dei processi di definizione, attuazione e monitoraggio delle politiche urbane (governance locale) Pagg.57-59, Bozza FESR, 20 12 2006

  15. POR FERS: prospettive\2 INDIRIZZI OPERATIVI PER L’ELABORAZIONE DEI POR FESR, FSE , FEASR e per l’utilizzo del FAS 2007-2013 (riunione partenariale del 1 dicembre 2006)

  16. Considerazioni conclusive • Le indicazioni degli OSC in materia di politiche urbane sono state ampiamente riprese e rilanciate dal QSN; l’enfasi posta sulla questione (e il relativo impegno finanziario) trova fondamento nell’analisi del nostro Paese come sistema policentrico, sotto il profilo istituzionale, culturale ed economico • L’inquadramento delle politiche per le città nella strategia della programmazione regionale unitaria, secondo il metodo comunitario,consente di privilegiare la concentrazione delle risorse, evitando derive redistributive delle stesse e la frammentazione degli interventi, e di favorire, attraverso una logica di integrazione intersettoriale, la diffusione territoriale degli effetti delle politiche (riequilibrio), in termini di miglioramento dei servizi collettivi erogati a cittadini e imprese (welfare, istruzione, ICT, mobilità, ambiente, cultura, ecc fra cui, in primis, gli obiettivi di servizio del QSN) • Da questo punto di vista, occorre distinguere la posizione “tradizionale” degli EELL come beneficiari finali delle operazione del POR dall’opportunità offerta dal nuovo quadro regolamentare (Reg. CE 1083\2006) in merito all’attribuzione in capo alle città della responsabilità di gestione di sezioni o parti del programma regionale, attraverso l’istituto della sub-delega • Prerequisiti necessari all’affidamento delle sub-deleghe sono la compartecipazione alla definizione del programma di intervento (1) e le garanzie in ordine alla capacità gestionale dei soggetti locali delegati (2), oltre che il rispetto della normativa comunitaria di riferimento • In questa prospettiva assumono rilevanza gli interventi sul migliore funzionamento degli istituti di governance multilivello (1), la capacità di innovazione amministrativa dei soggetti locali (2), il potenziamento delle funzioni di indirizzo e controllo dell’autorità regionale.

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