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R iforma PAC: situazione, prospettive e proposte migliorative

R iforma PAC: situazione, prospettive e proposte migliorative. Roberto Pretolani Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi Università degli Studi di Milano Codogno, 16 novembre 2012. Le riforme della PAC. 1993-1999 Riforma Mac Sharry 2000-2004 Agenda 2000

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R iforma PAC: situazione, prospettive e proposte migliorative

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Presentation Transcript


  1. Riforma PAC: situazione, prospettivee proposte migliorative Roberto PretolaniDipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi Università degli Studi di Milano Codogno, 16 novembre 2012

  2. Le riforme della PAC 1993-1999 Riforma Mac Sharry 2000-2004 Agenda 2000 2005-2009 Riforma Fischler 2009-2013 Healthcheck 2014-2020 Europa 2020 2

  3. Un completo cambiamento del sostegno Budget PAC in miliardi di euro (correnti)

  4. Ma con risorse decrescenti Budget PAC in miliardi di euro (costanti 2007)

  5. Il bilancio dell’UE e il peso della PAC La Pac ha una buona immagine, ma servono risorse per altre politiche. (2011) Nella proposta di bilancio UE 2014-2020 del 29 giugno 2011 la percentuale della PAC dovrebbe scendere dal 40% del 2013 al 34% nel 2020

  6. Le motivazioni della riforma Nella comunicazione 672 del 18/10/2010 della Commissione si legge: «La PAC è chiamata ad affrontare una serie di sfideche costringono l'UE a fare scelte strategiche per il futuroa lungo termine del settore agricolo e delle zone rurali» Da qui «la necessità che la futura PAC continui ad essere una politica comune forte, imperniata su due pilastri» L’UE sembra, quindi, puntare ancora sulla PAC e le dedica fino al 2020 risorse quasi invariate a prezzi correnti (ma -12,5% a prezzi 2012). Ciò non era scontato e non è indifferente nel contesto della crisi finanziaria ed economica che stiamo attraversando. Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale

  7. La dotazione finanziaria (Milioni euro) L’Italia subisce la redistribuzione degli aiuti tra Stati membri dell’UE, con perdita del 7% (5,9% per PE) Francia -3%, Germania -4%, Spagna -1,3%, Regno Unito +0,4% Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale

  8. Gli obiettivi strategici della riforma Il COM 672 identifica tre obiettivi strategici: Preservare il potenziale di produzione alimentare dell'UE secondo criteri di sostenibilità, al fine di garantire la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare a lungo termine per i cittadini europei e contribuire a soddisfare la domanda mondiale di prodotti alimentari, che secondo le stime della FAO dovrebbe crescere del 70% da qui al 2050. Sostenere le comunità agricole, che forniscono ai cittadini europei una grande varietà di derrate alimentari di pregio e qualità, con una gestione attiva del territorio e delle risorse naturali. Preservare la vitalità delle comunità rurali, per le quali l'agricoltura costituisce un'attività economica importante in grado di creare occupazione locale. Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale

  9. I pagamenti diretti: finalità e modalità • Finalità: Ridistribuzione, riformulazione e migliore orientamento del sostegno • Redistribuzione basata su criteri economici e criteri ambientali agli «agricoltori attivi» • Proposta di regolamento COM 625/3 del 12/10/2011: • 5 componenti: • Pagamento di base • Componente “ecologica”, «greening», «inverdimento» • Aiuto ai giovani agricoltori • Sostegno aggiuntivo per le zone con vincoli naturali • Aiuto accoppiato • Regime semplificato per i piccoli agricoltori Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale

  10. Modalità attuative dei pagamenti diretti La proposta di regolamento appare complessa e, in alcuni passaggi, scritta male e di difficile applicazione. Vi sono norme «orizzontali» ed altre specifiche per ciascuna delle cinque componenti. Viene inoltre lasciata una (limitata) scelta agli stati membri su come applicare le norme: Es: - uso di massimale nazionale o regionalizzato - suddivisione massimale tra componenti - sostegno zone svantaggiate facoltativo - sostegno accoppiato facoltativo con scelta % Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale

  11. Le norme orizzontali • Revoca dei diritti storici (31/12/2013) e nuova assegnazione di diritti nel 2014 (entro il 15 maggio) • Assegnazione diritti solo ad agricoltori «attivi» • Era una delle norme più attese, per limitare gli aiuti al reddito dei soli agricoltori: la montagna ha partorito il topolino: non riceveranno aiuti coloro che dai premi Pac ricaverebbero meno del 5% del reddito totale, con esenzione sotto i 5.000 euro di premi (si rischia da 100.000 euro di reddito in su!!) • Livellamento degli aiuti (capping) • Anche in questo caso scarsi effetti: il prelievo inizia oltre i 150.000 euro di PUA al netto dei salari • Esclusione micro-aziende • Inferiori a 0,50 ettari oppure a 400 euro di aiuti • Regime semplificato per «piccoli» agricoltori • Al di sotto di 3 ettari (o 5) di superficie premiabile sarà concesso un PUA forfettario omnicomprensivo tra 500 e 1000 (1500) euro totali Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale

  12. Il pagamento di base Il pagamento di base (sostegno al reddito) sarà dato agli agricoltori in funzione delle loro superfici «ammissibili», cioè alla SAU + le superfici ritirate dalla produzione e rimboschite nell’ambito del PSR. La stima è circa 12 milioni di ettari in Italia e 970.000 in Lombardia. Il valore dei titoli sarà inizialmente stabilito in parte su base storica e progressivamente ravvicinato: nel 2019 sarà uguale per ogni ettaro «nazionale» o «regionale». Una prima stima indica che il valore medio «nazionale» sarebbe vicino a 150 euro/ettaro, mentre una «regionalizzazione» amministrativa per la Lombardia potrebbe portare il valore a 240 euro/ettaro. Tale valore andrà moltiplicato per la superficie ammis-sibile dell’azienda e soggetto alle norme «orizzontali» Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale

  13. Ipotesi di utilizzo del massimale in Lombardia La proposta di regolamento prevede che gli aiuti siano suddivisi in 6 componenti, di cui 3 determinate a livello nazionale (2 obbligatorie) e 3 a livello regionale o nazionale (premio base, greening, zone svantaggiate). Gli importi di tutte le componenti dovranno essere progressivamente ravvicinati fino ad essere uguali per ciascun ettaro entro il 2019. Per le simulazioni sono state scelte le percentuali di massimale da attribuire alle 6 componenti, e sono stati calcolati i relativi importi unitari utilizzati nel corso delle stime. Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale

  14. Stima degli effetti della riforma in Lombardia Mentre il semplice livellamento degli aiuti avrebbe impatti medi modesti, la suddivisione dei premi per componenti porterebbe a una riduzione dei premi globale di 63 milioni con massimale «regionalizzato» e di 207 (63+144) con massimale indiviso nazionale. In percentuale -13% e -42%. A tali perdite va aggiunto l’effetto sul reddito dei mancati redditi dei terreni da destinare ad aree ecologiche, stimato pari a 80 milioni. Gli effetti globali sul reddito varierebbero tra 145 e 289 milioni (-5,9% -11,8%), corrispondenti a 150-300 euro/ettaro e 3.000-6.000 euro/azienda.

  15. Il concetto del greening Dalla relazione che precede la proposta di regolamento: «È necessario che l'agricoltura e le zone rurali si adoperino con impegno ancora maggiore per conseguire le mete ambiziose a livello di clima, energia e strategia per la biodiversità, contemplate dall'agenda Europa 2020. La gestione del territorio è affidata principalmente agli agricoltori e ai silvicoltori: per questo sarà necessario concedere loro un sostegno per incitarli ad adottare e a conservare sistemi e pratiche di coltivazione particolarmente indicati per conseguire obiettivi ambientali e climatici, che costituiscono un tipo di servizio pubblico di cui i prezzi di mercato non tengono affatto conto» E’ il concetto della produzione di beni pubblici. Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale

  16. Il concetto del greening «Questa riforma accelera il processo volto a inglobare nella PAC gli aspetti ambientali, introducendo una forte componente di inverdimento nel primo pilastro affinché tutti gli agricoltori dell'Unione europea che ricevono il sostegno vadano oltre gli obblighi di condizionalità e svolgano quotidianamente un'azione benefica per il clima e per l'ambiente» «D'ora in poi il 30% dei pagamenti diretti sarà collegato all'inverdimento, il che garantirà che tutte le aziende svolgano un'azione benefica per il clima e l'ambiente» Inizialmente sembrava che il greening fosse obbligatorio per gli stati ma facoltativo per gli agricoltori, con “premi per interventi ambientali semplici, generalizzati, non contrattuali e annuali” Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale

  17. Proposte COMAGRI sul greening Nella proposta di regolamento della COM il greening è condizione obbligatoria per ottenere il premio base. Ad eccezione delle aziende con agricoltura biologica Gli obblighi del greening sarebbero 3: • Mantenere le superfici a foraggere permanenti presenti nell’azienda; • Diversificare le colture (se la superficie a seminativi >3 ha): • avere 3 colture diverse (1a max. 70%, 3a min. 5%), a meno che: • tutti i seminativi siano destinati a riposo; • tutti i seminativi siano destinati a foraggere avvicendate; • tutti i seminativi siano destinati a colture sommerse (es. riso). • Destinare come minimo il 7% della superficie ammissibile (meno foraggere permanenti) ad aree di interesse ecologico (terreni lasciati a riposo, terrazze, elementi caratteristici del paesaggio, fasce tampone e superfici oggetto di imboschimento PSR).

  18. Il greening: i problemi I problemi sono almeno due: • La «diversificazione» Secondo gli estensori degli studi di impatto è adottata in subordine alla rotazione, che darebbe benefici ambientali maggiori ma non è facilmente applicabile. Problemi per le aziende di media dimensione 3-20 ha. Ad oggi 12.000 aziende lombarde per circa 300.000 ettari sarebbero escluse da tutti i premi, pari a 132 milioni di euro. In ogni caso la diversificazione non può essere imposta con criteri così rigidi.

  19. Il greening: i problemi 2) Obbligo di destinare il 7% della superficie a seminativi e colture arboree a «aree di interesse ecologico» E’ la reintroduzione mascherata del set-aside, tolto nel 2008 per aumentare la produzione di alimenti. Piccole aree isolate a set-aside, siepi e filari, ecc. non hanno alcun senso per la tutela della fauna e la conservazione della biodiversità (lo dicono i biologi) L’obbligo viene esteso anche ad aziende che in passato non erano soggette (meno di 15-20 ha, con arboree) Stima Lombardia: 51.400 nuovi ettari di set-aside +15.800 già esistenti= 67.200 ettari sottratti alla produzione, quasi tutti in pianura, con il 60% delle aziende coinvolte, e una perdita di reddito stimata pari a 80 milioni di euro.

  20. Considerazioni sul greening Come si concilia questa sottrazione di produzione e di reddito con la necessità di «preservare il potenziale di produzione alimentare dell'UE»? In un mondo dove ci sono oltre 800 milioni di affamati e i prezzi dei prodotti alimentari sono crescenti è giusto che l’Europa produca il 5% in meno? Perché gli agricoltori devono pagare (minore reddito) per produrre beni pubblici a favore della collettività che già oggi non sono remunerati? Le aziende intensive vegetali (viticole, frutticole) rinunceranno al 7% della loro SAU (già scarsa) per chiedere premi pari, se va bene, a 400-450 euro per ettaro? Se tutto il massimale nazionale non viene speso l’unica che ci guadagna è l’UE.

  21. Proposte sul greening RL Parlamento UE • Renderlo facoltativo per gli agricoltori e/o • Semplificare le norme sulla diversificazione • Alzare la soglia minima da 3 a 10-20 ha • Ridurre a 2 le colture per le aziende <10-20 ha • Considerare come terza coltura le aree ecologiche • Introdurre le leguminose tra le colture esenti • Esenti se destinate a foraggere+riso+leguminose+set-aside • Margini di tolleranza nelle percentuali • Rivedere l’obbligo delle aree ecologiche • Escludere dalla superficie le colture arboree • Ridurre la percentuale di obbligo dal 7% al 5% • Permettere il trasferimento di obbligo tra aziende SI no <5, rid <20 ha SI, <20 ha Ammesse AE NO SI SI NO NO

  22. Le tappe della riforma

  23. Il nuovo processo decisionale UE

  24. Stime conseguenze in Lombardia • La riforma allarga il sostegno a tutte le aziende e le superfici lombarde (+35%) • Il sostegno globale sarà inferiore: minimo 65 milioni, massimo 209. In percentuale da -13% a -42% • Spostamento del sostegno da pianura a montagna, da grandi a piccoli, tra settori produttivi • Ritiro dalla produzione di 51.000 ha per aree ecologiche • Forti vincoli alle scelte aziendali (diversificazione) • Effetti sulla produzione: minimo -100 milioni (-1,5%) • Effetti sul reddito tra -145 e -289 milioni (-5,9% -11,8%), pari a 150-300 euro/ettaro e 3.000-6.000 euro/azienda • Risultati scarsi sulla concentrazione dei premi e quasi nulli sulla concentrazione dei redditi

  25. Alcune proposte • Semplificare l’impianto della riforma: troppe componenti e troppe percentuali rigide • Rendere più flessibile e sussidiarial’attuazione: adattamento alle realtà locali • Modificareprofondamente le norme sul greening: • Renderlo facoltativo • Cambiare o semplificare le norme sulla diversificazione • Rivedere l’obbligo delle aree ecologiche • Premiare chi produce beni pubblici ambientali • Orientare il sostegno da un lato ai veri produttori e dall’altro ai territori a rischio di abbandono, in sinergia con il nuovo programma di sviluppo rurale

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